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Autore: ChibyLilla    08/08/2011    8 recensioni
prima fanfic su Death note, made by Liby_chan e Akatsukina fur immer. // Le vicende di Matt (nuovo studente), Mello e Near in una specie di college, insieme ai professori L, Light ed altri non ben identificati e con un preside...//Abbiamo messo OOc tra gli avvertimenti per sicurezza, ma non siamo sicure che lo sia xd!!!// Pairings (si scriverà così???): MelloxMatt; MelloxNear; MattxNear; LxLight; Varie ed eventuali. Con "ruoli" non ancora definiti.
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola premessa, prima di lasciarvi al capitolo: perdonate le dimensioni! In fondo troverete tutte le spiegazioni!

Buona lettura!

LACRIME E BUGIE

POV LIGHT

Sfilo agilmente la maglietta di Elle, ammirando il suo corpo nudo, come non lo vedevo ormai da troppo tempo.

-Che hai?- gli chiedo, notando la sua resistenza.

-Nulla, scusa- mi impedisce di replicare, tappando la mia bocca con un bacio.

-Allora, non avevi qualche lavoretto in sospeso?-

Proprio mentre sto per rispondergli adeguatamente, squilla il suo cellulare.

-Ignoralo Elle…-

Mi costringe perfino a pregarlo. Sto cadendo davvero in basso.

-Potrebbe essere importante- mi risponde e non esita a scansarmi per andare a prendere il cellulare dalla scrivania.  

Naturalmente non può uscire dalla stanza mezzo nudo, il che mi permette di sentire la conversazione, anche se non posso dire che sia soddisfacente: è la persona all’altro capo del telefono a parlare, mentre lui si limita a rispondere di si e ringraziare. Di cosa poi?

-Light, domani potrei fare un po’tardi- mi dice, tornando nella posizione in cui mi aveva abbandonato prima.

-Elle, adesso sono stanco dei tuoi capricci da sindrome premestruale. O mi dici cosa ti succede o eviti di farmi notare quanto ti stai allontanando. O, molto più semplicemente, finisce qui…-

-Sei un bambino Light. Alla mia età posso permettermi di dirti solo che ho da fare, non sei nessuno per costringermi a raccontarti i fatti miei. E sei troppo geloso- mi dice, rivestendosi.

Geloso? Io potrei aver dato dimostrazioni di paranoia, di egocentrismo, di follia, ma non di gelosia! Che abbia da nascondermi qualcosa per la quale una mia ipotetica gelosia potrebbe essere motivata?

Decido di lasciarlo andare senza dire una parola.

 

POV MELLO

Quando torniamo a scuola, Matt ed io siamo nella mano.

-Hai rischiato di fargli capire qualcosa…- borbotto, volutamente acido.

-Non avrei fatto capire nulla, tranquillo! E poi Near era così carino stamattina…- sussurra, col viso a poca distanza dal mio, appena entriamo in camera.

Prova a baciarmi con malizia, ma stronco il suo sorrisino sul nascere, con un pugno sullo zigomo destro.

Geme, portandosi una mano sul punto ferito e rimproverandomi con lo sguardo.

-Stavi parlando del mio ragazzo…-

-Mello, sono la persona che ha assecondato i tuoi bollenti spiriti in queste ultime notti. Non credi che meriterei un trattamento migliore?-

Non mi da tempo per le repliche ed esce dalla stanza.

Senza sapere cosa mi spinga a farlo, mi ritrovo a seguirlo per i corridoi, pregandolo di fermarsi, ma lui si allontana con una certa velocità.

 

La verità è che vorrei che uno di loro due potesse odiarmi, in modo tale da non avere il problema di dover scegliere. Così mi sento con due piedi in una scarpa, o per rendere meglio l’idea, con un solo piede in due scarpe. Fare il doppio gioco non è esattamente una cosa corretta.

Ma non posso farci nulla…Avrò qualche problema se non risolvo prima che Near torni a casa. Ed ormai manca poco.

 

Ripesco Matt sopra il tetto della scuola, con le gambe penzoloni verso l’esterno dell’edificio e lo sguardo perso nel cielo rosso del tramonto.

-Matt, scusa- gli soffio all’orecchio, abbracciandolo teneramente –non volevo-.

Borbotta qualcosa di negativo, per poi arrendersi alle mie coccole.

-Io non voglio farti soffrire- gli dico, sfilando la sigaretta dalle sue labbra e stringendola tra le mani –ma amo Near-.

Fa per alzarsi, irritato ancora dalle mie parole.

