I think I'm drowning
Asphyxiated
I wanna break the spell
You've created.
 
-Ti amo-.
“Ti amo”.
Joshua soffiò quelle parole sulle labbra di Juliet.
-Juliet…-
-Dimmi, Jos-.
-Hai mai scambiato l’inferno per il paradiso?-
-Tutti i giorni, Jos-, e la ragazza guardò il ragazzo negli occhi; -tutti i giorni-.
-Mi staresti accanto anche se dovessi sbagliare?-, il biondino si alzò dall’erba poco umida.
Juliet ci pensò un po’. Dipendeva. Dipendeva da tutto.
Sbagliare è un verbo troppo generale. Si può sbagliare a parlare, a contare, a disegnare, ad amare.
-Sbagliare, in cosa?-
Joshua stava camminando avanti e indietro.
-Sbagliare, errare-, quasi inciampò, -…confondersi-.
-Puoi confondere un tulipano per un papavero, ma non un “ciao” per un “addio”-.
Joshua si fermò di colpo. Si girò verso la sua ragazza.
Osservò quel mare nei suoi occhi e quei tramonti sulle sue guance.
Come poteva sbagliare?
Come poteva pensare che non fosse lei?
Come poteva non amare? Amare lei. Amare l’amore.
-Ti prometto-, sussurrò, -che non me ne andrò via fino a quando non lo vorrai tu-.
“Te lo prometto”.
-E adesso cosa c’entra?-.Juliet non capiva.
I soli delle sue guance erano ancora più infuocati.
-J., lascia stare. Sono solo un po’ stanco, in questo periodo-.
All’improvviso, uno, due, tre pezzi d’anima furono regalati alla ragazza; i baci che Jos le stava regalando erano soffocati da una certa aura di amore più profondo del solito, mai percepito, mai sentito prima.
“Si, mi sta dando l’anima”.
Il biondo posò le mani sulla schiena di J., scendendo piano piano sempre più giù, avvicinandola a sé.
 
“Sì, certe volte l’inferno è davvero un incantevole paradiso”.