Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ImMissBrightside    23/07/2011    2 recensioni
Quale amante e conoscitore della saga non hai fantasticato sull'essere uno studente di Hogwarts? Di andare in giro per Hogsmeade? O anche attraversare il muro tra i binari nove e dieci? Beh, la protagonista di questa fanfiction ha realizzato il suo sogno: dopo aver letto avidamente tutti e sette i libri sulla storia di un certo Harry Potter, ecco che si ritrova catapultata nel mondo magico senza accorgersene. Con l'aiuto del trio protagonista e due guide d'eccezione, Bec, ragazza timida, insicura, tutta casa e scuola, si ritroverà ad affrontare una situazione più grande di lei con il ritorno del Signore Oscuro che incombe pericolosamente come un'orribile minaccia per il mondo intero. Saranno utili le sue informazioni riguardo il futuro? Basta leggere ...
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco il terzo capitolo! Noooooo, molti diranno e mi dispiace. 
E per Francy ho solo una cosa da dire: a mali estremi, estremi rimedi! 

CAPITOLO 3
Il resto dell'estate passò velocemente. Sembrava che le giornate volassero in poche ore e, in più, le ore di luce iniziavano a diminuire, segno che la fine della bella stagione era ormai alle porte. Tra le varie pulizie, le lunghe chiacchierate con il signor Weasley sugli oggetti babbani che sembravano entusiasmarlo tanto e i tentativi degli altri di assistere alle riunioni dell'Ordine, Bec trascorse una delle sue estati più belle e divertenti. Più volte Fred e George avevano tentato di carpire informazioni sui libri, quasi sempre quelle che riguardavano i loro affari, per questo motivo Bec cercava di non restare mai troppo tempo sola con loro due. Passava la maggior parte del suo tempo insieme a Harry, Ron, Hermione e Ginny, sicura che in presenza di altre persone i gemelli non le avrebbero chiesto nulla. Ciò le permise di conoscere meglio, e non solo attraverso le righe di un libro, il trio, conquistandosi la fiducia di Hermione, che non la osservava più sospettosa. Era un bene, perché se davvero sarebbe riuscita ad arrivare a Hogwarts e restarci, loro erano le uniche persone che conosceva. 
La mattina della partenza, Bec era nervosa. Aveva aspettato con ansia sempre crescente quel giorno, che furono in molti a notarla e a chiederle come mai fosse eccitata. Bastò non rispondere le prime volte, scrollando soltanto le spalle, che le domande cessarono. I gemelli le chiesero di contenersi, almeno davanti alla madre che fiutava complotti a kilometri di distanza. Bec così fece: cercava di tenersi calma quando non era da sola e presto anche quando lo era. Sul finire di agosto mille dubbi l'attanagliarono. E se le cose non andavano per il verso giusto? E Sirius si fosse accorto che si era infilata nel baule di George, prima che riuscissero a salire sull'Espresso? Quando poi cercava di convincersi che tutto sarebbe andato per il meglio e che stava diventando paranoica, iniziava a dirsi che Silente non le avrebbe mai permesso di rimanere a Hogwarts e l'avrebbe rispedita al numero 12 in un battito di ciglia. Fatto sta che il primo giorno di settembre, Bec stava controllando di aver messo tutte le cose di cui aveva bisogno nel suo baule, mentre il cuore le martellava nel petto. 
Dopo aver fatto colazione (ovviamente Ron e Harry erano in ritardo), Bec salutò uno ad uno coloro che dovevano partire per la scuola, mettendo in atto le due scarse doti di attrice, con la speranza che nessuno sospettasse di nulla. Abbracciò prima le due ragazze, che le rivolsero due sorrisi mesti, e poi Harry e Ron. Anche loro quattro erano a conoscenza dei progetti dell'Ordine nei suoi confronti e avevano cercato di confortarla in quei giorni, ignari che presto Bec li avrebbe raggiunti tutti. Quando fu il turno di salutare Fred e George, Bec pregò che nulla la tradisse. - Ricorda di dar mangiare a Fierobecco prima di uscire - fu il loro sarcastico saluto. Bec non l'avrebbe trovato per nulla divertente se non sapesse che dietro quelle parole c'era un "ci vediamo fra poco" e quindi finse di essersi offesa, dando un pugno sul braccio di entrambi. 
