MAI STATO COSì DIFFICILE
Piton si
allontanò dal castello facendosi travolgere dall’oscurità..
La sua mente era tempestata di pensieri, di parole, di frasi, ma a una in
particolare dedicò la sua attenzione: “Scusatemi..” Potter
si era scusato, per la prima volta nella sua vita aveva capito di aver
sbagliato nei suoi confronti, di averlo accusato inutilmente..
Severus quella notte non sarebbe mai voluto ritornare
i quella scuola, ogni volta che ci entrava riscopriva un senso di affetto al
quale non era facile separarsi.. Forse quell’affetto
che non ha mai avuto da nessuno, ma che quelle quattro mura sapevano donare.
Sapeva che poi gli sarebbe stato difficile uscire dal quell’ uogo fatato che lui
chiamava Casa, ma l’ordine di Silente andava rispettato, doveva chiarire molte
delle questioni che erano lasciate in sospeso, e soprattutto avvisare che
Silente era vivo!! Ma era ancora un po’ debole per
uscire allo scoperto, non poteva azzardare una mossa così avventata e poi non
era da lui. La foresta oscura lo invitava ad entrare dentro di essa, e la fredda brezza autunnale lo teneva per mano mentre
si dirigeva verso gli alberi neri sovrastati dal blusio della notte. Una notte
stellata gli faceva compagnia, mentre si dirigeva verso una passaporta
per smaterializzarsi…..
Giunse nel luogo più cupo, squallido
e desolato che poteva esistere.. eppure, anche se gli faceva male pensarlo, ora
quella era la sua nuova casa… che anche con un po’ di fantasia non somigliava
per niente ad Hogwarts. L’edificio era alto ben tre
piani, le finestre e le porte erano a dir poco scarupati..
probabilmente era stata abbandonata da qualche babbano anni fa.. Appena si
avvicinò alla porta sentì aria di festa, ma appena l’apri ci vide dentro
l’impensabile.. Chi cantava, chi danzava, chi alzava con orgoglio la sua
bottiglia di wischy. Piton
entrò con passo felpato dentro la casa per non rischiare di cadere o di
investire qualcuno, dal momento che la gente si muoveva senza neanche rendersi
conto di chi aveva accanto.. “Hey Severus”… Piton girò la
testa per vedere il suo interlocutore, era Lucius Malfoy appena stato estorto
da Azkaban… “Lucius,
alla fine c’è l’hai fatta a venirne fuori..” “Certo caro amico, avevi qualche
dubbio?” e insieme risero, ma la risata del professore
era forzata, si rese conto che si era stancato di recitare e fingere.. “ Lucius”continuò Piton “ma mi dici
che sta succedendo?” “ooH! Ma
dai Severus il motivo l’hai davanti ai tuoi occhi!
Per la mia scarcerazione..! NO! O
meglio per la mia evasone…!" E mettendogli in mano un
bicchiere di vino celtico, brindarono. Era da tempo che
non beveva quella bevanda, dal momento che era bevuta solo tra mangiamorte, tipo una tradizione di famiglia. Quel
delizioso sorso avventato gli fece venire in mente la sua prima volta da mangiamorte , la bevve anche in quell’occasione, quando era ancora ingenuo per sapere di
aver preso una decisione stupida. Lasciò l’amico e si andò a sedere in una
delle poltrone libere.. posò il bicchiere a terra..
Caspita, si rese conto di quanto era stanco e di quanto bisogno aveva di
riposare.. Mentre le sue palpebre inconsapevolmente si stavano
chiudendo, una ragazza gli saltò sulle ginocchia.. Lui aprì gli occhi di soprassalto.. La
giovane le passò una mano intorno al collo e gli disse, con il suo volto quasi
appiccicato a quello dell’uomo.. “Hey Sev, ti va di divertirti un po’ stanotte, eh?” Un ghigno
comparve sul volto dell’uomo.. “ E tu dovresti essere il mio divertimento Jane?” “ Perché avresti qualcosa da obiettare…?” “ Beh, si…
la mia risposta è no.. e poi sei troppo giovane, eh a momenti potresti essere
una mia alunna, mi sorprende come il signore oscuro ti abbia acettato” e così dicendo Piton si
liberò del braccio avvolgente della ragazza,con il ghigno ancora più
pronunciato.. Ma Jane insoddisfatta, prese il viso
dell’uomo tra le mani e ne portò le labbra alla sua bocca.. Piton
si irrigidì, non si era aspettata una mossa così avventata da quella giovane
ragazza dalle labbra calde e sinuose. Si lasciò andare in quel bacio
travolgente, ma quando fu libero da quella morsa quasi letale per i suoi sensi,
la ragazza avvicinò la bocca al suo orecchio e gli sussurrò: “Adesso capito
perché il signore oscuro mi ha acettata?” disse
ironicamente, ma poi riprese “peccato che tu abbia rifiutato, potevamo
divertirci insieme…. La prossima volta..”e così
facendo gli morse un orecchio con delicatezza “pensaci prima di dirmi di no”..
