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Autore: Remedios la Bella    26/07/2011    4 recensioni
Diana scopre di essere rimasta incinta, dopo aver subito una violenza sessuale.Il primo a scoprirlo è suo fratello Robert, persona iperprotettiva che cercherà in ogni modo di aiutarla.
Il ragazzo che ha combinato il pasticcio non vorrà prendersi le sue responsabilità lasciando la ragazza in balia del suo destino. Come affronterà la situazione?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo, ma non scrivo sempre e faccio fatica a volte a continuare la storia perchè devo trovare l'ispirazione! Buona lettura e grazie a tutti quelli che leggono o recensiscono!


Chapter 35

 
Uscirono dalla biblioteca, rientrarono in cucina e Jodie andò verso una porticina vicino al lavandino.
" venite, vi mostro il retro." fece abbassando la maniglia bianca. Aprì la porta e un immenso giardino recintato soggiunse agli occhi dei due fratelli, che uscirono cauti fuori per gustarsi lo spettacolo degli occhi. Era una specie di prato immenso recintato a steccato di legno, o qualunque cosa fosse ciò che si vedeva in lontananza attorniato da rovi di more e cespugli di rosa canina. Se si voltava il viso e destra e a sinistra, si potevano intravedere i mandorli della facciata principale sporgere con i loro rami su quel piccolo giardino. Era enorme, ricoperto di tenera erba e al centro del giardino ci stava un albero, una quercia secolare enorme, che si muoveva al soffio lieve del vento e scuoteva i suoi grandi rami ombrosi come se salutasse i due nuovi arrivati. Alberi più piccoli ma alti lo stesso attorniavano il recinto.
E ai muri della villa erano piantati in delle aiuole tulipani rosa e blu, ortensie dei due colori differenti in cui si può presentare, e un rampicante di edera cingeva una delle vetrate del pianterreno con le sue piccole foglie verdi, risalendo il muro e arrivando fino a un balcone del piano di sopra.
" Wow ..." fu l'unica cosa che riuscì a dire Diana vedendo quello spazio surreale.
" Cugina!" Esclamò Robert estasiato:" ma tu vivi in paradiso!"
" No, A Lonely Valley!" fece lei ironicamente. Uscì sul soffice prato e andò ad accarezzare i petali delle ortensie che emanvano un odore semplice ma buonissimo. Diana passeggiò su quell'erbetta fresca e volle togliersi le scarpe per potersi far accarezzare i piedi dagli steli verdolini bagnati di rugiada mattutina. Fece come aveva programmato, e un solletico piacevole le sconvolse i piedi. Saltellò come un pastorello alla volta della grande quercia. Era davvero enorme, sovrastava tutto con maestria, sembrava che quell'albero centenario fosse l'indiscusso padrone di quel posto. Diana ne accarezzò la ruvida corteccia, e immerse i suoi sensi nella fragranza selvaggia che quell'albero emanava. Robert passeggiava lì vicino, soffermandosi a guardare i fiori e i petali di mandorlo trasportati lì dentro dal vento.
E giunto che fu allo steccato di legno che cingeva la proprietà, sentì uno scrosciare, un suono intenso e continuo, come un fragoroso boato, debole ma udibile anche a lunga distanza. Sentì odore di erba bagnata, di bosco.
" Jodie! ma qui vicino c'è un ruscello?" domandò perplesso alla cugina. Lei alzò la testa:" Si, se vuoi andare a vederlo passa da quel cancelletto lì vicino." Gli indicò col dito un piccolo cancello in legno avvolto nelle radici di un cespuglio di mirtilli, ma ancora funzionante, dato che le ante si potevano aprire. Lui si avvicinò e spinse delicatamente.
" Avanza dritto davanti a te, e te lo troverai di fronte. Se seguirai la corrente troverai un piccolo laghetto molto carino." gli urlò Jodie. Lui annuì con la testa e uscì dal recinto. Come la cugina aveva detto, si trovò in men che non si dica su un sentierino spianato che portava direttamente al ruscelletto, visibile da quella distanza. Avanzò, e nel giro di un minuto vedeva riflessa la sua immagine di venticinquenne nello specchio d'acqua cristallina del piccolo ruscelletto. L'acqua scorreva veloce, senza impedimenti di ciottoli o alghette. Era limpidissima, e al tatto risultò fredda come il ghiaccio. Il fiumiciattolo era di dimensioni ristrette, e si poteva giungere all'altra sponda con un balzo ben assestato. per Robert sarebbe bastato un passo per arrivare dall'altra parte.
