Film > Iron Man
Segui la storia  |       
Autore: Silvia_sic    18/07/2011    4 recensioni
Sangue del suo sangue.
Un forte rapporto di parentela.
Ma in verità: lui non lo conosceva realmente... non c'era stato tempo per conoscerlo e non ci aveva nemmeno provato...
Ma non era stata colpa sua, perchè “quell'estraneo” era scappato, lasciandolo crescere da solo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Iron Future'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
uri 5

Capitolo 5: Le parole che non ti ho detto mai


Andarono a dormire, Howard non riusciva a prendere sonno, si rigirava continuamente nel letto, tormentato dalle parole dette dal figlio. Aveva cercato di proteggerlo andandosene dalla sua vita e invece aveva solo peggiorato le cose, mettendolo sul mirino di tutti.


Decise di andare a fare 4 passi in giro per la casa, perchè non riusciva a dormire.

Arrivò in salotto, le luci erano accese e notò la presenza di Anthony seduto sul divano. Non riuscì a credere ai propri occhi quando vide ciò che il bambino stava facendo: era seduto lì come se niente fosse e in mano teneva un aggeggio, che stava sistemando con la chiave inglese e altri attrezzi.


-Cosa stai facendo lì?- domandò Howard, facendo sobbalzare Anthony, che non si era accorto della sua presenza.


-Non riesco a dormire, allora sono venuto qui a fare qualcosa...- rispose il bimbo.


-Ma cosa stai facendo?- gli chiese l'uomo nuovamente, avvicinandosi a lui.


-Niente di che... sto solo sistemando un pezzo del mio robot... era un po' messo male- disse semplicemente il piccolo, mentre finiva di stringere viti.


-Ah! Quanti anni hai?- domandò cercando di attaccare discorso.


-Ho 3 anni...- rispose il bimbo senza aggiungere nient'altro, intimorito dallo sguardo dell'uomo.


-Solo 3 anni e riesci a sistemare un pezzo di robot da solo?!- chiese stupito dalla rivelazione.


-Sì, ma sono capace di fare molte altre cose! Papà me le ha insegnate quando ero ancora più piccolo, però io non capisco perchè tutte le persone che mi vedono fare queste cose, reagiscono nello stesso modo che hai appena fatto...- enunciò il bimbo, avendo notato che Howard era rimasto magnificamente sorpreso.


-Bhè... forse perchè i bambini della tua età si limitano a giocare con le automobiline o altre cose!- esclamò Howard.


Anthony stava cominciando a prendere più confidenza con l'uomo, allora cominciò a parlare un po' di più.


-Anche io gioco! Ho tanti giocattoli, ma a me piace fare quello che fa il mio papà! Molti dicono che ho preso la sua intelligenza e che gli somiglio molto! E ne sono felice perchè lui è il mio eroe!- esclamò Anthony sorridendogli.


Howard solo con quelle parole capì quanto Tony adorasse la sua famiglia. Non era stato un padre presente per Tony, che quando era bambino ne aveva sofferto e lui non aveva visto crescere suo figlio.


Anthony vide che l'uomo non parlava ed era assorto nei suoi pensieri. Concentrò la sua attenzione su di lui, lasciando da parte il pezzo di robot a cui stava lavorando, somigliava un po' a suo padre: i lineamenti del viso, il colore degli occhi... Sotto certi versi gli somigliava, ma non in tutti. Caratterialmente erano totalmente diversi!


-Quindi tu sei mio nonno?- domandò il bimbo, interrompendo i pensieri di Howard, che a quella domanda rispose con un cenno del capo.


Anthony continuò a fissarlo negli occhi, mentre Howard faceva lo stesso. Il bambino fremeva dalla voglia di chiedergli un'altra cosa... Dopo qualche secondo parlò.


-Posso chiamarti: nonno?- disse con un filo di voce, quanto bastava per farsi sentire.


Howard abbozzò un primo sorriso. Finalmente Anthony era riuscito a smuovere quell'uomo duro e impassibile.


