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Autore: The Raindrop    24/07/2011    2 recensioni
21/giugno/2011. Che bella data,eh?
Finalmente diventa di casa l’estate dopo aver sfrattato una dolcissima quanto impegnatissima primavera. Il Sole splende fino a tarda sera in cielo talmente forte da spaccare il globo terrestre in due e il mare è limpido come uno specchio e calmo come un bambino dormiente. In poche parole,l’atmosfera qui ti fa proprio venire voglia di spalancare le braccia,prendere la rincorsa e buttartici dentro a pesce.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In The Afternoon~ (Parte prima)

Ore 14:15:

Mentre ripercorro per la seconda volta la strada che mi deve portare all’hotel non riesco fare a meno di osservare con estrema curiosità le varie comitive di turisti che,sfidando il Sole nel massimo del suo calore,camminano compatte con passo strascicato quasi fossero uno sciame di api. I loro volti si muovono a scatti,accompagnati dai flash di cellulari e macchine fotografiche,pronti ad immortalare qualsiasi particolare li colpisse particolarmente.

Ciò che più mi attira,però,è come l’essere umano in generale possa essere così strano e,a fondamento della mia teoria,come esempio ci sono proprio i turisti. Questi ultimi possono essere estrosi,sfoggiando cappelli di paglia esageratamente “alla Sampei” accompagnati da variopinte camice hawaiane,rigorosamente rosa shocking a fiori verdi,di minimo due taglie più grandi del normale; possono essere i tipici sportivi,sempre a capogruppo sfoggiando tutine attillate e sorriso smaglianti infischiandosene di quanto sudore gli colasse sul volto; possono essere semplici,vestendo anonimi shorts con canotte cercando di mescolarsi alla gente comune.

Ma il mio stereotipo di “strano” ,a pensarci meglio,ce l’ho accanto a me 24 ore su 24...no facciamo 10 ore su 24 và,evitiamo spiacevoli equivoci. Comunque quel mio stereotipo è proprio Marco. Lui,secondo me,strano ci era nato. Cioè può mai essere normale un bambino che ti vede per la prima volta scrutandoti dall’altro capo del salone,mani ai fianchi,guance gonfie,occhi ridotti a due fessure quasi voglia spararti laser dagli occhi come Ciclope degli X-Man,per poi correrti incontro,prenderti le mani tra le sue e gridare -“questo è il mio nuovo migliore amico!”- ?

Io,sinceramente lo trovo anomalo e folle. Ricordo che fu proprio da quel momento che Marco divenne – ed è tutt’ora,soprattutto ora – la fonte della mia pazzia. Proprio così,perché alla fine è solo colpa sua se inizio a creare ragionamenti idioti come questo sui turisti che,diciamoci la verità,non interessano ne a me e ne tantomeno a qualcun altro.

In realtà ho incominciato tutta ‘sta pappardella di parole e pensieri sconnessi tra di loro indovinate per quale motivo? Per non pensare a testa rossa e alla grande scemenza che il suo sguardo malinconico mi ha portato a fare,e indovinate ancora a chi ho pensato ugualmente? Ritorno alla realtà,fissando intensamente la piccola busta blu di cartone che dondola dal polso sperando che,in qualche arcano modo,su di essa spunti una bocca – avete presente le comparse incomplete dello Stregatto? – che mi avrebbe illuminato sul perché mi fossi impuntato nel comprarlo.

Sospiro realizzando che non sono capace di compiere alcun miracolo e alzo lo sguardo alla facciata imponente in stile ellenistico dell’Hotel Vittoria. Mai nome fu più azzeccato per noi,specialmente dopo l’FFI. Mi decido ad entrare e,subito dopo aver salutato con un cenno del capo il gentilissimo concierge,mi dirigo frettolosamente all’ascensore per salire in camera. Era rilassante salire in quella “camera vetrata” ed osservare la gente dei piani inferiori rimpicciolirsi man mano che si saliva perché la particolarità di quell’ascensore era proprio quella di avere le pareti trasparenti.

Appena raggiungo il piano spero con tutto me stesso di non incontrare nessuno dei miei compagni,più di tutti Marco. Apro lentamente la porta e,una volta entrato in camera,il primo pensiero che ho è affrettarmi a nascondere da qualche parte la busta,preferibilmente in un luogo accessibile solamente al sottoscritto: la mia valigia. La stessa valigia aperta e vuota abbandonata sul pavimento galleggiando su una massa informe di vestiti.