Bec vide Hermione e Ginny scuotere la testa, lamentandosi della mancanza di tatto dei due ragazzi. La signora Weasley invece li richiamò. - Sei sicura di non voler venire alla stazione con noi? - chiese poi a Bec, gentilmente. Bec declinò l'offerta, dicendo che preferiva andare a domire ancora un po' prima che la mamma di Sirius ricominciasse a urlare a squarciagola. La signora Weasley, che sembrava alquanto dispiaciuta, annuì col capo. 
Scansando un borbottante Kreacher, Bec si catapultò nella camera dei gemelli. Aprì il baule, accresciuto nelle dimensioni di quel poco che bastava per contenervi Bec senza dover diventare una contorsionista, e ci si sedette. Per suo enorme contentezza, George l'aveva liberato di tutti i suoi vestiti (lui e Fred condividevano ne condividevano uno, che prima di arrivare a destinazione sarebbe scoppiato), subito dopo che la signora Weasley era andata a controllare che tutto fosse in ordine quella mattina. Quando sentì la donna rimproverare il ragazzo per non aver ancora preso il baule, Bec si affrettò a sdraiarvisi dentro. Un secondo dopo George comparve nella camera e, prima di chiudere il baule, fece l'incantesimo Testabolla a Bec per permetterle di respirare. Dopo tutto divenne buio e le unica cosa che Bec sentì fu: - Baule Locomotor -, prima di iniziare a ondeggiare a destra e sinistra. Cercò di non pensare al fatto che si sentisse in alto mare, mentre rimaneva immobile in quella posizione fetale per non far nessun rumore. Quando sentì la signora Weasley dire al figlio che poteva ancora usare le mani e una porta chiudersi, seppe che la prima parte del piano era andata a buon fine. 
Abituatasi all'oscurità del baule, Bec ci mise un po' prima di ritornare a vedere normalmente, quando mezz'ora dopo fu libera di uscire. Non appena si alzò in piedi, ebbe come la sensazione che tutte le ossa si fossero sgretolate in tanti piccoli pezzetti, raggruppati in fondo nei piedi. Tante formichine sembravano camminarle lungo le gambe e le braccia. Si stiracchiò come se si fosse appena svegliata e poi prese posto di fronte ai gemelli. - Non ci torno in quella trappola dopo - disse mentre si massaggiava la gamba destra per farla svegliare dall'intorpidimento. - Non mi sento più la schiena -. Le faceva parecchio male anche quella. Durante le prove per vedere quanto doveva essere ingrandito il baule, aveva intuito che avrebbe sentito dolore dopo, ma non immaginava che potesse arrivare a quel punto. E poi lei aveva una soglia di sopportabilità del dolore pari a zero. 
George finse di essere offeso, ma Bec aveva colto l'intenzione sarcastica della sua frase. - Un minimo di gratitudine sarebbe apprezzato -. Bec rispose che li avrebbe ringraziati soltanto alla fine quando era sicura che non c'erano più pericoli di fare dietrofront, ma in fondo sapeva che il ragazzo aveva ragione. Se non fosse stato per loro, in quel momento poteva essere in una casa enorme con Kreacher come unica compagnia. 
Le gambe si ripresero velocemente, dopo aver poggiato i piedi sul sedile accanto al suo, con la schiena ben dritta saldamente attaccata al finestrino. Le formichine erano scomparse. In quell'istante la porta dello scompartimento si aprì e Bec e gli altri vi videro entrare Lee Jordan, il Grifondoro cronista delle partite di Quidditch e migliore amico di Fred e George. Era normale che da un momento all'altro sarebbe spuntato. 