-Certo!- gli rispose, poi.


-Anthony! Che ci fai alzato a quest'ora?- domandò Tony entrando nella stanza e vedendo il figlio sveglio a quell'orario assurdo.


-Non riuscivo a dormire, allora sono venuto qui e mi sono messo a sistemare un pezzo del mio robot!- esclamò mostrandogli il pezzo di metallo.


-Lo sai che non ti impedirei mai di fare il piccolo inventore, ma ad un'ora simile credo che tu debba dormire!-


-Vado subito! Prima riporto questo in laboratorio!- disse Anthony, mostrando il senso dell'ordine preso sicuramente dalla madre. Prese tutti gli oggetti e si diresse verso il laboratorio.


-Fermo lì! Dà qua, che faccio io! Tu fila a letto, perchè se la mamma ti vede alzato, dopo se la prende anche con me!- Tony si abbassò all'altezza del figlio: -Non vorrai mica che succeda?!- disse sorridendogli.


-No, no! Mamma non saprà niente, non farò rumore! Lo prometto!- esclamò il bimbo, per poi dare al padre tutti gli attrezzi che aveva usato.


-Bravo, mostriciattolo! E ora fila sotto le coperte! Ci vediamo domandi mattina!- disse Tony, scherzando e accarezzandogli la testolina.


-Buonanotte! E non sono un mostriciattolo!- esclamò Anthony, salutando il padre e il nonno.


Tony rimase qualche secondo a guardare il figlio che si allontanava, poi si tirò su in piedi, dirigendosi verso il laboratorio.


-Vorrei parlarti...- disse Howard al figlio.


-Seguimi, intanto ti ascolto- enunciò sempre voltandogli le spalle e camminando verso le scale del laboratorio.


Howard lo seguì. Giunti nel laboratorio, Tony accese le luci per vederci meglio e mise al loro posto i vari attrezzi.


-Davvero un bel posto...- disse Howard rompendo il silenzio.


-Già... Comunque cosa devi dirmi?- chiese voltandosi e finalmente guardandolo in faccia.


-Io ho sbagliato tutto nella mia vita. Non sono stato un buon padre, non passavo tanto tempo con te e non ti ho visto crescere... me ne sono pentito. Io non credevo che il mio distacco, ti avrebbe fatto soffrire... ti chiedo scusa- disse Howard non riuscendo a guardare negli occhi il figlio.


-Quella è acqua passata, ma non pensavo che avresti avuto il coraggio di lasciarmi solo a dirigere un'azienda a soli 20 anni...-


-Credevo di aver fatto la cosa giusta, togliendomi dalla circolazione... Ma da quello che mi hai detto, ho solo messo la tua vita in pericolo... e non ho potuto starti vicino...-


-Già... Ho avuto dei problemi in questi anni, avrei avuto bisogno di un consiglio o un parere, ma tu non c'eri...- disse Tony un po' dispiaciuto.


-Volevo chiederti scusa anche per quello che ho detto prima, hai ragione non devo giudicarti. Non avrei mai pensato che tu avessi messo su famiglia, tutti ti descrivono come uno indipendente. Invece sei l'opposto...- enunciò Howard.


-Mi fa piacere che tu l'abbia notato... Da quando sei scomparso sono sempre stato paragonato a te e credimi io non lo sopportavo perchè tutti conoscevano mio padre e invece io no!- esclamò Tony con tono dispiaciuto. -Mi sarebbe piaciuto conoscerti di più, per farmi un'idea sulla persona che eri e ho sempre vissuto con una tua immagine lontana e ignota...-


-Ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto passare e hai tutto il diritto di odiarmi!-


-Io non ti odio! Come puoi pensare una cosa simile! Anche se non sei stato sempre presente, hai tentato di farmi diventare qualcuno e per questo ti ringrazio! Di sicuro ti devo ringraziare per il video che mi hai lasciato, con quello mi hai salvato la vita, perchè sono riuscito a scoprire un nuovo elemento sostituibile al palladio!- esclamò Tony pieno di gratitudine.


