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Autore: Clovely    18/07/2011    6 recensioni
Estate. Lily Evans passa le vacanze a casa sua, a Londra, nella sua famiglia babbana, cercando di non pensare ai problemi legati al mondo magico e ad Hogwarts. Ma i problemi, a quanto pare, la seguono ovunque lei vada: Severus, Petunia... addirittura James Potter e i suoi Malandrini. Pare che i guai non finiscano mai per la dolce Lily, nemmeno durante le vacanze estive.
Dal primo capitolo: " «Bene» Pensò la ragazza, sospirando al pensiero dell'estate che l'aspettava. James e i Malandrini da una parte. Severus e le sue arti oscure dall'altra. Ed entrambi alla ricerca delle sue attenzioni. Rivali come non mai. In quel momento Lily sentì freddo. Riusciva a pensare a sé stessa solo come ad un pezzetto di ghiaccio in mezzo a due fuochi".
Spero che la storia possa essere di vostro gradimento! Leggete e, se vi va, recensite!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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1) Come fuoco e Ghiaccio (Summer Memories)

Summer Memories

Capitolo 1: come Fuoco e Ghiaccio

Una ragazza dai lunghi capelli rossi camminava in una strada quasi del tutto deserta, eccetto lei, ovviamente. E il ragazzo che la seguiva a distanza di pochi passi, urlandole dietro parole vuote, che si perdevano nel vento prima di arrivare a lei. O meglio al suo cuore.
«Lasciami in pace, Severus.» Esclamò la ragazza per l'ennesima volta, ma il ragazzino dietro di lei, scarno e pallido, non demordeva.
«Ti prego, Lily. Stammi a sentire. Mi dispiace, non volevo litigare con te! Lo sai! Perché non...»
Ma Lily lo interruppe, voltandosi verso di lui di scatto, i capelli che le mulinarono attorno, rossi come una fiamma. Severus si bloccò di colpo, intimorito dal suo sguardo freddo.
«Ti ho detto di lasciarmi in pace. Quel che è fatto è fatto. Ciò che è stato detto è stato detto. Non si torna indietro, vero? D'altronde ti avevo chiesto di farlo, ma tu non l'hai fatto, quindi...»
«Lily, non capisci...»
«Devo andare al lavoro, se non ti dispiace.»
Severus sbuffò, esasperato. «Perché passi il tuo tempo in quel posto a svolgere un lavoro babbano quando potresti fare di meglio?»
«Perché io ho una famiglia. E la voglio aiutare.» Concluse Lily. Si voltò di nuovo e riprese a camminare. Questa volta il ragazzo non la seguì.
Quella frase le aveva dimostrato quanto Severus non fosse cambiato. ''Lavoro babbano.''
Era l'estate che l'avrebbe condotta al suo sesto anno ad Hogwarts. Ed il quinto non era certo una anno da ricordare. Tralasciando tutti i suoi soliti problemi, era arrivato anche Severus. E il suo gruppo di amici Serpeverde, i mangiamorte. Non voleva ripensare a tutta la storia, l'aveva già fatto troppe volte. Il fatto era che Severus era cambiato, e stava diventando qualcuno che Lily non era disposta a frequentare. I mangiamorte erano cattivi, malvagi.
Punto.
Così quell'estate aveva deciso di aiutare la nonna con il suo lavoro. Nonna Evans infatti possedeva una piccola pasticceria non lontano da casa sua e d'estate, il periodo indiscusso dei gelati, l'attività aumentava smisuratamente. E la nonna era vecchia ormai, una mano non le avrebbe fatto altro che bene, senza escludere che a Lily piaceva lavorare li. Quel posto era un antico locale londinese che la nonna aveva custodito da generazioni per molti anni. Non era vecchio, la parola giusta era appunto antico. Forse anche per il suo aspetto piccolo e confortevole attirava un sacco di clienti.
In più, avendo un lavoro da sbrigare, Lily poteva tenere la mente occupata ed evitare due persone in un colpo solo: Severus e Petunia, sua sorella.
Arrivò alla gelateria e salutò la nonna con un bacio sulla guancia, mostrandosi più felice di quanto fosse in realtà. Afferrò il grembiule rosa da lavoro e se lo allacciò dietro la schiena non senza qualche problema.
Un secondo dopo si ritrovava a riempire coni gelato con un sorriso non del tutto vero sulle labbra. Era un lavoro babbano e Lily avrebbe potuto fare di meglio, questo era vero. Ma lo faceva per sua nonna e questo bastava a renderlo qualcosa di indispensabile. Lily voleva un mondo di bene alla nonna, l’unica della sua famiglia che aveva reagito con entusiasmo dopo la consegna della lettera di Hogwarts.
Ma se solo Lily avesse saputo cosa sarebbe successo quel giorno probabilmente sarebbe rimasta a casa, chiusa in camera sua al buio sotto le lenzuola, piuttosto che mettere piede in quella gelateria.


