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Autore: Sarhita    03/08/2011    5 recensioni
Conquistare la meta che mi sono prefissato. Non posso farlo da solo. Anche se lo vorrei, con tutto me stesso.
Il passato mi ha reso ciò che sono, plasmandomi come se fossi stato creta nelle sue mani.
Il presente me lo prendo come viene, senza farmi troppe domande, cercando solo di ricostruire quelle rovine ormai perdute.E il futuro me lo prendo come dico io, perché mi sono fottutamente stufato di stare allo sporco gioco del destino, che sembra non aver ancora deciso cosa farne di me...
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Itachi, Suigetsu | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away

Ho osservato le nuvole allontanarsi.
Il sole non riesce ancora a scaldare il mio viso.
Sapevo che era destinato ad andare male.
Stavi cercando la grande fuga per scacciare i tuoi demoni…


Il viaggio in macchina era stato abbastanza tranquillo. Non erano riusciti a trovare Neji Hyuga, certo, ma avevano portato a termine due terzi della “missione” in fondo, no? Anzi tre quarti, se contiamo che si erano pure caricati quel tizio strano, Kakashi Hatake…
La prima cosa che l’Inuzuka e l’Uchiha avevano fatto una volta arrivati era stata quella di commettere un tentato omicidio, ma Anko si era difesa bene, e i due erano seduti in silenzio sul divanetto dell’ufficio di Orochimaru, uno più malridotto dell’altro.
Orochimaru aveva parlato con Kakashi, che gli aveva raccontato qualcosa sui Kans e del loro talento. Orochimaru si era reso perfettamente conto che Kakashi voleva approfittare della situazione per tentare di rimettere in sesto la band, e quale modo migliore se non ingraziarsi il discografico, nonché marito della cantante? Sorrise. In fondo l’Hatake ci sapeva fare nel campo. Sarebbe stato un ottimo manager. Chissà, magari anche lui ne avrebbe approfittato e li avrebbe ascoltati. Sapeva che Anko era brava, e lei gli aveva parlato bene del gruppo. Magari avrebbe chiuso il contratto a breve. Prima di farlo però avrebbe voluto tanto punire una certa persona… il suo assistente l’avrebbe pagata.
Sasuke e Kiba avevano ascoltato tutto il discorso, restando il più seri possibile quando Kakashi sottolineava quanto erano bravi, esagerando a volte. O meglio, l’Uchiha  ci riusciva perfettamente, mentre l’altro non poteva fare a meno di gasarsi e sorridere come uno scemo.
Kakashi rifiutò l’offerta di restare a dormire lì, e promise a loro due che gli avrebbe portato gli strumenti entro la sera stessa.
Karin accompagnò Kakashi fino all’atrio, mentre i due rimasero con il proprietario dello stabile.
Anko era seduta sulla scrivania, mentre nella sua poltrona in pelle troneggiava colui che era conosciuto da tutti come “il serpente”, e il motivo principale non era per il semplice fatto che “Orochi” in giapponese vuol dire pitone, e i due ospiti se ne accorsero presto…
Sasuke infatti non poté trattenere un brivido quando il suddetto iniziò a parlare. Anche la voce dava l’idea di un serpente che si appresta a mordere la sua vittima… eppure quando parlava con Kakashi non aveva sortito lo stesso effetto…
-    Allora, ragazzi. E così voi siete i Kans… per un po’ potrete stare qui. Ringraziate la mia donna per questo. Riposatevi e schiaritevi le idee. Suigetsu vi farà fare un giro.
Fu tutto ciò che disse prima di rivolgersi ad Anko. – Che sai dov’è finito Hozuki?

Dopo continui e improvvisi sbalzi di umore, Suigetsu sentiva una voglia irrefrenabile di dormire, magari dopo una chiacchierata con il suo migliore amico con il preciso intento di sfogarsi e di fare chiarezza su un paio di questioni irrisolte. Quando però, entrato nella sua stanza, l’unica traccia del passaggio dell’altro ragazzo era la fodera della chitarra, vuota, ai piedi del letto, sbuffò deluso. Addio chiacchierata.
Il suo cervello ci mise qualche secondo ad elaborare le immagini che gli occhi gli mostravano, prima di farlo arrivare alla conclusione che c’era qualcosa che mancava.
-    E la chitarra?!
Così, quando arrivò alla saletta e non sentì nulla provenire dalla porta socchiusa, si aspettava già di dover, di nuovo, dar fondo al suo repertorio di frasi consolatorie e di incoraggiamento.
Inimmaginabile fu il suo sollievo quando, entrando, trovò Naruto seduto a terra, con la chitarra ancora in braccio, addormentato e il volto rilassato con ancora traccia di uno splendido sorriso…

