Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: AryaH    26/07/2011    10 recensioni
"Scommettiamo?" domandò George sicuro di se
"Ci sto!" accettò la ragazza guardandolo con aria di sfida
"Ma se perdi paghi pegno!"
"E cosa dovrei fare di grazia?" chiese Katerina che ora iniziava a pentirsi di avere scommesso con un Weasley. Quello era un pazzo...e Traditore del suo Sangue per di più ...chissà cosa le avrebbe chiesto di fare?
"Se perdi... mi devi un bacio" disse George storcendo il viso in un ghigno malizioso.
"Un bacio"
"un bacio sì. Ma non sulla guancia o che so io...sulla bocca"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All's well that ends well

 
Passò un anno.
I gemelli avevano finalmente coronato il loro sogno aprendo un magnifico negozio di scherzi a Diagon Alley, i cui affari andavano a gonfie vele.
Katerina era invece diventata un’ottima Guaritrice al San Mungo. Lei era già morta tre volte, perché non salvare le altre persone? Aveva inventato parecchie nuove tecniche , tutte davvero utili, una delle quali  molto potente. Consisteva nel trasferimento di una parte dell’energia vitale del Guaritore nel corpo di un ferito ormai tra le braccia della morte, riuscendo quindi a strapparlo da essa.
Tuttavia questa tecnica aveva un difetto. Il Guaritore che eseguiva quella tecnica, perdendo metà della sua energia vitale, diventava talmente debole e debilitato da rischiare la morte lui stesso. Per questo motivo, gli altri Guaritori del San Mungo proibirono a Katerina di usare quella tecnica.
 
Come ogni mattino, Katerina andava a Diagon Alley per prendere un caffè nel suo bar preferito.
Non era un caso se aveva scelto quel bar.
Era infatti situato proprio di fronte il negozio dei gemelli e dalla vetrata della caffetteria poteva vedere all’interno del locale.
Poteva vedere il suo magnifico sorriso.
Il sorriso di George.
Ancora una volta.
 
“ …I'm sitting down here,
But hey you can't see me, kinda invisible
You don't sense my stay
Not really hiding, not like a shadow
Just thought I would join you for one day
I'm sitting down here,
But hey you can't see me …”
(*)

Canticchiava Katerina sorseggiando il suo caffè. Quella canzone sembrava scritta apposta per lei.
Perché lei se ne stava veramente seduta lì,ogni mattina, invisibile ai suoi occhi, quasi come un’ ombra, solo per stare un po’ con lui un altro giorno.
Finito il caffè andava al San Mungo. Ma questa volta sarebbe andata diversamente.
Aveva rimandato troppe volte … troppo a lungo.
Prese coraggio e attraversò la strada fermandosi davanti al negozio recante la scritta Tiri Vispi Wealey. Allungò una mano sulla maniglia della porta dai colori sgargianti, per poi ritrarla immediatamente.
Ma che sto facendo? Non mi vorrà neanche vedere …
La ragazza esitava davanti alla porta, finché si decise.  Abbassò la maniglia ed entrò.  I gemelli erano entrambi impegnati con dei clienti, così lei ne approfittò per dare un’occhiata in giro. C’era veramente di tutto … quei ragazzi erano davvero geniali. Ma di questo, pensò sorridendo, lei non aveva mai dubitato.
Aveva appena preso in mano una scatola dai colori accesi per esaminarla meglio quando sentì una voce alle sue spalle.
“Cosa ci fai qui?”
Katerina sussultò lasciandosi sfuggire di mano la scatola. La ragazza si chinò immediatamente a raccoglierla, ma anche George si era chinato a raccoglierla, cosi che le loro teste quasi cozzarono.
“Scusami … io …” mormorò Katerina rimettendo a posto la scatola “Me ne vado subito!” disse poi uscendo dal negozio in tutta fretta.
“Chi era?” domandò Fred al gemello una volta raggiuntolo.
“Nessuno” rispose George allontanandosi
“Era Katerina vero? Non puoi continuare a mentire a te stesso. Ti fai solo del male. Tu la ami ancora!” proseguì  Fred, consapevole della battaglia che infuriava da un anno ormai nella testa del gemello. Una battaglia tra amore e odio.
“E’ stato tanto tempo fa …” mormorò George per poi andare a servire un nuovo cliente.
 