In poco meno di un secondo, i suoi occhi si riempiono di lacrime –Ti amo Mello… ma sei uno stronzo- piagnucola, raccolto nel mio abbraccio.

-Perdonami Matt…-

 

POV LIGHT

Quando esce riprendo lentamente la calma che avevo perso: la sola cosa che mi resta da fare a questo punto è affrontarlo.

-sei uno stupido Elle- sibilo, per poi seguirlo lungo il corridoio.

Resto piuttosto stupito, vedendolo entrare in presidenza. Un’immagine poco felice attraversa per un attimo la mia mente, ma mi convinco a stroncarla sul nascere, trovandomi a pensare che sono diventato davvero ridicolo.

Stringo i pugni quando la porta di fronte a me viene chiusa con un’ostentata gentilezza dalla mano sottile del mio…ex fidanzato.

I corridoi sono vuoti, quindi, avvicinandomi appena alla porta posso sentire quello che succede all’interno.

-Elle, di cosa hai bisogno?- chiede il preside, presumibilmente senza neppure guardare in faccia il suo interlocutore. Non lo fa mai ed è una delle cose che più mi irritano.

-Dovrei prendere due settimane di permesso- esordisce sicuro. Due settimane?

Adesso sono certo che Ryuk ha alzato lo sguardo, guardandolo sbieco.

-è successo qualcosa?-

Sento un rumore di carte alquanto inquietante e maledico il fatto che la porta sia chiusa.

-Elle, se hai bisogno di qualcosa…-

Una simile gentilezza nella voce di Ryuk non ricordo di averla mai sentita e devo ammettere che è abbastanza preoccupante.

-La sola cosa che vorrei è che questo non fosse riferito a Light-

Mi allontano leggermente dalla porta, sull’orlo di una crisi di nervi ed aspetto che Elle esca, convinto che a questo punto la razionalità non sortisca alcun effetto.

Appena si richiude la porta alle spalle, alza lo sguardo verso di me, fissandomi inespressivo ed uscendo.

Aspetto di essere fuori dall’edificio, prima di colpirlo con un pugno, diritto in faccia.

-Light, ma che vuoi?- si irrita, avvicinando una mano al labbro ferito.

Non gli lascio il tempo di reagire e lo incastro tra il mio corpo e il muro.

-Ti ripeto la domanda che ti ho già fatto: c’è qualcosa che mi stai nascondendo?-

Al suo ennesimo tentativo di negare la realtà, gli ultimi cristalli del mio autocontrollo vanno in frantumi e con una certa violenza lo colpisco di nuovo, stavolta allo stomaco, facendolo piegare per il dolore.

-Elle, cosa non mi hai detto?- chiedo ancora, afferrando una ciocca di capelli tra le mani e tirandola fino a fargli lacrimare gli occhi.

-Lasciami, stupido…- piagnucola, incapace di liberarsi.

-Ti ricordavo più forte Elle. Stare a contatto con le ragazze ti sta indebolendo?- gli chiedo con un sorrisetto folle sul volto.

Fa appena in tempo a coprirsi il viso con un braccio, bloccando a stento il mio pugno chiuso.

 

-Elle…- lo seguo fino a casa e per poco non mi chiude la porta in faccia.

Gli stringo forte il polso, sperando di scuoterlo da questo anomalo torpore psicologico: lui non mi risponde, si limita a fissarmi inespressivo, divincolandosi appena dalla mia presa.

-Chi è la ragazza bionda?- fingo di non sapere di chi si tratti. Voglio sentirlo dire dalla sua bocca.

-Un’amica Light- emerge un certo disappunto nella sua voce, quando sottolinea il mio nome. Rabbrividisco.

-Dove devi andare due settimane?-

Sto per stringere di più la presa, quando per la seconda volta nel giro di una settimana, lo prendo a due centimetri dal pavimento.

-Elle?-

Istintivamente lo abbraccio, sentendolo tremare tra le mie braccia. Incapace di fare qualunque cosa, mi limito ad accarezzargli i capelli leggermente appiccicati sul volto.

-Va tutto bene Elle…- mi sembra di parlare ad un bambino e mi sento stupido, devo sembrare davvero impacciato.

Non so cosa dirgli, tantomeno cosa fare.

-Scusami- mi risponde, cercando di riprendere il suo abituale sangue freddo e staccandosi da me –Va tutto bene-

-Posso restare da te stanotte?-

 

POV LIGHT

Alla fine Elle ha acconsentito a farmi restare a casa sua, a patto che il mattino seguente ognuno se ne sarebbe andato per la sua strada, consapevole del fatto che ormai avevo capito che “aveva qualcosa da fare”.