~


«Che gusti vuoi?» Chiese Lily sporgendosi dal bancone per vedere la testolina bionda e liscissima di una piccola bambina che sembrava in difficoltà con la sua scelta.
«Hummm...» fece la piccina, portandosi un dito sulle piccole labbra rosee. «Voglio un gelato tuuutto alla flagola!» Esclamò alla fine portando i suoi occhioni azzurri su Lily, che le sorrise di rimando.
«Arriva subito!» Esclamò la rossa.
E proprio mentre aggiungeva la cialda in cima alle palline rosse, sentì una voce che aveva quasi scordato. Anzi, pensò, probabilmente l'aveva solo immaginata.
Porse il cono alla bambina che corse via tutta allegra.
«Quella lista è davvero lunga! Non ci capisco nulla in questi menù babbani!»
Lily alzò la testa di scatto, dimenticando il suo sorriso amorevolmente falso. Non poteva essere davvero lui. Eppure, chi altri entrerebbe in un negozio visibilmente pieno zeppo di babbani ad urlare ''Hey! Sono in un negozio di babbani!''
Solo un'idiota, si rispose Lily.
Decise che non voleva scoprire chi fosse entrato o se fosse la persona che lei credeva. Avrebbe detto alla nonna che si sentiva male, solo dieci minuti, poi quella persona, chiunque essa fosse, se ne sarebbe andata e lei avrebbe potuto tornare con tutta tranquillità al suo lavoro.
Ma non fece in tempo. I suoi occhi ne incrociarono un paio castani, vispi, allegri. Non riuscì nemmeno a muovere un passo o a dire qualcosa.
«Evans!» Il ragazzo avanzò verso il bancone, guadagnandosi uno sguardo accigliato da parte degli altri clienti. «Che magnifica sorpresa
Dal modo in cui disse sorpresa Lily capì che non era davvero sorpreso di vederla li. L'aveva già vista dalla vetrina, voleva solo organizzare una tipica scenetta alla James Potter. Anche se, dovette ammetterlo, i suoi occhi da dietro le lenti degli occhiali sembravano luccicare, più allegri di qualche istante prima.
«Non posso dire lo stesso. Cosa ci fai qui?»
«Voglio prendere un... hmmm... frallato.» Disse il ragazzo con un mezzo sorriso sulle labbra, scompigliandosi i capelli in quel suo gesto tipico da James Potter.
«Oh, ma davvero? Si dice frullato, tanto per la cronaca.» Rispose Lily acida. «E poi intendevo qui a Londra.»
«Sono in vacanza! I genitori di Sirius hanno una casa a Londra, ci crederesti? Secondo me loro nemmeno lo sanno!» Esclamò James, poi, a conferma di ciò che aveva detto, indicò con un pollice alle sue spalle e Lily vide il resto della combriccola. Come aveva potuto pensare che Potter fosse solo? Ovviamente c'erano gli altri con lui. I malandrini. Quasi tutti i malandrini, almeno. Remus sembrava imbarazzato e quando lei lo guardò i suoi occhi sembravano chiedere scusa per quell'apparizione improvvisa e visibilmente indesiderata.
Sirius invece sorrideva come un bambino, e scuoteva energicamente la mano nella direzione di Lily, il viso incorniciato dai riccioli neri.
«Fantastico. Allora, cosa vuoi? C'è altra gente che aspetta.»
«Oh, giusto. Vediamo...» Disse lui scrutando la lista posta sul bancone con sguardo concentrato. «Magari potresti suggerirmi qualcosa?»
«Non ho tempo da perdere Potter! Ordina o vattene!»
«Lily!» Con orrore Lily si accorse di aver alzato un po troppo la voce e dovette ricevere lo sguardo di biasimo della nonna. Le chiese scusa e poi tornò a guardare Potter con un falso sorriso gentile.
«I frullati sono molto buoni.» Sussurrò senza un minimo di calore.
«Bene allora. Un frallato... banana e fragola.»
Lily si voltò per prepararlo, cercando di non pensare a quanto fosse sfortunata. Perché cercava di lasciarsi indietro i problemi e loro non le davano tregua? Voleva solo stare un po tranquilla dopo la litigata con Severus... e invece? Salta fuori Potter, pronto a torturarla. Meraviglioso.
Frullò gli ingredienti con tanta energia che quasi li fece straboccare dal recipiente. Versò tutto in un bicchiere e lo sbatté senza gentilezza sul bancone in fronte a Potter. Lui prese il bicchiere e assaggiò, tutto allegro, un sorso di frall... frullato.
«Hey avevi ragione! Non è niente male! O forse è così buono perché lo hai fatto con tanto amore?»
Lily gli rivolse uno sguardo di fuoco in grado di far squagliare tutti i gelati o addirittura di incenerire il negozio intero. Ma, come sempre, Potter pareva esserne incolume.
«Grazie e arrivederci.» Disse Lily con voce fredda.
«A che ora stacchi?» Chiese James, un braccio posato sul bancone, lo sguardo rivolto verso di lei.
«Non sono affari tuoi.»
«Andiamo, Lil. Potresti farmi fare un giro per Londra! Non sono pratico di qui...»
«Allora spero che tu ti perda e finisca in un quartiere malfamato. Ma a pensarci bene, potresti anche divertirti in posti come quelli.»
James ridacchiò, quasi che Lily avesse fatto una battuta. La ragazza perse la pazienza.
«Potter, levati di mezzo. Sto lavorando.»
James si strinse nelle spalle. «Ok. Ci vediamo dopo, Lil!»
«Non chiamarmi così!» Esclamò lei, rivolta alla sua schiena. Potter uscì dal negozio e diede il cinque a quell'altro idiota del suo amico, prima che tutti e tre se ne andassero. Lily si abbandonò ad un sospiro di sollievo, prima di accorgersi che, grazie alla scenetta di Potter, aveva ormai monopolizzato l'attenzione di tutti. Irritata, esclamò:
«A chi tocca?»
Un signora anziana si fece avanti, sorridendole.
«Una coppetta limone e caffè.» Disse la signora, con voce strascicata, continuando a fissarla con interesse.
Quando Lily le porse il piccolo recipiente, la vecchia si sporse verso di lei. «Sembrava un bel giovanotto, quello che è appena uscito. Fossi in lei non me lo lascerei scappare!» La vecchietta le sorrise mostrandole la dentiera prima di girarsi e uscire con passetti piccoli e lenti, tipici delle persone anziane.
Lily la guardò con la bocca aperta.
Non poteva essere vero. Lo facevano apposta? Tutti?
Perché tutti amavano Potter?!
Bè, tutti tranne lei. Ovvio.