-“Sei riuscito a trovare il peluche,fratello?”- chiede una voce mielosa che mi fa inciampare in una cintura,urlare dallo spavento – per la voce,non per l’imminente caduta – e crollare miseramente tra chiffon,cravatte e fiocchettini.

Fortunatamente mi riprendo in fretta e,nel mentre mi massaggio la fronte con la mano,scocco un’occhiata accusatoria all’esponente del impiccion gentil-sesso che siede – gambe accavallate,gomito appoggiato sul ginocchio e mano che reggeva il mento – placidamente sul mio letto.

-“E tu che ci fai qui? Non dovresti essere in spiaggia con gli altri? E poi come fai a sapere del peluche?”- chiedo stupito e anche un po’ nel panico.

-“Gianlu non sai che non si risponde ad una domanda con una domanda? E comunque guarda che io ho gli occhi anche dietro alla testa quando si tratta di te~ - cantilena facendo volteggiare elegantemente la mano verso di me - e comunque dovresti ringraziarmi per essere qui. Sono tornata indietro per impedirti di inscenare una crisi di mal di stomaco fulminante che ti permettesse di non venire in spiaggia e in più ti ho anche scelto i vestiti!”- pronuncia l’ultima frase euforicamente,esibendo un sorriso sfavillante non appena tira da dietro alla schiena un costume a bermuda blu oltremare con delle righe bianche ai lati e una camicia di lino dello stesso colore del bermuda,solo che di bianco aveva dei giganteschi ibischi bianchi.

-“Non hai ancora risposto alla mia terza domanda,sorellina cara. E i vestiti me li so scegliere anche da solo...ecco!”- sbuffo afferrando le prime cose che mi capitarono a caso tra quell’agglutinato di vestiti.

Ci fu un momento di silenzio durante il quale mia sorella inarcò un sopracciglio schifata,tirando la testa all’indietro.

-“Erm,una gonna a palloncino e un top a balze lilla?”- sentenzia unendo successivamente le mani in grembo.

Abbasso lo sguardo verso ciò che avevo preso,scaraventandolo lontano non appena mi rendo conto che dovevo aver afferrato dei capi d’abbigliamenti di mia sorella...o di Angelo,non si può mai sapere.

-“Che ci fanno anche i tuoi vestiti per terra?”- le chiedo incominciando a raccattare la mia roba sparsa qua e là nel vano tentativo di riuscire a riempire a tempo record la mia valigia,per poi nasconderci all’interno la famosa busta.

-“Ah,giusto! Me ne ero quasi dimenticata! Allora devi sapere che stasera ci sarà una festa in spiaggia con tanto di falò e spettacolo pirotecnico! Naturalmente ci andremo,chissà che non incontreremo qualche personaggio famoso!”- spiega battendo le mani gioiosa.

Mi abbandono ad un sorriso mentre osservo il luccichio negli occhi di mia sorella in quanto basti davvero poco per renderla entusiasta. E se mia sorella sorrideva,beh lo facevo anche io.

-“Sai hai fatto una cosa davvero carina per Marco,sono sicura che sarà contentissimo del regalo.”- afferma dolcemente mentre si china vicino a me per aiutarmi a sistemare i miei vestiti con annessa busta.

-“Era l’ultimo rimasto. Per poco non iniziavo una lotta con uno spara palline contro una bimbetta di 6 anni per colpa di quel dannato orso bianco.”-

-“Però alla fine non hai lasciato perdere. Lo hai comprato,no? Ammettilo che in fondo Marco ti piace.”- dichiara lei guardandomi negli occhi.

A quelle parole non potei fare a meno di arrossire vistosamente,a me non piace Marco! E’ di natura impossibile che una cosa del genere possa capitare. A me,poi. Però quello sguardo infantile,quel sorriso bonario e la sua vivacità mi hanno conquistato,nonostante io lo contesti in continuazione.

-“Fratellino – Rosalia mi prende le mani tra le sue,carezzandole delicatamente – l’amore distrugge ogni frontiera,qualsiasi essa possa essere. Non esiste più la distinzione uomo-donna,è qualcosa che ti strappa via l’anima e ti fa scoppiare il cuore. Se ti piace una persona ti piace e basta,punto. E se hai paura di quello che pensa la gente...beh puoi sempre fare un fischio e chiamare la tua sorellona che li prenderà a calci nel sedere.”- termina facendomi l’occhiolino.

