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Autore: LYEN    02/04/2006    1 recensioni
Ciao cari lettori.. qst testo insegna che non bisogna essere mai troppo prevenuti anche di fronte a delle cose che ci sembrano troppo ovvie,, ciao e buona lettura
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MAI STATO COSì DIFFICILE

MAI STATO COSì DIFFICILE

 

Piton si allontanò dal castello facendosi travolgere dall’oscurità.. La sua mente era tempestata di pensieri, di parole, di frasi, ma a una in particolare dedicò la sua attenzione: “Scusatemi..” Potter si era scusato, per la prima volta nella sua vita aveva capito di aver sbagliato nei suoi confronti, di averlo accusato inutilmente.. Severus quella notte non sarebbe mai voluto ritornare i quella scuola, ogni volta che ci entrava riscopriva un senso di affetto al quale non era facile separarsi.. Forse quell’affetto che non ha mai avuto da nessuno, ma che quelle quattro mura sapevano donare. Sapeva che poi gli sarebbe stato difficile uscire dal quell’ uogo fatato che lui chiamava Casa, ma l’ordine di Silente andava rispettato, doveva chiarire molte delle questioni che erano lasciate in sospeso, e soprattutto avvisare che Silente era vivo!! Ma era ancora un po’ debole per uscire allo scoperto, non poteva azzardare una mossa così avventata e poi non era da lui. La foresta oscura lo invitava ad entrare dentro di essa, e la fredda brezza autunnale lo teneva per mano mentre si dirigeva verso gli alberi neri sovrastati dal blusio della notte. Una notte stellata gli faceva compagnia, mentre si dirigeva verso una passaporta per smaterializzarsi…..

Giunse nel luogo più cupo, squallido e desolato che poteva esistere.. eppure, anche se gli faceva male pensarlo, ora quella era la sua nuova casa… che anche con un po’ di fantasia non somigliava per niente ad Hogwarts. L’edificio era alto ben tre piani, le finestre e le porte erano a dir poco scarupati.. probabilmente era stata abbandonata da qualche babbano anni fa.. Appena si avvicinò alla porta sentì aria di festa, ma appena l’apri ci vide dentro l’impensabile.. Chi cantava, chi danzava, chi alzava con orgoglio la sua bottiglia di wischy. Piton entrò con passo felpato dentro la casa per non rischiare di cadere o di investire qualcuno, dal momento che la gente si muoveva senza neanche rendersi conto di chi aveva accanto.. “Hey Severus”… Piton girò la testa per vedere il suo interlocutore, era Lucius Malfoy appena stato estorto da Azkaban… Lucius, alla fine c’è l’hai fatta a venirne fuori..” “Certo caro amico, avevi qualche dubbio?” e insieme risero, ma la risata del professore era forzata, si rese conto che si era stancato di recitare e fingere.. “ Lucius”continuò Piton “ma mi dici che sta succedendo?” “ooH! Ma dai Severus il motivo l’hai davanti ai tuoi occhi! Per la mia scarcerazione..! NO! O meglio per la mia evasone…!" E mettendogli in mano un bicchiere di vino celtico, brindarono. Era da tempo che non beveva quella bevanda, dal momento che era bevuta solo tra mangiamorte, tipo una tradizione di famiglia. Quel delizioso sorso avventato gli fece venire in mente la sua prima volta da mangiamorte , la bevve anche in quell’occasione, quando era ancora ingenuo per sapere di aver preso una decisione stupida. Lasciò l’amico e si andò a sedere in una delle poltrone libere.. posò il bicchiere a terra.. Caspita, si rese conto di quanto era stanco e di quanto bisogno aveva di riposare.. Mentre le sue palpebre inconsapevolmente si stavano chiudendo, una ragazza gli saltò sulle ginocchia.. Lui aprì gli occhi di soprassalto.. La giovane le passò una mano intorno al collo e gli disse, con il suo volto quasi appiccicato a quello dell’uomo.. “Hey Sev, ti va di divertirti un po’ stanotte, eh?” Un ghigno comparve sul volto dell’uomo.. “ E tu dovresti essere il mio divertimento Jane?” “ Perché avresti qualcosa da obiettare…?” “ Beh, si… la mia risposta è no.. e poi sei troppo giovane, eh a momenti potresti essere una mia alunna, mi sorprende come il signore oscuro ti abbia acettato” e così dicendo Piton si liberò del braccio avvolgente della ragazza,con il ghigno ancora più pronunciato.. Ma Jane insoddisfatta, prese il viso dell’uomo tra le mani e ne portò le labbra alla sua bocca.. Piton si irrigidì, non si era aspettata una mossa così avventata da quella giovane ragazza dalle labbra calde e sinuose. Si lasciò andare in quel bacio travolgente, ma quando fu libero da quella morsa quasi letale per i suoi sensi, la ragazza avvicinò la bocca al suo orecchio e gli sussurrò: “Adesso capito perché il signore oscuro mi ha acettata?” disse ironicamente, ma poi riprese “peccato che tu abbia rifiutato, potevamo divertirci insieme…. La prossima volta..”e così facendo gli morse un orecchio con delicatezza “pensaci prima di dirmi di no”.. La ragazza scese dalle gambe di Piton che non ebbe neanche il tempo di rispondere. Era ancora, forse, sotto l’effetto del bacio e di quelle calde parole.. Ma poi fu un attimo a riportarlo alla realtà: la sola presenza di Voldemort coperto da un manto nero che ne delineava la forma scheletrica e il volto ossuto. Tutti i presenti  ammutolirono all’improvviso come se la sola presenza di quell’uomo era in grado di congelare gli stati d’animo di tutti. Sul volto del padrone comparve un ghigno che gli rendeva il volto ancora più sconvolgente e riduceva i suoi occhi già piccoli, in due fessure che ugualmente riuscivano a emanare una potenza inaudita. Colui-che-non-deve-essere-nominato andò verso un uomo dall’aspetto un po’ malandata con i lunghi capelli biondi che gli incorniciavano il viso. Quest’uomo alla vista del suo padrone abassò la testa in segno di rispetto..Lucius, sei tornato per servirmi vero?” “Oh si, si mio signore, certo solo per servirla” e così dicendo Malfoy si abbassò per baciare la veste del suo signore, ma questi si scostò da quell’atto di pura venerazione. Il mangiamorte evaso guardò il volto del suo padrone… “Lucius, tu mi hai molto deluso, non solo non hai recuperato la profezia, ma ti sei fatto anche catturare, non mi sarei mai aspettato da te una simile non professionalità..” “Mio signore ho fatto il possibile, lo giuro, ma ora,ora, sono tornato solo per venerarla e servirla fedelmente come prima e più di prima..” L’imponente mago estrasse la bacchetta e con un gesto quasi invisibile sollevò il servitore dalla gola mentre costui urlava per il dolore.. Era come se tante lamine roventi si fossero conficcate nella pelle dell’uomo, avrebbe voluto morire in quel momento per il dolore; la sue pelle incominciò a sudare mentre il suo volto si contraeva in espressioni miste a dolore e disperazione. Piton che osservava con aria fredda e severa i due, conosceva benissimo quella punizione… Per sua fortuna non l’aveva provata, ma nel suo passato, nel vedere quella scena si aprì un varco….