~


Alle sei nonna Evans disse a Lily che poteva tornare a casa. Di solito Lily restava fino all'ora di chiusura, sia per aiutare la nonna, sia per evitare sua sorella e Severus. Quel giorno però non vedeva l'ora di tornare a casa. Odiava l'idea di poter rivedere Potter e aveva passato l'intero pomeriggio a scrutare la strada di fronte al negozio sperando di non vederlo mai comparire.
E per sua grande fortuna, fu così. Niente Potter & co all'orizzonte per l'intero pomeriggio! D'altronde c'erano così tante altre ragazze a Londra... perché perdere tempo con lei?
«Okay» rispose Lily quando la nonna le disse di andare. «Sì, oggi sono un po stanca.» Le spiaceva lasciare la nonna. Lei era l'unica della famiglia che aveva reagito con gioia il giorno dell'arrivo della sua lettera. Sua sorella l'odiava, suo padre era sempre fuori per lavoro quindi non gli importava gran che, o almeno non lo dava a vedere. La mamma era rimasta sconvolta, ma si era ripresa presto. La nonna invece, lei le era sempre rimasta vicina.
Lily appese il grembiule da lavoro al gancio vicino alla cucina, con un sospiro.
«Era un tuo compagno di scuola quello che ha ordinato un frallato, oggi pomeriggio?» Chiese la nonna con genuina curiosità, ridendo sotto i baffi. Lily non voleva proprio parlare di Potter, ma con la nonna non voleva comportarsi da antipatica, così rispose.
«Sì. Come lo hai capito?»
«Non è così che ci chiamate voi? Babbani?» La nonna sorrise a sua nipote, sistemandole i capelli. «E poi cara, si capiva che era uno con cui passi un sacco di tempo. Di solito si passa tanto tempo assieme tra i banchi di scuola.»