- Finalmente - sbottò George - dov'eri finito? -. Nessuno dei due sembrava preoccupato dell'arrivo improvviso dell'amico. Anzi, erano sollevati.
Il ragazzo non rispose nulla. Aveva una strana espressione in viso, che Bec riuscì a decifrare senza troppe difficoltà: sicuramente si stava chiedendo chi fosse la ragazza seduta con i suoi  amici dal momento che non l'aveva mai vista prima. Forse si aspettava di trovare Angelina, Alicia o Katie, altri membri della squadra di Quidditch. 
Quando Fred si accorse che Lee non accennava a entrare nello scompartimento, passò alle presentazioni. - Lee, lei è Rebecca -. Alle parole Bec rivolse un sorriso appena accennato al ragazzo, che sorrise di rimando. - Rimarrà con noi per un po' -. 
I gemelli le avevano assicurato che Lee non avrebbe creato alcun tipo di problemi durante il suo, sperando breve, soggiorno nella loro camera. In effetti dalla lettura dei libri, Bec si era fatta l'idea che fosse la versione meno irrequieta dei gemelli Weasley. Eppure aveva un'espressione perplessa. - Quando dici che resterà con noi, intendi ...? -. Lasciò la frase in sospeso. 
- Nella nostra camera - disse George. - Storia lunga - aggiunse poi Fred, quando vide la fronte aggrottata dell'amico. Per fortuna Lee non fece domande e finalmente si sedette accanto a Bec. 
In un battito di ciglio, i gemelli avevano tirato fuori la mercanzia da perfezionare. Bec li sentì parlare di affari e delle invenzioni estive messe a punto dai gemelli, per poi fare riferimento a test, cavie e alcuni ingredienti di cui avevano bisogno per migliorare certi prodotti. Bec fece come se non fossero lì. Solo dopo aver guardato il paesaggio verde fuori dal finestrino si accorse di essere sul treno che l'avrebbe portata a Hogwarts, la scuola che aveva letto nei suoi libri. Le sembrava così irreale trovarsi lì. Fino a quel momento tutto si era rivelato esattamente come aveva immaginato, eccetto la voce di Kreacher, che aveva ipotizzato fosse meno possente e un po' più stridula. 
Ripensò al quinto libro, letto qualche mese prima per la centesima volta. Harry doveva essere nel suo scompartimento in compagnia di Luna, Ginny e Neville che lo imbrattava di Puzzalinfa e da un momento all'altro Cho Chang sarebbe passata da quelle parti per salutarlo. Il pensiero di impedire a Harry di fare quella brutta figura si fece largo nella mente di Bec, ma dopotutto non era stato così imbarazzante e non avrebbe pregiudicato il futuro comportamento di Cho. Anche se Bec ricordava che Harry avrebbe voluto che Cho lo trovasse con gente diversa da Luna e Neville, tutti in risate per una sua battuta e certamente non ricoperto di Puzzlinfa. Tutto sommato poteva anche intervenire, no?
Fece cenno a George, seduto davanti a lei, di avvicinarsi. - Mi aiuti a fare una cosa? - gli chiese sottovoce per impedire che Lee capisse cosa stava dicendo. George annuì. Entrambi si alzarono dal loro posto, sotto gli sguardi confusi di Fred e Lee. Dopo aver detto ai due che andavano a prendere qualcosa dal carrello, Bec e George andarono alla ricerca dello scompartimento di Harry e gli altri il più velocemente possibile. Controllarono in tutti gli scompartimenti di quel vagone e passarono a quello successivo. Quando Bec lo intravide, fu troppo tardi per impedire che la Puzzalinfa esplodesse ovunque da quella piccola pianta tra le braccia di Neville, ma giusto in tempo per far avere anche a George la sua dose di liquido verde sulla faccia. Bec dovette faticare per reprimere una risata. Più disgustato che incavolato, George se ne tolse una manciata e in fretta lo spiaccicò sul viso di Bec, che per fortuna, cogliendo al volo le sue intenzioni, aveva serrato le labbra per evitare che quella robaccia le andasse a finisse in bocca, come era successo a Harry. 
