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Autore: Useless Master    22/07/2011    1 recensioni
"I lampioni illuminavano le strade principali, brulicanti di vita. Una ragazzina, una bambina, camminava con i genitori, mano nella mano.
Capelli rossi come raggi del sole al tramonto, occhi celesti e profondi come il mare. La pelle pallida ma le guance rosee. Vestiva di bianco, il colore della neve, immacolata e splendida come poco prima di essere calpestata. Una leggera brezza le scompigliava i ricci e lei sorrideva, sì, sorrideva, insieme a mamma e papà, mentre tornavano da una festa."
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA FIABA E' UN INCUBO

Una vita che cambia



Posai la borsa sopra al banco e mi sedetti con pochissima grazia sulla sedia. Posai la fronte al tavolo e sbuffai. Un'altra noiosissima giornata di scuola. Ero annoiata e ormai mancava poco all'inizio delle lezioni. Affianco a me si sedette Chase, il mio compagno di banco. Anche lui non aveva una bella cera.

-Ciao Chase, dormito poco?- lui si voltò meccanico verso di me.

-No!- esclamò con malcelato sarcasmo.

-Oh, anche tu hai studiato?-

-Già!- tirò fuori i libri dallo zaino e li sbatté così forte sul banco che tutta la classe si girò a guardarlo. Ah, che stupida. Il mio nome è Gillian Bell e sono, in un certo senso, la protagonista di questa vicenda. Ma che dico 'in un certo senso', io SONO la protagonista di questa vicenda. Ho quasi diciotto anni e questo è l'ultimo che passerò in questa dannata topaia di scuola. Alzai le mani e con un gesto veloce, strinsi l'elastico che mi teneva i capelli legati.

-Ok, basta che stai calmo. Non vedo cosa ci sia di male nello studiare.- borbottai tirando fuori i libri a mia volta.

-Che c'è di male? E' noioso!-

-Anche tu sei noioso, ma non sei mica un male!- esclamai cercando di farlo sorridere, riuscendoci alla grande!!! Non appena finimmo di tirare fuori il materiale, la professoressa entrò in classe e capimmo subito che non aveva una buona giornata. Era molto pallida e aveva una fascia che le copriva il collo. Sopra la fascia portava un foulard, forse voleva coprire la fascia. Era sempre stata una bellissima donna, ma quel giorno qualcosa in lei era STUPENDO. Si tolse gli occhiali da sole.

-Oh, ma la Adams si è messa le lenti a contatto?- domandò Chase chiamandomi con il gomito.

-Perchè dici?-

-Non aveva gli occhi castani?-

-Ah...- guardandola più attentamente, riuscii a scorgere le sue iridi, grigie e poco visibili, tanto erano chiare- Non lo so... non mi pare. Non è che sta diventando cieca come una talpa?-

-Ne dubito...- sibilò lui incrociando le braccia seccato per la mia ignoranza. La pelle della mia prof era di un colore chiarissimo. Era sempre stata abbronzata, amava farsi le lampade.

-Anche la pelle... si sarà fatta il bagno nella candeggina!!!- risi. Chase si mise una mano davanti alla bocca per nascondere il fatto che stava ridendo anche lui.

-Bell e Rogers, finite di fare i cretini.- sibilò lei, fulminandoci con quello sguardo innaturale- Aprite quei dannati libri, prima che vi ammazzi tutti.- io e Chase ci guardammo a bocca aperta. Sì ok, devo spiegare. Amanda Adams era la mia insegnante di filosofia. Era sempre stata la donna più timida che avessi mai conosciuto. Era molto credente e quelle parole erano uscite dalle sue labbra come una bestemmia. Mi vennero i brividi al solo pensiero che una donna come quella avrebbe potuto ucciderci tutti. Ovviamente, da una così, nessuno si sarebbe mai aspettato un linguaggio simile. Raccapricciante.

Per tutta la lezione stette in silenzio a braccia conserte e occhi chiusi. Sembrava che nemmeno respirasse. Suonò la campanella e sussultammo, non aspettandoci quel trillo fastidioso.

-Sparite.- disse senza muoversi di una virgola. Io mi avvicinai alla cattedra, non appena tutti furono usciti.

-Prof?- cercai di attirare la sua attenzione.

-Che diavolo vuoi?- alzai un sopracciglio.

-E' al corrente del fatto che oggi non abbiamo fatto nulla?-

-Che mi importa?-

-Importa a noi.-

-A me no di certo e ora, levati dai piedi.- ringhiò sporgendosi verso di me, alzando il labbro superiore come fanno i cani quando vogliono spaventarti. Io indietreggiai di qualche passo e senza staccarle gli occhi di dosso, uscii, inseguendo Chase. Mi ci lanciai contro, facendolo quasi cadere a terra.

