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Autore: Elanor Eliniel    06/08/2011    2 recensioni
Elanor, razionalista e devota ad Ulmo, e Niphredil, dolce fanciulla e amica delle cose che crescono, sono le due nipoti di Cìrdan, cresciute nel Mithlond, sulle rive del Mare.
Ma il mare stesso è mutevole, la Guerra dell’Anello si avvicina e nonostante le speranze di una vita di semplicità, si ritroveranno coinvolte in eventi più grandi di loro, eventi che le separeranno per poi lasciarle a rincorrersi, per poi sradicarle dalle loro tranquille esistenze, sino a spingerle in una nuova dimora e in terre sempre più distanti.
Tra gemme e profezie provenienti dai Tempi Remoti a lettere per Gil-galad datate Seconda Era; tra ombre che si allungano da Sud a paesi nel profondo Est o celati tra i monti; tra amori che rischiano di essere spezzati ancor prima di germogliare e amicizie che nascono in modo inaspettato, questa è la storia di come le due sorelle attraversarono la fine della Terza Era, sino a venirne fuori. Forse.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arwen, Elrond, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Elanor & Niphredil'
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Infine mi sono decisa a riprendere in mano questa storia scritta sei anni fa (di cui, tra l'altro, c'è già la vecchia stesura in giro per il web). Scritta con l'aiuto della mia amica Niphredil in un momento in cui tentammo di fare una nostra trasposizione in Arda. Ora, rileggendola con occhi più maturi, ho deciso di cambiare qualcosina e soprattutto di migliorare lo stile. Elanor e Niphredil appartengono a noi, così come tutti i nuovi personaggi inseriti fatta eccezione per Naerfindel, Carnifinde (che ho contribuito a sviluppare), Nauredhriw, Haidens e Neron Eargil i quali appartengono ad amici tolkieniani. Sarà piuttosto lunga come storia e gli aggiornamenti non saranno velocissimi. Buona lettura!



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Avvenne che, nell’anno 33 della Seconda Era, il successivo alla venuta degli Edain a Numenor, gli Eldar cominciarono a salpare per l’Ovesturia portando doni agli Uomini. Ed il pensiero di Elwing andò a suo figlio Elros, Tar-Minyatur, primo re di Numenor che non vedeva dal giorno dell’ultimo fratricidio degli Elfi e che non avrebbe mai più rivisto poiché egli aveva scelto il destino degli Uomini. Assai amara sembrò la sorte ad Elwing, che le aveva sottratto la gioia di crescere i propri figli.
Passarono molti ma molti anni, Numenor cadde, i Fedeli fuggirono e fondarono Arnor e Gondor in Endor, molte guerre si succedettero nella Terra di Mezzo, di cui gli Amanyar sapevano poco.
Ad Aman la vita procedeva come sempre, Elwing risiedeva nella sua torre dove si prendeva cura degli uccelli marini e dove aspettava il ritorno del marito; finché nacque in lei il desiderio di avere un altro figlio da crescere in quel reame beato. Eärendil acconsentì e fu così che nell’anno 2500 della Terza Era nacque la loro figlia Nìsiel. Il suo nome deriva del termine “nis”, che nella tradizione Eldarin indica le donne elfiche, ed era molto appropriato, in quanto era l’unica figlia femmina del grande Marinaio. Più gli anni passavano, più la grazia di Nìsiel s’accresceva e, sebbene ella vivesse nella Bianca Torre insieme a sua madre, sovente si recava nei boschi di Lòrien sulle rive del lago Lòrellin, dove cantava assieme agli usignoli e a Melian la Maia.
 
