Qualche settimana dopo ci fu la partita decisiva della stagione, grifondoro contro corvonero. Harry aveva avuto indietro la scopa e volava su quella benissimo, più veloce di chiunque altro, più in alto di chiunque altro. Era quasi sul punto di catturare il boccino quando…delle figure incappucciate sbucarono dal nulla. Sembravano proprio dissennatori. Eppure…eppure non c’era freddo, o tristezza nell’aria. Lylith guardò interrogativamente i suoi compagni di tribuna. Tutti sembravano un po’ confusi. Molto strano. Harry gli scagliò contro un patronus e catturò il boccino. Tutta la folla esplose in urla di gioia e capirono anche cosa, o meglio, chi fossero le figure incappucciate.
Lylith corse sul campo per fare una sfuriata a quei piccoli idioti serpeverde, seguita a ruota dalla McGranitt, poco dopo Remus andò a parlare con Harry e gli fece vedere Malfoy e i suoi due compagni travestiti da dissennatori, mentre Lylith quasi perdeva quel poco di rispettabile reputazione che si era guadagnata e l’altra professoressa gridava contro i ragazzi. Harry era decisamente divertito dalla scena.
Quella sera tutta la sala grifondoriana festeggiò fino a
tarda notte, Lylith non poteva assolutamente perdersi la faccia scorbutica e
furiosa di Severus così gli portò del vino elfico per brindare alla vittoria.
“Sei insopportabile, la bottiglia non è nemmeno a metà e vuoi
che me ne vada! Hai dimenticato come si festeggia?” Severus alzò un
sopracciglio, indispettito quanto divertito.
“Oh, ma che hai capito!? Uffa, non si può scherzare con il
professorino perfettino Severino…” borbottava la ragazza, buttando giù un altro
bicchiere.
“Ora la metà è passata” osservò con una smorfia il suddetto
professore.
“Non ho capito, sei pure diventato astemio?” e gli riempì il
bicchiere apposta. “non dirmi che non reggi un po’ di alcol!”
“…tu lo reggi fin troppo. Sei perennemente ubriaca, quindi
un’alcolizzata, o hai qualche problema serio al cervello e sei perennemente
stupida?” replicò pungente il mago scolandosi il bicchiere e riempiendolo
nuovamente.
“…non è divertente.” Rispose lei imbronciata.
“Lo so, scusami. Hai ragione” e le sorrise. Riempì tutti e
due i bicchieri e propose di brindare alla prima volta in cui Lylith aveva
ragione su qualcosa.
“Continui ad essere poco carino.” Ma brindarono e bevvero anche questo bicchiere. Con una risatina del tutto insolita per lui, fece notare come il contenuto della bottiglia non arrivava mai alla fine.
“L’hai
stregata!” esclamò.
“Beh sì…ma pensavo che reggessi meglio un po’ di vino. Hai più di trent’anni.” Osservò lei pensierosa. “meglio se lo tolgo di mezzo…” la mano di lui le bloccò il polso e con l’altra mano l’avvicinò a sé gentilmente.
“Cosa pensi adesso?” chiese guardandola negli occhi.
“Oh, ora sei fin troppo cavalleresco per usare la
legilimanzia, o troppo ubriaco per farlo?” rise lei ironica.
“Mph. Ti dico quello che penso io. Hai dei bellissimi occhi
Lily. Ora dimmi a cosa stai pensando tu.”
“Ok. Hai un bellissimo alito da alcolizzato.” Rispose,
sostenendo il suo sguardo.
“Lily sei bellissima. Ma a volte non ti sopporto. Non riesco ad odiarti e a farmi odiare da te” non le diede il tempo di replicare a questa confusa affermazione, perché le prese il volto fra le mani e lo avvicinò alle sue labbra e la baciò teneramente, a lungo. O almeno a lui sembrarono meravigliosi anni. Lei non sapeva cosa pensare. Era certa che si stesse riferendo alla Lily morta e non a lei, però era anche certa che tra un po’ sarebbe collassato quindi non le costava niente ricambiare quel bacio. E allo stesso tempo si chiedeva che cosa le fosse passato per la testa accettandoLO. Ora avrebbe di nuovo rovinato la loro amicizia, rinata da poco. Stava baciando Severus! Quando lui non stava baciando lei, Lylith, ma Lily.Gli sembrava di prenderlo in giro...Lylith non voleva baciarlo. Voleva solo tornare indietro di qualche istante! Ma come previsto Severus cadde sul suo letto, lei lo lasciò così com’era ed uscì, per chiarirsi le idee.
