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Autore: Isabella Marie Swan     02/08/2011    6 recensioni
Isabella Swan è una ragazza tranquilla di diciotto anni, che vive con i genitori Charlie e Renèe, nella piovosa cittadina di Forks. Decide di trasferirsi New York, dove studierà all'università. Nel trasloco trova un diario, un diario molto grosso che aveva da quando aveva otto anni, e che aveva sempre aggiornato fino a circa quattordici anni, ma non si ricorda il motivo [...] Si siede e inizia a leggere. Si ricorda di un suo carissimo amico d'infanzia, Edward Cullen...Cosa succederebbe se Bella leggesse nel diario un informazione dimenticata, e cioè che Edward è a New York? Lo cercherebbe? Leggete, se vi ho incuriosito! ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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 The end: This is love.

Sbattei le palpebre un paio di volte, prima di rendermi conto che colui che avevo davanti era un perfetto sconosciuto.
 -Oh bè..Non saprei..
Mi prese la mano con una certa galanteria, baciandola.
 -Lasci che mi presenti, madame. Il mio nome è James.
 -Piacere, James. Ma sono costernata di dover rifiutare il tuo invito. Il mio ragazzo è qui da qualche parte e..
 -Oh, peccato. Beh…Lascia almeno che ti offra un drink.
Sospirai.
Guardai lo sconosciuto con disinteresse, non era il mio tipo, ma non era un brutto ragazzo.
Capelli biondi tirati all’indietro, sguardo seducente e fisico slanciato.
 -E sia. Ma niente di alcolico.
 -Oh suvvia. Che cosa vuoi che sia?- Disse, abbandonando le cordialità.
 -No, davvero, grazie.
 -Ok, -Scrollò le spalle-Scusi? Potrebbe servire un analcolico alla signorina qui presente? E un whisky per me, grazie.
Poi si avvicinò al barman, sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
Non gli badai più di tanto.
Mi guardai intorno alla ricerca di Edward, iniziavo a preoccuparmi che fosse successo qualcosa, non vedevo più nemmeno gli altri..
 -Vedo la tua attenzione gravitare altrove, c’è qualche problema?
 -No..E’ solo che non vedo più i miei amici..
Afferrai distrattamente il drink, sorseggiandolo.
Aveva un sapore diverso dal solito, perciò ci guardai dentro incuriosita.
Ad un certo punto iniziai a sentire la testa che girava, e gli occhi si annebbiarono un poco.
Mi appoggiai al bancone.
Ero felice, euforica.
Risi.
 -Scusi…Può darmi un..alcolico?- Riuscii a dire tra una risata e l’altra.
Non sapevo perché stessi ridendo..Ma era tutto così divertente.
Il ragazzo accanto a me sorrise.
Bevvi l’altro drink, e iniziai a dar luogo ad esclamazioni euforiche e inadeguate.
Mi rendevo conto di quello che facevo, ma non me ne fregava niente.
Ridevo sguaiata sbattendo le mani sul bancone.
 -Che ne dici se ci appartiamo un po’?
 -Si, ma prima vorrei altra Vodka. Che cos’era..Vodka?- Mi lagnai, sentendone la mancanza.
 -Tu con lei non ti apparti proprio da nessuna parte. E tu, Bella, che cosa diamine ti dice la testa?
 -Edward!- Esclamai felice. –Vieni..Unisciti a noi…
 -Lascia stare.
Mi prese per un braccio, trascinandomi via.
 -Ehi ehi ehi, che fai ragazzino?- Ci gridò dietro James.
 -Sta lontano da noi, o il ragazzino ti assesta un pugno sul naso, che ti lascia invalido a vita.
Senza lasciargli il tempo di rispondere, Edward continuò a camminare verso l’uscita, con me alle calcagne.
 -Ehi Ed, che guastafeste sei…
 -Ah io sarei un guastafeste? TU ti ubriachi, e IO sono il guasta feste?- Mi urlò contro.
Risi.
 -Si…- Mormorai, facendo il labbruccio.
 -E perché sei arrabbiato? Edward, ma sei arrabbiato?
 -Certo che lo sono.
 -Oh, mi dispiace c- tanto…- La mia lingua si ingarbugliò. –Cosa ti affligge, poverino..
Scosse la testa.
Di quella notte, non ricordo altro.

