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Autore: kikka97    28/07/2011    7 recensioni
Quando tutto ti sembrava ormai scritto, quando qualcuno ti ha fatta rialzare da terra, quanto la tua vita ha preso una svolta, quando hai potuto amare l’inamabile liberamente, quando tutto è perfetto, cosa può mai succedere?
La vendetta di chi non ha avuto una seconda possibilità, ecco cosa devi temere.
Davanti a loro la neutra rideva compiaciuta della splendida opera.
-è questo quello che vorrebbe Tayco? Vederti ucciderci tutti in questo modo?-
Una domanda carica di dolore, una domanda compiuta da chi ha visto spezzarsi la sua vita sotto gli occhi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La nostra nuova vita.'
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Ciao,
non ho idea di quanti mesi siano passatti dall'ultimo capitolo postato, e mi scuso, anche se ormai sono imperdonabile. Ringrazio comunque tutti quelli che hanno recensito, siete magnifici, come sempre! Un bacio, perchè senza di voi questa storia non sarebbe esistita. Ora vi lascio alla lettura, fatemi sapere cosa ne pensate, ormai siamo quasi alla fine ve lo dico, due, massimo tre capitoli e heart i poteri del cuore potrà definirsi una storia completa, dopo ci sarà il seguito, ma per quello ci vorrà un bel pò....
Buona lettura!


PS: ho provato ha cambiare il congnome di Raf per non fare sempre lo stesso che c'è.nelle altre ficcy.



Rinforzi.




Un tiepido raggio di sole le illuminò il volto. Lentamente l'angel aprì gli occhi e stiracchiandosi si porto a sedere. Spostò lo sguardo verso la finestra, che, anche se chiusa, lasciava una piccola scia luminosa. Calzò le ciabatte e aprì le ante bianche mentre la luce del mattino la inondava. Guardò incantata il paesaggio circostante: la neve che era scesa durante la notte aveva trasformato il colorato paesaggio autunnale in uno invernale, candido e natalizio. Chiuse accuratamente i vetri della finestra e prese dall'armadio un paio di jeans, una maglietta bianca e una felpa d'orata. Si lavò e cambiò velocemente, ricordandosi dell'appuntamento con Miki e Dolce.
-Ciao mamma!- Salutò l'angel quando entrò in cucina.
La madre di Uriè era pressoché la copia della figlia. Anch’essa infatti aveva carnagione scura, occhi grandi e viola e lunghi capelli neri e ricci, che a differenza della figlia, teneva sciolti sulle spalle.
-Ciao Uriè, hai dormito bene?-
-Benissimo, tu?-
-Bene, grazie cara. Ora io vado al lavoro, tu devi fare qualcosa di particolare oggi?-
-Mi devo vedere con Dolce e Miki al bar-caffè in centro, oggi pomeriggio mi metto a studiare algebra e se riesco a finire inizio anche storia angelica.-
-Brava, a, dimenticavo!- Esclamò la madre di Uriè portandosi una mano alla fronte e poi afferrando una busta sul tavolo- è passato il postino, c’è una lettera dalla Golden School. Ora vado, ciao e buona giornata!-
-Ciao!- La salutò la figlia che poco dopo si avviò nuovamente in stanza per mettersi un paio di stivali, un cappotto beige, sciarpa e cappello, era finalmente pronta per uscire.
Scese di corsa le scale, fece per prendere le chiavi di casa ma un piccolo dettaglio sul tavolo la bloccò. La busta che prima le aveva dato sua madre era lì, vicino al piccolo vaso di fiori, pronta per essere aperta e letta.
Appoggiò il mazzo di chiavi e si sedette per leggerla. Prima riguardò il mittente, c’era scritto solo Golden School, lei si aspettava fosse una lettera di Raf, in tal caso dovevano scrivere Raf De Angeli. Aprì la busta e ne estrasse un sottile foglio bianco che tenne ben saldo tra le mani. Era scritto in nero da una calligrafia minuta e ordinata, di un angel sicuro. Iniziò a leggere attentamente il contenuto della busta, non ancora conscia del gravante significato di quelle parole:
 
Salve signorina Uriè,
le scriviamo per chiederle l’adesione al corpo di protezione della Terra per la critica situazione che stiamo affrontando. Non siamo tenuti a spiegarle ora i dettagli o specificare i particolari degli avvenimenti che ci spingono a chiederle la sua adesione, questo avverrà solo ed esclusivamente se lei accetterà l’incarico di protezione della Terra, e con essa, di tutti i terreni e i sempiterni che ci vivono. Non nascondiamo che mette in gioco la sua vita se accetterà l’incarico, ma non le negheremo l’onore di essersi sacrificata nel tentativo di salvare l’umanità. L’adesione è libera.
Michele Seraficini.
 