 

***

Il Signore Oscuro era uscito allo scoperto.
Aveva preso il controllo del Ministero e di Hogwarts.
La Terza Guerra Magica aveva avuto inizio.

Ad Hogwarts infuriava la battaglia.

Katerina sapeva che George e tutta la sua famiglia vi avrebbero preso parte.
Doveva proteggerlo, si disse. Ma come?
“Katerina! Il momento è arrivato! Devi raggiungere il Signore Oscuro e aiutarlo nella sua grandiosa impresa! Finalmente tutti quei Mezzosangue e schifosi Traditori del loro Sangue avranno ciò che si meritano! ” disse l’anziana signora Rosier, i cui occhi brillavano d’eccitazione. Anche lei avrebbe preso parte alla battaglia. In quel momento a Katerina venne un’idea. Se avesse finto di voler combattere tra le fila di Voldemort accompagnando la nonna, avrebbe potuto almeno tentare di proteggere George. Così le due donne si Smaterializzarono per comparire fuori dalla mura di Hogwarts, dove un enorme esercito si stava radunando.
Gli studenti di Hogwarts, aiutati da insegnanti, fantasmi e dall’Ordine della Fenice opponevano una strenua resistenza.
In un momento di confusione, Katerina approfittò per allontanarsi. Doveva trovarlo. La ragazza corse a perdifiato per i corridoi di Hogwarts, ma di George non vi era traccia.
Poi finalmente vide due teste rosse. Fred e Percy duellavano contro due uomini incappucciati. Poco distanti da loro vi erano Harry, Ron e Hermione.
Katerina sentì Percy urlare: “Ah Ministro! Le ho detto che do le dimissioni?” mentre il ragazzo incalzava O’Tusoe mettendolo in seria difficoltà.
“Hai fatto una battuta Perce!” gridò Fred quando il Mangiamorte con cui stava combattendo crollò colpito da tre Schiantesimi. Anche O’Tusoe era a terra e minuscole spine gli spuntavano dappertutto; sembrava che si stesse trasformando in un riccio. Fred guardò il fratello con allegria.
“Hai davvero fatto una battuta, Perce … l’ultima che ti avevo sentito fare era …”
L’aria esplose.

Un’ala del castello era stata colpita da un incantesimo crollando in mille pezzi. Le macerie volarono ovunque. Katerina si gettò a terra riparandosi da un incantesimo Scudo. Di fianco a lei sentì una mano.
Era Fred.
Il ragazzo era stato colpito alla tempia che adesso sanguinava copiosamente. Non respirava più ormai e anche il cuore sembrava aver ceduto, esalando gli ultimi debolissimi atti.
“Fred” sussurrò Katerina al ragazzo scuotendogli il braccio. “Fred” ripeté disperata.
Nessun cenno o movimento.
In un secondo decise cosa doveva fare.
“Transfero vitam” (**) sussurrò Katerina puntando la bacchetta dal suo petto verso quello del ragazzo.
Lentamente il respiro di Fred tornò regolarare. “Grazie” mormorò sollevata la ragazza. In quell’istante il ciondolo bruciò più forte che mai, poi si sganciò di colpo dal suo collo finendole in grembo.
Era bruciato un po’ ovunque e come quella volta che ebbe la sensazione che fosse vivo, che fosse felice per il ritorno di Voldemort, adesso sembrava … morto.
Probabilmente non aveva retto ad un gesto d’amore così grande. Katerina aveva messo a repentaglio la sua stessa vita pur di salvare il gemello di George.
Dopo tutto quello che gli ho fatto … glielo dovevo. Pensò sollevata Katerina. Ora che il ciondolo non era più appeso al suo collo si sentiva diversa, più leggera, come se le avessero tolto di dosso un peso che la opprimeva da ogni parte.
Velocemente bloccò l’emorragia di Fred facendo comparire con la bacchetta garze sterili.
Ma di colpo, si sentì stanca, come se non avesse dormito per intere settimane.
Gli effetti dell’incantesimo iniziavano a farsi sentire.
Intanto il polverone provocato dal crollo andava diradandosi rivelando le figure di Ron, Harry, Hermione e Percy.
“State tutti bene?” chiese quest’ultimo preoccupato.
“Credo di sì …” rispose Hermione guardandosi intorno “Ma dov’è Fred?”
Katerina mise in fretta il ciondolo nella mano aperta di Fred chiudendogliela poi a pugno e corse via più velocemente che poté.
“Laggiù!” disse Harry indicando una figura stesa a terra.
“Fred!” urlò Percy precipitandosi a fianco del fratello. “Respira ancora! Ma … queste bende?”
“Sembra che qualcuno l’abbia medicato …” disse Hermione stupita quanto gli altri.
 

