In The Afternoon~ (Parte
prima)
Ore
14:15:
Mentre
ripercorro per la seconda volta la
strada che mi deve portare all’hotel non riesco fare a meno
di osservare con
estrema curiosità le varie comitive di turisti che,sfidando
il Sole nel massimo
del suo calore,camminano compatte con passo strascicato quasi fossero
uno
sciame di api. I loro volti si muovono a scatti,accompagnati dai flash
di cellulari
e macchine fotografiche,pronti ad immortalare qualsiasi particolare li
colpisse
particolarmente.
Ciò
che più mi attira,però,è come
l’essere
umano in generale possa essere così strano e,a fondamento
della mia teoria,come
esempio ci sono proprio i turisti. Questi ultimi possono essere
estrosi,sfoggiando cappelli di paglia esageratamente “alla
Sampei” accompagnati
da variopinte camice hawaiane,rigorosamente rosa shocking a fiori
verdi,di
minimo due taglie più grandi del normale; possono essere i
tipici
sportivi,sempre a capogruppo sfoggiando tutine attillate e sorriso
smaglianti
infischiandosene di quanto sudore gli colasse sul volto; possono essere
semplici,vestendo anonimi shorts con canotte cercando di mescolarsi
alla gente
comune.
Ma
il mio stereotipo di “strano”
,a pensarci meglio,ce l’ho accanto a me 24 ore su 24...no
facciamo 10 ore su 24 và,evitiamo spiacevoli equivoci.
Comunque quel mio stereotipo è proprio Marco. Lui,secondo
me,strano ci era nato. Cioè può mai essere
normale un bambino che ti vede per
la prima volta scrutandoti dall’altro capo del salone,mani ai
fianchi,guance
gonfie,occhi ridotti a due fessure quasi voglia spararti laser dagli
occhi come
Ciclope degli X-Man,per poi correrti incontro,prenderti le mani tra le
sue e
gridare -“questo è il mio nuovo migliore
amico!”- ?
Io,sinceramente
lo trovo anomalo e folle.
Ricordo che fu proprio da quel momento che Marco divenne – ed
è tutt’ora,soprattutto
ora – la fonte della mia pazzia. Proprio
così,perché alla fine è
solo colpa sua se inizio a creare ragionamenti idioti come questo sui
turisti
che,diciamoci la verità,non interessano ne a me e ne
tantomeno a qualcun altro.
In
realtà ho incominciato tutta ‘sta
pappardella di parole e pensieri sconnessi tra di loro indovinate per
quale
motivo? Per non pensare a testa rossa e alla grande scemenza che il suo
sguardo
malinconico mi ha portato a fare,e indovinate ancora a chi ho pensato
ugualmente?
Ritorno alla realtà,fissando intensamente la piccola busta
blu di cartone che
dondola dal polso sperando che,in qualche arcano modo,su di essa spunti
una
bocca – avete presente le comparse incomplete dello
Stregatto? – che mi avrebbe
illuminato sul perché mi fossi impuntato nel comprarlo.
Sospiro
realizzando che non sono capace di
compiere alcun miracolo e alzo lo sguardo alla facciata imponente in
stile
ellenistico dell’Hotel Vittoria.
Mai
nome fu più azzeccato per noi,specialmente dopo
l’FFI. Mi decido ad entrare
e,subito dopo aver salutato con un cenno del capo il gentilissimo
concierge,mi
dirigo frettolosamente all’ascensore per salire in camera.
Era rilassante
salire in quella “camera vetrata” ed osservare la
gente dei piani inferiori
rimpicciolirsi man mano che si saliva perché la
particolarità di
quell’ascensore era proprio quella di avere le pareti
trasparenti.
Appena
raggiungo il piano spero con tutto me
stesso di non incontrare nessuno dei miei compagni,più di
tutti Marco. Apro
lentamente la porta e,una volta entrato in camera,il primo pensiero che
ho è
affrettarmi a nascondere da qualche parte la busta,preferibilmente in
un luogo
accessibile solamente al sottoscritto: la
mia valigia. La stessa valigia aperta e vuota abbandonata sul
pavimento
galleggiando su una massa informe di vestiti.
-“Sei
riuscito a trovare il peluche,fratello?”-
chiede una voce mielosa che
mi fa inciampare in una cintura,urlare dallo spavento – per
la voce,non per
l’imminente caduta – e crollare miseramente tra
chiffon,cravatte e
fiocchettini.