Pov Edward

Mi chiusi la porta del bagno alle spalle, Bella mi aspettava al bancone del bar, sicuramente si stava annoiando.
 -Non ci posso credere. Oh Cristo santo sei Edward?
 -Si, ma che diam…
 -JACOB!
Mi abbracciò calorosamente, dandomi pacche sulle spalle.
 -Ma guardati cosa sei diventato? Che cosa fai, il pugile? Ahahah, sembri un giocatore di wrestling o qualcosa del genere!
 -Oh, no, tanto allenamento in palestra…
 -E qualche steroide anabolizzante, dì la verità!- Dissi ridendo.
Il mio piacevole incontro con un caro e leale amico di infanzia mi aveva fatto molto piacere, perciò mi fermai un po’ a chiacchierare.
 -Jake, ora devo proprio andare, la mia ragazza mi aspetta, quanto ti fermi qui?
 -Mah, un paio di settimane, sono qui con la mia ragazza, Renesmee, e un paio di amici.
 -Anche io! Cioè non sono qui con la tua ragazza, ma con la mia..- Risi.- Comunque, si dai..Potremmo vederci, sono curioso di vedere la faccia che faranno Emmet e Alice quando lo sapranno..! Stai qui al villaggio?
 -Si, tu?
 -Si anche io!
 -Allora ci vedremo sicuramente.
Mi avvicinai al bancone, trovando un’amara sorpresa.
Bella gracchiava euforica, e vistosamente ubriaca, in compagnia di uno sconosciuto, che fra poco sarebbe stato conosciuto in tutto il mondo, come l’uomo senza naso.
Pensai di chiamare anche Emmet, ma ragionandoci avrebbe fatto un gran casino.
La cosa che più amava erano le risse, e non sarebbe stata una buona idea.
Non volevo coinvolgere nessun altro, perciò mi avvicinai, facendo in tempo a sentire soltanto le ultime due frasi.
 - Tu con lei non ti apparti proprio da nessuna parte. E tu, Bella, che cosa diamine ti dice la testa?- La rimproverai.

Arrivai al villaggio, camminando per le vie deserte, e trascinandola a fatica.
 -Edward…Ti amo tanto.- Mi mormorò.
 -Facciamo l’amore Edward? Eh?
La guardai, scioccato.
Si muoveva in maniera disconnessa, trascinando i piedi a terra.
 -Abbracciami, Edward.
L’abbracciai, sentendo quella carne pulsante sotto le mie braccia.
Mi passò le mani sul petto, sensuale.
Disinibita.
“Ancora qualche passo..” Provai a dirmi.
Non potevo approfittarmi di lei mentre era ubriaca.
Finalmente, resistendo a tutte le sue sensuali avance, riuscii ad arrivare alla porta della casetta.
Girai la chiave della serratura, mentre lei mi si appoggiava alla spalla.
Quando mi chiusi la porta della stanza alle spalle, Bella mi abbracciò.
 -Ascoltami, sono seria, e soprattutto non sono ubriaca- Disse mentre la sua postura, la sua espressione e la sua voce dicevano l’esatto contrario.
Si appoggiò a me, se se non l’avessi tenuta sarebbe scivolata a terra.
 -Io ci ho pensato. Io voglio che tu fai l’amore con me. Che quella…Rompipalle di tua sorella mi ha interrotto quando te lo stavo per dire.
Incollò le sue labbra alle mie, impiastricciandomi di rossetto.
Provai a fermarla, ma le mie braccia non ne volevano sentire di staccarsi dai suoi fianchi.
Aveva un forte sapore di alcol.
Le passai le mani sulla schiena, impazzendo.
Il mio cervello continuava a ripetermi come un disco rotto “Ma che diamine stai facendo, fermati, non fare l’imbecille..”
Avevo bisogno di bagnarmi il viso, e sentire dell’acqua fresca che mi suggeriva di non fare la cazzata che stavo facendo, da perfetto idiota fuori controllo qual’ero.
La allontanai, appoggiando la mia fronte alla sua.
 -Bella sei ubriaca.
Mi chiusi in bagno, sciacquandomi la faccia.
Mi guardai allo specchio.
E uscii.
Bella era crollata sul letto.
Il sospiro di sollievo misto ad una strana e colpevole sensazione di delusione non tardò ad arrivare.
Ora il problema, era infilarle il pigiama.
O, più che altro, sfilarle il vestito.
La girai, cercando la cerniera.
La tirai giù, scoprendo tutto il lato destro dal suo fianco, e il reggiseno di pizzo.
Con calma, sfilai il vestito, distogliendo lo sguardo.
La tentazione di osservarla in tutta la sua bellezza era molto forte, ma mi concentrai sui motivi  insignificanti della stanza.
Le sfilai le scarpe.
Se non fosse stato che avrei dovuto dormire accanto a lei, l’avrei lasciata in intimo, ma non avrei resistito al suo corpo seminudo accanto al mio.
Se mi avessero trovato mi avrebbero preso per maniaco.
Cercai il suo pigiama, e facendo attenzione a non sfiorare la sua pelle bollente, glielo misi.
Poi, trattenendo il respiro,  mi sdraiai accanto a lei, guardandola, e ripensando alle sue parole.
Voleva davvero fare l’amore con me?