 

***

Non l’avevano vista. Katerina si fermò ansante in un corridoio vuoto tenendosi la pancia.
Le faceva male dappertutto. Ogni singola ossa, ogni centimetro di carne sembrava perforato da una miriade di spilli invisibili.
Ma doveva resistere. Non se ne sarebbe andata finché non avesse avuto la certezza che lui stava bene.
Katerina riprese a camminare velocemente per i corridoi. Non era più in grado di correre. Superò parecchi corpi distesi a terra. Alcuni Schiantati, altri privi di vita. Tra questi ultimi scorse un volto familiare.
La nonna.
Il corpo esanime, supino, gli occhi esaltati, il volto contratto in un ultimo ghigno malvagio.
Katerina non provava odio per lei, nemmeno disprezzo, pietà piuttosto. Pietà per una donna incapace di amare che aveva vissuto una vita nell’oscurità delle tenebre e dell’odio.
“Addio nonna … adesso sono libera …” mormorò prima di superarla e imboccare una rampa di scale.
Poi sentì la voce. Quella voce fredda, sibilante, dritta nella sua testa.
Voldemort ordinava ai suoi di ritirarsi, permettendo ai suoi oppositori di raccogliere i loro caduti. Lui avrebbe aspettato che Harry Potter lo raggiungesse nella foresta.
La ragazza vide la Professoressa Sprite trasportare il corpo esanime di una ragazza Tassorosso in Sala Grande. Decise di seguirla. Se anche George era … non riusciva nemmeno a pensarla quella parola … allora doveva trovarsi per forza là.
Infatti si trovava là. Quando lo vide sentì un tuffo al cuore. Era vivo.
George stava in piedi di fianco alla sua famiglia, la quale era riunita intorno a due corpi distesi, esanimi, che si tenevano per mano. Non riuscì a vedere i loro volti, ma sapere che lui era salvo e così anche la sua famiglia per il momento le bastava.
Uscì dalle mura del castello camminando quanto più velocemente le sue gambe le permettevano e si Smaterializzò.
Un secondo più tardi i suoi piedi poggiarono sul freddo pavimento di casa Rosier.
Le ginocchia le cedettero e stremata, Katerina si accasciò a terra.
 

 

***

Era finita. La battaglia era veramente finita.
Voldemort era stato sconfitto.
“Stai bene Freddie?” chiese George al gemello ripetendo la stessa frase che gli aveva rivolto all’inizio della battaglia
“Sì” rispose Fred, questa volta sereno
“Anch’io” disse George sorridendo “Ma che hai fatto? Quelle bende?”
“E’ una lunga storia …” disse Fred che pure sorrideva
“Adesso che è finita, ho tutto il tempo del mondo”
“D’accordo …” acconsentì Fred, il quale raccontò al gemello quanto era accaduto nell’ala del castello che era stata distrutta; dal suo duello con il Mangiamorte,alla battuta di Percy, fino all’esplosione dove aveva creduto di morire. Invece si era risvegliato con la testa bendata e qualcosa stretto in pugno.
Lentamente Fred aprì la mano rivelandone il contenuto. Un ciondolo con incisa una R.
“Ma questo … è di …” iniziò George stupito
“Katerina sì …” concluse il gemello per lui “Credo proprio che le devo la vita … chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarei stato salvato da una Serpeverde? Beh che ci fai ancora lì impalato? Corri a cercarla!” lo esortò Fred riscuotendo George dallo stato di trance in cui sembrava caduto.
 
