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Autore: Hikari93    29/07/2011    3 recensioni
Naruto è un ragazzino ricco, che si ritrova, quasi per puro caso in un locale niente male, soprattutto per quanto riguarda un cameriere moro dalla "doppia personalità". Niente di complicato, se vi va, leggetela.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 NON TI PARLO PIU'

 

 

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 Resto a bocca aperta, le guance che mi si colorano leggermente solo a pensare a Sasuke insieme a quel tipo dagli strani occhi fucsia. Il mio ragazzo mi ha appena rivelato di aver avuto un ex ed io ne sono rimasto colpito. Offeso? Arrabbiato? Geloso? A dirla tutta, non so nemmeno io come dovrei sentirmi. Fatto sta che immaginare le labbra del mio Sasuke, poggiate su qualcuno che non sia io, mi fa andare in bestia, mi innervosisce. Stringo i pugni, imponendomi di respirare e di mantenere la calma. La strada affollata non è certo il posto migliore per farsi sopraffare dalle emozioni. E’ sera, ma non una sera qualsiasi: è Sabato. E di Sabato le strade sono piene di gente: no, non è proprio il caso di arrabbiarsi. Almeno non qui.
-Dormi da me?- domando, pizzicandomi una la coscia da sopra i pantaloni, per resistere alla tentazione di urlargli contro. Vorrei anche evitare di voltarmi verso di lui, ma, alla fine, non posso fare a meno di guardarlo negli occhi. Mi fissa con un sopracciglio inarcato, come se si stesse chiedendo come mai ho rinunciato al discorso di poco prima. Non è che l’ho lasciato correre, ma semplicemente l’ho rimandato, teme.
-Mh, posso.- bisbiglia, cominciando a incamminarsi verso casa mia. Ormai, ne conosce la strada a memoria.
Lo seguo a ruota, perdendomi nei miei pensieri, rimuginando su tutto ciò che gli dirò non appena saremo arrivati. Ma, forse, prima dovrei chiarire quelli che sono i miei veri sentimenti. Di sicuro, la notizia ha fatto scattare qualcosa dentro di me, qualcosa che, però, non è del tutto definito. Si tratta di un torpore alla pancia che mi porta a digrignare i denti e a stringere forte i pugni, tanto da farmi del male con le unghie nella carne. Deglutisco, alzando la testa, che avevo tenuto bassa, e osservando la figura snella di Sasuke che mi distanzia sempre di più. Senza intimargli di fermarsi, accelero, mogio e chiuso in me stesso. Dannazione! Pensare il suo corpo tra le mani di quel Suigetsu mi sta facendo impazzire: eppure, non mi servono conferme per provare l’amore del teme per me – quelle, infatti, credo di averle già avute, viste come si è consolidato il nostro rapporto –, tantomeno credo che ci sia qualcosa tra il mio lui e quello lì… e, allora, perché non riesco semplicemente a starmene calmo? Cos’è che mi ha infastidito? E’ questo che non riesco a capire. Forse che Sasuke non è stato chiaro con me? Ma che sarebbe cambiato se me l’avesse detto?
Mah, a furia si scervellarmi troppo, potrei uscire di testa. E dire che non è da me ragionare troppo, né mantenere il broncio. Sospiro, tanto forte da farmi udire anche da Sasuke.
-Aspettami, teme.- lo richiamo, correndo verso di lui.
 