Gli aveva sfilato delicatamente la chitarra dalle mani e l’aveva appoggiata con cura sul divanetto, sedendosi poi sul pavimento vicino a Naruto.
Passarono solo pochi minuti quando Karin aprì la porta con la grazia di un coyote affamato.
- Ehi, stronzo, Anko mi ha mandato a chiamarti…
- Sshh! Fa silenzio! – la ammonì questo, alzandosi senza far rumore.
- Beh? Che fa? Dorme? – chiese lei, riferendosi al biondo abbandonato sul pavimento, con la testa appoggiata al muro, cercando di guardare oltre la spalla di Suigetsu che le si era parato davanti.
- Si, non lo svegliare. Guarda là…
Karin si voltò a guardare cosa stava indicando l’Hozuki e capì. Con un cenno del capo impose all’altro di seguirla e socchiusero leggermente la porta, lasciando Naruto sotto le cure di Morfeo. Il sonno non lo abbandonò nemmeno quando il cellulare, appoggiato sul tavolinetto, iniziò a vibrare senza sosta. Squillò a vuoto per un paio di minuti, poi smise. Sul display un numero conosciuto. Casa Shiranui…



Una nuvola nera aleggiava silenziosa sulla testa del povero Sasuke. Nonostante il suo viso non esprimesse molte emozioni, la sua irritazione era percepibile a distanza. Questo da quando Karin e Suigetsu li avevano informati che avrebbero dovuto dividere la stanza, o almeno così pensava Kiba. In ogni caso lui aveva iniziato a fiutare il malumore dell’altro da quel momento.
Erano seduti ognuno sul proprio lettino. Inutile dire che con una sola occhiata truce Sasuke era riuscito ad accaparrarsi il letto migliore.
-    Dai Sas’ke, non è la prima volta che dividiamo una stanza… - si arrischiò a dire, ottenendo in risposta uno sguardo tagliente.
-    Ah, ho capito… hai paura di non riuscire a resistere al mio fascino! – gli istinti suicidi dell’Inuzuka dovevano aver preso il sopravvento – d’altronde io con le ragazze ho sempre avuto molto successo ahahah…
Non può esserci altra spiegazione. Kiba Inuzuka aveva appena deciso di morire sotto le torture del suo compagno di stanza.
Stranamente però, l’altro lasciò correre. Ribattendo persino alle fantasie senza capo ne coda dell’Inuzuka.
-    Non è per te, razza di imbecille. È la situazione. Non ti da fastidio che quella lì abbia deciso di sposare quello lì, e che quell’altro lì, il migliore amico di quel coso lì che voleva fare quella cosa lì con me, sia qui e che quindi ci sia anche quel coso lì?
...
Una decina di muti secondi dopo, ci fu la reazione di Kiba.
Si era buttato sul letto simulando uno svenimento, ricevendo un cuscino lanciato violentemente sulla sua povera faccia.
-    Che cazzo vuoi da me? – si rialzò di botto, restituendo amorevolmente il colpo – pretendi che io capisca quel cazzo di discorso senza senso?
-    Scusa tanto, ho preteso che una persona con il tuo esiguo quoziente intellettivo potesse reggere un discorso normale. – ancora più irritato di prima, l’Uchiha si alzò dal letto, con tutta l’intenzione di andare a farsi un giro.
-    Normale? Normale? Quello tu lo chiami un discorso NORMALE?! – urlò Kiba notando che l’altro stava uscendo – ehi aspetta, aspetta? Cosa cazzo significa esiguo!?