Non poteva crederci. Katerina era stata lì, nel mezzo della battaglia e aveva salvato suo fratello. Perché? Guardò in ogni angolo del castello, ma niente, della ragazza nemmeno una traccia. Sperando con tutto il cuore che non  le fosse successo niente andò al San Mungo, dove erano stati trasportati i feriti.
“Mi scusi, Katerina Rosier si trova qui?” chiese George a un apprendista Guaritore di passaggio.
“La Guaritrice Katerina? No mi spiace, sua madre ha detto che non tornerà al lavoro per almeno una settimana … sta molto male”
Lei stava male.
Non perse nemmeno tempo a ringraziare l’apprendista, si Smaterializzò immediatamente, comparendo davanti all’imponente maniero dei Rosier. George si attaccò al campanello pregando che qualcuno venisse ad aprire. Doveva vederla. Era stato così stupido …
“Sì?” disse una donna aprendo il pesante portone. Appena la vide, il cuore di George mancò un battito. Poi si rese conto che non era Katerina. Ma la somiglianza tra le due donne era eccezionale. Doveva essere la madre.
“Buongiorno signora … sono George Weasley …  vorrei vedere Katerina se possibile” disse George
“Sei venuto … speravo tanto che venissi … prego accomodati” disse Alexandra spostandosi leggermente per lasciarlo passare. “E’ di sopra. Prima stanza sulla destra. Le farà piacere vederti.” proseguì facendogli un sorriso di incoraggiamento.
George salì i freddi scalini di marmo giungendo davanti alla porta della ragazza. Esitò un momento prima di entrare. Aveva paura di come avrebbe potuto trovarla. Poi, tremando leggermente, spinse la maniglia ed entrò.
Lei giaceva lì, stesa sul letto, gli occhi chiusi, i capelli castani sparsi sul cuscino in morbide onde e il volto sereno. Sembrava in pace con il mondo.
Bella come se la ricordava.
Facendo attenzione a non svegliarla, si sedette sul bordo del letto e le accarezzò una guancia.
Lentamente un sorriso comparve sul volto di Katerina.
“Sei venuto …” mormorò la ragazza aprendo gli occhi.
“Ssst … non parlare ti sforzi troppo”  la zittì dolcemente George continuando ad accarezzarla.
“No … sto bene … sono solo” si interruppe la ragazza dando un colpo di tosse “sono solo molto stanca …”
“Ho saputo quello che hai fatto. Hai salvato Fred. Perché?” domandò George ripensando a come l’aveva trattata quel giorno in negozio.
“Non sono il tipo da lasciar morire la gente quando mi capita davanti … sono diventata Guaritrice sai?” rispose Katerina sorridendo prima di dare un altro colpo di tosse “E poi … dopo quello che ti ho fatto era il minimo …” proseguì abbassando gli occhi tristemente.
“Perché l’hai fatto?” chiese di nuovo George. Katerina capì subito a cosa si riferiva questa volta.
“Ricordi il ciondolo d’argento che portavo sempre al collo?” cominciò lei, decisa a raccontargli tutto fino in fondo. Basta segreti. Doveva liberarsi anche di questo peso, solo così sarebbe riuscita ad andare avanti, anche se lui non la voleva più. Ormai aveva Alicia.
“Intendi questo?” chiese George tirando fuori dalla tasca una catenina bruciata con un pendente.
“Sì … l’avevo lasciato a Fred nella speranza che te lo desse … così se avessi capito, magari … mi avresti perdonato …” disse Katerina per poi raccontargli lentamente tutta la storia della sua famiglia, del ciondolo e della scelta che era stata costretta a fare.
“Mi dispiace …” singhiozzò alla fine Katerina ormai in lacrime “Non sai quanto mi sono odiata per averti scritto quella lettera …  tu che cercavi una spiegazione e io che non potevo dartela ed ero costretta ad allontanarti anche se ti amavo … ma non potevo lasciarla morire con me!”  concluse la ragazza scossa dai singhiozzi.