" Carino ..." pensò, gustandosi la freschezza di quell'acqua potabile e pura:" Ora vediamo questo 'laghetto' " Come suggerito dalla cugina, seguì la corrente che portava verso la sua destra. Fiancheggiò il fiumiciattolo senza incontrare ostacoli, solo qualche ramo sulla sponda, e delle pietre non troppo scivolose. E in breve, ai suoi occhi si presentò qualcosa di veramente bello: Un piccolo laghetto, cinto da giunchi, chiudeva il passaggio al ruscello. Era un specchio d'acqua piccolo, nel quale veniva riflesso il sole e gli alberi e arbusti che lo circondavano tutto. Un salice piangente vicinissimo a Robert toccava con i suoi lunghi rami lo specchio d'acqua, e quando si muovevano col vento, dipingevano lievemente cerchi nell'acqua, che andavano disperdendosi nel giro di pochi secondi. Robert riuscì a intravedere qualche pesce che sguazzava in quella pozza, e ebbe la fortuna di intravedere un'anatra che galleggiava placidamente. Tutto quello gli sembrò veramente spettacolare. Si appoggiò al tronco del salice, vi si sedette e appoggiò la testa al tronco per rilassarsi ,senza preoccuparsi del brulichio di formiche sotto di lui. Si scostò abbastanza per non sentirsele addosso e restò lì, fermo e sereno.
Intanto Diana stava ancora contemplando la quercia in giardino. E notò solo dopo un pò che una scaletta pendeva da uno dei rami. Si voltò verso Jodie, e la vide intenta a curare i fiori togliendo qualche ramo appassito. La tentazione di salire sopra l'albero venne: si rigirò per controllare, e con passo felino si mise sotto la scaletta, leggermente in alto rispetto a lei. Spiccò un saltò e si aggrappò al legno che fungeva da gradino. Fece un piccolo sforzo per non rischiare di cadere, ci si aggrappò per bene e spingendo come poteva risalì la scaletta ancora in buone condizioni, fino a giungere a un ramo grosso e resistente. Giunta in cima, ci si aggrappò, provò a stabilire equilibrio, e sedutasi sul tronco sicuro, si appoggiò alla corteccia, esausta.
" Speriamo di non cadere ..." pensò, notando quanto fosse arrivata in alto. In effetti, era un bel salto.
Diede uno sguardo attorno e non potè fare a meno di spalancare gli occhi esterrefatta: godeva infatti di un paesaggio bellissimo. L'albero era così ben messo, che lei poteva vedere oltre gli alberi che circondavano il lontano limite del giardino. Vide la cittadella vicino alla villa: piccola, infossata in una valle nascosta al mondo intero. Non compariva sulle carte geografiche, e i tetti rilucevano sotto la luce del sole. Dietro il paesano davvero piccino, si stendeva una grande pianura coltivata in parte, o ricoperta per la maggior parte da boschi di conifere. Si sentì avvolta da quella brezza che spirò mentre lei assaggiava con gli occhi la prelibatezza della fragranza rustica che proveniva da quel villaggio in lontananza. Vide anche un campanile, una piccola chiesetta.
" Voglio sposarmi lì." pensò, e il suo pensiero volò a Joe. Sorrise teneramente a quell'idea così romantica,e continuò a ammirare il paesaggino.
Insomma! La casa di Jodie offriva tantissime opportunità di svago e di bellezza agli occhi dei due giovani. Ma non sarebbe bastato di certo cotanta bellezza a convincere Diana della sua "promessa", che più che promessa era un condizione. Aveva stabilito che quel luogo era adatto a lei, ma la proprietaria era all'altezza delle sue prospettive? Forse, ma c'era tanta strada ancora da fare. Quindi non aveva fretta.
Decise di scendere, e con delicatezza scese gli scalini, e per fortuna atterrò incolume a terra. Jodie non si era accorta di niente, Robert era ritornato dal laghetto e la sua faccia traspariva serenità.
Corse verso di lui:" Dove sei stato?"