Una goccia di sudore calò sulla fronte della giovane che con un rapido gesto della mano scacciò. Rilesse molte volte quella lettera mentre il cuore aumentava sempre più i suoi battiti. Lascio scivolare il foglio che cadde dolcemente sul tavolo portandosi poi le mani al viso. Quelle parole erano così chiare e precise ma allo stesso tempo così cariche di dubbi e domande. Cosa stava succedendo sulla Terra? E chi era quel Michele Seraficini? Perché non era stata informata da Raf e Sulfus oppure dal professor Arkan? E poi perché serviva proprio il suo aiuto? C’erano gli stagisti che potevano combattere, dopotutto anche lei l’anno scorso l’aveva fatto con Reina. E sa gli stagisti non fossero bastati, perché non avevano avvisato dei veri guerrieri? E le sue amiche? Saranno state informate? Come si doveva comportare? Dire tutto a Miki e Dolce o tacere finché loro non avrebbero toccato l’argomento?
-Ma cosa sta succedendo!?- Urlò improvvisamente portandosi le mani alle tempie e massaggiandole, e mentre cercava di versarsi un bicchiere d’acqua fresca, un improvviso suono la fece sobbalzare. Si girò di scattò osservando il telefonino sul tavolo che continuava a vibrare con una scritta bene in vista sullo schermo: Dolce.
Si precipitò per rispondere e lanciando un’occhiata all’orologio: era in ritardo di dieci minuti e Dolce non poteva ritardare una mattinata di shopping, questo si sa.
-Pronto Dolce.-
-Uriè, ma dove sei finita? Sono ben dieci minuti che io e Miki ti aspettiamo davanti al bar, dai che dobbiamo andare a fare shopping!-
-Scusami Dolce, ho avuto un piccolo … ehm … contrattempo, arrivo subito!-
-Perfetto! Ci divertiremo un mondo, sicuro!-
-A presto.-
Uriè chiuse in fretta la chiamata, infilò cellulare e lettera nella borsa e afferrò le chiavi. Dopo aver chiuso casa si diresse a passo spedito verso il centro, dove Miki e Dolce l’aspettavano. Il bar-caffè distava circa 5 minuti da lì, minuti però che Dolce non le avrebbe perdonato, doveva volare. L’angel spalancò le grandi ali bianche e stando attenta ad evitare il traffico volò sino al luogo dell’incontro. Quando vide le sue migliori amiche ritornò a terra e corse verso di loro.
-Miki! Dolce! Che bello rivedervi!- Le salutò lei abbracciandole.
Il lavoro di Guardian angel non permetteva alle tre ragazze di incontrarsi molto spesso, infatti era da qualche settimana che non si vedevano.
Dolce era impeccabile come sempre. Indossava un cappotto rosa chiaro, dei jeans blu con degli stivali bianchi che le arrivavano poco sotto il ginocchio, dello stesso colore della sciarpa e del cappello.
Miki invece era più sportiva e portava un bomber blu scuro, degli stivali marroni che le arrivavano sino alla caviglia, un paio di jeans, sciarpa e berretto rossi, insomma, la prima cosa comoda che aveva trovato nell’armadio.
-Tu come stai Uriè?-
A quella domanda la mora si chiese se doveva raccontare loro della lettera, ma poi preferì tacere.
-Bene grazie. Però non capisco, siamo guardian angel, ma alla fine alcune delle materie che studiamo sono le stesse che c’erano alla Golden, che per di più sono orrende!-
-Come algebra! Io non capisco a cosa ci possa servire con i terreni quella materia!- Si lamentò Dolce.
-è un vero mistero Dolce!- Ammise Miki mettendole una mano sulla spalla.
-Dai ragazze, entriamo a fare colazione e poi via di corsa al centro commerciale!- Disse Uriè entusiasta.
Le tre entrarono nel bar e tutte ordinarono un cappuccino, accompagnato nel caso di Miki da una brioche al cioccolato, per Dolce da qualche pasticcino mentre per Uriè da una ciotola di macedonia.
-Hey Miki, guarda un po’ chi c’è!- Squittì improvvisamente Dolce.
Miki si girò di scatto e successivamente ritornò a fissare il suo cappuccino rossa come un pomodoro. Poco dietro di loro un giovane Guardian Angel stava ordinando il suo pasto al bancone. Come non riconoscerlo! Alto, di un biondo scuro, e semplicemente stupendo.
-E così ti piace Gabi!- Esclamò ridendo Uriè facendo arrossire ulteriormente l’angel dai capelli blu.
-Non è vero, lo trovo carino e basta.- Ribatté lei in tono poco convincente.
-Gli angeli non mentono cara, ihih.-
-E va bene! Però abbassate la voce!-
-Ih ih.- La risata acuta di Dolce però sovrastò ogni rumore del locale e Gabi accorgendosi di loro si avvicinò con un sorriso che fece sciogliere l’agitatissima Miki.
-Ragazze! Che piacere vedervi qui ad Angie Town! Vedo che siete diventate tutte Guardian Angel!-
-Ciao Gabi! - Lo salutarono in coro le tre. –Già, siamo state tutte promosse, alla faccia di quei devil!- Aggiunse Uriè.
-Ma … Raf? Non sarà mica stata …?-
-Bocciata? No! Lei, ha avuto un incarico un po’ particolare, è un po’ lunga la storia da spiegare.-
-Scusate ragazze, facciamo una chiacchierata un’altra volta, ora il lavoro chiama, scusatemi tanto, ci vediamo!-
E così l’angel volò rapido fuori dal locale, lasciando una Miki sognante e Uriè e Dolce sbalordite dalla velocità con cui era uscito.