Che fosse stato meglio non dire niente al dobe? Beh, tutto sommato non mi sembra qualcosa di esagerato, qualcosa per cui prendersela. Suigetsu è il mio ex, cioè è stato il mio ragazzo. Prima, non ora. E’ tanto difficile capirlo per quel dobe? Non è certo la prima volta che me lo ripeto, ma faccio proprio bene a chiamarlo dobe. Inoltre è stranamente lunatico, chissà che gli salta per la testa.
Entro dieci minuti ha cambiato più volte umore: non appena gli ho rivelato la verità, se l’è presa con me. Dopo appena cinque secondi si è calmato, chiedendomi se volessi andare da lui. Poi, se ne è restato mogio mogio alle mie spalle, riflettendo – parola grossa, per lui – su chissà che. Ed ora, come se non bastasse, mi ha richiamato all’attenzione, utilizzando il suo solito e allegro modo di fare. Pensavo di aver minimamente capito come fosse fatto e come dovessi comportarmi con lui: mi sbagliavo, mi duole ammetterlo, anche perché un Uchiha non sbaglia mai.
-Teme, che cosa vorresti fare domani?- la sua voce mi arriva squillante ai timpani, e quasi mi prende alla sprovvista.
-Mh, per me è indifferente.- rispondo senza voltarmi, le mani in tasca e il passo deciso. Talvolta alzo la testa per osservare alcuni moscerini intenti ad avvicinarsi pericolosamente alla luce dei lampioni.
-Ci deve essere qualcosa che vuoi fare!- insiste, avvicinandosi e mettendomi un braccio intorno al collo.
-Non ho particolari preferenze.- ribadisco, sperando di poterlo far tacere. Ma che vana speranza! Far star zitto Uzumaki equivale ad un miracolo. Sebbene abbia tentato di mettere un punto a questa patetica e improvvisata discussione, so bene che il dobe non sarà del mio stesso pensiero e che ritornerà presto all’attacco. Secondo me, ha sparato la prima sciocchezza che gli è venuta, solo per distrarsi da Suigetsu. Quanto è amorevolmente ridicolo il mio dobe?
-Certo che parlare con te è inutile. E uno cerca di darti un minimo di spazio, di farti decidere.- sta zitto per… un istante infinitesimo? –E, invece, tu stai sempre rintanato dentro di te, a pensare chissà cosa e chissà chi.- sottolinea quel chi in modo eloquente: proprio la conferma che mi serviva.
-Naruto Uzumaki Dobe, smettila con questa storia.-
-Quale storia? Non c’è alcuna storia che sto tirando in ballo, solo perché il ragazzo, che ha attualmente una storia con me, non mi ha detto della storia che ha avuto con un altro.- sbotta, accompagnando le parole ai gesti.
-Sei alquanto ridicolo, testa quadra.- è l’unica affermazione che riesco a dire, davanti alla sua cocciutaggine a alla sua infondata gelosia.
-Certamente, perché tu non lo sei, Uchiha, quando diventi verde dalla rabbia per il professor Sabaku!- dice, col tono di chi la sa lunga.
-E’ un discorso diverso: è evidente che quello lì dai capelli rossi ti sbava dietro.- digrigno i denti e stringo i pugni, mentre lo dico -Mentre Suigetsu è acqua passata. Punto.-
-Forse il signorino perfettino non ha notato come è stato guardato da “acqua passata”.-
Accelero il passo, sperando così di non sentire più la sua voce.
-E’ solo la tua fervida fantasia, dobe.- ci provo di nuovo: potrei definitivamente perdere le staffe se non se ne sta zitto.
-Anche con Gaara è la tua fervida fantasia.- mi fa lui, sicuro di sé stesso.
Una vena comincia a pulsare fortemente sulla mia tempia, mentre le nocche diventano bianche tant’è che lo sto stringendo. Di impulso, mi girerei e afferrerei il dobe per le spalle, costringendolo a guardarmi, per fargli capire che davvero lo amo e che nessun altro esiste per me, oltre lui. Ma non posso arrendermi così facilmente, non posso fare quello che voglio: non davanti alle persone e non con Naruto che ancora non capisce ciò che sto gentilmente cercando di dirgli.
-Dobe, conosci il significato della parola ex? Comincio ad avere dei seri dubbi, a riguardo.- lo punzecchio: in un certo senso, non riesco nemmeno più ad essere arrabbiato con lui. Anzi, ammetto che mi sto proprio divertendo a sentire come reagisce.
-Certo che la conosco, e anche bene! E tu, invece, lo sai che le relazioni passate si devono dire ai propri ragazzi?- domanda, ostentando sicurezza, ma mi sembra piuttosto impacciato.