" In paradiso .. tu?"
" Lo stesso ... " fece lei sorridente ammiccando. Lui fece lo stesso e le cinse le spalle con il braccio sinistro.
" Che vogliamo fare?" chiese Robert indeciso. Diana si morse le labbra:" Non so ... Rientriamo in casa." rispose.
I due si incamminarono e rientrarono dentro. Jodie li guardò entrare sorridendo e piantò i fiori rientrando anche lei.
" Allora .. come vi sembra?" disse infine, chiudendosi la porta alle spalle. I due sorrisero compiaciuti. Lei fece lo stesso.
" Dovrei scendere giù in città .. volete venire?" chiese la donna di punto in bianco. I due annuirono convinti, E Jodie afferrò le chiavi di casa e della macchina. Salirono e andarono in paese. Robert in macchina guardò il display del suo cellulare, vide la data: 26 marzo.
Ammiccò un sorriso e diede un'occhiatina a Diana, ignara di quel bel sorrisetto.
" perfetto." disse tra sè e sè il giovine.
 


Chapter 36
 
La cittadina dal nome sconosciuto era in stile medievale, piccola e graziosa, racchiusa in un boschetto di conifere che la nascondeva agli occhi del mondo restante. Non superava i mille abitanti, e tutti per strada si salutavano come vecchi amici, parenti e compagni. C'erano botteghe, case altissime di pietra,una piazza lastricata di granito dove i vecchi passavano la mattinata crogiolandosi al sole di marzo, e bambini aggrappati alle gonne delle madri. Era uno di quei posti in cui tu andresti a vivere se volessi passare la tua vita in perfetta tranquillità. Diana non si stupì che Mary avesse passato la sua vita invisibilmente in quel posto. Era davvero molto carino.
Poco fuori dal paese, stava la piccola chiesa che Diana aveva intravisto dall'alto della quercia. Una modesta chiesetta di campagna, tenuta in buone condizioni, e ideale per una cerimonia intima. Forse era proprio quello che attirava Diana. Si sarebbe potuta sposare senza destare clamore.
Dovevano semplicemente fare la spesa giornaliera, dunque scesi dalla macchina si diressero alle botteghe di alimentari. Prima di andare Robert, però, bisbigliò qualcosa all'orecchio di Jodie. Lei lo guardò stranamente, e gli indicò una via davanti a sè. Diana si voltò verso di loro e chiese cosa stessero confabulando.
" Oh, niente sorellina .. visto che io sono un uomo e di spesa non me ne intendo come voi donne .. ho deciso di fare un giretto." disse lui con fare spavaldo.
" E perchè Jodie ti ha indicato quella via?" chiese la sorella guardandolo male.
" Così ..." rispose lui circostanziando la risposta. Poi veloce diede i saluti e si incamminò verso la stradina indicatagli da Jodie.
" Mah .." Diana sospirò, e visto che Jodie era già dentro la bottega, entrò anche lei per non restare sola.
La spesa non durò tantissimo, dopo neanche venti minuti le due ragazze avevano le mani piene di buste per la spesa. Robert non era ancora tornato dal giro, così le due donne decisero di caricare le buste in macchina e di andare a fare una passeggiata. Avrebbero così parlato e si sarebbero conosciute meglio.
Si assicurarono che la macchina fosse al sicuro e si diressero verso il centro.
" Che bella giornata .." Jodie tentò di aprire il dialogo. Diana aspirò l'aria a pieni polmoni, espirò e disse:" Hai ragione .. l'aria è così profumata .." fece estasiata. Non tenevano conto della loro meta, camminavano rasente i muri, mentre le poche macchine passavano e qualche mano salutava dal finestrino Jodie o qualche altro passante.
" In questa cittadina tutti conoscono tutti?" domandò Diana. Jodie disse di sì, in fondo erano poco più di mille abitanti. La città era piccola e tutti si davano una mano.
" Inoltre è un posto tranquillo ... ti piacerebbe venire ad abitare qui?"
" Oh, si ... ma forse sentirei nostalgia di casa ..." rispose pensierosa Diana:" ma anche questo è davvero un bel posto."