Ora finalmente tutto tornava. Aveva sofferto è vero, ma mai quanto lei. Aveva sacrificato se stessa per salvare la madre. Eppure non aveva mai smesso di amarlo. Nemmeno quando le aveva definitivamente voltato le spalle per cercare di superare il suo di dolore.
Ma ora che sapeva, ora che era finita, tutto era diverso.
“Vieni con me … ti porto in un posto … ce la fai?” chiese George tendendo una mano per aiutarla ad alzarsi.
“S-sì …” rispose Katerina afferrando la sua mano tesa.
George la prese in braccio e si Smaterializzò.
“Chiudi gli occhi e non sbirciare” le disse facendole poggiare i piedi a terra e guidandola per alcuni metri.
“Dove siamo?” chiese la ragazza. Poteva sentire le rocce ruvide sotto i suoi piedi nudi e il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli.
“Guarda tu stessa” disse George permettendole di aprire gli occhi.
“Ma è … bellissimo!”esclamò la ragazza ammirando il paesaggio circostante. Si trovava sulla cima di un promontorio a picco sul mare.
“Bello no? Ci veniamo spesso io e Fred … quando abbiamo voglia di stare un po’ in pace, lontano da tutto …” disse George sollevato nel vedere che la ragazza era tornata a sorridere.
“E’ semplicemente stupendo” gli disse rivolgendogli uno dei suoi sorrisi più belli.
“Che dici, è ora di liberarsi di questo ciondolo, no?” disse George porgendole l’oggetto.
“Con piacere!” rispose Katerina prendendo tra le mani il ciondolo bruciacchiato. Lentamente si incamminò fino al ciglio del promontorio, trasse un bel respiro, sentendo la salsedine riempirle le narici e poi lo lanciò.
Katerina lo guardò precipitare nel mare agitato e sparire per sempre tra le onde.
Chiuse gli occhi.
Era andato. Per sempre.
Adesso era libera, completamente.
Sentendosi leggera come non mai, allargò le braccia, mentre il vento le scompigliava i lunghi capelli mossi.
Era una sensazione bellissima. Sembrava di volare.
Poi rise. Un riso genuino, liberatorio. Non rideva così da quando era una bambina.
Sempre sorridendo si voltò verso George sussurrando “Grazie”.
“E adesso? Che si fa?”  chiese Katerina
“Adesso, come in ogni storia che si rispetti, la ragazza corre incontro al ragazzo che non vede da tempo e i due possono finalmente baciarsi appassionatamente!” rispose George rivolgendole il suo solito ghigno malizioso che lei adorava.
“Mi sa che hai visto troppi film romantici, Weasley …” disse Katerina senza smettere un attimo di sorridere
“Colpa di Ginny … nel periodo pre-Potter, quando lui non se la filava, dannatissimo ragazzo, era un continuo!”  sbuffò George
“Ma … e Alicia?” chiese Katerina
“Alicia? Le ho voluto davvero bene, ma … non poteva funzionare … non puoi amare una persona quando con la testa pensi a un’altra. Sì, Rosier, detesto ammetterlo ma sei un chiodo fisso, non ti sei mai levata dalla mia testolina bacata e …” George non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò Katerina tra le braccia, la quale lo baciò come non aveva mai fatto prima.
“Mi sei mancato” sussurrò  poi sulle sue labbra.
“Wow … ma quanto siamo zuccherose oggi ... mi sei mancata anche tu seccatura!” ghignò George riprendendo a baciarla.
“Ti amo” disse Katerina guardandolo nei suoi bellissimi occhi nocciola.
“Hai proprio deciso di farmi venire un infarto oggi?” disse George stuzzicandola.
“Ma stai zitto!” esclamò indignata la ragazza colpendolo sul braccio “Io ti dichiaro i miei sentimenti e tu che fai? sfotti! Bel ragazzo mi sono scelta …” borbottò facend l'offesa.
“Ehi … lo sai che adesso non ti libererai più di me vero?” disse George baciandole il collo morbido “Perché non posso stare senza te” concluse per poi catturare di nuovo le sue labbra.
 