Era una notte fredda e oscura, e la luna sembrava accortasi che non era il momento di brillare. L’immensità nera e penetrante fu colorata dalla presenza di due sagome di inuguale altezza.Un banbino minuto di sette anni dal’aspetto pallido teneva la mano ad una signora assai più alta e imponente; la mamma di Severus non era mai stata troppo brava a dare affetto o  carezze al suo piccolo, ma sapeva dare un grande senso di protezione. Era una donne trentacinquenne molto affascinante con i lunghi capelli neri raccolti in una sorta di treccia che dava l’idea di un labirinto, i suoi abiti erano spesso scuri o poco colorati. Ma una cosa colpiva di quella mamma e del suo bambino: gli stessi occhi scuri e penetranti che sapevano dare un senso di profondità e di potenza a chi gli guardava.. Già la sua mamma, forse la prima donna amata dal duro professore; ma gliel’hanno portata via… I due camminavano, stavano per raggiungere casa quando da un cespuglio piombarono fuori degli uomini con le bacchette in mano. La donna istintivamente nascose il proprio piccolo dietro di se… Gli uomini la costrinsero a dargli la borsa, ma la donna si rifiutò..Severus si stringeva alle vesti della mamma con gli occhi chiusi come imposte. Gli uomini gridavano, la sua mamma gridava, il piccolo bimbo si stringeva ancora di più alla mamma.. aveva paura, voleva piangere più che poteva ma l’agitazione di quel momento glielo impediva. All’improvviso sentì la sua mamma gridare, aprì gli occhi di scatto e vide la sua mamma sollevarsi, lasciò la presa della gonna e incominciò ad urlare “Mamma, mamma… no, mamma…”. Il volto della donna si contorceva proprio come quello di Lucius.. La borsa della donna cadde a terra,e gli uomini la presero e scapparono,solo uno di loro prima di andare si fermò a guardare il piccolo vicino a quel corpo di donna. Il volto dell’uomo si limitò a fissarlo, ma dopo un po’ scoppio in una risata spettrale fin’ora mai sentita da Severus. Quell’uomo dagli occhi neri e i capelli biondi guardava il piccolo con aria di sfida,come se avesse già predetto il suo futuro.. “Ehi, piccolo.. un giorno capirai cosa vuol dire uccidere..” e dopo aver detto questo sparì nell’oscurità. La sua mamma era stessa a terra con una goccia di sangue che gli usciva dal lato sinistro delle dolci e rosse labbra. Piton incominciò a piangere, ad urlare, ad abbracciarsi a quel corpo ormai senza vita della mamma. Quando arrivarono i soccorsi avvisati da una signora del vicinato, il piccolo Severus era lì a fissare il vuoto, immerso nei suoi profondi pensieri sull’accaduta della sera…Quei ladri, quei ladruncoli gli avevano portato via la persona a lui più cara.. come hanno potuto farlo! E poi quell’uomo, la sua voce, la sua risata compiaciuta ma soprattutto la sua frase “..un giorno capirai cosa vuol dire uccidere..” cosa voleva dire.. Ma questa riflessione fu distolta dal pensiero di suo padre, così gelido, sul volto di quell’uomo alto con i capelli corti e la pelle chiara, non c’era l’espressione di chi a subito una perdita.. Non c’era l’espressione di chi stava soffrendo, NO! C’era la sua solita espressione indecifrabile di chi sta facendo mille ragionamenti occulti.. Severus lo fissava e quando il padre gli ricambiò lo sguardo capì, capì tutto… Quell’uomo non stava soffrendo, affatto.. non gli importava niente, si era tolto un peso. Severus portava odio e rancore per suo padre che non perdeva occasione per rimproverarlo o accusare la mamma per cose scontate e inutili. Il piccolo assisteva spesso a litigi e quando non ne poteva più si andava a rifugiare in una angolo buio della sua camera. Ma