" Già ... hai pensato alla proposta che ti ho fatto?" le chiese a bruciapelo Jodie. Diana restò stranita non poco, ma poi sospirò:" Un pò ... per ora niente, ci siamo appena conosciute cugina ... ma non sarebbe male far crescere uno dei miei figli qui ... ma ... ne sentirei la mancanza."
" Sei libera di fare la tua scelta e anche se non dovessi affidarmene uno, sarai comunque soddisfatta di aver passato un bel periodo di tempo." fece Jodie contenta. Diana le si voltò e le sorrise. In fondo, la cugina era buona con lei, e nonostante prima l'avesse catalogata come una persona acida, ora si stava accorgendo di quanto in verità fosse una brava persona.
" Mi porti alla chiesetta?" chiese Diana curiosa. Jodie alzò le spalle e la guidò verso l'edificio. Dovettero svoltare verso un vicolo stretto, poi salirono una grande scalinata che conduceva alla piazza principale. Da lì dovettero scendere un'altra scalinata, svoltare diverse volte a sinistra, e dopo un pò di cammino, giunsero a uno spiazzo erboso, quello dove si ergeva la chiesetta. Da vicino sembrava vecchissima come all'interno. Diana e Jodie entrarono in silenzio, fecero la genuflessione. Non c'era anima viva e i loro passi rimbombavano nel riverbero dell'alto soffitto della chiesa. Diana passò tra le file dei banchi deserti, Jodie decise di inginocchiarsi in fondo e di pregare un pò per sua madre. Giunta che fu ai piedi dell'altare, Diana guardò che nessuno vedesse cosa volesse fare, e mise in scena il suo matrimonio. Sarebbe stato buffissimo vederla mentre tendeva le mani verso un immaginario Joe, bisbigliava "Lo voglio" e camminava soavemente come se avesse il vestito nuziale addosso. Si divertiva e quel gioco le faceva dimenticare ogni suo problema. Avrebbe continuato all'infinito, ma un rumore sordo di passi la fece sobbalzare.
" Benvenute." fece una voce grave ma benevola. Era in parroco, nella sua tonaca nera, un uomo sulla sessantina con un barba incolta grigiastra e due occhietti cerulei vispi. Diana arrossì di colpo vedendoselo arrivare all'improvviso durante la sua "Commedia" e si inchinò per scusarsi.
" Non preoccuparti ... hai qualche problema figliola?" fece lui accostandosi alla giovane. Lei arrossì:" Qualche sarebbe leggero .. diciamo che in questo periodo la mia vita è piena di problemi."
" Che il Signore ti possa aiutare a risolverli ... vedo che una nuova vita si cela in te ." fece l'uomo osservando la pancia di Diana.
" Si, una cosa che non ho voluto spontaneamente padre .. ma ora accetto ciò che ho dentro." fece lei sorridendo e accarezzandosi il ventre. Lui sorrise e le posò una mano sulla testa:" Brava."
" Ora dovrei andare padre ... si è fatto tardi." fece lei guardandosi l'orologio e constatando che erano già le undici. Lui sorrise e la salutò. Jodie nel mentre l'aspettava fuori.
" Come ti è sembrato il parroco?" le chiese.
" Mi piace .. si! penso proprio che mi sposerò qui!" fece la ragazza felice:" Ora torniamo .. penso che Robert ci stia aspettando."
Le due giovani tornarono in fretta alla macchina, e lì trovarono Robert appoggiato con la schiena al veicolo, in attesa e con una busta tintinnante in mano.
" che hai comprato?" gli chiese Diana intenta a sbirciare dentro il sacchetto. Lui ritrasse la roba e disse:" lo scoprirai a breve."
Lei mise il finto broncio e salì in macchina insieme agli altri due, per il ritorno a casa.
In un giorno solo aveva conosciuto un pò Jodie, visto la chiesetta dove si sarebbe sposata di sicuro e si era immersa nell'atmosfera di quel paesino così tranquillo e fuori dal mondo. Sorrise per tutto il viaggio di ritorno guardando fuori dal finestrino.
Quello era davvero un bel posto. Forse l'idea di Jodie non era poi da buttare del tutto.
Ora sapeva cosa raccontare a Taylor e Joe ... guardò la data nel display del suo cellulare, era il 26 marzo. Strabuzzò gli occhi incredula, tra una settimana sarebbe stato il suo compleanno. 

   
 
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