Conobbe molti tra i più nobili principi dei Vanyar e dei Falmari, ma a nessuno di loro andava il suo amore; difatti ella desiderava un amore come quello che legava i suoi genitori e che aveva indotto sua madre, tanti anni addietro, a seguire Eärendil per mare. Se i suoi fratelli dai capelli scuri e occhi grigi avevano ereditato le sembianze di Elwing, la fanciulla con i suoi capelli biondo miele e gli occhi grigio azzurri aveva conservato le fattezze di suo padre e della Casa di Hador.
Chiunque la osservasse poteva scorgere nel suo sguardo un velo di tristezza, ché molto desiderava rimirare la Terra di Mezzo; un giorno confidò questo desiderio a sua madre ed ella le ricordò tutte le disgrazie che si erano abbattute sui Noldor per aver abbandonato Valinor e la dama allora dimenticò quest’idea.
Erano passati trecento anni dalla sua nascita quando la fanciulla fu convocata da Manwë a Valimar, presso l’Anello della Sorte. La questione dei Mezzelfi tornava a turbare il Signore dei Valar e Mandos poiché Nìsiel, del pari dei suoi fratelli Elros ed Elrond, avrebbe dovuto scegliere a quale schiatta desiderava appartenere; pure la Mezzelfa mai aveva veduto Uomini nel corso della sua esistenza, né sapeva come fosse la loro vita.
Nìsiel quel giorno ascoltò molti pareri tra loro contrastanti, mentre timida e confusa, se ne stava nel mezzo del Màhanaxar in attesa che altri decretassero la propria sorte. Infine, allorché le ombre della sera s’allungarono anche su Valimar, fu deciso di inviare Nìsiel nella Terra di Mezzo, dove avrebbe avuto modo di incontrare popoli mortali e compiere al meglio la propria scelta.
E fu così che Elwing vide la sua unica figlia femmina abbandonare il porto di Alqualondë a bordo di un candido vascello a forma di cigno; e mentre guardava sua figlia allontanarsi all'orizzonte, rivolgeva una silenziosa preghiera ad Ilùvatar, affinché ritornasse un giorno a lei sana e salva. Suo padre Eärendil la guidò dai cieli con la sua stella, in quella notte limpida e Nìsiel manovrava il vascello con grande maestria, essendo figlia di suo padre e nel silenzio di quella notte e dei giorni che seguirono solcò il profondo Belegaer, finché sorse un’ alba diversa dalle altre, un’aurora che gli rivelò delle grigie sponde mortali.
Così, quando suo padre dal cielo più non la seguiva, ella approdò ai Porti Grigi; in quell’ora Cìrdan, Signore del Mithlond, dall’alto della sua torre vide quella nave meravigliosa e comprese che essa doveva essere stata fabbricata dai suo consanguinei di Aman. Si recò dunque al porto e vide la fanciulla scendere con disinvoltura e legare il suo vascello ad una colonna, con nodi che rivelarono la sua conoscenza dell’arte marinaresca.
Nìsiel si guardò attorno meravigliata e incerta. A lungo il suo cuore aveva desiderato raggiungere la Terra di Mezzo, di cui molti canti a Valinor parlano, ma ora che il momento era giunto, si accorse di essere null’altro che una timida fanciulla cresciuta sulle rive di un mare benedetto e avvezza a cantare in giardini beati. Un misto di nostalgia e timore la avvolse, ma si riscosse allorché vide il Signore dei Porti, alto e con capelli e barba d’argento, che le si avvicinava gentilmente.
- Benvenuta ai Porti Grigi, mia signora. Vi ho veduta dalla Torre, e mi sono chiesto da dove veniate. – la accolse lui.
- Sono Nìsiel, figlia di Eärendil ed Elwing. Sono nata a Valinor donde vengo. I Valar mi hanno inviata qui, affinché io decida, in quanto Mezzelfa, se appartenere ai Primogeniti o ai Venturi. Mio padre mi disse di rivolgermi al Signore dei Porti, ché una profonda amicizia li unì in passato. -  rispose lei.
Cìrdan sorrise benevolo ed allargò il braccio destro in segno di benvenuto, spalancando un vecchio mantello grigio.
- Sono io Cìrdan, Custode del Mithlond -
Nìsiel abbassò lo sguardo imbarazzata.
- I miei omaggi, signore – mormorò impacciata.
Cìrdan chiamò un Elfo, uno dei suoi servitori, affinché fosse fatta preparare una camera per la Dama.
- Così costei è la figlia del mio amico Eärendil – pensò il Carpentiere – bisognerà trattarla con riguardo. -
Nell’attesa la fanciulla si sedette sulla sabbia, lo sguardo rivolto ad Occidente: ancor tremendamente vicina era l'ora del suo viaggio e già avvertiva la mancanza dei suoi genitori e della sua terra.
Sentiva che presto qualcosa sarebbe accaduto, qualcosa che avrebbe portato sconvolgimenti nella sua vita; era giunta nella Terra di Mezzo, unica figlia di Eru a partire dal Reame Beato con il consenso dei Valar. Qualsiasi evento la attendesse, rifletté, sentiva già inspiegabilmente di aver trovato una casa nella Terra di Mezzo: i Rifugi Oscuri dove sarebbe rimasta. E infatti la sorte così volle.
Ivi conobbe Sìriel, sposa di Cìrdan, e trascorse molto tempo in sua compagnia, apprendendo la sua storia. “Figlia del fiume” era il suo nome, poiché era inizialmente un’elfa Nelyar, appartenente al popolo di Nurwë, Avari consanguinei dei Teleri. Durante la Grande Marcia, Cìrdan la trovò lungo le rive di un fiume che oggi non è più e se ne innamorò; indi la convinse a prendere parte al Viaggio ed ella più tardi divenne un’Elfa Falathrim, nonché sua moglie.
 