La ragazza scese dalle gambe di Piton che non ebbe
neanche il tempo di rispondere. Era ancora, forse, sotto l’effetto del bacio e
di quelle calde parole.. Ma poi fu un attimo a
riportarlo alla realtà: la sola presenza di Voldemort
coperto da un manto nero che ne delineava la forma
scheletrica e il volto ossuto. Tutti i presenti
ammutolirono all’improvviso come se la sola presenza di quell’uomo era in grado di
congelare gli stati d’animo di tutti. Sul volto del padrone
comparve un ghigno che gli rendeva il volto ancora più sconvolgente e riduceva
i suoi occhi già piccoli, in due fessure che ugualmente riuscivano a emanare una potenza inaudita. Colui-che-non-deve-essere-nominato
andò verso un uomo dall’aspetto un po’ malandata con i lunghi capelli biondi
che gli incorniciavano il viso. Quest’uomo
alla vista del suo padrone abassò la testa in segno
di rispetto.. “Lucius, sei
tornato per servirmi vero?” “Oh si, si mio signore, certo solo per servirla” e
così dicendo Malfoy si abbassò per baciare la veste
del suo signore, ma questi si scostò da quell’atto di
pura venerazione. Il mangiamorte evaso guardò il
volto del suo padrone… “Lucius, tu mi hai molto
deluso, non solo non hai recuperato la profezia, ma ti sei fatto anche
catturare, non mi sarei mai aspettato da te una simile non professionalità..” “Mio signore ho fatto il
possibile, lo giuro, ma ora,ora, sono tornato solo per venerarla e servirla
fedelmente come prima e più di prima..” L’imponente mago estrasse la bacchetta
e con un gesto quasi invisibile sollevò il servitore dalla gola mentre costui
urlava per il dolore.. Era come se tante lamine
roventi si fossero conficcate nella pelle dell’uomo, avrebbe voluto morire in
quel momento per il dolore; la sue pelle incominciò a sudare mentre il suo
volto si contraeva in espressioni miste a dolore e disperazione. Piton che osservava con aria fredda e severa i due,
conosceva benissimo quella punizione… Per sua fortuna non l’aveva provata, ma
nel suo passato, nel vedere quella scena si aprì un varco….
Era una notte fredda e oscura, e la luna sembrava
accortasi che non era il momento di brillare. L’immensità nera e penetrante fu
colorata dalla presenza di due sagome di inuguale altezza.Un banbino minuto di sette anni dal’aspetto
pallido teneva la mano ad una signora assai più alta e imponente; la mamma di Severus non era mai stata troppo brava a dare affetto
o carezze al suo piccolo, ma sapeva dare
un grande senso di protezione. Era una
donne trentacinquenne molto affascinante con i lunghi capelli neri
raccolti in una sorta di treccia che dava l’idea di un labirinto, i suoi abiti
erano spesso scuri o poco colorati. Ma una cosa colpiva di quella mamma e del
suo bambino: gli stessi occhi scuri e penetranti che sapevano dare un senso di
profondità e di potenza a chi gli guardava.. Già la
sua mamma, forse la prima donna amata dal duro professore; ma gliel’hanno
portata via… I due camminavano, stavano per raggiungere casa quando da un
cespuglio piombarono fuori degli uomini con le bacchette in mano. La donna istintivamente
nascose il proprio piccolo dietro di se… Gli uomini la costrinsero a dargli la
borsa, ma la donna si rifiutò..Severus si stringeva alle vesti della mamma con gli occhi
chiusi come imposte. Gli uomini gridavano, la sua mamma gridava, il piccolo
bimbo si stringeva ancora di più alla mamma.. aveva
paura, voleva piangere più che poteva ma l’agitazione di quel momento glielo
impediva. All’improvviso sentì la sua mamma gridare, aprì gli occhi di scatto e
vide la sua mamma sollevarsi, lasciò la presa della gonna e incominciò ad
urlare “Mamma, mamma… no, mamma…”. Il volto della donna si contorceva proprio
come quello di Lucius.. La
borsa della donna cadde a terra,e gli uomini la presero e scapparono,solo uno
di loro prima di andare si fermò a guardare il piccolo vicino a quel corpo di
donna. Il volto dell’uomo si limitò a fissarlo, ma dopo un po’ scoppio in una
risata spettrale fin’ora mai sentita da Severus. Quell’uomo dagli occhi
neri e i capelli biondi guardava il piccolo con aria
di sfida,come se avesse già predetto il suo futuro.. “Ehi, piccolo.. un giorno
capirai cosa vuol dire uccidere..” e dopo aver detto
questo sparì nell’oscurità. La sua mamma era stessa a terra con una goccia di
sangue che gli usciva dal lato sinistro delle dolci e rosse labbra. Piton incominciò a piangere, ad urlare, ad abbracciarsi a
quel corpo ormai senza vita della mamma. Quando arrivarono i soccorsi avvisati
da una signora del vicinato, il piccolo Severus era lì a fissare il vuoto, immerso nei suoi profondi