Pov Bella

Mi svegliai nel cuore della notte, in preda alla nausea.
Feci in tempo ad arrivare al bagno, che un conato di vomito mi scosse, facendomi buttar fuori anche l’anima.
Poco dopo sentii Edward raggiungermi.
 -Alice! Alice aiutami!!
Sentii Alice precipitarsi in bagno, trascinandosi dietro un Jasper piuttosto assonnato.
 -Santo cielo Bella, ma che hai fatto?
 -Si è ubriacata, ecco che ha fatto.
Edward era molto arrabbiato.
Quando ebbero ripulito tutto, Edward mi trascinò a letto, e mi sdraiai a pancia in su, guardando il soffitto.
 -Mah, io non ci credo più di tanto.
 -Alice, l’ho vista con i miei occhi. Se non l’avessi portata via, si sarebbe appartata con uno sconosciuto.
 -Suppongo tu l’abbia lasciato invalido, allora.- Disse Emmet, che nel frattempo era arrivato con Rose, e si era appoggiato alla porta, a braccia conserte.
 -Deve ringraziare che non mi chiamo Emmet.
 -Cosa? Edward! Come diamine hai fatto a non assestargli come minimo un pugno sul naso?- Scattò lui.
 -Non lo so Emm. Credimi che non ho idea di che cosa mi abbia trattenuto. Insomma forse avevo priorità più importanti come riportare Bella a casa, in quello stato.
Nel frattempo io ascoltavo inebetita, non avendo idea di cosa significasse tutto quello che stavano dicendo.
Stavano davvero parlando di me?
Io non avevo ricordi della notte precedente.
Se non un ricordo sfocato..
Un ragazzo…Mi aveva offerto da bere..
Ma io non volevo alcolici..
E lui..
Ecco cosa aveva detto al barista!
Aveva fatto mettere qualche porcheria nel mio drink..
Feci per aprire bocca e spiegare la situazione..Ma Alice mi interruppe.
 -Beh, allora se è tutto a posto, noi torniamo a dormire, buona notte Bells.
Mi accarezzò una guancia, protettiva, e poi se ne andarono.
Alice, come sempre, mi aveva capito.
 -Penso proprio che adesso tu sia abbastanza sobria da riuscire a darmi una spiegazione.
Che cosa erano tutte quelle balle su..”Oh, sono astemia, io non bevo un goccio…”
Ma si è visto!
Lo guardai con amarezza.
 -Hai finito adesso? Potresti lasciar parlare me, invece di trarre conclusioni affrettate come tuo solito?
 -Come MIO solito? Oh Bella, che diamine, ti ho trascinata via di lì perché sennò ti saresti scopata uno sconosciuto mentre eri ancora..
Gli tirai uno schiaffo.
 -Stai zitto! La gelosia ti rende proprio cieco.
 -Penso di aver visto fin troppo bene…
 -Mi ha fatto mettere qualche porcheria nel bicchiere, stupido!- Scattai, esausta.
Sgranò gli occhi, scioccato.
 -Io. Lo. Ammazzo. Di. Botte.
Si alzò, andando a infilarsi la prima maglietta che trovò, e io lo tirai per un braccio.
 -Sta fermo. Che cosa credi di fare? Pensi che non ti manderebbe all’ospedale nel giro di un minuto? Ma dico, l’hai visto quanto era grosso?
Si sedette sul letto, fissando il vuoto.
Si passò le mani sul viso.
 -Cristo santo Bella, mi dispiace tantissimo. Come o fatto a non pensarci? Avrei dovuto capire che non era colpa tua.
 -Non hai fiducia in me, Edward.
 -Come puoi pensarlo! Certo che ne ho.. Bella scusami, Dio mio, scusami.
Si prese il viso fra le mani.
Vederlo in quello stato mi faceva star male.
Non resistetti,  e lo abbracciai.
 -Non devi fare così però.- Gli sussurrai.
Edward si staccò, ridacchiando imbarazzato.
 -Ehi, che c’è di divertente..?
 -Avresti dovuto vederti! Eri, oh fantastica.. Molto più disinibita, euforica, esuberante, senza contegno!
Lo guardai.
 - Dove vuoi andare a parare? Vorresti dire che quando sono sobria sono una specie di suora di clausura?  E in ogni caso, li trovi dei lati positivi, trovi positivo che io mi comporti come una minorata mentale fuori controllo?