I due scoppiarono a ridere e fuggirono prima che Harry si ripulisse gli occhiali e vedesse Bec. 
- Dovresti vederti - disse George mentre entravano nello scompartimento. Bec gli diede un pugno sul braccio. 
*
Il viaggio in treno durò parecchio e fu abbastanza scomodo. Era buio quando finalmente arrivarono alla stazione di Hogsmeade. Bec si rifiutò di entrare ancora una volta nel baule di George e, non appena i gemelli fecero tornare il suo delle dimensioni consuete, i tre e Lee Jordan si incamminarono verso la scuola. Bec si assicurò di restare alle spalle di Ron e Hermione che indicavano la strada a quelli del primo anno. Anche Bec ne avrebbe avuto bisogno se non avesse avuto due guide d'eccezione. Poter fare più di tre passi a piedi e non in uno stretto corridoio fu una stupenda sensazione. Per fortuna il giro sulla carrozza, quella trainata dai Thestral che Bec ovviamente non vedeva, fu breve e indolore. In poco tempo si ritrovarono davanti alla scuola. Su suggerimento dei gemelli, Bec si nascose all'ingresso del castello per non farsi vedere dal custode Gazza che girava da quelle parti mentre lisciava il pelo di Mrs Purr. Quando tutti furono entrati nella Sala Grande, Bec si mise alla ricerca della Sala Comune dei Grifondoro, che sapeva essere al settimo piano. Nonostante le difficoltà per via delle scale in continuo movimento, riuscì a trovare il quadro della Signora Grassa. Per fortuna ricordava che la password del quinto libro era Mimbulus Mimbletonia o sarebbe rimasta lì fuori tutta la durate del banchetto. Oltrepassò il buco dietro al ritratto con passo incerto, come se si sentisse fuoriposto. Poi, entrando del tutto e osservandola nella sua bellezza accogliente, quella sensazione sparì così come la tensione che l'aveva accompagnata in tutto il viaggio d'andata. La tensione era sparita e poteva godersi quel momento, tanto più se poteva essere uno degli ultimi se non l'unico. La Sala era esattamente come nei libri: si incantò ad osservare gli arazzi e i magnifici drappi rosso e oro che tappezzavano le pareti; saltò da un pouf all'altro e sedette su tutte le poltrone che occupavano la sala circolare, spalancando liberamente entrambe le braccia; infilò la testa nell'immenso camino, ancora spento, per guardare su. Era come trovarsi nel Paese dei Balocchi di Pinocchio. Il tour continuò nei dormitori; andò prima in quelli femminili e poi in quelli maschili, nella camera che Fred e George le avevano indicato come la loro. Non ebbe il tempo di sdraiarsi sull'ultimo di tutti e cinque i letti disposti in cerchio, che un tonfo sordo echeggiò nella camera vuota. Bec si voltò immediatamente verso la finestra e vide il povero Errol, il vecchio gufo della famiglia Weasley, appiccicato alla finestra con una lettera alla zampetta. Facendo appello al briciolo di coraggio che aveva, si avvicinò al pennuto e fece per prendere la lettera bianca su cui vi era scritto con grafia disordinata Fred e George Weasley, Dormitorio Grifondoro, Hogwarts. Come se avesse recuperato le forze di cui ormai era privo a causa dell'età, Errol prese a sbattere le ali velocemente, colpendo parecchie volte in faccia Bec prima che questa battesse la ritirata. Richiuse la piccola finestra e si accomodò sul letto più vicino. Fece scorrere le tende scarlatte fino a chiuderle, poi le riaprì e con un cuscino stretto tra le braccia si guardò intorno con più calma. Non riusciva a credere di essere davvero in quel posto, alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, quella