Fortunatamente
mi riprendo in fretta e,nel
mentre mi massaggio la fronte con la mano,scocco un’occhiata
accusatoria
all’esponente del impiccion gentil-sesso
che siede – gambe
accavallate,gomito appoggiato sul ginocchio e mano che reggeva il mento
–
placidamente sul mio letto.
-“E
tu che ci fai qui? Non dovresti essere in
spiaggia con gli altri? E poi come fai a sapere del
peluche?”- chiedo stupito e
anche un po’ nel panico.
-“Gianlu
non sai che non si risponde ad una
domanda con una domanda? E comunque guarda che io ho gli occhi anche
dietro
alla testa quando si tratta di te~
- cantilena facendo volteggiare elegantemente la mano verso di me - e
comunque dovresti ringraziarmi per essere qui. Sono tornata indietro
per
impedirti di inscenare una crisi di mal di stomaco fulminante che ti
permettesse di non venire in spiaggia e in più ti ho anche
scelto i vestiti!”-
pronuncia l’ultima frase euforicamente,esibendo un sorriso
sfavillante non
appena tira da dietro alla schiena un costume a bermuda blu oltremare
con delle
righe bianche ai lati e una camicia di lino dello stesso colore del
bermuda,solo
che di bianco aveva dei giganteschi ibischi bianchi.
-“Non
hai ancora risposto alla mia terza
domanda,sorellina cara. E i vestiti me li so scegliere anche da
solo...ecco!”-
sbuffo afferrando le prime cose che mi capitarono a caso tra
quell’agglutinato
di vestiti.
Ci
fu un momento di silenzio durante il quale
mia sorella inarcò un sopracciglio schifata,tirando la testa
all’indietro.
-“Erm,una
gonna
a palloncino e un top a balze lilla?”-
sentenzia unendo successivamente le mani in grembo.
Abbasso
lo sguardo verso ciò che avevo preso,scaraventandolo
lontano non appena mi rendo conto che dovevo aver afferrato dei capi
d’abbigliamenti di mia sorella...o di Angelo,non si
può mai sapere.
-“Che
ci fanno anche i tuoi vestiti per
terra?”- le chiedo incominciando a raccattare la mia roba
sparsa qua e là nel
vano tentativo di riuscire a riempire a tempo record la mia valigia,per
poi
nasconderci all’interno la famosa busta.
-“Ah,giusto!
Me ne ero quasi dimenticata!
Allora devi sapere che stasera ci sarà una festa in spiaggia
con tanto di falò
e spettacolo pirotecnico! Naturalmente ci andremo,chissà che
non incontreremo
qualche personaggio famoso!”- spiega battendo le mani gioiosa.
Mi
abbandono ad un sorriso mentre osservo il
luccichio negli occhi di mia sorella in quanto basti davvero poco per
renderla
entusiasta. E se mia sorella sorrideva,beh lo facevo anche io.
-“Sai
hai fatto una cosa davvero carina per
Marco,sono sicura che sarà contentissimo del
regalo.”- afferma dolcemente
mentre si china vicino a me per aiutarmi a sistemare i miei vestiti con
annessa
busta.
-“Era
l’ultimo rimasto. Per poco non iniziavo
una lotta con uno spara palline contro una bimbetta di 6 anni per colpa
di quel
dannato orso bianco.”-
-“Però
alla fine non hai lasciato perdere. Lo
hai comprato,no? Ammettilo che in fondo Marco ti
piace.”- dichiara lei guardandomi negli occhi.
A
quelle parole non potei fare a meno di
arrossire vistosamente,a me non piace Marco! E’ di natura impossibile che una cosa del genere possa
capitare. A me,poi. Però quello
sguardo infantile,quel sorriso bonario e la sua vivacità
mi hanno conquistato,nonostante io
lo contesti in
continuazione.
-“Fratellino
– Rosalia mi prende le mani tra
le sue,carezzandole delicatamente – l’amore
distrugge ogni frontiera,qualsiasi
essa possa essere. Non esiste più la distinzione
uomo-donna,è qualcosa che ti
strappa via l’anima e ti fa scoppiare il cuore. Se ti piace
una persona ti
piace e basta,punto. E se hai paura di quello che pensa la gente...beh
puoi
sempre fare un fischio e chiamare la tua sorellona che li
prenderà a calci nel
sedere.”- termina facendomi l’occhiolino.
-“E
qui la tua finezza va a farsi
fottere,eh?”- ironizzo ridendo.
