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Autore: saramichy    22/07/2011    12 recensioni
Bella ha sedici anni è la sorellina minore di Jasper che ne ha diciotto e si occupa di lei perché i loro genitori sono morti. All'improvviso una scommessa di Jasper metterà fine alla monotonia della loro vita e proietterà la piccola Bella nel mondo dei ricconi, dove incontrerà Alice ed Edward Cullen. Cosa potrebbe accadere se i due mondi così distanti tra loro collidessero? Tutti umani!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Avevo già scritto il primo capitolo e quindi eccolo qui. Buona lettura!



una scommessa che cambia la vita



PRIMO CAPITOLO: SCOMMESSA



POV BELLA



Erano passati esattamente tre mesi dal giorno della spedizione della lettera e stavo iniziando a preoccuparmi di non poter essere ammessa al St’Andrews, d’altronde avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere, era una scuola per ricconi e prendere in considerazione la mia domanda significava ammettere una ragazza con pochi mezzi economici. Ci avevo quasi messo una pietra sopra quando una lettera attirò la mia attenzione tra la posta, aveva decisamente l’aria della risposta che aspettavo. Aprii la lettera con le mani che mi tremavano, avevo paura di ricevere un rifiuto ma appena scorsi le prime righe feci un salto per la gioia.

Signorina Swan, siamo lieti di informarla che la sua domanda di iscrizione alla nostra scuola è stata accettata e che saremmo immensamente lieti di poterla avere tra i nostri studenti già dal prossimo settembre. Per quanto riguarda la borsa di studio, è ovvio che dati i suoi meriti scolastici questa le spetti di diritto e che la quota comprenderà le spese per i libri dei suoi corsi e il pagamento della nostra scuola. Si ricordi che la puntualità nel nostro istituto è molto gradita e quindi la preghiamo di presentarsi con la presente lettera il giorno 30 agosto prossimo venturo nella nostra segreteria per poter completare la sua iscrizione. Cordiali saluti, Professor Aro Volturi.

Finii di leggere la lettera e scrissi sul calendario l’appuntamento per il 30 di agosto, poi corsi fuori di casa diretta all’officina di Jazz, dovevo assolutamente dirgli che almeno uno dei nostri piani era andato a buon fine. Arrivai in un lampo all’officina e mi diressi verso Jasper gridando.

«Mi hanno presa Jazz, ce l’abbiamo fatta. Da settembre potrò frequentare i corsi della St’Andrews.» Mio fratello si girò e mi sorrise felice per me e poi mi strinse in un abbraccio.

«Sono così orgoglioso di te, sapevo che ce l’avresti fatta. Tu sei la migliore e anche mamma e papà sarebbero stati orgogliosi di te, eri la loro stella.» Ero così contenta, sapere che lui era orgoglioso di me mi riempiva il cuore e sapevo che le sue parole avevano un fondo di verità. Per mamma ma soprattutto per papà io ero una stella, qualsiasi cosa facessi loro erano al mio fianco, li sentivo che mi guardavano da lassù e sapevo che erano fieri di me, sapevo che mi erano stati vicino anche se non c’erano fisicamente. Dopo essermi sciolta dall’abbraccio di Jasper corsi ad abbracciare e baciare il mio Jake, anche lui sorrideva soddisfatto di me e dei miei successi, per mia fortuna non era minimamente geloso di tutto quello che ottenevo.

«Bells, complimenti dico sul serio, ma promettimi che starai alla lontana dai ragazzi estremamente ricchi e viziati che circolano là dentro, potrebbero anche finire per conquistarti oppure per traviarti.» Mi disse questo con uno strano sguardo negli occhi, sapevo cosa voleva dire quello sguardo: non ti azzardare a mollarmi per un figlio di papà, altrimenti ti ritroverai senza ragazzo e senza miglior amico. Mi misi a ridere, in fondo una cosa del genere non sarebbe mai successa, io amavo lui ed anche se tutti i ragazzi della Sant’Andrews mi fossero venuti dietro li avrei respinti uno ad uno, ma ancora non sapevo quanto mi sbagliavo.

«Non ti preoccupare Jake, non sono più una bambina piccola so badare a me stessa. Allora stasera bisogna festeggiare, dove mi portate di bello?» Ero felice, mi meritavo una serata con i due ragazzi della mia vita, ma appena li guardai in viso capii che c’era qualcosa che ancora ignoravo.

«Vedi Bella noi…» Guardai mio fratello nera in viso perché mi sembrava di aver capito già che cosa c’era che non andava, stavano lavorando su una moto prima che io li travolgessi con la mia notizia e quindi poteva solo significare una cosa: una corsa di moto clandestina.