scuola di cui lei aveva soltanto letto nelle pagine di alcuni libri e che, se tutto fosse andato secondo i piani, ci sarebbe rimasta (con quale scusa era ancora da definire; i gemelli facevano affidamento su un'idea geniale di Hermione). Avrebbe vissuto lì con Fred e George, Harry, Ron e Hermione e Ginny, avrebbe fatto nuove conoscenze e ... sarebbe stata lontana dalla sua famiglia per parecchio tempo. Si sentì male al ricordo dei suoi genitori e delle sue sorelle; non vedeva nessuno di loro da poco meno di un mese e già le mancavano terribilmente. Durante il soggiorno in Grimmauld Place non aveva avuto molte occasioni di pensare a loro con tutte le faccende domestiche che la signora Weasley le assegnava, ma ora che era da sola e con un bel po' di tempo per pensare, aveva il presentimento che la sua famiglia avrebbe occupato gran parte delle sue riflessioni. Devono essersi spaventati a morte quando non mi hanno vista arrivare per la colazione quel giorno, pensò. Si sentiva in colpa. Per fortuna però Silente, grazie a delle ricerche, aveva scoperto che i suoi genitori non ricordavano di avere una terza figlia e lo stesso valeva per le sorelle. Nessuno di loro aveva il minimo ricordo di Bec. "E' un bene" fu il primo pensiero della ragazza; in quel modo almeno loro non avrebbero sofferto per la sua assenza. 
- Il fatto che George ti abbia ceduto il suo baule non vuol dire che io debba dare lo stesso con il mio letto - disse una voce familiare. Era Fred. 
Bec si asciugò velocemente gli occhi, anche se non si era accorta di aver pianto. Poi balzò in piedi mormorando delle scuse sommesse. Non si voltò a guardare il ragazzo per evitare che lui vedesse gli occhi lievemente arrossati e un po' gonfi. Non aveva intenzione di mostrarsi come una bambina che piangeva perché non vedeva i genitori da una ventina di giorni o forse meno. 
Fred le si avvicinò. Bec aveva pensato che fosse perché si era accorto delle guance bagnate, invece lui sfilò qualcosa dai capelli. - Che ci fai con una piuma in testa? - le chiese, stringendo tra indice e pollice una lunga piuma marroncina. 
In quell'istante Bec si ricordò di Errol; quel gufo era ancora fuori la finestra. - E' arrivata una lettera per te e George, ma il vostro gufo non ha voluto darmela - sbottò innervosita al ricordo rinnovato delle ali in faccia. Ricordava di aver letto che era vecchio e stanco, ma non le aveva dato esattamente quell'impressione. Soltanto sbadato, probabilmente.
Prima che Bec potesse accorgersene, Fred aveva sfilato dalla zampa di Errol la lettera e la stava leggendo.  Non doveva essere molto lunga perché la lettura non impiegò che qualche secondo; e doveva esserci scritto qualcosa di positivo perché Fred continuava a sorridere. Il sorriso era ancora sulle sue labbra quando staccò gli occhi dalla pergamena. - Con un po' di fortuna resterai qui una sola notte - le disse prima di iniziare a spiegarle il contenuto della lettera. Era da parte dei suoi genitori, i quali chiedevano ai figli di inviare loro notizie su Bec, che a quanto pareva non era più a Grimmauld Place e nessuno sapesse dove fosse finita. Allora Bec capì il sorriso di Fred; ero lo stesso che aveva anche lei. Non pensava che tutto procedesse a quella velocità. 
- Però mi dispiace far preoccupare i tuoi genitori - aggiunse poco dopo, quando un senso di colpa improvviso le rovinò il momento. Fred si limitò a scrollare le spalle come a dire "che vuoi che sia?". 