dopo tanti anni dall’accaduti il professore ricordava bene, una macchia indelebile nei suoi ricordi… Una voce poco piacevole lo riportò nella realtà e lontano dai ricordi.. “Lucius spero proprio che tu non sbagli più, perché sai farei un po’ fatica ad acettarlo ancora..” e così dicendo Voldemort lasciò cadere il corpo sul pavimento, proprio come cadde il corpo della donna. Lucius si mise le mani alla gola, come se fosse stato appena liberato da una morsa…I suoi occhi erano lucidi, e il suo corpo risentiva ancora del dolore subito. Il padrone spostò lo sguardo agli altri presenti, e quando vide Piton gli fece cenno di avvicinarsi. L’uomo si avvicinò,un po’ preoccupato della richiesta, ma anche lui appena fu al cospetto dell’uomo inclinò il volto. Voldemort fece cenno di seguirlo, e insieme lasciarono la sala e i suoi presenti posti in circolo vicino a Lucius per aiutarlo. Raggiunsero una stanza meno illuminata della precedente, l’unico bagliore erano quattro candele poste su un candelabro molto vecchio. L’uomo ossuto si sedette su una poltrona al quanto malconcia ma abbastanza grande. Piton restò in piede a fissarlo. “Severus, dimmi, Silente è veramente morto?” Quell’inaspettata domanda colse alla sprovvista l’uomo che per evitare di far notare la sua sorpresa si controllò.. Era sconcertato da quella domanda, chiuse ogni angolo della sua mente… ogni fessura….. “Mio signore, qualche dubbio a riguardo?” disse con una voce che si sembrava più tranquilla possibile.. “Sai mio caro Severus, non voglio che anche a te venge l’idea di tradirmi o cose del genere..” Severus all’improvviso senti un cerchio alla testa.. sentiva come tante pale che scavavo nei suoi pensieri nei suoi ricordi.. era Voldemort, ne era più che certo… “Ma mio signore, io non l’ho mai tradita e non lo farò neanche in futuro..” L’espressione di Voldemort fissava e scrutava Piton come un giudice guarda un pregiudicato…. In quell’istante Severus di rese conto che mentirgli non era mai stato così difficile.. Voldemort si alzò di scatto, si avvicinò all’uomo e gli disse in un orecchio “Cosa stai cercando di nascondermi amico mio?” Ma prima che l’uomo potesse rispondere un uomo piombò all’interno della stanza, era spaventato e agitato.. “Signore, signore mio, è giunta la notizia che Silente è ancora vivo!” Piton sprofondò , il cuore smise di battere, al saliva si prosciugò.. Voldemort guardò stupito l’uomo.. “Da quali font sono giunte queste notizie?” “Signore pare che Galler l’abbia avvistato nei pressi di Londra.. non ne è molto sicuro perché era coperto, ma dice che l’ha riconosciuto dalla mano sinistra e dalla lunga barba che fuoriusciva dal mantello che lo copriva..” Severus decise di prendere una posizione, non poteva restare lì e sentire le parole che gli avrebbero rovinato la vita “ Ma come è possibile! IO stesso ho fatto fuori Silente e lo visto accasciarsi oltre la rupe..” Si precipitò verso il suo compagno e gli mise le mani al collo della veste che indossava.. “TU MENTI! Sporco bugiardo”… “NO, TU MENTI SEVERUS!” rispose Voldemort alle sue spalle.. Piton si girò a fissare il padrone.. “Lo sapevo Severus, l’ho sempre saputo che tra noi c’è sempre stato un tradirotore..” “No, signore no.. Non vi ho mai tradito..” Piton aveva capito di essere stato scoperto, la copertura era fallita.. am doveva ancora provare a chiudere la mente e a persuadere il suo padrone, anche se queste continue percosse mentali lanciatogli dal signore oscuro lo stavano snervando e stancando.. Voldemort puntò la bacchetta contro Severus e…

 

 

[continua]

  
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