- Che ne è di mio fratello Elrond? – chiese un giorno Nìsiel alla Signora dei Porti.
- Ah, Mastro Elrond il Mezzelfo! Egli dimora a nord ad Imladris, di cui è il Signore ed il fondatore. Celebrìan fu sua moglie, ed Elladan ed Elrohir i suoi figli. Ha anche una figlia, Arwen, che ha ereditato l’ineffabile bellezza di Lùthien sua antenata. -
- So chi sia Celebrìan, che ora è all’ovest. Ma la mia domanda fu dettata dal fatto che molto desidero incontrarlo. – ribatté la fanciulla.
- Sono sicura che tra qualche tempo potrai recarti a Gran Burrone, se è ciò che vuoi. Ora devi scusarmi, ma debbo lasciarti, è giunta ora – disse l’Elfa – mio figlio sta per arrivare. -
 
E difatti era così, Mìrdan figlio di Cìrdan stava per arrivare nella sua dimora dopo un lungo peregrinare al Nord, al fianco dei Dùnedain e dei figli di Elrond. “Costruttore di Gioielli” dice il suo nome, poiché le navi che egli fabbricava erano sempre ricoperte di gemme e perle. I suoi capelli erano scuri e i suoi occhi avevano il colore verdecastano delle foglie autunnali, abili erano le sue mani e costante il suo cuore. Corni d’argento squillarono ed egli entrò sul suo destriero nel piccolo reame del Mithlond; Cìrdan e Sìriel lo attendevano in piedi accanto ai cancelli e non appena l’Elfo smontò da cavallo entrambi lo abbracciarono, ché erano passati alcuni anni da quando era partito.
Pure, in quell’ora qualcos’altro attrasse l’attenzione di Mìrdan, avendo scorto una fanciulla mai incontrata prima d’ora. Suo padre notò l’interesse del figlio per la Dama e lo condusse verso di lei.
– Ella è Nìsiel, figlia di Eärendil ed Elwing. E’ nata a Valinor ed i Valar l’hanno mandata qui, in modo che possa decidere, in quanto Mezzelfa, a che popolo appartenere – ora si rivolse a lei – Nìsiel, come avrai già capito, lui è mio figlio Mìrdan -
Nìsiel s’inchinò, e Mirdan prese la sua mano e la baciò dicendo:
- Lúthannen – [incantato].
 
Durante il breve periodo che il figlio di Cìrdan trascorse ai Rifugi Oscuri, spesso egli cercò la compagnia della Dama lungo le rive del mare, negli ampi saloni del palazzo di suo padre o ancora nei boschetti che lo circondavano. Così, allorché, fin troppo presto, giunse l’ora in cui l’Elfo doveva ripartire, il cuore di Nìsiel era inequivocabilmente volto verso Mirdan, e così quello di lui, anche se non lo sapevano ancora. E il loro amore fu come un fiore non ancora sbocciato colto di sorpresa da una tormenta dell’inverno e costretto a congelarsi; ma la Primavera sarebbe tornata anche per lui, per quel fiore che di fiori ne avrebbe generati due.
Così egli partì e Nìsiel rimase sola e amara fu la sua attesa. Spesso saliva sulla torre a scrutare verso Nord in attesa del ritorno del suo amato, e trascorreva le sue ore a tessere con Sìriel, sperando in un inatteso ritorno.
 