Sentiva ancora forti rumori dal dormitorio dei grifondoro però e decise di controllare. Ma non trovò allegri ragazzi che festeggiavano. Trovò ragazzi terrorizzati che se la prendevano con il ritratto per aver fatto passare un uomo dai capelli nei e disordinati. Un uomo che aveva squarciato le tende di uno dei letti per qualcosa, o qualcuno al suo interno. Sirius Black, giurava Ron, era nella torre di grifondoro.
“Chi mai” stava ora chiedendo la
professoressa McGranitt accorsa al trambusto “chi mai è stato di una stupidità
così abissale da scrivere le parole della settimana su un biglietto e lasciare
il biglietto in giro?”
E lentamente, la mano di Neville Paciock si alzò timidamente dalla folla.
Successivamente il castello fu perquisito di nuovo, Lylith
diede una pozione rinvigorente (e somministrò anche un incantesimo oblivion)
a Severus,
così che non si
insospettissero per la sua assenza, ma la sua priorità era
trovare Remus.
Doveva parlargliene…non avrebbe permesso che Sirius venisse
privato dell’anima.
Con o senza aiuto. Per di più, mentre lei era con un Severus
ubriaco, Sirius
era stato nel castello…si sarebbero potuti incrociare, se non le
fosse venuta
in mente quella stupida bottiglia incantata. Gli avrebbe potuto
parlare...dirgli quanto teneva a lui, che non le importava se gli
dessero la caccia, lei lo avrebbe aiutato, non le importava quante
persone avesse ucciso, voleva il suo Sirius con lei. Si sarebbe
accontentata anche solo di guardarlo negli occhi.
“Come non puoi credere a quello che ti sto dicendo? Perché
non ti fidi di me Remus?”
“…perché quello che dici non ha senso. Vuoi farmi credere
che…tutto sia stato invertito? Che Peter aveva tradito James e Lily e Sirius è
andato ad ucciderlo per questo?”
"Si! È tanto difficile da credere? Non è stato l’atto di un
mostro… Peter meritava di essere ucciso”
“Ha ucciso altre persone innocenti.”
“Lo so. Ma non l’ha fatto apposta!”
“Lily! Non puoi difenderlo!”
“Sono stata tutto il tempo con lui, Rem. L’avrei capito se
fosse stato dalla parte di Voldemort, non trovi?”
“…chi mi dice che non sei tu ad aiutarlo ad entrare?”
“…non credi veramente a quello che hai detto.”
“No, hai ragione. Ma Nessuno ti da la colpa di non aver
capito che…”
“Oh ancora! È assurdo!”
“è assurdo che tu creda a lui!” Lylith era pronta a replicare
quando la voce di Severus che chiamava Remus si sentì da dentro il camino.
Sospirò e seguì Rem nell’ufficio di Severus.
“Mi hai chiamato, Severus?” chiese stancamente il lupo mannaro dando un’occhiata veloce ad Harry, che si trovava dentro. Lylith non disse niente. Sperava che Severus non avesse alcun ricordo della notte della settimana precedente, ma non lo sapeva con certezza, perché aveva cominciato ad evitarlo. Sì, un po’ si stava comportando da vigliacca.
Severus la guardò curiosamente, poi rispose “Certo.”
E raccontò di come la testa di Harry era
stata vista ad Hogsmeade da Malfoy, di come aveva trovato quel vecchio pezzo di
pergamena che lo aveva tremendamente insultato. Il cuore di Lylith ebbe un
tuffo e anche quello di Lupin, ne era certa, appena lessero la prima riga di
quella pergamena: il signor Lunastorta. La loro mappa. Ma…com’era possibile che ce l’avesse
Harry? E …solo la testa? Vuol dire che aveva anche il mantello di suo padre?
Doveva averglielo dato Silente.
“è piena di magia oscura…” stava blaterando Severus, mentre
nessuno lo ascoltava realmente, pensavano a creare una soluzione per tutti i
presenti, tutti coinvolti in quella storia.
“Suppongo
che sia una cosa trovata in un negozio di scherzi,
Severus. non mi sembra affatto pericolosa” obiettò calmo
Lupin. Per quanto la sua indole da bravo ragazzo detestasse
mentire, non era a Severus che doveva la verità.
“Ora che ci penso, ho visto altre di queste pergamene
stropicciate da Zonko l’ultima volta che ci sono stata…” Lylith cercò di
suonare convincente e sovrappensiero.
“Davvero? Non credete invece che Potter qui la possa aver
ricevuta direttamente da chi l’ha fatta?” insistette Severus.
Diamine! Perché quell’uomo doveva essere così acuto e
intelligente? Come aveva fatto a capire che…ma tanto non aveva prove. Non
ancora.
“Vuoi dire il signor Codaliscia, o un altro di questi
signori?” chiese Remus con fare innocente e sorpreso.
“Precisamente. O questa L” disse soffermandosi molto
sospettosamente su Lylith.