-Non mi sembra che sia d’obbligo.- mantengo un’andatura regolare, permettendo al biondo di raggiungermi ed affiancarmi. Però non sollevo lo sguardo, perché so che a lui dà fastidio questo mio atteggiamento. E vederlo irritare mi diverte, mi affascina, mi eccita.
-Ma sarebbe corretto, teme dei miei stivali!- sbotta, imbronciandosi, divenendo tenero come un bambino capriccioso.
-Non mi pare che tu mi abbia parlato delle tue storie passate, dobe.- parlo con calma, guardandolo in viso. Lui ha lo sguardo rivolto altrove, ma non mi sfugge il rossore che gli arriva fino alla punta delle orecchie.
-Beh, ecco, non ne ho avute, perciò. Tu sei il primo… che avrei dovuti dirti?- è in imbarazzo, ed è semplicemente adorabile. Ha balbettato tutto e, se ne fossi stato capace, sarei scoppiato a ridere.
-Oh, scapolo prima di incontrare me, mh?- lo stuzzico.
-Perché scommetto che tu ne hai avute di relazioni, prima di me, vero?- antepone una risata leggermente nervosa, prima di buttare tutto fuori. Devo ammettere che questo gioco mi sta divertendo.
-Oh sì, ma considerando come hai reagito sapendo solo di Suigetsu… credo che non sopporteresti se ti parlassi anche di altre, eventuali relazioni.- mento, sapendo che il mio dobe diventerà matto.
-Teme, non prendermi in giro.- urla, afferrandomi per la spalla. Mi libero dalla sua presa con un semplice gesto, per poi ricominciare a marciare. La strada per casa sua non mi è mai sembrata tanto lunga. Beh, tanto meglio: potrò divertirmi ancora un po’.
-Cambiando discorso: allora, che faremo domani? Insomma, cos’hai deciso?- continuo a mantenere un tono ed un’espressione neutrale, ma è inutile dire che ho cambiato argomento di proposito e che sono curioso di conoscere la prevedibilissima reazione di Naruto.
-Non cambiare discorso tu! Adesso mi elencherai tutti quelli con cui sei stato!- mi supera con una breve corsa e mi punta il dito contro, costringendomi a fermarmi. Osservo scocciato il suo indice contro il mio stomaco, scostandolo stizzito.
-Non c’è altro da dire su di me. Se anche volessi raccontarti della mia vita privata – prima d’ora, s’intende -  non la finiremo mai. Lascia stare, credimi, è meglio.- lo scarti di lato.
-Se non me lo dici non ti parlo più.-
Mi fermo, basito, girandomi verso di lui con un’espressione molto più che sorpresa. La bocca semiaperta e gli occhi che lo scherniscono per quanto ha appena detto.
-Non hai tre anni, dobe.- lo riprendo, pensando che stia scherzando. Perché non può essere altrimenti. Un ragazzo della sua età non può decidere di non parlarmi più per una sciocchezza del genere. E’ una cosa ridicola ed infantile.
-Nessuno mi vieta di fare questo, no?- mi scimmiotta, sorridendo soddisfatto –Non ti parlerò più.- inspira forte, per poi gonfiare le guance. Mi chiedo quanto tempo riuscirà a non aprir bocca: stiamo pur sempre parlando del tipo più loquace che abbia mai visto.
-Te lo dico una sola volta: Naruto Uzumaki non fare il bambino.- così dicendo, riprendo a camminare, seguito a ruota dal biondo, che rimane nella stessa, identica espressione facciale di come l’avevo lasciato.
Muovo alcuni passi, abbastanza innervosito dall’atteggiamento dell’Uzumaki. Non pensavo di arrivare al punto da ammetterlo: ma odio non sentire la sua voce. Ci sono tante cose che non sopporto – qualcuno mi ha detto che sono troppe – e una di queste è il non udire la voce squillante e rasserenante di un certo dobe biondo.
-Lo sai che sei ridicolo?-
Silenzio, anche se non è da lui.
-Sei la persona più scema che esista sulla faccia della Terra, dobe.-
Niente.
-Vado a dormirmene a casa mia.- sono sicuro che questa minaccia – mio malgrado, anch’essa infantile – lo smuoverà. Prima parlavo delle cose che odio: non voglio dimenticarmi di quella che recita: essere ignorato. Esatto, odio chi non mi presta attenzione.
Mi sento afferrare il polso e condurre a forza verso casa Uzumaki. Neanche così Naruto mi ha parlato, ma almeno ha dimostrato di starmi a sentire.
-Sappi che se non oppongo resistenza, scaraventandoti a terra, è solo perché sono io stesso a non volerlo fare.- gli ricordo: non sia mai che pensasse che sono più debole e flaccido di lui, a tal punto da farmi trascinare dove non voglio: giammai.
Trascinato dal dobe, a passo più svelto del normale, finiamo per arrivare a casa sua. Prende le chiavi dalla tasca, apre la serratura e siamo dentro.
 