-    No spiegamelo di nuovo…
Con la lattina di coca cola a mezz’aria, stravaccato su uno di quei divanetti del Fast Food, Kankuro continuava a fissare la faccia della sorella come se fosse una di quelle statue enormi dell’isola di Pasqua intenta ballare il Tip Tap su piedi invisibili. La sua ragazza, al suo fianco, con il cheese burger ormai abbandonato sul tavolo, era anche lei a bocca aperta…
-    Per tutta la sabbia del deserto, ma ci senti?
-    La sabbia ce l’ha nelle orecchie, Tem.
Se persino Gaara iniziava a fare battute sarcastiche allora gli alieni avevano preso il controllo dei suoi fratelli, se non del mondo intero! Oh no! Probabilmente lui era l’unico umano sano di mente rimasto sulla terra! Forse anche la sua ragazza era una spia venuta dal futuro per fregarlo!
-    Quel film aveva ragione, moriremo tutti! – pronunciò sofferente in balia di questi ragionamenti.
Gaara inarcò l’assente sopracciglio, Temari era sul punto di lanciare un tavolino sul cranio del suo povero (?) fratello, mentre Tayuya che si era già ripresa, essendo sempre stata sulla stessa lunghezza d’onda dell’altra, aveva già agito, mollando un pugno sulla testa del ragazzo. E poi avevano anche il coraggio di chiedersi perché ogni tanto gli si inceppava qualche rotella, pensò Gaara.
-    Si può sapere di che diavolo parli? Qui si tratta di cose serie! Sai cosa vuol dire per noi il matrimonio di Orochimaru a poco più di una settimana prima del concerto? Eh?
-    Ahi ahi ahi… che male! …. No non lo so illuminatemi!
-    Allora vedi che non ascolti!? Studi occupati dalla stampa, giornalisti che ti fermano, e soprattutto Orochimaru molto molto stressato… - spiegò la sorella.
-    Stressato di brutto! – aggiunse con enfasi la rossa.
-    E quindi? – ebbe il coraggio di chiedere Kankuro.
-    Ma hai le marionette nel cervello? – sbottarono le due.
Gaara nel frattempo aveva ordinato e si era accaparrato un bel posto lontano dal chiasso di quelli li e iniziò a mangiare in silenzio. Tanto quella sembrava essere una lunghissima spiegazione.
Lui non credeva che la notizia del matrimonio avrebbe potuto influire in qualche modo con la loro band, ma sua sorella credeva che la stampa si sarebbe messa in mezzo. E chi più di lei poteva saperlo, dato che il suo ex ragazzo aveva lavorato per una rivista scandalistica? A proposito, chissà dov’era finito quel tizio…



Itachi guardò deluso il telefono quando per l’ennesima volta il suono elettronico del cellulare diede il segnale di nessuna risposta. Segno che no, proprio Naruto non lo voleva sentire quel fottuto telefono.
Rischiare di uscire e andare da lui con il caos che si era venuto a creare era rischioso. Decise che avrebbe provato a telefonare l’indomani, e che in un modo o nell’altro avrebbe trovato un modo per vedere di persona suo fratello per accertarsi sulla sua salute… detto semplicemente, da quando Naruto gli aveva detto di averlo incontrato, non vedeva l’ora di rivedere suo fratello, perché, cazzo sì!, gli mancava da morire...
Sapeva però che Naruto in quel momento doveva avere i suoi bei grattacapi, all’OtoSound. Non poteva pensare a Sasuke. E poi chissà dov’era suo fratello. Magari lui e Naruto non avrebbero più avuto occasione di incontrarsi. A quanto pare anche per Sasuke infatti, sarebbe stato più consono non farsi vedere nell’ambiente musicale per qualche settimana…
Shizune giunse dalla cucina.
-    Ah, I-Itachi, sei qui. – La donna si avvicinò tibutante al tavolo da pranzo, dove lui si era appena appoggiato, seguita da Yamato.
-    Yamato deve parlarti di una cosa, una cosa molto importante…
Si accese la sua attenzione…




Orochimaru si massaggio le tempie, dopo l’ennesima telefonata che poi si era rivelata un mero tentativo di intervistarlo. In più, aveva telefonato allo Yakushi pochi minuti prima, che aveva giurato, ovviamente, che lui non c’entrava niente sul fatto che improvvisamente senza che avessero fatto nulla, i riflettori erano stati puntati su di lui. Quello che non capiva era il motivo. Si la stampa era fastidiosa, lo stressava, lo mandava al manicomio, diciamo. Ma a conti fatti, avrebbero ottenuto pubblicità. A meno che Kabuto non sapesse qualcosa riguardante il suo passato o quello della sua compagna, e aveva volontariamente fatto trapelare la notizia sperando che questa cosa venisse a galla.
Anko iniziò a tirargli una guancia. – Quando ti preoccupi ti vengono le rughe, e bianco come sei assomigli di più ad uno spettro, con il viso tutto tirato…
Sorrise lasciando credere alla Mitarashi di averlo distratto, anche se bastava guardarla per non pensare più a niente… Chissà se quelli della band della ragazza l’avevano mai vista vestita così…
A proposito…
-    E così senza di te i Kans mancano di vocalist… - Orochimaru era davvero curioso di sapere qualcosa di più sui componenti della band in cui cantava Anko. D'altronde era soprattutto curioso di scoprire per quale strano motivo Kyuubi avesse il numero di quel Sasuke. Anko se ne stava stravaccata sulle sue gambe, con il braccio appoggiato alla scrivania del suo ufficio. Stava indossando in quel momento alcuni vestiti che le aveva gentilmente prestato Karin, anche se, in effetti, il suo chiedere in prestito poteva essere tranquillamente paragonato a un’aggressione vera e propria.
Insomma, indossava indumenti di Karin, che, ovviamente, le stavano un tantino stretti. Soprattutto la canottiera, come non aveva potuto fare a meno di notare Orochimaru, mentre quei pantaloncini ricordavano più degli slip. Se già sul corpo minuto della sua rossa assistente dal taglio asimmetrico, quell’abbigliamento risultava provocante, indosso alla figura decisamente più prosperosa della Mitarashi diventava devastante, per i suoi gusti.
Quel distogliere l’attenzione sui Kans era quindi per lui indispensabile a livello fisico.
-    Non solo, anche Neji, il nostro chitarrista, o meglio, il loro, dovrà lasciare la band per portare avanti l’azienda di suo padre, insieme a sua cugina.
-    Ah, sì, giusto, la Hyuuga Electronics… - e così, ragionò, ai Kans mancava un vocalist e un chitarrista… i Red Seduction erano rimasti in due, guarda caso un vocalist e un chitarrista. Trattenne una risata. Doveva esserci sotto uno strano gioco del destino, per creare una situazione del genere. E solo lui pareva essersene reso conto. Anko lo guardò curiosa. Quel sorriso furbo era inquietante, ma soprattutto ogni volta che appariva sul volto del serpente significava guai…