“Harry, conosci una di queste persone?” chiese gentile Remus.
“No!” rispose subito il ragazzo.
“Visto Sev? Tutto normale. Un articolo di scherzi senza
dubbio.”
“Ah, perfetto allora. La prendo io, giusto per ultimi
controlli. A presto, Severus. Harry, Ron…venite, vorrei parlarvi di quel tema…”
“Lylith.” Disse Severus con tono un po’ più ansioso di prima.
“Sì?” rispose, costretta a voltarsi.
“…mi stai evitando.”
“No, non credo proprio” mentì spudoratamente.
“Non era una domanda.”
“Convinto tu…” non sapeva che dire.
“Perché? È successo qualcosa?” sembrava perfino preoccupato.
In realtà Severus ci aveva messo una settimana intera per trovare il coraggio e
le parole da dire.
“Assolutamente. Sei tu che ti fai paranoie. Non c’è stata
l’occasione di litigare, se è questo che intendi, con tutta questa confusione
per Sirius Black. Tutto qua. Fine. Scusa, ho da fare. Ci vediamo a cena.” E
uscì lasciandolo interdetto e deluso.
Il giorno della finale di quidditch, grifondoro contro
serpeverde finalmente arrivò. La partita fu una delle più sporche mai viste ad
Hogwarts. Grifondoro era in vantaggio, ma comunque c’erano fischi su fischi.
Severus si era seduto accanto a Lylith, per cercare di capire cosa ci fosse in
quella maledetta donna e lei ne stava approfittando per ricoprire di insulti
lui e tutti i serpeverde. pensò che fosse molto divertente vederla così
indignata, perciò si prese tutto il suo sfogo senza dire una parola, tranne
qualche battuta sarcastica,come sempre. Forse era un miglioramento, pensava.
“Ma come osa! È un comportamento spregevole! Vile bastardo! E
tu! Non gli dici niente, sei il direttore della sua casa e scommetto che li
istighi a comportarsi così! Vergognati! Sono disgustata! dai! Vai! Vai! Si!” esultò
poi.
Grifondoro aveva vinto, non solo la partita, ma anche la coppa dopo un salvataggio
spettacolare di Harry e Lylith si era alzata in piedi e ora urlava come tutta
la folla tranne quelli verde e argento. Diede uno sguardo a Severus, ancora
seduto, imbronciato e in qualche modo confuso e le venne da ridere. “Dai, era
anche ora che vincessimo noi, no? brutto paranoico, musone, scorbutico,
estremamente sarcastico e irritante, pallone gonfiato serpeverde” gli disse
con un sorriso divertito.
“Sono gli aggettivi migliori o peggiori che potevi trovare
per me?” domandò lui ironico
“…sono gli aggettivi che potevo trovare per te” rispose dopo
una pausa. –certo, a parte estremamente intelligente, divertente…- scosse la testa
e disse “comunque stavolta niente festa eh” ops. L’aveva dimenticato.
“Quale festa?” chiese confuso il serpeverde.
“Oh, nulla, nulla” rispose l’altra sorridendo mentre
camminava verso il castello.
“Lily, Hagrid è loro amico. Mi sembra ovvio che proveranno ad
andarci”
“In effetti, anche io lo farei…”
“Ah, lo so bene.” Rispose Remus bevendo l’ennesima tazza di
the.
“…andrà tutto bene. Tu prendi la pozione e riposati, io
guarderò la mappa.” Propose Lylith.
“Ancora è presto per la pozione” Sorrise lui forzatamente.
“Ma guarda qua! Vanno dritti a casa di Hagrid. Avevi ragione.” Lylith trovava la cosa divertente. Remus assolutamente no.
"Non ti rendi conto di quello che significa e venissero trovati fuori dal castello al buio?"
“
Perchè dovrebbero essere visti? Scommetto che sono sotto il
mantello di James...pensa che ora è il mantello di Harry.”
“Già…”
“Certo che quel Malfoy ha proprio giocato un brutto tiro, con
questo ippogrifo. Vigliacco.”
“Già…”
“E non dire solo già!”
“Scusa, sono solo in stato di ansia eccessiva da pre-luna
piena!” scoppiarono entrambi a ridere forte. Mentre ancora ridevano a Lylith si
congelò il sorriso sulla faccia. Indicò, bianca come un lenzuolo, la mappa al
suo amico.
“Non è possibile…” sussurrò questo esterrefatto.
“Sarà un errore, ma…”
“La mappa non mente mai” conclusero all’unisono. Si guardarono.
“…è davvero innocente allora.”
“Rem! Guarda!” si catapultarono veloci come fulmini fuori dallo
studio, fino al platano picchiatore. I ragazzi erano già scesi nella stamberga
strillante. E non erano soli.