Quando tutte e tre ebbero finito si diressero svolazzando fino al centro commerciale.  Era una struttura candida, imponente e moderna. Tra le grandi finestre blu spiccava in oro la parola francese Anges.
Si può immaginare ciò che accadde durante la mattinata. Una Dolce più pazza che mai che scattava da un negozio di nuovi occhiali da sole a uno di costumi all’ultima moda scontati al 30%, rincorsa dalle povere Miki e Uriè che faticavano a starle dietro. Tra centinaia di vestiti provati e decine di negozi svaligiati arrivò mezzogiorno e le angels decisero di fermarsi per il pranzo in una pizzeria nel centro. Era da parecchio tempo che le tre non si cimentavano in spese folli come quel giorno, più precisamente da circa un anno, quando Raf aveva un appuntamento con Sulfus e Dolce decise di vestirla a nuovo.
Durante il pranzo commentarono ognuna i nuovi abiti comprati e le occasioni in cui li avrebbero sfoggiati. Dolce fece ancora qualche allusione a Gabi, cosa che fece infuriare Miki e divertire Uriè.
-Bene ragazze.- Iniziò Uriè dopo aver finito la sua pizza –che si fa ora?-
-Che ne dici se portiamo a casa le borse e andiamo a fare un giro al parco?- Propose Miki.
-Sarebbe un’idea. -
-Andiamo allora.-
Le tre si alzarono e presero ognuna le proprie borse con tutti i vestiti e gli accessori appena comprati. Proprio in quel momento accadde quello che Uriè non si sarebbe mai aspettata, ma dopotutto, non si poteva evitare, la verità sarebbe venuta a galla, prima o poi. Nel portarsi la borsa alla spalla, la lettera dalla Golden School scivolò e cadde sul pavimento.
-Uriè! Ti è caduto qualcosa, aspetta che lo raccolgo.- E così Dolce si chinò per afferrare la busta lasciando cadere lo sguardo sul mittente, appena capì di cosa si trattava sul suo volto si disegnò una O.
-U-Uriè…ma questa viene dalla Golden…- Balbettò la rosa.
Allora Miki si avvicinò e lesse ciò che era scritto sulla busta bianca che conteneva la lettera di Seraficini Michele, anche lei rimase stupita e guardò Uriè con aria interrogativa.
-Ehm … ragazze, io volevo dirvelo però … non sapevo come fare … -
Cercò di scusarsi Uriè. Lo sapeva! Doveva dirglielo subito e non fare finta di niente. A cosa sarebbe servito tacere? Se fosse andata sulla Terra l’avrebbero scoperto comunque.
-Non è di Arkan giusto?- Chiese Miki.
-Come … come fai a saperlo?-
-Semplice, l’hanno inviata anche a me. -  Confessò la blu guardandola negli occhi leggermente preoccupata del contenuto, anche lei quindi non sapeva se agire o se rimanere a Angie Town.
-è di un certo Serafico, no no, Seraficino, no no … - Disse Dolce.
-Seraficini, Michele Seraficini.- Concluse Uriè. -Quindi...è arrivata anche a voi?-
-Già, stamattina. E non so che fare, il significato è chiaro, se va bene si torna a casa, se va male … ehm … -
-si lascia la pelle.- concluse la mora. Dolce decise di non proferire parola. L’argomento era estremamente serio e così irreale! L’ultima visita alla scuola l’avevano fatta al compleanno di Raf, pochi mesi prima, e pareva che tutto andasse a gonfie vele. Ora invece che stava accadendo sulla terra? Raf e Sulfus stavano bene? I devil ne sapevano qualcosa?
-Voi avete accettato?-Chiese timidamente Uriè.
-Io vado!- Fu Dolce a parlare attirando lo sguardo della altre due. –Non mi importa se è pericoloso, se è per Raf si fa!- I suoi occhi non la tradivano, erano sicuri, decisi, determinati. Mentre Uriè e Miki parlavano aveva preferito tacere ascoltando le loro ipotesi. La rosa durante il discorso delle amiche arrivò alla soluzione che se loro rischiavano la vita, l’avrebbe rischiata anche Raf, e restare con le mani in mano mentre un’amica era in pericolo era una cosa che Dolce proprio non sopportava.
-Dolce, qua si parla di mettere in gioco la nostra vita, non dovremmo decidere con calma?- Suggerì Uriè, cosa che fece andare leggermente su di giri la rosa, che ribatté
-Ma si parla anche della vita di Raf! Nella lettera non lo dice quello, ma è ovvio! Se c’è qualcuno che minaccia la Terra tutti i suoi abitanti sono in pericolo, compresi i nostri amici! E stare qua a vedere le persone a cui tengo che soffrono senza alzare un dito è una cosa spregevole!-
Uriè e Miki abbassarono la testa qualche secondo. Dolce aveva perfettamente ragione, come potevano essere state così egoiste? Dovevano agire, come ogni angel avrebbe fatto nel loro caso. Non ci fu bisogno di altre riflessioni, le due alzarono la testa e dissero:
-IO CI STO, ANDIAMO!-
Non sapevano ancora che la stessa decisione era stata presa dai tre devil che tutti conosciamo bene: Gas, Cabiria e Kabalè. Con lo stesso ragionamento i sei sempiterni scrissero una lettera di risposta alla Golden School, erano pronti a proteggere la Terra, i suoi abitanti e i loro amici, a qualsiasi costo.
                                                                            