Lily le diede ragione. Sua nonna era un donna anziana, ma era intelligente. Lo era sempre stata.
«Ci vediamo presto, cara. E sappi che non sei costretta a venire qui ogni giorno. C'è Margot che mi aiuta quando ho bisogno.» La nonna le sorrise.
«Non preoccuparti nonna. Per me è un piacere aiutarti.»
Lily uscì dalla porta, sentendo la sensazione di calore e di casa abbandonarla, come se fosse rimasta intrappolata nel negozio con la nonna. L'unico altro posto al mondo che poteva chiamare casa era Hogwarts. Non che la fosse tutto rose e fiori. Nossignore. Ma era certamente meglio di quella casa, dov'era nata e cresciuta.
I suoi piedi procedevano automaticamente verso casa, mentre Lily non guardava nemmeno la strada, immersa nei suoi pensieri.
Una voce la fermò. Nel suo profondo Lily sapeva che l'avrebbe sentita, anche se sperava con tutto il suo cuore che James Potter avesse trovato qualcosa di meglio da fare a Londra, piuttosto che perseguitare lei.
Ovviamente Lily non si fermò: strinse forte la tracolla della sua borsa di pelle, tirando dritto.
Potter l'affiancò senza alcuna fatica. «'Sera signorina Evans.»
«Potter.» Lo salutò lei con il suo solito tono inespressivo, che riservava solo ed esclusivamente a lui. Quando era del tutto esasperata lo chiama il ''tono Potter''.
«Come te la passi?» Chiese lui, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandola di sottecchi.
«Intendi in questo istante o in generale? Ad ogni modo la risposta sarebbe la stessa: piantala di seguirmi.»
James ridacchiò. «Piantala di seguirmi non è un modo di sentirsi!»
«No,» confermò la rossa. «Ma sono le uniche parole che ho in mente.»
«Oh!» Esclamò lui. «Quindi nella tua testa ci sono solo io!»
Lily non lo fulminò nemmeno con lo sguardo, non sarebbe servito. «No. Solo il pensiero di te che mi lasci stare.»
«Andiamo, Lil! E' estate! Perché non ti sciogli un po? Possiamo divertirci!» Esclamò lui allegro, piantandosi davanti a lei con le braccia aperte ed un sorriso tutto denti sul volto. Nella brezza estiva che soffiava, i suoi capelli parevano ancora più ribelli.
«No che non mi sciolgo. Non sono un ghiacciolo. E se dovessi farlo, non sarebbe con te.»
James scosse la testa. «Umorismo inglese.» Disse facendosi da parte e riprendendo a seguire Lily. «E comunque se vuoi sapere la mia tu sei come un ghiacciolo. Di quelli rossi. Sei fredda uguale.»
Su questo almeno aveva ragione, concesse Lily. Solo che lei era fredda esclusivamente con Potter. E qualche altro Serpeverde, forse.
«Allora le capisci le cose!» Esclamò guardandolo con aria eccessivamente stupita. «Quindi perché non ti arrendi e non mi lasci a congelare da sola?»
James ridacchiò di nuovo. «No non credo. Ho un obiettivo per quest'estate: ti scioglierò.»
Lily sbuffò. «Vuoi smetterla di dire cavolate, Potter? Per la barba di Merlino, non ti sopporto davvero più!» Esplose Lily. E quando lo stress iniziava ad uscire, usciva tutto assieme. «Non devo sopportarti solo a scuola, ma anche durante le vacanze! A casa mia! Come se non bastassero gli altri problemi! Come se non bastassero Petunia, la sorella che mi odio e...» Stava per dire Severus, ma per fortuna si trattenne. Era quasi arrivata a casa e non era riuscita a resistere. Era scoppiata, accidenti. Sempre colpa di Potter.
«Lily...» Iniziò lui, posandole una mano su una spalla. Per un solo istante Lily credette di vedere un lampo di serietà nei suoi occhi scuri. Ma finì presto.