-La chiave del futuro...- mormorò Howard ricordandosi del filmato.


-Esatto, proprio quello!- disse Tony sorridendogli.


Era piombato il silenzio, Howard non sapeva cosa dire, si sentiva un po' a disagio e si sentiva tremendamente in colpa per quello che aveva fatto passare al figlio.


-Prima... non volevo dire quelle cose... Io ho fatto soffrire te e tua madre per la mia mancanza... non ve lo meritavate e tu hai ragione a non prendermi come esempio. Tua moglie e tuo figlio meritano tutte le tue attenzioni...- disse Howard, facendo molta fatica a dire ciò che pensava.


-Qui c'è poco da dire, senza di loro non riuscirei a vivere! Lo hai visto anche tu quello che quel mostriciattolo e in grado di fare! Non potrei essere più felice di così!-


-Mi ha detto che glielo hai insegnato tu, quel bambino ti ammira tantissimo! Ed ha anche una buona capacità di persuasione... prima abbiamo parlato per pochi minuti e il mondo mi è sembrato migliore!- esclamò l'uomo, non capendo neanche lui come fosse successo.


-Uguale a sua madre!- esclamò Tony, non riuscendo a smettere di sorridere.


-Ero amico del padre di Pepper, mi è capitato più volte di vederla quando era ragazza e mi è sembrata una persona meravigliosa, era sempre gentile, rispettosa e ricordo che suo padre mi diceva che era una ragazza precisa! Da quanto ho visto prima è la persona adatta a te!-


-Lei è unica! E pensare che l'ho avuta come segretaria per tantissimi anni e mi sono accorto di cosa provavo appena 6 anni fa!-


-A volte quello che cerchiamo è proprio quello che già abbiamo!- disse Howard.


Tony non aveva mai parlato così a lungo con suo padre, non aveva alcun ricordo di un gesto affettuoso nei suoi confronti, né di una conversazione che non fosse stata sull'azienda.


-Lo so che è un po' tardi per farti da guida, anche perchè ho già visto che te la cavi perfettamente in qualsiasi caso, ma spero che un giorno riuscirai a perdonarmi... ed ad accettarmi nella tua vita, sempre se lo vorrai...- disse Howard, con le lacrime agli occhi.


Tony non si aspettava una reazione del genere da parte di suo padre: stava piangendo! Quell'uomo da sempre duro e severo, ora stava piangendo davanti ai suoi occhi, chiedendo perdono!


Tony si avvicinò al padre, che teneva lo sguardo basso per nascondere le lacrime, gli poggiò una mano sulla spalla e disse:- Io ti ho già perdonato da tempo e tu e mamma farete sempre parte della mia vita!-


Howard alzò lo sguardo per vedere gli occhi del figlio... erano felici e sinceri.


-Grazie, figliolo!- esclamò Howard, abbracciando Tony.


Tony, ricordando suo padre in momenti difficili, pensava ad una frase che lo aiutava a continuare e che gli svelava il bene che quell'uomo aveva fatto per lui: “Anche se non mi ha detto come vivere: ha semplicemente vissuto e ha lasciato che lo osservassi...” (*)

Adesso avrebbe conosciuto suo padre come tutti lo vedevano, un uomo che aveva cambiato il mondo!


FINE

(*) Questa frase è opera dello scrittore americano Clarence Budington Kelland

NdA: Questa parte è stata sicuramente la più difficile da scrivere! Nel momento in cui Tony e Howard parlavano, era una circostanza difficile dove padre e figlio dovevano chiarirsi. Il loro rapporto non è normale perchè Howard non è mai stato presente nella vita di Tony, dedicandosi solamente al lavoro... Ma fortunatamente il piccolo Anthony Jr gli fa aprire gli occhi, per vedere la vita da un'altra prospettiva.

Ora ringrazio di cuore lisa_res e mirianaval per aver recensito e anche tutti i lettori che hanno letto questa storia! Grazie!

Saluti by Sic!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Iron Man / Vai alla pagina dell'autore: Silvia_sic