                                                                                        ****
 
I rapidi passi risuonavano nel lungo corridoio, l'angel bussò timidamente aspettando la voce del collega che gli dava il permesso per entrare.
-Avanti.- Michele Seraficini si trovava alla scrivania del suo ufficio stringendo tra le mani sei lettere. Posò i foglio e fissò Arkan.
-Buonasera.-
-Buonasera Michele, mi ha chiamato? –
-Si, volevo darle della notizie. Si accomodi pure.-
-Grazie, di che si tratta?-
-Dei suoi ex studenti. Ho chiesto il loro aiuto stamattina.-
-O, bhè, è una decisione importante, dovranno prendersi un po’ di tempo per fare la scelta giusta…-
-In realtà, Arkan.- Lo interruppe Michele –Hanno già scelto, tutti e sei sono pronti, verranno quando chiederemo loro aiuto. Non userò la posta, bensì un messaggio vocale di emergenza, loro potranno riceverlo tramite una nuova tecnologia che gli ho inviato poco fa insieme a tutti i dettagli.-
-Benissimo ma…- Arkan non era sicuro di dover parlare o meno, mettere in dubbio la parola di un veggente come Michele non rientrava nell’educazione di un angel del suo rango, ma domandò lo stesso –Ma è sicuro che sia necessario? Io non ho mai visto niente, stiamo facendo ipotesi e…-
-è necessario, e le visioni di Raf non sono ipotesi! Non lo sente anche lei quel brivido? Non si sente spesso inquieto? Non penserà mica che il settimo senso si attivi così per caso? E io e Raf ne abbiamo la prova! Anzi, Raf stessa ne è la prova!-
-Ma…ma lei sa chi c’è dietro a tutto questo? Sono Tayco e Sai, giusto?-
Michele sogghignò, aveva riflettuto molto insieme a Raf, Tayco e Sai non erano di certo la chiave del mistero, bensì una creatura molto potente in grado di instaurare un controllo mentale. –Non sono loro come si immagina Arkan, bensì, credo che sia lei … di nuovo … -
  
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