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Autore: Scaramouche    22/07/2011    0 recensioni
Quando fai un viaggio così pericoloso da rischiare la vita ti rendi conto di quanto valga la pena vivere, anche se ti capitano le peggiori disgrazie, anche se è troppo dofficile andare avanti sai che quando tornerai a casa sposerai la tua ragazza, darai tutti i tuoi soldi in beneficenza e farai un party solo per te e per la suocera.
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sbadigliai cercando di portarmi una mano alla bocca il più velocemente possibile. Guardai l’orologio e sbuffai, rialzai lo sguardo sull’orologio ma la lancetta aveva camminato solo per due, al massimo tre, secondi, sbuffai ancora.

Incrociai le braccia sulla scrivania e ci poggiai sopra la testa ciondolante.

La più totale noia mai esistita sulla terra. Assenza completa di cose da fare o di idee che mi portassero a tenere la mente occupata quel poco per non pensare a…Mi ero imposto di non nominarlo nemmeno nei pensieri, ma avevo pulito casa, avevo finito il lavoro per l’intera settimana e avevo guardato tutti i DVD dello scaffale. Alla fine mi venne difficile non fermarmi ad analizzare la mia vita, come se fosse cambiata dopo un colpo di straccio al pavimento o una battuta brillante di una commedia.

Era come se fossi rimbalzato in un limbo di non emozioni, non ero neanche più arrabbiato o triste, avevo solo voglia che finisse. Cosa non lo sapevo, ma percepivo che c’era qualcosa che doveva concludersi, qualcosa che doveva ancora succedere per permettermi di andare avanti.

Ricordai che dei miei colleghi spesso passavano la serata in una discoteca non tanto distante da casa e che mi dicevano di uscire a farmi una bevuta per conoscere altre persone così decisi che un’innocua discoteca non poteva certo che tenermi la mente occupata.

Mi vestii discretamente bene e guidai fino al locale gremito di gente. Mi feci largo a fatica tra i presenti e arrivai al bancone per ordinare da bere.

In quel momento mi si affiancò l’uomo che proprio non potevo sopportare nemmeno di immaginare.

-Ciao Robert- mi salutò, con un finto tono cordiale.

-Vattene Bradley-

-Cosa c’è? Adesso uno non può più salutare un vecchio amico?-

-Fottiti, io non sono tuo amico- cercavo di mantenere un tono calmo e freddo, ma lui sapeva fare incazzare anche un santo.

-Non parlarmi così, Bambi- feci finta di non aver sentito quella pessima allusione alle corna –Sei patetico se ce l’hai ancora con me e Todd-

-Senti, non ce l’ho con Todd, ce l’ho con te-

-Perché con me scusa? Non sono io quello che ti ha abbandonato- ridacchiò portandosi alle labbra il suo bicchiere e giurai che se fosse andato avanti avrei perso tutta la mia scarsa pazienza.

Spostai lo sguardo da lui alla folla e mi allarmai non appena vidi quel  Jude che si aggirava tra le persone con aria truce.

-Parli del diavolo…- esordì Bradley accogliendo tra le braccia Todd, che gli si fiondò addosso.

-Ehi- salutò quello sorridendo, ma quando posò lo sguardo su di me il sorriso gli morì sulle labbra.

-Robert, strano vederti qui- disse, evidentemente in imbarazzo.

-Vero? Speravi che non me ne uscissi più di casa dopo che te ne saresti andato via-

-Non intendevo questo, anzi, mi fa piacere che tu esca qualche volta-

Bradley sussurrò qualcosa all’orecchio di Todd e poi se ne andò disinvolto come sempre.

Appena Cooper si fu allontanato abbastanza Todd mi venne più vicino.

- Non era destinata a durare, Robert, e lo sai- cominciò, usando un tono carico di pena nei miei confronti che francamente odiai con tutto me stesso.

- Sei tu che l’hai fatta finire, per me saremmo potuti andare avanti tutta la vita-

-Non con il tuo comportamento. E smettila ti prego con la favola dell’amore che può durare in eterno, non esiste, fattene una ragione, va avanti-

- Per tua informazioni io sto andando avanti, ho buttato tutte le nostre foto-

-E perché l’avresti fatto scusa?- sembrò accigliarsi.

-Io e te abbiamo chiuso ricordi? Parole tue…-

-Sì d’accordo ma non capisco perché tu abbia voluto buttare tutte le belle fot-…-

-Perché devo dimenticarti! Non posso dimenticarti se ti vedo ogni volta che mi siedo alla scrivania!- quasi urlai, interrompendolo.

Rimase un attimo zitto, forse spiazzato dalla mia reazione, ma poi riprese, avvicinandosi ancora.

-Mi dispiace averti ferito, lo sai, ti voglio molto bene-

-Non è questo che dicevi- sussurrai acido scostandomi dal bancone e dirigendomi fuori per prendere un po’ d’aria.

Non mi accorsi che Todd mi seguiva fino a che non mi afferrò un polso costringendomi a fermarmi.

-Mi stai dando del bugiardo?- alzò la voce una volta fuori sulla strada.

-Mi sembra il minimo- risposi, dandogli le spalle.

-Non hai il diritto di parlarmi così, ci siamo lasciati!- urlò.

-Ci siamo lasciati perché mi tradivi!-

-Non è vero, sai benissimo perché io ti ho lasciato- calcò quel “ti” con odio.