Dall'ombra delle casette a schiera emerse una figura. Una sagoma scura, sia di vestiti che di capelli. Alta e allampanata. La pelle pallida.
«Lily!» Esclamò Severus.
- Oh no! - Pensò Lily. - Non anche lui! Ti prego no! -
Ma era troppo tardi. James si girò con uno scatto repentino verso il ragazzo, la mano ancora poggiata sulla spalla della ragazza. Severus mosse qualche passo verso di lei, prima di realizzare.
«Tu?!» Esclamò con ribrezzo, arrestando la sua avanzata.
James strinse gli occhi in un espressione minacciosa, ma non disse nulla.
Lo sguardo di Piton si spostò ora su Lily. «Non credevo che lo vedessi anche fuori da scuola.» Asserì con un tono di voce palesemente schifato.
«Potrei dire la stessa cosa, mocciosus
Lily sentì gli occhi bruciare, ma li ignorò. «Io non vedo proprio nessuno, okay?» Esclamò irritata. «L'ho incontrato per caso.»
«E hai ben pensato di portartelo a casa, come un cagnolino smarrito?» Disse il ragazzo con ribrezzo, guardando la mano di James posata sulla spalla di Lily.
«Fossi in te, non mi rivolgerei a lei in questo modo.» Il tono di James era minaccioso.
«Altrimenti che mi fai, eh, Potter? Non siamo ad Hogwarts. Non puoi usare i tuoi stupidi incantesimi qui.»
«Da quando sei così coraggioso mocciosus? Non mi sembrava che avessi tutta questa grinta quando ti ribaltavo piedi all'aria nei cortili, vero?» Disse James con scherno. Lasciò la spalla di Lily e portò la mano alla tasca posteriore dei jeans, dova era nascosta, credeva Lily, la bacchetta.
«No!» Esclamò lei, fermandolo d'istinto.
«Se usi la magia verrai espulso, Potter.» Disse Severus con un sorrisetto sardonico sulle labbra pallide e screpolate. Lily sapeva che lui lo stava solo provocando.
«Non c'è problema.» Disse James facendo spallucce e portando le mani davanti al viso, chiuse a pugno. «Se credi di essere più forte di me senza bacchetta, sei solo un illuso.»
Lily decise che non potevano andare avanti così. Si mise in mezzo ai due e semplicemente... urlò.
«Adesso basta! BASTA!»
I due ragazzi spostarono l'attenzione su di lei. «Smettetela, voi due. Ma non vi vedete? Siete dei bambini. No, siete peggio. Molto peggio. Immaturi.»
La ragazza fece passare il suo sguardo di fuoco dall'uno all'altro, decisamente stanca di quella situazione.
«Faresti meglio a tornare a casa.» Affermò rivolgendosi a Severus, con uno sguardo che non ammetteva repliche. Il ragazzo rilassò i muscoli, come se fosse già stato pronto a fare a botte. «Non credevo che prendessi le difese di Potter.»
«Io non prendo le difese di nessuno! Sono solo stufa di voi due! Mi hai sentita o no? A casa!» Severus lanciò un altro sguardo di fuoco al rivale, prima di guardare di nuovo Lily. «Ero solo venuto per parlarti, tutto qui.» Detto questo si girò e si diresse verso la strada di casa, giù, a Spinner’s End.
Lily ora fissò James, che se ne stava tranquillamente con le mani in tasca, come se nulla fosse successo. Il suo sguardo però, ancora minaccioso, seguiva Piton.
«E tu torna... Va ovunque tu voglia andare, basta che sparisci dalla mia vista.»
La ragazza gli voltò le spalle, tenendo lo sguardo fisso su casa sua.
«Lily...» la chiamò James, ma lei non lo ascoltò nemmeno.
Se solo si fosse girata in quell'istante avrebbe visto l'espressione ferita di James Potter. E non ferita per il suo ennesimo rifiuto. Ma perché l'aveva delusa ancora una volta.