Quello che Orochimaru non poteva sapere era che il gioco del destino era molto più complesso di quello che pensava…


Chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato dall'anima dell'universo.
E quando tu desideri qualcosa, tutto l'universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio.







L’ultima frase in corsivo è di Paolo Coelho!
La prima parte in corsivo è stata tratta dalla canzone: FORGIVEN – WHITIN TEMPTATION



IL Testo Della Canzone:
Couldn’t save you from the start
Love you so it hurts my soul
Can you forgive me for trying again?
Your silence makes me hold my breath
All the time has passed you by
For so long, I’ve tried to shield you from the world
You couldn’t face the freedom on your own
Here I am
Left in silence
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You’ll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven
Watched the clouds drifting away
Still the sun can’t warm my face
I know it was destined to go wrong
You were looking for the great escape
To chase your demons away
For so long, I’ve tried to shield you from the world
You couldn’t face the freedom on your own
Here I am
Left in silence
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You’ll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven
I’ve been so lost since you’ve gone
Why not me before you?
Why did fate deceive me?
Everything turned out so wrong
Why did you leave me in silence?
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You’ll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven

Traduzione:
Non potevo salvarti fin dal principio
Amarti così ha ferito la mia anima
Puoi perdonarmi perché ci provo ancora
Il tuo silenzio mi fa trattenere il respiro
Il tempo ti ha ignorato
Oh, così a lungo ho tentato di proteggerti dal mondo
Oh, non potevi affrontare la libertà da sola
Eccomi, abbandonato nel silenzio
Ti sei arreso alla lotta
Mi hai lasciato indietro
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sarai sempre mia
Lo so nel profondo
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Ho osservato le nuvole allontanarsi
Il sole non riesce ancora a scaldare il mio viso
Sapevo che era destinato ad andare male
Stavi cercando la grande fuga
Per scacciare i tuoi demoni
Oh, così a lungo ho tentato di proteggerti dal mondo
Oh, non potevi affrontare la libertà da sola
Ed eccomi, abbandonato nel silenzio
Ti sei arreso alla lotta
Mi hai lasciato indietro
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sarai sempre mia
Lo so nel profondo
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sono così perso da quando te ne sei andata
Perché non io prima di te?
Perché il destino mi ha ingannato?
Tutto si è rivelato così sbagliato
Perché mi hai lasciata nel silenzio?
Ti sei arreso alla lotta
Mi hai lasciato indietro
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sarai sempre mia
Lo so nel profondo
Tutto quello che è stato fatto è perdonato



Da Marzo... no dico, non aggiorno questa cosa da cinque mesi... O.o
Cavolo! Rispondo alle recensioni dello scorso in capitolo in giornata.
Ringraziamenti:
grazie mille a
le 18 anime pie che hanno messo Inspiration tra i preferiti
le 10 persone che hanno avuto la grazia di inserire inspiration tra le ricordate
le 62 persone che hanno aggiunto la storia nella loro lista delle seguite
le 21 (wow!) perone che hanno aggiunto me tra gli autori preferiti
un grazie a Eresseye, che ogni volta mi chede quando aggiorno (almeno lei aggiorna le sue fic... xD)
un grazie a mia sorella, che mi ascolta mentre leggo e rileggo i capitoli tanto da stare male...
un grazie a Da-kun e a Sasuke, che il 23 luglio hanno festeggiato il compleanno...
grazie a mio zio che con il suo essere brillo mi ha fatto tornare l'ispirazione (?)

>PS. ho abbassato il rating fino a che non ce ne è bisgono... a breve tornerà rosso (xD)


Ja nee!




   
 
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