-Gill, che cazzo...?-

-E' pazza... è impazzita, non c'è altra spiegazione.-

-Perchè?-

-Mi ha ringhiato contro!!!-

-Ringhiato?-

-Hai presente come fanno i cani?- avevo la pelle d'oca- Ecco, così... raccapricciante!!! Davvero!!!-

-Sbavava?-

-Non esagerare, per favore. Non sto scherzando.-

-Avrà le sue cose.- concluse lui facendo spallucce.-

Il resto della giornata passò in modo piuttosto tranquillo. Finii le lezioni e me ne tornai a casa, sfinita come tutte le volte, ma soprattutto, ancora stranita dal comportamento dell'Adams. Girai la chiave nella toppa e aprii la porta con un calcio.

-SONO A CASA!!!- urlai lanciando la borsa sul pavimento e buttandomi di faccia sul divano.

-Se mi sporchi il divano ti strappo i capelli...- sibilò il mio fratello maggiore entrando. Era strano. Da quando i miei genitori sono morti in quel maledetto incidente, avvenuto solo quattro anni prima, io vivo sola con i miei due fratelli, Allen e Troy. Sono stati loro a venirmi a prendere in ospedale. Avevo perso la memoria, infatti non ho nessun ricordo della mia infanzia. Posso quindi dire che la mia vita è cominciata quattro anni fa, quando mi hanno portata via dall'ospedale.

-Allen, per favore. Sono stanca. Quando si mangia?- sbuffai con la bocca sul cuscino.

-Io e Troy abbiamo già mangiato. Per te ho fatto una pasta. Sai che so cucinare malissimo.- sorrise poi arruffandomi i capelli.

-Sì, lo so...- borbottai. Mio fratello Allen era quello più “dolce”? No, dolce non era la parola esatta, piuttosto, “comprensivo”. Troy, sempre più grande di me ma più giovane di Allen, era decisamente più irascibile e io facevo davvero fatica a rapportarmici. A volte mi ero fermata davanti allo specchio, chiedendomi perchè, tutti e tre, fossimo così tanto diversi, partendo, per esempio, dal colore dei capelli: i miei erano rossi, quelli di Allen erano nerissimi e invece Troy aveva un'invidiabile testa di boccoli biondi. Non ricordo i miei genitori ma, guardando le foto, i miei fratelli non potevano certo essere figli di mio padre. Per non parlare delle abitudini. Loro eran dei festaioli. Vivevano praticamente solo di notte ed era un miracolo se Allen riusciva a prepararmi da mangiare quando tornavo a casa da scuola, infatti, subito dopo, andava a dormire e chi lo rivedeva più? L'anno prima ero anche entrata in camera loro, mentre dormivano. Era tutto buio, non vedevo un gran che, sapevo solo che erano lì dentro.

-Non mi reggo in piedi... vado a dormire.- mi disse incamminandosi verso la camera.

-Al!-

-Dimmi.-

-Oggi ho avuto una strana sensazione.- lui si voltò verso di me e aggrottò le sopracciglia.

-Racconta.- si posò contro lo stipite della porta a braccia incrociate e rimase ad ascoltarmi mentre gli raccontavo della mia professoressa di filosofia e di come mi aveva ringhiato contro- Da come me la descrivi... sembra che tu stia parlando di un vampiro, Gill.-

-Lo so. Ma era davvero strana. Aveva una fasciatura sul collo...-

-Si sarà tagliata facendosi la barba!- scherzò lui prima che gli tirassi in faccia il cuscino che, chissà perchè, non lo colpiva mai. Lo prendevo spesso a cuscinate e non ero mai riuscita a colpirlo neanche una volta. Con Troy non ci provavo nemmeno, mi avrebbe picchiata a sangue, eppure sembrava un angelo.

-Stupido!!! Dov'è Troy?-

-Dorme.-

-Quand'è che usciremo insieme? Qualche pomeriggio mi farebbe piacere se mi accompagnaste al centro commerciale.- sussurrai mortificata.

-Ascolta. Io e Troy, nel tardo pomeriggio, andiamo a fare il tatuaggio che ti avevo detto, poi verremo con te ovunque vorrai andare.-

-Ovunque?-

-Ovunque.- fece lui facendomi l'occhiolino. Io sorrisi, mostrando tutti i denti che avevo nella bocca. Lui rispose al mio sorriso e si incamminò, entrando in camera e chiudendo la porta. Mi alzai a fatica ed entrai in cucina. Sulla tavola, apparecchiata solo per me, c'era un biglietto. Lo presi e lo girai, lo aprii ed alzai un sopracciglio.

“Vaffanculo scema. Troy”

Per forza mi scriveva i biglietti. Ogni volta che tornavo lui dormiva per cui ci vedevamo raramente, solo dopo cena quando loro si preparavano per uscire. Erano così belli che mi sentivo un sacco della spazzatura in confronto. Quello che però mi piaceva era che, anche se ci vedevamo per pochissimo tempo al giorno, ero riuscita a legare con entrambi, chi più chi meno, e gli volevo bene. Come poteva essere diversamente?