«Jasper non avrai intenzione di fare un’altra corsa clandestina? Ti scongiuro non ne posso più di preoccuparmi che tu ti possa fare del male, se ci fosse ancora papà le sentiresti, in fondo lui era un poliziotto e sai che cosa ci ha sempre detto delle gare clandestine.» Accidenti come poteva essere venuto fuori uno scavezzacollo così da un padre poliziotto ed una madre maestra di asilo, non riuscivo ancora a spiegarmelo.

«Bella ti prego non ti arrabbiare, lo sai che mi fai stare male altrimenti. Ti prometto che farò il bravo e cercherò di non rompermi nessun osso del collo, d’accordo? Anzi che ne dici di venire a vedere la corsa, così poi dopo possiamo andare a mangiare una pizza, solo noi tre.» Chissà perché non riuscivo mai a dirgli di no, ero preoccupata ma stare a vedere la corsa mi avrebbe un pochino fatta tranquillizzare, non sapevo che da quella sera la mia vita avrebbe preso una piega completamente diversa.«Va bene, vengo a vedere la corsa ma la pizza la paghi tu per farti perdonare.» Mio fratello sorrise vittorioso ed io gli lasciai un bacio sulla guancia ed andai a casa a prepararmi. Dopo essermi vestita con una minigonna nera ed un top con sopra una giacca mi diressi verso l’officina, ad attendermi c’era Jake che mi baciò e mi tranquillizzò.

«Non ti preoccupare Jasper è un tipo apposto, starà attento e vedrai che questa volta vincerà lui. Gliela farà vedere a quel maledetto Cullen.» Aveva detto Cullen, Edward Cullen, avrei dovuto immaginarlo che se mio fratello correva c’era di mezzo quel cretino. Quello era decisamente il tipo di ragazzo di cui parlava prima Jake, ricco, snob, viziato e che crede che tutto in questo mondo gli sia dovuto. Il tipo più odioso di uomo che esista al mondo.

«Dovevo immaginarmelo che era colpa di Cullen se mio fratello stasera corre. Voi due dovete mettervi in testa che quell’idiota finirà per fare ammazzare qualcuno di voi e che le corse non sono la soluzione per fargli pagare un bel niente.» Già e poi come sempre quello avrebbe anche potuto vincere ed allora si che ci saremmo trovati nei casini, visto che non navigavamo nell’oro e che quel tipo scommetteva solo soldi. Arrivammo al luogo dove si tenevano le corse e come al solito era pieno di ricchi figli di papà che scommettevano sulla vittoria di Cullen, certo lui era il loro mito. C’erano anche quelle oche figlie di papà che gli andavano tutte dietro e che avrebbero venduto un arto per poter fare sesso con lui, che squallore! Non appena arrivati la corsa ebbe inizio, pregavo che mio fratello non avesse scommesso troppi soldi perché se avesse perso ci saremmo giocati l’affitto di casa. Santo cielo eccoli che stavano quasi per finire la corsa, stavano per tagliare il traguardo e accidenti Jasper aveva appena perso! Mi avvicinai a lui per cercare di consolarlo ma quello che sentii mi gelò il sangue nelle vene.

«Swan hai perso, ora tua sorella verrà gentilmente con me per una settimana a fare le pulizie a casa, anzi si trasferisce direttamente stasera perché i miei casualmente questa settimana sono in Italia.» Che cosa? Guardavo Jasper con occhi spalancati e lui mi fissava spaventato dalla mia reazione, che naturalmente non tardò ad arrivare.

«Che razza di scommessa hai fatto questa volta Jazz? E che cazzo c’entro io?» Mio fratello mi guardava cercando di trovare le parole giuste ma fu Cullen a rispondermi.

«Non mi hai sentito ragazzina, tuo fratello dato che non aveva soldi mi ha promesso che se avessi vinto tu avresti fatto le pulizie in casa mia per una settimana gratis e visto che voi abitate dall’altra parte della città credo che dovremmo ospitarti a casa nostra.» Questo era pazzo, una cosa del genere era fuori discussione, guardai mio fratello negli occhi ma lui li abbassò e il mio istinto omicida in quel momento stava quasi per aver la meglio ma Cullen mi afferrò per i polsi e mi trascinò via con lui. Mio fratello mi avrebbe sentita al mio ritorno, glielo avrei fatto vedere io che fine faceva la sua stramaledetta moto, l‘avrei bruciata una volta tornata a casa.
  
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