La signora Weasley aveva sempre riservato a Bec il trattamento di una figlia e si comportava allo stesso modo con l'Harry dei libri quando passava gli ultimi giorni delle vacanze estive o quelle natalizie alla Tana. Lo stesso valeva per il signor Weasley, con il quale Bec aveva passato ore e ore a parlare degli oggetti babbani più stupidi e che a lei erano sempre sembrati tanto stupidi e scontati come le penne per scrivere, il cellulare aveva riscosso un successo particolare visto che permetteva di inviare messaggi e cominciare con le persone lontane con maggiore velocità rispetto alle lettere. Ma lei si era divertita e non le piaceva ricambiarli in quel modo che assolutamente non meritavano. Decise che appena Silente le avesse detto che sarebbe rimasta a Hogwarts (pensa positivo!, si era detta. Sei arrivata fin qui; è un segno!), avrebbe spedito loro una lettera via gufo per scusarsi. 
Bec si avvicinò alla finestra e la richiuse, mentre pensava a ciò che avrebbe scritto nella lettera per i signori Weasley. Fred era sdraiato a occhi chiusi sul letto che aveva occupato precedentemente Bec. - Dov'è George? - le chiese lei. Era abbastanza insolito vedere Fred senza George o viceversa. Non ricordava di averli mai visti separati durante le vacanze i giorni trascorsi al numero 12. 
Fred non riaprì gli occhi quando le rispose. - E' di sotto a pubblicizzare la mercanzia a quelli del primo anno -. 
Bec annuì più a se stessa che al ragazzo, che comunque non poteva vederla. Ricordava quella parte del libro, ma con George c'era anche Fred e lui invece era nel dormitorio con lei. - Perché non sei con lui? - chiese intuendo che ci fosse qualcosa sotto. Poi, sembrando che lo stesse cacciando, aggiunse: - Avrà bisogno di una mano, no? -. In realtà sapeva benissimo che non era così e che George era perfettamente in grado di cavarsela da solo, o con Lee, ma era stata la prima cosa a venirle in mente. 
- Abbiamo pensato che stasera ti faccio compagnia io - spiegò Fred - e domani dopo le lezioni lui -. Quella volta aveva aperto gli occhi e la stava osservando, forse per notare la sua reazione. 
In un primo momento Bec pensò che fosse una cosa tanto dolce che si stupì fosse un loro pensiero. Poi ci ripensò. - Non è necessario che mi facciate da balia -. Apprezzava il pensiero, sul serio, ma non voleva essere un peso maggiore di quello che già era ed era stata nell'accettare il loro aiuto. Fred e George avevano fatto così tanto per lei che Bec non sapeva come avrebbe potuto sdebitarsi. Probabilmente se avesse espresso a loro le sue intenzioni, i gemelli avrebbero colto la palla al balzo per usarla come topo da laboratorio per le Merendine Marinare. 
Quando si accorse che ciò non era servito a convincere Fred ad andare via disse: - E poi sono stanca -. Era vero! - Vorrei dormire -. Era stata una giornata lunga e soprattutto stressante. Una bella dormita non poteva farle che bene. 
Fred non si lasciò scomporre dalle parole della ragazza. - Puoi prendere questo letto - e le indicò quello di fronte al suo. - Alcuni studenti non sono ritornati a Hogwarts quest'anno -. 
Bec ricordava che anche i gemelli avevano pensato di non ritornarci, ma che l'avevano fatto soltanto per non dare un ulteriore dispiacere alla madre dopo il litigio con Percy, il terzo figlio della coppia. 
Bec andò in bagno e, dopo essersi infilata il pigiama, uscì con la speranza di non trovare più Fred. Infatti lui non c'era. Rincuorata si mise a letto e dopo pochi secondi era nel mondo dei sogni.

A\N: Bec è arrivata a Hogwarts! Ci rimarrà? Chi lo sa?! Io ovviamente. 
Bando alle ciance vorrei sapere cosa ne pensate quindi mi farebbe piacere se recensiste. 
Al prossimo capitolo. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ImMissBrightside