 

***

“No, no e no! Ti ho detto che non ci vengo!!!” urlò Katerina per la quinta volta a un imperterrito George. Non aveva assolutamente intenzione di mollare. Tanto sapeva che alla fine la ragazza avrebbe ceduto.
“E invece ci vieni! Lo sai che è tradizione della famiglia Weasley riunirsi a Natale … andiamo ci saranno anche tutte le rispettive ragazze e mogli dei miei fratelli e Harry!” insistette George
“E allora? Insomma George cosa di diranno i tuoi genitori? Non sono certo la benvenuta ..” protestò Katerina
“Scherzi? Hai salvato Fred! Se non sei la benvenuta tu ..! Mamma mi ha detto di invitarti, anzi praticamente ti costringe a venire e papà muore dalla voglia di conoscerti, perciò alza le tue belle chiappette sode e fila a prepararti!”
“George Weasley! Non prendo ordini da nessuno!” disse infiammandosi la castana “e poi … e poi mi sento a disagio ecco!” concluse mestamente guardando il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo.
“Ah-ah! Dunque è questo il problema … beh Katerina Rosier, prossimamente in Weasley, ti ci dovrai abituare …” disse George ghignado.
“Prossimamente in Weasley? non ricordo che qualcuno mi abbia fatto una proposta di matrimonio di recente…” disse Katerina incrociando le braccia.
“Ma è scontato no? Cioè io ti considero già mia moglie è solo una formalità …”
“Chiacchiere Weasley! resta il fatto che non me l’hai ancora chiesto ufficialmente quindi …” ribatté la ragazza.
“D’accordo hai ragione …” convenne George. Era meglio assecondarla se sperava di portarla a cena dalla sua famiglia. “Ma ti prego, ti scongiuro, ti imploro … vieni?” chiese facendole gli occhi da cucciolo.
“No! E non guardarmi così!” disse Katerina.
“Eddai fallo per me! Ti giuro che se vieni, butterò tutti quei maglioni di lana fatti da mamma che odi tanto!”
“Sul serio?” chiese Katerina illuminandosi di colpo. Quei maglioni erano la cosa più anti-sexy che avesse mai visto in vita sua.
“Promesso!” disse George premendosi le dita sulle labbra in segno di giuramento.
“Ok …” cedette infine Katerina. Tanto sapeva di partenza come sarebbe andata a finire. Quando George si impuntava, sarebbe stato capace di portarla all’esaurimento nervoso pur di farla cedere.
Alla ragazza non rimase altro da fare che dirigersi in camera per vestirsi. Scelse un elegante tubino rosso, con una profonda scollatura sulla schiena. Un velo di trucco, capelli raccolti in un’acconciatura semplice ma elegante che le scendevano da una sola parte coprendole la spalla destra e sandali d’argento a tacco alto.
“Come sto?” domandò facendo un giro su se stessa.
“Sei uno schianto amore! molto natalizia! Speriamo che papà non ti scambi per Babbo Natale … sai ultimamente non ci vede tanto ben ..ahi!” disse George massaggiandosi il punto in cui la ragazza l’aveva colpito con la borsetta senza smettere di sorridere. Adorava farla arrabbiare. Se possibile, diventava ancora più carina.
“ Fai poco il furbo … Babbo Natale potrebbe anche decidere di non farti alcun regalo quest’anno …” disse Katerina guardandolo maliziosamente, mentre George sbiancava.
“Ok … era solo una battutina … prometto che sarò buono buono d’ora in avanti …” disse George cercando di rabbonirla.
“Andiamo và … prima che cambi idea!” disse la ragazza avviandosi fuori dalla porta scuotendo la testa “Uomini … che pazienza …”
 