~


Lily corse in camera sua, cercando di non farsi sentire da sua madre che spadellava in cucina, preparando la cena. Si buttò a peso morto sul letto, facendo scivolare la tracolla a terra.
- Perché tutte a me? - Pensò con malinconia. Almeno a Hogwarts aveva qualcuno con cui parlare. Aveva delle amiche. A Londra invece, aveva solo conoscenti.
Il pensiero di Petunia ora era passato decisamente in secondo piano. Pareva nulla una sorella che la ignorava in confronto a quello che aveva visto qualche istante prima.
Severus e Potter stavano per fare a botte. A botte! Per cosa, poi. Si chiese Lily. - Per me? Non ho mai chiesto una cosa simile. - La rossa chiuse gli occhi e sospirò, tentando di calmarsi. Lily Evans era sempre stata un ragazza smisuratamente dolce e comprensiva, gentile con tutti, piena di amici. Ma dopo il quinto anno il suo lato più nervoso e arrabbiato aveva iniziato ad emergere, anche se lei lo aveva celato con attenzione per tutto l’anno scolastico. Ora invece sentiva di poter esplodere, con Potter e Severus. E con Petunia, anche.
Perché Severus non voleva capire che era finita tra di loro? Non l'avrebbe perdonato. Aveva bisogno di tempo e lui aveva bisogno di cambiare. Non sarebbe rimasta amica di un delinquente. Mai.
Le cose che faceva lui assieme ai suoi mangiamorte erano molto peggio della bravate di Malandrini. Le loro erano imperdonabili.
-Bene.- Pensò la ragazza, sospirando al pensiero dell'estate che l'aspettava. James e i Malandrini da una parte. Severus e le sue arti oscure dall'altra. Ed entrambi alla ricerca delle sue attenzioni.
Rivali come non mai.
In quel momento Lily sentì freddo. Riusciva a pensare solo ad un pezzo di ghiaccio in mezzo a due fuochi. Lei era il ghiaccio, James e Severus erano il fuoco.
La domanda era: quale fuoco l'avrebbe sciolta? E quale fuoco si sarebbe estinto, facendosi da parte?
- Che idiozie vado a pensare! - Pensò Lily, rimproverandosi, prima di addormentarsi, cadendo in un sonno agitato.


~



SPAZIO AUTORE

Salve a tutti! Okay, sono abbastanza emozionata... finalmente riesco a pubblicare una storia su Harry Potter! E’ da moltissimo che provo a scrivere su questa saga ma... non sono mai stata pienamente soddisfatta dei risultati! (a dire la verità non lo sono ancora... però ho deciso di buttarmi!)
Sarà perché la saga della Rowling è talmente magnifica che qualsiasi cosa io scriva non è mai all’altezza! xD Ma sto divagando, quindi, torniamo a noi...
Ho scritto questa storia perché ho riscoperto ed iniziato ad amare i personaggi di Lily e James. 

O forse è meglio dire che li ho visti sotto un altro punto di vista e non più solo come i genitori di Harry!
E ora... li adoro! Adoro loro e i Malandrini e... tutta la old generation! Così ho deciso di scrivere qualcosa su di loro e... tra le mille idee che mi sono venute... ho tirato fuori questa!
Bè, la situazione è abbastanza chiara: la piccola, dolce Lily Evans non ce la fa più! Ha i nervi a fior di pelle, e la presenza di Severus, Petunia e, last but not least, James Potter, non semplifica le cose!!!
Quindi... bè, vedremo che succederà e cosa farà Lily a riguardo.
Spero che chi arrivi fin quaggiù... lasci anche una recensione per farmi sapere se è piaciuta la storia... oppure no! :)
Grazie mille e... a presto!

- C




   
 
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