Senza troppi preamboli, Naruto mi consegna uno dei suoi pigiami e, mentre io indosso il mio, lui si mette il suo. Il dobe si infila a letto e mi dà le spalle, senza nemmeno augurarmi la buonanotte. Non che mi interessi o quant’altro, nemmeno io sono abituato ad augurarla agli altri.
Lo osservo mentre si appresta a premere l’interruttore della luce. Poi mi scocca un’occhiata, che non so cosa dovrebbe significare, e si fionda sul cuscino, continuando a fare l’offeso.
-Patetico.- sussurro, ma senza girarmi a mia volta, anzi, mi avvicino a lui. -Vuoi vedere come ti faccio parlare subito?-
Lo afferro, tirandolo verso di me fino a fare aderire i nostri corpi. Comincio a baciarlo sul collo, fino a che uno dei baci non diviene un leggero morso. Si agita tra le mie braccia. Come se volesse liberarsi: in realtà, so benissimo che non è così.
-Questo non basta, eh? Ma me lo aspettavo.- sibilo, leccandolo dove prima lo stavo baciando. Lo sento sussultare, ma comunque non spiccica parola.
-Proviamo così, allora.- infilo le dita all’interno delle sue mutande, andando a toccare il suo sesso e prendendo a giocherellarci. Ovviamente, questo gesto non lascia indifferente nemmeno me.
Naruto inizia a gemere e, ora come ora, mi appare come un suono meraviglioso, tanto da non sapere come ho fatto a vivere tutto questo tempo senza di esso. Stringo il suo membro fra le mie dita, mentre con l’altra mano gli sfilo il pigiama. Con un po’ di fatica, riesco a fare lo stesso con il mio, cosicché restiamo tutti e due nudi sul letto.
Naruto non demorde: continua a gemere e ad ansimare, ma alcuna parola fuoriesce dalle sue labbra. Che razza di cocciuto. Non sa che, così facendo, non fa altro che prolungare questo mio divertimento? Anche se so bene che anche lui se la sta spassando, anche se, testardo com’è, fa di tutto per non darlo a vedere. Percepisco che è al limite – come me, del resto – perché si agita più velocemente e i gemiti che emette sono sempre più forti. Stringo gli occhi, perché anch’io provo la sua stessa sensazione, e serro i denti, per non farmi scappare troppi gemiti. D’un tratto, avverto che Naruto si rilassa, frattanto che la mia mano viene ricoperta dal suo seme. Ma ciò che mi ha reso più soddisfatto, è stato che ha pronunciato una parola, ovvero il mio nome, Sasuke.
-Alla fine hai perso, dobe.- sussurro, tra un respiro e l’altro. A differenza sua, io sono ancora eccitato, per cui non posso permettermi di perdere tempo; solo che non voglio che sia passivo, per cui è meglio risolvere questo diverbio stupido alla svelta.
-Stupido dobe, non c’è stato nessun altro, oltre Suigetsu.-
Si gira, tutto sudato, guardandomi allibito.
-Sei un allocco, era solo una presa in giro, babbeo.- gli tocco le labbra con le mie.
-Sei un idiota, teme.- sorride, respirando affannosamente -Ma lasciamo perdere questo, adesso. Credo tu abbia un’urgenza più importante.-
-Decisamente.- sussurro, attirandolo a me.
 

 


 

 




 
E’ tardi, lo so, ma sono trascorsi esattamente i dieci giorni.
(se vi interessa, ho passato l’esame XD)
 
So che questo capitolo non è granché e che la parte finale fa schifo, ma mi sto appena rendendo conto di non saper scrivere lemon. Chiedo venia.
Non assicuro la puntualità al prossimo aggiornamento, cercherò di fare il possibile (e l’impossibile XD) 

 

   
 
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