pensieri sull’accaduta della sera…Quei ladri, quei ladruncoli gli avevano
portato via la persona a lui più cara.. come hanno potuto farlo! E poi quell’uomo, la sua voce, la sua risata compiaciuta ma
soprattutto la sua frase “..un giorno capirai cosa
vuol dire uccidere..” cosa voleva dire.. Ma questa
riflessione fu distolta dal pensiero di suo padre, così gelido, sul volto
di quell’uomo alto con i capelli corti e la pelle
chiara, non c’era l’espressione di chi a subito una perdita.. Non c’era l’espressione
di chi stava soffrendo, NO! C’era la sua solita espressione indecifrabile di
chi sta facendo mille ragionamenti occulti.. Severus lo fissava e quando il padre gli ricambiò lo
sguardo capì, capì tutto… Quell’uomo non stava
soffrendo, affatto.. non gli importava niente, si era tolto un peso. Severus portava odio e rancore per suo padre che non
perdeva occasione per rimproverarlo o accusare la mamma per cose scontate e
inutili. Il piccolo assisteva spesso a litigi e quando non ne poteva più si
andava a rifugiare in una angolo buio della sua
camera. Ma dopo tanti anni dall’accaduti il professore
ricordava bene, una macchia indelebile nei suoi ricordi… Una voce poco
piacevole lo riportò nella realtà e lontano dai ricordi.. “Lucius
spero proprio che tu non sbagli più, perché sai farei un po’ fatica ad acettarlo ancora..” e così dicendo
Voldemort lasciò cadere il corpo sul pavimento,
proprio come cadde il corpo della donna. Lucius si
mise le mani alla gola, come se fosse stato appena liberato da una morsa…I suoi
occhi erano lucidi, e il suo corpo risentiva ancora del dolore subito. Il
padrone spostò lo sguardo agli altri presenti, e quando vide Piton gli fece cenno di avvicinarsi. L’uomo si avvicinò,un po’ preoccupato della richiesta, ma anche lui appena fu
al cospetto dell’uomo inclinò il volto. Voldemort
fece cenno di seguirlo, e insieme lasciarono la sala e
i suoi presenti posti in circolo vicino a Lucius per
aiutarlo. Raggiunsero una stanza meno illuminata della precedente, l’unico
bagliore erano quattro candele poste su un candelabro
molto vecchio. L’uomo ossuto si sedette su una poltrona al quanto malconcia ma
abbastanza grande. Piton restò in piede a fissarlo. “Severus, dimmi, Silente è veramente morto?” Quell’inaspettata domanda colse alla sprovvista l’uomo che
per evitare di far notare la sua sorpresa si controllò..
Era sconcertato da quella domanda, chiuse ogni angolo della sua mente… ogni
fessura….. “Mio signore, qualche dubbio a riguardo?” disse con una voce che si
sembrava più tranquilla possibile.. “Sai mio caro Severus,
non voglio che anche a te venge l’idea di tradirmi o
cose del genere..” Severus all’improvviso senti un
cerchio alla testa.. sentiva come tante pale che
scavavo nei suoi pensieri nei suoi ricordi.. era Voldemort,
ne era più che certo… “Ma mio signore, io non l’ho mai tradita e non lo farò
neanche in futuro..” L’espressione di Voldemort
fissava e scrutava Piton come un giudice guarda un pregiudicato…. In quell’istante
Severus di rese conto che mentirgli non era mai stato
così difficile.. Voldemort
si alzò di scatto, si avvicinò all’uomo e gli disse in un orecchio “Cosa stai
cercando di nascondermi amico mio?” Ma prima che l’uomo potesse rispondere un
uomo piombò all’interno della stanza, era spaventato e agitato.. “Signore,
signore mio, è giunta la notizia che Silente è ancora vivo!” Piton sprofondò , il cuore smise di battere, al saliva si
prosciugò.. Voldemort guardò stupito l’uomo.. “Da
quali font sono giunte queste notizie?” “Signore pare che Galler
l’abbia avvistato nei pressi di Londra.. non ne è molto sicuro perché era
coperto, ma dice che l’ha riconosciuto dalla mano sinistra e dalla lunga barba
che fuoriusciva dal mantello che lo copriva..” Severus
decise di prendere una posizione, non poteva restare lì e sentire le parole che
gli avrebbero rovinato la vita “ Ma come è possibile!
IO stesso ho fatto fuori Silente e lo visto
accasciarsi oltre la rupe..” Si precipitò verso il suo compagno e gli mise le
mani al collo della veste che indossava.. “TU MENTI! Sporco
bugiardo”… “NO, TU MENTI SEVERUS!” rispose Voldemort
alle sue spalle.. Piton si
girò a fissare il padrone.. “Lo sapevo Severus, l’ho
sempre saputo che tra noi c’è sempre stato un tradirotore..”
“No, signore no.. Non vi ho mai tradito..” Piton aveva capito di essere stato scoperto, la copertura
era fallita.. am doveva
ancora provare a chiudere la mente e a persuadere il suo padrone, anche se
queste continue percosse mentali lanciatogli dal signore oscuro lo stavano
snervando e stancando.. Voldemort puntò la bacchetta
contro Severus e…
[continua]