Rise.
 -No amore, non in quel senso.
 -Quale senso? Illuminami.
 -Hai detto qualcosa..
Scattai, sedendomi a gambe incrociate sul letto.
 -Sputa.
 -Eeeeh.
 -Edward. Ti. Ho. Detto. Dimmelo.
 -Quanto mi piace tenerti sulle spine!
 -Smettila di fare il buffone, è notte fonda e vorrei anche dormire.
 -Dormi.
Sfoggiai uno sguardo assassino, e la sua faccia strafottente svanì, e potei anche sentire che fece puff.
 -Dimmi cosa ho detto.
 -No.
Gli tirai un cuscino.
 -Si.
 -Dormici su, magari ti ricordi, domani mattina..
 -Lo voglio sapere adessoo!- Mi lagnai.
Rise.
 -Te lo dico, se tu rispondi ad una mia domanda.
 -Prova a chiedere.
 -A che cosa stavi pensando in questi giorni..Cosa dovevi dirmi..?
Aguzzai lo sguardo.
 -Tipo?
 -Qualcosa in cui Alice, la rompipalle ci interrompeva sempre…
 -Oh, Dio.
Mi coprii il viso con le mani, rossa di vergogna.
 -Oh. Mio. Dio. L’ho davvero detto?
Annuì, divertito ed imbarazzato allo stesso tempo.
 -Santo cielo, non avresti dovuto saperlo così.
Mi abbracciò da dietro.
 -Non devi accelerare i tempi per me, Bella.- Mi disse all’orecchio, soffiando.
Rimasi immobile.
 -N-Non lo sto facendo..- Sussurrai.
Tutto d’un tratto, sentii che nei giorni precedenti mi ero soffermata solo sull’idea, e non sull’effettivo svolgimento dei fatti.
Mi resi conto della differenza, perché in quel momento, con i corpi a stretto contatto, avevo capito di volerlo fare davvero.
 -Vuoi..farlo adesso?
 Era tutto così elettrico.
L’atmosfera era perfetta..
Le luci soffuse, il suo profumo diffuso nell’aria, notte inoltrata…
Infondo, non si aveva necessariamente bisogno di candele, perché fosse perfetto.
Mi girai verso di lui, inginocchiandomi sul letto.
 -Si.
Vidi i suoi occhi accendersi di felicità.
Poi, piano, con cautela,  poggiai le mie labbra sulle sue.
Eravamo entrambe nuovi a quell’esperienza, dovevamo seguire gli istinti.
Tenevo la parte bassa dei suoi capelli fra le mani, accarezzandogli il collo.
Poggiò le sue mani sui miei fianchi, delicatamente.
Poi, mosse la mano a tirar su la mia maglietta.
La sollevò piano, toccando ed osservando ogni centimetro di pelle che veniva scoperto, mentre io guardavo le emozioni che si affollavano sul suo viso.
Quando la tolse definitivamente, e mi ritrovai in reggiseno davanti a lui, non provai alcun pudore, alcuna vergogna.
Io gli appartenevo.
 -Sei..Oh, Dio. Sei bellissima.
Sorrisi piano.
Poi, velocemente, si levò la maglietta, lasciando scoperto il suo petto perfetto.
Feci scivolare le mani dal collo fino al petto, senza staccarle mai.
Ricongiunse le nostre labbra, incrinando la testa,
Ora i nostri petti erano a stretto contatto, e respiravamo in sincrono.
Gettai da qualche parte i miei pantaloncini, e così fece anche lui.
Poi, lo sentii armeggiare con il mio reggiseno.
Trattenni il respiro, quando lo sentii slacciarsi, e scivolare via dalla mia pelle.
Ora, eravamo entrambe divisi da due paia di slip.
Mi condusse a sdraiarmi sul letto.
Sentii la schiena appoggiarsi al materasso, e i capelli spargersi sul cuscino.
Il suo corpo si adagiò sul mio, lentamente.
Sempre tenendo i suoi occhi fissi nei miei, scese alla mia pancia, baciandola.
Risalì, lasciando una scia bollente.
Poi mi baciò le labbra con una dolcezza che non avevo mai sentito nei suoi gesti.
La morbidezza, e il desiderio ardente che come fuoco divampava nel suo corpo.
Potei sentirli, in quel bacio carico di emozione.
Quando lo sentii posizionarsi sopra di me, attento a non pesarmi,  provai una cosa che non avevo mai provato, o, non in quei termini.
Desiderio.
Bisogno.
Necessità di sentirci uniti..


