*risata sadica*
Sono un idiota, ne sono coscente xD
Ma il fatto è che non ho ispirazione D:
Dei, Eroi, calcio e casino l'ho già scritto quattro volte, senza un risultato decente D:
Vabbè, il mio pc ha la memoria quasi piena, così mi sono ritrovata a buttare la roba inutile e... cosa trovo! :D
Una vecchia fic sulla ErikxSilvia che avevo usato su un forum per un contest risalente a San Valentino! :D
E' tragica, ma sapete che novità D:
La posto così, perchè non ho niente da fare xD
E' tragica, eh, vi avverto xD
Comunque ho pensato di fare delle miniraccolte dentro alla serie...
Mi incasino la vita °-° 
Quando mi verrà l'ispirazione per una coppia su cui ho già scritto, aggiungerò un capitolo ^o^
Buona *coff* lettura ^o^
_________________________________________________
Mio dolcissimo Ichinose,
ricordi? Ci siamo conosciuti all'asilo, io ero molto timida e mi nascondevo dietro Mark, mio cugino, che era sempre stato per me un punto di riferimento. Io adoravo il calcio ma tutte le ragazze mi chiamavano Maschiaccio e mi offendevo terribilmente. Scappavo sotto l'albero del parco, ma un giorno ti trovai lì, a palleggiare, o almeno ci provavi. Tu sei caduto e io mi sono messa a ridere, ho preso la palla e l'ho calciata verso di te. Fu l'inizio di una fantastica amicizia. Per le maestre eravamo due monellacci ed era bellissimo finire in castigo insieme. Eravamo magici. Poi è successo qualcosa, noi non ci eravamo mai posti il problema che tu fossi un ragazzo e io una ragazza, forse perchè non ci facevamo caso...eravamo così felici insieme...Eppure, quando ti guardavo, cominciavo a sudare e il mio cuore cominciava a battere come quello di un colibrì. Ma, da parte tua e anche da parte mia, l'amore era una faccenda da grandi, e a noi tutte quelle moine tra innamorati sembravano ridicole. Passavamo il tempo spiando tua sorella e il suo ragazzo dal buco della serratura-Io quelle cose non le farò mai!!-giuravo solennemente. Eppure ci amavamo, a modo nostro, ma ci amavamo. A noi bastava prendere la tua palla preferita e giocare a calcio fino al tramonto. Eravamo speciali:due boccioli nati su un tenero ramoscello, destinati a vivere e morire insieme, ma un alito di vento ha reciso quel ramo. Si è spezzato senza far rumore, e nessuno se n'è accorto. Nessuno, tranne il mio cuore.-Certo, torno da te domani.-queste erano le ultime parole che ho sentito da te. Quella mattina, all'ospedale c'era una gran confusione. C'erano i dottori e le infermiere che camminavano freneticamente.-Dov'è Ichinose?-chiesi a mio cugino Mark. Lui sorrise, con un velo di tristezza, mi abbracciò, ma non disse niente. Poi mi girai. Domon continuava a sbattere la testa contro il muro, aveva gli occhi rossi e ripeteva continuamente-Avrei potuto fermarlo...avrei potuto farlo...-Dylan stava piangendo, aveva tolto gli occhiali e, a singhiozzi, ripeteva-He is happy anyway...I hope...-. Non riuscivo a crederci. Ti ho odiato. Mi avevi promesso che saremmo stati sempre insieme. E invece no. Eppure ero sicura che sarei morta anche io. Di depressione, certo. Ma i giorni passavano e io vivevo. Vivevo ma non volevo...al funerale, tutti piangevano...tutti, tranne me. Non riuscivo a capire perchè le lacrime facessero così fatica ad annegarmi gli occhi.
Non è necessario che una persona viva a lungo perchè lasci un segno indelebile nel cuore di chi la ama.
L'altro giorno, riordinando la stanza, ho trovato una nostro foto, mentre giochiamo al parco. L'ho presa e l'ho sotterrata sotto l'albero del parco. Per sempre.
Aki