Alla fine tutti i suoi timori si rivelarono infondati.
I genitori di George si rivelarono due persone veramente gentili, come il resto della famiglia d’altronde. Venne accolta da tutti con calore e la serata passò piacevole e in allegria, soprattutto grazie alle battute di Fred e George e agli scherzi che questi ultimi riservarono a Percy.
“Direi che è ora di un brindisi!” disse Fred alzandosi in piedi con il bicchiere sollevato “Alla meravigliosa ragazza di mio fratello George, senza la quale ora non sarei qui!” proseguì Fred allegramente imitato da tutti gli altri che dissero “A Katerina” facendo arrossire la ragazza.
“Sai che sei adorabile quando arrossisci?” le sussurrò George all’orecchio, ghignando malizioso.
“Stai zitto ...” protestò questa debolmente, dandogli una leggera gomitata.
“E adesso … i regali!!!” esclamò una signora Weasley al culmine della felicità, reggendo in mano almeno una ventina di pacchetti colorati che distribuì in giro.
“E questi sono per voi cari” disse la signora Weasley porgendo due pacchetti sgargianti a George e Katerina.
Trepidante Katerina iniziò a scartare il pacchetto imitata dal ragazzo. Aveva un brutto presentimento. Mise una mano all’interno del pacco e … ciò che tirò fuori fu un bitorzoluto maglione di lana verde con la lettera “K” posta al centro. Lentamente si voltò verso George, il quale, reggendo in mano un maglione identico al suo, ma in blu e con la lettera “G”, tentava in tutti i modi di non scoppiarle a ridere in faccia alla vista della sua espressione.
“Ma è meraviglioso, signora Weasley! grazie!” disse gentilmente Katerina a Molly, la quale le rivolse un sorrisone enorme. “Di niente, cara, figurati!”
“Mamma ce ne regala uno a ogni Natale … non te ne sbarazzerai mai!” le sussurrò George che aveva quasi le lacrime agli occhi dal ridere.
“Questo non me l’avevi detto, imbroglione!” protestò la ragazza sottovoce.
“Devo essermene dimenticato …” disse George con fare innocente, schioccandole poi un bacio sulla guancia.
 
La neve scendeva copiosa, imbiancando la campagna circostante casa Weasley.
Katerina alzò il volto verso il cielo e un fiocco di neve le si posò sulla punta del naso.

 

“Ehi … che fai qua fuori? Si gela …” disse George raggiungendola e toccandole la punta del naso per liberarla dal fiocco.
“Lo so … ma è così bello” rispose sorridendo Katerina stringendosi nel cappotto.
“Molto romantico vero? Stavo pensando che forse … è il momento giusto per …” disse George mentre si inginocchiava a terra.
“No!” esclamò agitata Katerina portandosi le mani alla bocca, prevedendo ciò che stava per accadere.
“Katerina Rosier … Vuoi sposarmi?” disse George aprendo la scatolina che teneva in tasca rivelandone il contenuto. Un anello d’argento, sottile, semplice ed elegante, con incastonati tre piccoli diamanti.
Katerina non rispose nemmeno, ma si gettò su George atterrando nella neve su di lui, e lo baciò.
“Lo prendo come un sì!” disse George sorridendo per poi riprendere a baciarla.

 

***
 

17 years later …

 
 

“Adam! Zack! Volete scendere sì o no??” urlò Katerina dal piano di sotto.
“No!” risposero in coro i due ragazzini scoppiando a ridere.
“Molto divertente! Bene vorrà dire che io andrò in stazione da sola a salutare i vostri cuginetti che partono per Hogwarts mentre voi restate qui!” minacciò la donna avviandosi verso la porta.
“Noooo aspettaci mamy!!!” urlarono i due correndo a perdifiato per le scale sbattendo accidentalmente una gabbietta da una parte all’altra del muro facendo un gran baccano.
Due ragazzini di undici anni, identici fino all’ultima lentiggine, entrambi dotati di capelli rosso fiamma, fecero capolino dalle scale.
Erano la copia sputata di Fred e George da piccoli. Due pesti. Due tornadi.
“Ma cos’avete fatto a quella povera Puffola?” chiese Katerina guardando scosolata la Puffola Pigmea all’interno della gabbia, che giaceva a pancia all’aria con le piume tutte arruffate.
“Io l’ho detto a Zack di non darle tutti quei biscotti!” si discolpò Adam
“Guarda che i biscotti non c’entrano! Sei tu che non dovevi correre con la gabbia in mano!” ribatté Zack.
“Eccoci! Siamo pronti anche noi” disse George, comparendo dalla camera da letto per mano a una graziosa bambina dai boccolosi capelli castani che assomigliava prodigiosamente alla madre.
“Posso avere anche io una Puffola mamy?” chiese la bimba
“Non ora Hayley , tesoro. Magari ti regaleremo una bella civetta, quando sarai più grande, che dici?” disse Katerina, mentre la bimba le saltava in braccio annuendo felice. La donna le diede un bacio sulla guancia morbida per poi rivolgersi al marito “Ci pensi tu con i bauli dei ragazzi?”
“Agli ordini capo! Forza voi due, muoversi!” aggiunse poi rivolto ai gemelli “Lo zio Fred ci starà aspettando da mezz’ora!”
“Ma se è sempre in ritardo quanto te!” protestò Adam seguendo la madre fuori dalla casa.
“Su questo, amore, non posso dargli torto” disse Katerina rivolgendo a George un piccolo ghigno.
 