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Si sedette sul letto, appoggiando la schiena alla testiera del letto. Incrociò le braccia e chiuse gli occhi.

-So che non dormi.- sussurrò il moro, nel buio.

-Ho fame.-

-Sono le due del pomeriggio. Te la tieni, la fame.-

-Perchè? Me lo spieghi?-

-Cosa?-

-Sono due anni... ripeto, due anni... che mi costringi a vivere in questa casa.-

-Io non ti costringo. Ti ho sempre detto che se vuoi te ne puoi anche andare.- l'altro sbuffò, nell'oscurità, scoprendosi.

-Ha quasi diciotto anni.-

-Quindi?-

-Io non riesco più a viverci insieme, ok?- il suo tono era basso e secco.

-E allora vattene.-

-Ma le voglio bene.-

-Hai paura?-

-Io? Non dire stronzate.-

-Ti fa gola?-

-Anche nelle sue vene c'è sangue.- sibilò il biondo mettendosi seduto.

-Ne sono consapevole.-

-Come fai a rimanere così calmo?-

-L'abitudine Troy, mai sentita questa parola? Eppure sei così... 'vecchio'...-

-Sarò anche vecchio... ma l'abitudine di mangiare ancora non l'ho persa. Prima di prendere in custodia questa ragazzina, facevamo quello che fanno tutti i vampiri. Ora viviamo segregati e mangiamo così di rado che mi sento la testa esplodere.-

-Devi solo abituarti. Quattro anni non ti sono bastati?-

-No, non mi sono bastati.-

-Beh... lo sai che sei il miglior compagno di viaggio che abbia mai avuto, Troy, ma toccala e ti strappo i canini con le mani.- sibilò Allen minaccioso scattando in avanti ed afferrandolo alla gola. Il biondo spalancò la bocca, mostrando le zanne- Metti via questa roba, non mi fai paura.-

-Mollami.- disse secco Troy colpendo la mano del moro, facendosi lasciare la mandibola.

-Che non capiti più una discussione del genere, ok?-

-Prima o poi cederai... e la trasformerai.-

-No! Se davvero facessi una cosa del genere poi dovremmo andarcene e non mi va!- rispose secco Allen scattando in piedi.

-Sai chi mi ricordi?-

-So che stai per dire la stronzata.-

-hai presente Twilight? Il surrogato di vampiro? Lui.-

-Così mi insulti.-

-Ti insulti da solo.-

-Ok. Vai.-

-Cosa?- domandò perplesso Troy passandosi la lingua su un canino.

-Mordila. Mangia.-

-Eh?-

-Vuoi mangiare? Fallo.-




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Ero seduta sul divano e leggevo, sperando che Allen non uscisse e mi beccasse in flagrante con i piedi sopra al divano. Sfogliavo le pagine del libro saltando le righe che ritenevo più noiose.

-Gillian.- sussultai, scattando in piedi. Di fronte a me c'era Troy- Se fossi stato Allen tu saresti morta.- disse atono, guardandomi con quei suoi occhi impenetrabili.

-Oh... non dirglielo, ti prego.- lui si avvicinò a me.

-Non glielo dirò, tranquilla.- il suo sguardo non prometteva nulla di buono. Era strano. Non avevo mai visto così tanta inespressività in un essere umano. Ormai era a pochi centimetri da me e sorrise- Tu, in compenso, farai un favore a me...-

-Troy? Sei inquietante...- sussurrai allontanandomi di un paio di passi.

-Hai paura di me, Gill?-

-N-no...- balbettai, mentendo.

-Invece sì. Il tuo sangue bolle.-

-Come?- si passò la lingua sui denti per poi sorridermi. I suoi canini si erano allungati in modo inumano. Indietreggiai ancora fino a sbattere alla parete- Allen...- chiamai piano. Lui mi afferrò per un braccio- ALLEN!!!- urlai non appena vidi Troy addosso a me- ALLEN!!!- un fortissimo dolore al collo mi fece gridare. Pian piano sentivo le forze che se ne andavano. Le mie gambe si facevano deboli. Troy mi stringeva così forte da togliermi il respiro. Mi mollò e caddi di colpo a terra. L'ultima cosa che vidi prima di svenire era il viso di mio fratello e, dalle sue labbra, gocciolava il mio sangue.



AVANTI CON LA STORIA...




*-.-* *-.-* *-.-* *-.-*



***IL PICCOLO ANTRO DI USELESS MASTER***

Primo capitolo fatto. Speriamo che piaccia. Mi farebbe piacere se lasciaste un commentino per sapere che ne pensate B3 ^_^

Ringrazio BeliveInAngels che è stata la mia prima commentatrice :D Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!

NdAutrice
  
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