Lei
fa lo stesso per poi riavvicinarsi al
letto.
-“Rosa?”-
-“Si?”-
si volta curiosa.
-“Beato
chi ti prende.”- affermo spingendo la
valigia sotto il letto.
Lei
si avvicina nuovamente a me e mi lascio
abbracciare e strapazzare. Si perché quando mia sorella ti
abbraccia tende a
dondolarsi sul posto. Certe volte mi chiedo che fine farei senza
Rosalia ma
alla fine non mi do mai una risposta. In un modo o nell’altro
l’avrei
incontrata,fosse stata mia sorella o no.
-“Adesso
basta abbracciarci,continueremo più
tardi. Che ne dici di vestirti e andare finalmente
in spiaggia? Non vorrei che quella banda di scalmanati sia affogata o
svenuta
per mano altrui.”-
-“Non
sia mai signorina Zanardi.”- un’ultima
risata prima di raccogliere i vestiti dal letto e andare in bagno a
cambiarmi.
Nel momento in cui apro la porta del bagno un ghigno nasce sul viso di
mia
sorella. Se ne accorge e si volta immediatamente e,senza darci
peso,chiudo la
porta.
-“Alla
fine ho fatto bene a sceglierti i
vestiti,fratellino.”- a quelle parole,provenienti
dall’esterno del bagno,guardo
meglio l’outfit per la spiaggia. Il blu
oltremare domina.
-“Maledizione!”-
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ANGOLO
DELLA SQUILIBRATA MENTALE:
Ma
salve ^o^
Poiché
il nome “angolo delle spiegazioni” non
mi piaceva ho deciso di utilizzare qualcosa di più
personale^^
Gianluca:
Ti stai autodefinendo squilibrata
mentale? Ma così offendi mia sorella
è__é
Me:
Senti secondo te mi chiamo Rosalia io?
Gianluca:
No però...
Me:
E allora sparisci ù.ù *lo chiude in uno
sgabuzzino da cui si sentono strani rumori*
Mmm,mi
sa che è lo stesso luogo dove avevo
chiuso Marco...vabbè,dettagli V.V
Dopo
aver letto questo capitolo (sempre se
siete sopravvissuti a tutto ciò ND Gianluca|| E basta!
è_è ND Me) vi starete
chiedendo due cose:
1).Perché
c’è scritto “parte prima”;
2).Perché
sono una squilibrata mentale.
Dovete
sapere che ho scritto questo capitolo
mentre facevo la baby-sitter a 3 miei cugini,uno di 8 anni che,guarda
caso,imprecava contro Lance e i suoi Dragonair,e le altre due di 4-5
anni che
non sono propriamente degli angeli. Mentre stavo trascrivendo la parte
finale
del capitolo una di queste mie cugine si è messa a urlare,ha
preso i miei fogli
e li ha stracciati...
Vi
lascio immaginare cosa è successo dopo *^*
*compare
una nuvoletta con lei rannicchiata a
piangere in un angolo e sua cugina che ride sadicamente*
Comunque
non avevo voglia di riscrivere tutto
a memoria,così ho diviso “In The
Afternoon” in due parti,perciò i capitoli
saranno 4 (evitando altri intoppi di percorso).
In
questa prima parte ho voluto far denotare
il carattere abbastanza “materno” di Rosalia e si
è visto Gianluca sciogliersi
un po’.
Nella
prossima parte invece,credo che...ehehe
qualcuno ne combinerà delle belle *OO*
Marco:
Fufufu *sorride sadico*
Gianluca:
Oh oh O.O *fugge*
Detto
questo probabilmente nel capitolo ci
potrebbe essere qualche errore riguardante la coniugazione dei verbi
perciò
gradirei,qualora li notaste,di segnalarmeli così che io
possa correggere =D
Non
so quando il prossimo capitolo possa
arrivare,sia perché sono demoralizzata da ciò che
è successo sia perché dovrei
andare in vacanza con i miei genitori e i miei zii D:
Fortunatamente
mio cugino ha il PC con la
chiavetta perciò potrò loggarmi per commentare e
vedere Inazuma Eleven GO
mercoledì *__*
Infine
ci tengo a ringraziare Ninjagirl,
_Ohanax2_,Atsuya98
per
aver commentato lo scorso
capitolo,sperando che lo facciano ancora ^w^
Grazie
mille ragazze *si inchina*
Sempre
vostra,
-Ro-