 

***

I gemelli, Adam e Zack, salirono sull’Espresso di Hogwarts insieme ai cugini James, Victoire e Molly Jr. Era il loro primo anno ad Hogwarts ed erano tutti eccitatissimi, ma mai quanto i gemelli, impazienti di scoprire ogni segreto del castello e di combinare quanti più guai possibile.
“Beh allora divertitevi!” li salutò Katerina dopo averli stretti in un ultimo abbraccio “E fate i bravi!” aggiunse poi in tono di avvertimento.
“Sì, sì, non ti preoccupare mamy! Saremo due angeli!” la rassicurò Zack mostrando un sorriso a trentadue denti.
“Ehi Zack! L’hai presa la Polvere Buio Pesto? E le Caccabombe?” chiese Adam al gemello in un sussurro che però venne udito da entrambi i genitori.
“Adam!!” ammonì George
“Sì?” disse questo guardando il padre con l’espressione più innocente che riuscì a fare.
“Non so proprio da chi abbiano preso …” disse Katerina voltandosi verso il marito rivolgendogli un’occhiata sorniona. George sorrise, prima di schioccarle un bacio sulla bocca.
“Che schifo si baciano sempre!” sentirono protestare Zack dal treno che iniziava ad allontanarsi.
“Ci vediamo a Natale ragazzi!” gridò Katerina per farsi sentire sul frastuono del treno. “E ricordatevi che io e papà vi vogliamo bene!”
“Anche noi ve ne vogliamo!” urlarono i gemelli, le cui testoline rosse fecero capolino dal finestrino.
Katerina e George rimasero a guardare il treno che si allontanava portando i loro figli verso una nuova avventura, mentre la piccola Hayley si divertiva a rincorrere le nubi di vapore.
“Mi mancheranno un sacco …” mormorò Katerina tristemente.
“Anche a me … ma guarda il lato positivo … mooolto più tempo per noi” disse George rivolgendole un sorriso malizioso.
“Uhm … idea allettante in effetti … da quant’è che non mi baci come si deve George Weasley?” disse Katerina a pochi centimetri dal suo volto.
“Troppo in effetti …” confermò George e proprio quando le loro labbra stavano per unirsi …
“Paaaaapy? Mi prendi in braccio?”
 
 

 

The End
 

Note:
(*) Il brano che ho inserito è il ritornello della canzone "Sitting Down Here" di Lene Marlin.
(**) L'incantesimo è stato totalmente inventato da me ispirandomi al latino.
La parte scritta in viola è copiata pari pari dal 7° libro di Harry Potter.
Non ho assolutamente idea delle età di James Jr, Molly Jr, e Victoire, dunque nella ff ho scritto che andavano tutti al primo anno, ma è molto probabile che sia sbagliato (anzi ne sono quasi sicura).
Pooooi, ultima cosa ma non meno importante, vi sarete accorti che nella mia storia Fred è ancora vivo!!!!
Ebbene sì, per quanto io ADORI la zia Row e la stimi profondamente, non ho potuto fare a meno di lanciarle qualche insultinoinoino, per aver fatto morire Fred. Non-si-può!!!! che gli aveva fatto povero il mio Fred?!?
IO NON ACCETTO LA SUA MORTE.
Perciò non potevo fare altro che resuscitarlo io. u.u

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: AryaH