Ho aspettato che si addormentasse, accarezzandogli di tanto in tanto i capelli, come è mia abitudine fare e non ho provato neppure a baciarlo.

Osservo il labbro leggermente gonfio per il mio pugno e mi pento di averlo trattato male, così, con un gesto istintivo, mi giro dalla parte del letto opposta a lui, preparandomi a dormire.

Mi spingo sul bordo, in modo che nessuna parte di me entri a contatto con lui, un po’ perché non voglio dargli fastidio, un po’ perché in questo momento non mi va di trovarmi abbracciato a lui, senza sapere come divincolarmi per non svegliarlo.

Sto per abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, quando lo squillare stridulo del telefono mi fa sobbalzare. Inevitabilmente impreco contro la persona, assolutamente priva di rispetto, che chiama a quest’ora.

Mi giro a guardare Elle, preoccupato dall’idea che possa svegliarsi, ma lo ritrovo ancora completamente abbandonato al sonno, come se quel rumore non lo riguardasse assolutamente.

Sorrido, avviandomi alla cornetta e pronto a sottolineare la poca cortesia della telefonata, quando scatta la segreteria.

-Sono Halle- risponde una voce femminile non del tutto sconosciuta. Inevitabilmente la associo alla bella dottoressa bionda.

-Elle, scusami per l’ora. Volevo sapere se va tutto bene e raccomandarti di essere puntuale. Domani vorrei che iniziassi la chemio un po’ prima. Potrebbe durare di più-

Le ultime parole, ad essere sincero, mi sfuggono.

Mi appoggio allo stipite della porta, portando una mano alle labbra ed iniziando a mordicchiare le unghie: questo spiega tante cose…

Non mi do il tempo di pensare quante sono state le occasioni in cui avrei potuto rendermi conto di quello che stava succedendo ed ancora una volta lascio che la mia impulsività prenda il sopravvento.

Inizio a frugare tra le cose di Elle: ormai conosco il mio ragazzo abbastanza bene da sapere dove mette le sue cose!

Con tutta la confusione che c’è per la casa impiego un bel po’ di tempo, ma alla fine, trovo qualcosa di interessante.

Sfoglio con un certo interesse una manciata di fogli contenuti in una cartellina azzurra e nella quale viene descritta con una certa accuratezza la situazione clinica di Elle.

Tumore allo stomaco.

Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, non tanto colpito dalla situazione di fronte alla quale mi trovo, ma piuttosto irritato dalla sua scelta di tacere.

Non giudicatemi male!

Di errori ne ho fatti sicuramente tanti nell’ultimo periodo e vedendo il mio comportamento, non mi stupisce che Elle mi abbia reputato troppo poco maturo per certe cose. Ma se me lo avesse detto, se si fosse premurato di raccontarmi le cose come stavano, io avrei potuto certamente fare di più di quello che ho fatto.

Non mi sarei comportato come uno stupido…

Con lo sguardo ancora offuscato dalle lacrime e un passo abbastanza incerto a causa del buio, raggiungo di nuovo il letto, fissando per qualche secondo il viso rilassato di Elle, poi torno vicino a lui, stavolta lasciandomi andare sul suo petto e concedendomi il calore del suo corpo.

 

Così si scoprì cosa avesse Elle! 

....

ed ora vi spiego tutto. Perchè, lo giuro, ho delle valide motivazioni!

1- Il capitolo è immenso perchè, avendo già scritto alcune scene, non sono riuscita a tagliarle, ma non volevo aspettare un altro capitolo per farvi sapere cosa avesse Elle.

2- La storia è "completa". Ma non manca qualcosa? è vero, non si sa che fine abbia fatto Near, nè come come si è risolto il nostro caro triangolo MxMxN. Beh, varie ed eventuali ragioni, mi hanno spinta a dividere la storia in due parti, quindi, sperando che continuerete a seguirmi, tra qualche giorno posterò una nuova storia (di cui ancora non ho scelto il titolo, quindi, se avete suggermenti sono ben accetti!)

3- I ringraziamenti sono d'obbligo!

Vorrei dare un enorme abbraccio cibernetico a tutti, perchè avete seguito i miei scleri e mi avete incoraggiata... spero di avervi fatto sorridere almeno un po' con questa storia (o in alternativa di avervi fatto piangere... ^^)

Un bacio, 

ChibyLilla

  
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