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Autore: chaska    26/07/2011    1 recensioni
C’era una volta l’uomo.
L’uomo era strano. Viveva tutta la vita insieme ad altri suoi simili. Aveva paura di tutto ciò che lo circondava, e per questo odiava tutto ciò che non comprendeva.
C’era una volta un demone.
Il demone pensava sempre che gli uomini fossero strani. Uccidevano tutto ciò che li circondavano perché non riuscivano a capirli.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaito Shion, Miku Hatsune
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rating capitolo: Verde pistacchio (?)
Personaggi: Kaito (il demone) – Miku (la fanciulla)
Osservazioni personali:  Ooh, la mia prima fic sui vocaloid *w* La canzone presa in considerazione è “the ogre and the maiden” di Kaito, è veramente bella! Per i commenti post delirio, vi mando al post-it giallo in fondo!

 

C’era una volta un demone

 

 

 

C’era una volta l’uomo.

L’uomo era strano. Viveva tutta la vita insieme ad altri suoi simili. Aveva paura di tutto ciò che lo circondava, e per questo odiava tutto ciò che non comprendeva.

C’era una volta un demone.

Il demone pensava sempre che gli uomini fossero strani. Uccidevano tutto ciò che li circondavano perché non riuscivano a capirli.

Vivevano una vita vuota e nell’ignoranza di propria volontà.

L’uomo è l’essere più strano che esista, pensava il demone. Eppure lui non ne aveva paura, lui voleva conoscerli.

Ne era profondamente incuriosito, perché nonostante la loro gretta ignoranza sembravano felici.

Evidentemente conosceranno qualcosa che ignoro.

Un giorno il demone decise di andare da loro, perché voleva capire cosa gli mancava. Eppure c’era un problema.

Loro non lo comprendevano, ne avrebbero avuto paura.

Decise dunque di avvolgere e nascondere il proprio corpo in vesti e lunghe stoffe. Se non lo avessero visto, non ne avrebbero avuto paura.

Un giorno. Gli bastavano quelle poche ore fino al calare del sole, gli sarebbero bastate per capire che cosa gli mancava.

Così andò, abbandonò la sua foresta ed entrò nelle mura del villaggio a lui più vicino.

Passò una giornata nelle strade, a contatto con gli uomini.

Poté vederli, sfiorarli, guardare cosa facevano nelle loro brevi, ignoranti vite.

Al calar del sole guardò ancora l’uomo, consapevole di non aver colto cosa gli mancasse per essere felice come loro.

Solo una cosa notò. Era sul volto dei bambini in ogni momento, su quello degli anziani con aria triste, su quello degli adulti raramente ma intensamente.

Ne aveva sentito sempre parlare, ma fu in quelle poche ore che vide per la prima volta un sorriso.

Cos’è che causa un sorriso? Si domandava.

Doveva osservarli di più, gli umani. Doveva capire qual era la causa dei loro sorrisi.

Decise dunque di ritornare nella sua foresta, nella sua casa, eppure non fu così.

Irrisorio fu il destino quando mise sulla strada del demone un bambino in corsa.

Il demone cadde e la copertura sul suo volto cadde con lui, mostrando la sua natura alla luce del sole morente.

E se il suo volto era come quello di chiunque altro, i suoi capelli del color del cielo e di un mare che nessuno lì aveva mai visto rivelarono la sua natura.

Come il demone aveva previsto, gli uomini ne ebbero una profonda paura.

Per questo lo circondarono, col fuoco e con le armi.

Per questo lo odiarono.

E il demone rimase inerme, senza dire o fare nulla.

Per una volta capì lui stesso cosa significasse avere paura. Eppure lui non aveva mai minacciato nessuno di loro.

Eppure lui non aveva mai avuto intenzione di uccidere nessuno, come loro invece gli gridavano contro.

Riuscì a fuggire, in qualche modo, e a ritornare nella sua foresta.

 

C’era una volta il demone.

Viveva solitario nella foresta, e non usciva mai dai limiti di quegli alberi.

Gli uomini narravano che mai il demone aveva lasciato i suoi confini, solamente una volta, e poi mai più.

Per questo quella foresta era maledetta.

Perché abitava un demone che aveva paura degli uomini.

Mai più nessuno lo rivide, e gli uomini vissero in pace.

 

Si racconta che una notte una fanciulla si addentrò nel bosco ferendosi. Ed ella si addentrò così in profondità da perdere la via di casa.

Fu allora che il demone vide nuovamente un essere umano.

Si narra che la fece entrare in casa, e che la guarì delle sue ferite.

Il demone per la prima volta nella sua intera esistenza trascorse una notte felice.

La fanciulla gli parlò dell’uomo, delle loro vite, delle loro menti, dei loro sentimenti.

E il demone sorrise dinanzi a quella fanciulla che mai aveva visto la luce del sole o la bellezza della notte.

“Verrò di nuovo”

“Non puoi”

Lei sorrideva ed andava. E il giorno dopo l’aspettava al limitare della foresta.

In quelle esigue ore la fanciulla insegnò al demone perché gli uomini sorridono.

In quelle esigue ore la fanciulla insegnò al demone come essere felice.

 

Si narra che un giorno l’uomo scoprì la fanciulla.

Le impedirono di incontrarlo, perché il demone era un mostro di cui aver paura. E lei rispondeva che era solo lui ad avere paura degli uomini.

L’uomo non le credette ed andò dal demone.

Così l’uomo andò nella foresta, e trovarono il demone.

Lo circondarono con il fuoco e con le armi.

E il demone ebbe paura. Stavolta, però, temette non per la sua vita, bensì per ciò che gli uomini potessero fare alla fanciulla.

Con la paura negli occhi e il dolore nel cuore, il demone abbandonò la foresta, l’uomo e la fanciulla.

 

Viene narrato che la fanciulla scappò, e che il demone l'abbia aspettata, come sempre.

Stavolta potranno vivere felici senza paura alcuna.

 

POST-IT

Ok, finitaaa! Allora, devo ammettere che ho solamente descritto gli avvenimenti della canzone, ma ok.

Spero piuttosto di essere riuscita nel mio intento di creare un’atmosfera un po’ particolare, come la melodia della canzone, ma ditemelo voi se sono riuscita in questo mio intento XD

Va bene, per adesso è tutto ù_u

Stay tuned people! chaska~

   
 
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