-Sei uno stronzo Todd- abbassai lo sguardo stringendo i pugni con al rabbia che mi ribolliva nelle vene.

-Mi dispiace- cercò di circondarmi con un abbraccio ma lo spinsi via bruscamente in preda alla collera.

-Non sfiorarmi-

-Ti prego, chiudiamo la questione, perdonami- Non ci vidi più. Gli saltai addosso con l’intento di picchiarlo fino a farlo svenire ma non feci in tempo a sferrare il secondo pugno che qualcuno mi afferrò per le spalle e mi circondò con le braccia per impedirmi di muovermi.

In principio credevo fosse Bradley, così iniziai a dibattermi ma lui era forte e riusciva a dominarmi.

-Lasciami cazzo! Lasciami!- gridavo.

-Calmati e ti mollo- invece rimasi sorpreso dal non riconoscere quella voce. Smisi di muovermi e lui sciolse la stretta, mi liberai dalle sue braccia e mi voltai verso di lui, confuso e spaventato, decifrandolo con una nota di stupore: era il ragazzo della metro, e del bar, e della strada e…Era Jude.

-Ti offro da bere?- mi chiese, ma ero troppo scombussolato per rispondere.

In quell’istante arrivò anche Bradley che si precipitò a soccorrere Todd, ancora a terra.

-Che cazzo gli hai fatto?!- strillò preoccupato.

-Vieni, andiamo via- Jude mi prese un polso e mi trascinò lontano, di nuovo dentro al locale.   

Lo riconobbi solo dagli occhi perché sul viso gli era cresciuto un sottile strato di barba che lo rendeva, almeno per me, poco riconoscibile.

-Hai un destro micidiale- constatò appena si sedette al bancone invitandomi ad accomodarmi vicino a lui.

-Grazie, seguivo un corso di arti marziali ma ho dovuto lasciarlo per il lavoro- deglutii.

-Mai farti arrabbiare quindi, devo ricordarmelo- sorrise, un po’ impacciato.

Rimasi in silenzio, serio, a guardarlo, cercando di prepararmi a qualsiasi eventualità. Ed ero troppo arrabbiato, agitato, confuso per rendermi conto di chi avevo davanti, o meglio, di chi non sapevo avere davanti.

 

 

Le camere dell’albergo erano spaziose e ben illuminate e quasi mi rattristai vedendole, e sapendo che nei giorni successivi avrei dormito in una tenda gelida.

La camera doveva essere divisa con qualcuno perché sarebbe stato appunto uno spreco prenotare tante camere per così pochi giorni, e io ovviamente alloggiai con Robert. Non potevo dire di essere veramente un suo amico, ci conoscevamo relativamente da poco, ma dopo quello che era successo non mi andava di lasciarlo da solo, soprattutto perché sapevo che odiava la solitudine.

-Domani, nel primo pomeriggio, partiamo per il campo base, dovremmo arrivare e riuscire a sistemarci entro sera- dissi, trafficando con la cerniera della valigia.

-Meraviglioso- rispose Robert sorridendo.

Lo vidi stendersi sul letto e mettersi a guardare una fotografia che aveva preso dalla tasca dei pantaloni.

-Chissà come sta- disse.

-Chi?- chiesi, non vedendo il volto nella foto, ma immaginandolo fin troppo bene.

-Jude-  continuò con lo stesso tono tranquillo.

-Avevi detto che non ci avresti pensato, almeno per la prima settimana- lo rimproverai, sedendomi accanto a lui. Si girò a guardarmi riponendo la foto.

-E Natalie?-

-Lei sta sicuramente bene, soprattutto quando è con il suo caro amico-risposi acido e Robert mi posò una mano sul ginocchio.

-Smettila, lei non ti tradisce- disse convinto.

-Scusa ma tu non sei proprio nella posizione di dirmi se la mia ragazza mi tradisce oppure no- lui mi guardò con tutto l’odio che un uomo potesse trasmettere con lo sguardo e io mi maledissi per aver parlato.

-Quando sono venuto a casa tua lei aveva solo te negli occhi. E poi ti ama, non ti tradirebbe, sei troppo geloso- concluse, alzandosi e chiudendosi nel bagno, probabilmente facendo un grandissimo sforzo  per non farmi vedere che aveva gli occhi lucidi.

Stava male per Todd anche dopo tutto quel tempo, non riuscii mai a capacitarmi di quanto fosse grande il cuore di Robert.

 

NdA

Come promesso ho sbrogliato i filoni temporali xD
In questo capitolo Robert forse può sembrare un po' OOC, però adesso vi do le motivazioni per cui io lo faccio vivere con le stelline davanti agli occhi, nella speranza di trovare il principe azzurro che lo amerà di amore eterno per sempre nella terra degli arcobaleni xD Perchè innanzitutto guardando lui e Susan si capisce che si amano alla follia più incondizionata (a parte quella storia dei tradimenti poi smentita .__.) e forse è naturale pensare che Robert, nei suoi momenti bui (come dichiara lui nelle millemila interviste in cui gli chiedono della drgoa -.-), abbia cercato quell'amore incondizionato che ora gli dona la moglie, quindi Susan è il suo principe azzurro e Robert è la principessa xD 
Okay, basta, io dovrei preparare le valigie e invece sono qui a parlare di principesse e castelli xD...Me ne vado...
Al prossimo capitolo,

Scaramouche 

 

   
 
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