-“E qui la tua finezza va a farsi fottere,eh?”- ironizzo ridendo.

Lei fa lo stesso per poi riavvicinarsi al letto.

-“Rosa?”-

-“Si?”- si volta curiosa.

-“Beato chi ti prende.”- affermo spingendo la valigia sotto il letto.

Lei si avvicina nuovamente a me e mi lascio abbracciare e strapazzare. Si perché quando mia sorella ti abbraccia tende a dondolarsi sul posto. Certe volte mi chiedo che fine farei senza Rosalia ma alla fine non mi do mai una risposta. In un modo o nell’altro l’avrei incontrata,fosse stata mia sorella o no.

-“Adesso basta abbracciarci,continueremo più tardi. Che ne dici di vestirti e andare finalmente in spiaggia? Non vorrei che quella banda di scalmanati sia affogata o svenuta per mano altrui.”-

-“Non sia mai signorina Zanardi.”- un’ultima risata prima di raccogliere i vestiti dal letto e andare in bagno a cambiarmi. Nel momento in cui apro la porta del bagno un ghigno nasce sul viso di mia sorella. Se ne accorge e si volta immediatamente e,senza darci peso,chiudo la porta.

-“Alla fine ho fatto bene a sceglierti i vestiti,fratellino.”- a quelle parole,provenienti dall’esterno del bagno,guardo meglio l’outfit per la spiaggia. Il blu oltremare domina.

-“Maledizione!”-

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ANGOLO DELLA SQUILIBRATA MENTALE:

Ma salve ^o^

Poiché il nome “angolo delle spiegazioni” non mi piaceva ho deciso di utilizzare qualcosa di più personale^^

Gianluca: Ti stai autodefinendo squilibrata mentale? Ma così offendi mia sorella è__é

Me: Senti secondo te mi chiamo Rosalia io?

Gianluca: No però...

Me: E allora sparisci ù.ù *lo chiude in uno sgabuzzino da cui si sentono strani rumori*

Mmm,mi sa che è lo stesso luogo dove avevo chiuso Marco...vabbè,dettagli V.V

Dopo aver letto questo capitolo (sempre se siete sopravvissuti a tutto ciò ND Gianluca|| E basta! è_è ND Me) vi starete chiedendo due cose:

1).Perché c’è scritto “parte prima”;

2).Perché sono una squilibrata mentale.

Dovete sapere che ho scritto questo capitolo mentre facevo la baby-sitter a 3 miei cugini,uno di 8 anni che,guarda caso,imprecava contro Lance e i suoi Dragonair,e le altre due di 4-5 anni che non sono propriamente degli angeli. Mentre stavo trascrivendo la parte finale del capitolo una di queste mie cugine si è messa a urlare,ha preso i miei fogli e li ha stracciati...

Vi lascio immaginare cosa è successo dopo *^*

*compare una nuvoletta con lei rannicchiata a piangere in un angolo e sua cugina che ride sadicamente*

Comunque non avevo voglia di riscrivere tutto a memoria,così ho diviso “In The Afternoon” in due parti,perciò i capitoli saranno 4 (evitando altri intoppi di percorso).

In questa prima parte ho voluto far denotare il carattere abbastanza “materno” di Rosalia e si è visto Gianluca sciogliersi un po’.

Nella prossima parte invece,credo che...ehehe qualcuno ne combinerà delle belle *OO*

Marco: Fufufu *sorride sadico*

Gianluca: Oh oh O.O *fugge*

Detto questo probabilmente nel capitolo ci potrebbe essere qualche errore riguardante la coniugazione dei verbi perciò gradirei,qualora li notaste,di segnalarmeli così che io possa correggere =D

Non so quando il prossimo capitolo possa arrivare,sia perché sono demoralizzata da ciò che è successo sia perché dovrei andare in vacanza con i miei genitori e i miei zii D:

Fortunatamente mio cugino ha il PC con la chiavetta perciò potrò loggarmi per commentare e vedere Inazuma Eleven GO mercoledì *__*

Infine ci tengo a ringraziare Ninjagirl, _Ohanax2_,Atsuya98 per aver commentato lo scorso capitolo,sperando che lo facciano ancora ^w^

Grazie mille ragazze *si inchina*

Sempre vostra,

-Ro-

 

  
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