Qualche tempo dopo avvenne che alcuni raminghi del Nord arrivarono nel Mithlond in cerca di asilo;  avevano infatti con loro un uomo anziano, dalla folta barba bianca, il quale, ormai malato e in fin di vita aveva espresso desiderio di vedere il Mare. Lui e i suoi compagni erano più bassi dei Primogeniti e più robusti, ma se i visi dei più giovani potevano essere considerati non troppo diversi da quelli degli Elfi, il più anziano portava inequivocabili i segni dello sfacelo del tempo. Appagato che fu il suo desiderio, dopo alcuni giorni, senza apparente ferita, morì. Nìsiel rimase profondamente turbata quando vide il suo corpo giacere immobile senza nessuna ferita apparente, ché mai aveva veduto nulla di simile.
- Se questa è la Sorte degli Uomini, temo che non riuscirò a comprenderla -
A cagione di questa vicenda e dell'amore che ella nutriva per Mìrdan, scelse di essere giudicata con i Primogeniti. Dove si recasse lo spirito degli Uomini dopo la dipartita, continuò ad essere un mistero che Ilùvatar non ha mai svelato agli Elfi.
 
Alcuni mesi dopo, Nìsiel e la sua scorta viaggiarono per l’Eriador sino a Gran Burrone, così che la Mezzelfa potesse incontrare ivi suo fratello.
Assai lieto fu l’incontro tra Elrond e Nìsiel, ché il Mezzelfo mai avrebbe immaginato di possedere una sorella al di là del Mare, dopo aver perduto per sempre il suo gemello mortale. Ella restò a vivere ad Imladris per alcuni anni e un grande affetto sorse tra di loro; ben pochi ricordi Elrond possedeva dei suoi genitori, ma li rivide nella sua mente attraverso i racconti della sorella. Benché profondamente diversi per la diversa maniera in cui erano cresciuti, si legarono molto l’uno all’altra, rappresentando reciprocamente l’ultimo ed unico pezzo della loro famiglia nella Terra di Mezzo.
In tempi successivi la Dama si recò anche a Lothlòrien, ospite di Dama Galadriel, onde conoscere sua nipote Arwen; ma infine tornò ai Porti, ove dimorava il suo cuore.
Erano passati ormai trent’anni dal loro primo incontro, quando Mìrdan fece ritorno sulle rive del mare e in una notte stellata, condusse Nìsiel sulla cima di Elostirion dove le confidò il suo amore e si scambiarono anelli d’argento com’è consuetudine tra gli Eldar.
Grande fu pure la gioia di Cìrdan ed Eärendil, dall’alto dei cieli, per l’unione delle due casate dei più fedeli servitori di Ulmo.
 
Un’ultima missione per conto dei Dunedain separò nuovamente i due amati e Nìsiel rimase di nuovo sola, e s'avvide di quanto era amara la vita senza il compagno. Ma passati vent’anni egli tornò, e vennero dal Nord Elrond ed i suoi figli, poiché era giunto il momento di celebrare le nozze.
Splendida era la bianca figura di Nìsiel in quel giorno e il cuore di Mìrdan esultò nel trovare finalmente riposo dalle molte fatiche tra le braccia di colei che amava.
Si tenne un lungo banchetto prima della cerimonia, come solo soliti fare gli Elfi; e alla fine, dato che per Eärendil non era possibile, fu Elrond a porre la mano della sorella in quella del figlio di Cìrdan. Mìrdan e Nìsiel si restituirono gli anelli d’argento e si scambiarono gli anelli d’oro; Manwë e Varda furono chiamati a testimoni, venne pronunciato il nome di Ilùvatar ed essi furono sposi, dopo una lunga attesa. Serenamente passarono i sessant’anni seguenti ed arrivò l’anno 2910.
  
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