Ogni gesto era celato da una calma e da una tranquillità inaudita.
Edward era sudato, e continuava a stringermi la vita con un braccio.
Fare l’amore con lui era stato unico, inimitabile.
Tutti i suoi gesti erano stati controllati, attento a non farmi male, e aveva baciato ogni singola lacrima che, involontaria, era calata giù dai miei occhi.
Poi, con cautela, aveva cominciato la nostra danza, tenendo lo sguardo fisso nel mio.
Avevo visto i suoi occhi diventare trasparenti, dalla purezza che trapelavano.
Le sue labbra dischiuse, e arrossate dai nostri baci.
Vagamente mi ero chiesta come doveva apparire il mio viso, la mia espressione accesa dal piacere…
In fondo, il mio era ancora un viso da bambina, nuovo a tutto quello.
 -Eri bellissima, ineguagliabile.
 -Ero?- Ridacchiai.
Mi guardò, divertito, ma sempre con quella punta di dolcezza che mostrava quanto mi amasse.
 -Sai che intendo.
Appoggiai la testa al suo petto.
 -Questo è amore vero.
 -Oh si, perché se questo non è amore vero, non vedo cosa lo sia.
Alzai lo sguardo, guardandolo negli occhi.
Li aveva quasi socchiusi.
Ma continuava a tenerli fissi nei miei.
 -Non riesco a smettere di guardarti.
 -E allora non farlo.
Mi aggrappai al suo collo.
 -Sei mio.
 -E tu mia.
 -Per sempre..?
 -Per sempre.
Quella notte di settembre suggellammo il nostro patto, niente sarebbe cambiato, mai più.

Buon giorno! :)
Siamo giunti alla fine:’)
Insomma, non è stato un gran chè, come storia, ma spero di avervi emozionato almeno un pochino.
E’ stata l’ispirazione di una notte, la curiosità di vedere cosa ero capace di fare..
Il folle desiderio di cimentarmi in qualcosa che non avevo ancora realmente provato, se non nelle bozze più nascoste del mio computer.
Voglio ringraziare ogni singola lettrice silenziosa, ogni singolo recensore, coloro che hanno sprecato cinque minuti del loro tempo per farmi sentire meno sola, e che mi hanno risollevato il morale quando pensavo di aver scritto un enorme schifezza.
Ho messo molto di me stessa in questa storia, e mi sono trovata più coinvolta di quanto mi aspettassi.
Mi sono ritrovata a scrivere un sacco di frasi che avevo sentito in giro, e che mi sono piaciute, a creare situazioni, ad affezionarmi ai personaggi, ad amarli,  a volerli mantenere come la mia amata Steph li ha creati.
Mi sono ritrovata a descrivere gli ambienti, immaginare i profumi, immedesimarmi e pensare di poter essere davvero lì.
Ho provato a riprodurre la realtà, per quanto potevo,  a descrivere la vita di sei ragazzi che provano a vivere la vita con serenità, lontani dal volersela rovinare, ma pronti ad affrontarla.
Lo so che forse non vi aspettavate la fine proprio oggi, ma purtroppo è giusto così.
Quando il traguardo è raggiunto, quando la storia si è svolta come doveva, quando i passaggi sono stati affrontati nel modo giusto, o almeno spero, beh..
E’ giunto il momento di lasciarvi.
Ho comunque un'altra storia, che fra poco andrò a continuare, su TVD.
Perciò, non è un addio, ma un arrivederci.
Avevo pensato anche di scrivere un paio di os, vedrò in futuro.
Un bacio grande, vi voglio bene.
Roberta.
  
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