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Autore: sakura_87    09/08/2011    2 recensioni
Dopo "Di nuovo ad Hogwarts" tornano Hermione e Draco in una nuova storia fatta di mistero, avventura e passione. Cercando di imitare un moderno Indiana Jones, si troveranno ad affrontare una ricerca pericolosa ed emozionante.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Saku's Space

Eccomi qui di nuovo con questa storia, rivista e corretta. L'avevo iniziata a pubblicare in inverno, ma poi un po' per problemi un po' perchè non ero del tutto convinta dello sviluppo che prendeva, avevo interrotto con l'intenzione di sistemare le cose. E adesso eccomi qui. Nuovo titolo, nuova trama. Questo prologo e il prossimo capitolo, comunque, rimarranno sostanzialmente invariati, a parte qualche piccola correzione qua e là, qualche aggiustatina. Insomma, dato che non accadeva ancora nulla di fondamentale per la trama, non li ho quasi per nulla toccati.
Adesso ad ogni modo vi lascio alla lettura. =)






PROLOGO



I pochi avventori che a quell’ora della mattina consumavano la loro classica colazione fatta di cappuccino e cornetto rimanevano silenziosi sui loro sgabelli o ai tavolini.
Il freddo pungente di una bella giornata invernale si insinuava fino alle ossa di chi si trovava fuori dai locali.
Un baluginio violetto in mezzo a un indistinto flusso di ricci al vento.
Un respiro affannoso per una corsa a perdifiato.
La strada solitaria di una città millenaria scorreva sotto i suoi piedi.
E un solo, assillante, pensiero le girava in testa:
“Sono in ritardo, in ritardassimo!”
Era l’unica cosa che riusciva a pensare mentre cercava di raggiungere in tempo l’aula di lezione dell’università. Non ce l’avrebbe mai fatta, ne era consapevole, ma sperava nell’ennesimo, cronico ritardo di tutte le persone appartenenti alla categoria “professori universitari”. In caso contrario temeva che sarebbe sprofondata sotto uno sguardo accusatorio che difficilmente avrebbe potuto sostenere. Soprattutto lei, studiosa serissima, mai assente e mai in ritardo! Era la prima lezione di quel semestre e ci teneva a fare buona impressione sulla nuova insegnante che si sarebbe trovata davanti.
Inciampò in una buca del marciapiede, ma riuscì a non cadere e a ricominciare a correre, e correre, e correre, finché quasi non superò il portone d’ingresso, inchiodando e lanciandosi all’interno dell’edificio.
Salì correndo anche le scale e notò che la porta dell’aula era ancora aperta, segno che l’insegnante ancora non c’era.
Tirò un sospiro di sollievo, ma alla vista degli studenti seduti in quella stanza si rese conto di averlo fatto troppo presto. No, non era colpa di tutto il gruppo di studenti che in quel momento si stava chiedendo come sarebbe stato il nuovo corso. Era colpa solo di una chioma bionda, troppo bionda, che riluceva in modo strano in quell’ambiente.
Pensò immediatamente ad uno scherzo dell’immaginazione, solo una somiglianza scambiata per altro. Ma si sbagliava. E se ne rese conto quando la testa a cui quella chioma bionda apparteneva si girò nella sua direzione e incontrò due occhi del colore del ghiaccio.
Le sorrise. O meglio rivolse verso di lei un ghigno che del sorriso poteva essere solo una brutta copia. Ma lei ne era consapevole: quel ragazzo non sapeva sorridere.
Miriadi di ricordi la invasero. Alcuni piacevoli, come la memoria di un pugno che le aveva dato molta soddisfazione. Altri invece, la maggior parte per essere esatti, non fecero altro che aumentare a dismisura il suo malumore.
Un lampo di tristezza le attraversò gli occhi, ma fu solo una frazione di secondo. Non poteva farlo notare a lui, a quel ragazzo che la fissava con aria di sfida. E allora si riscosse e cercò di andare verso le prime file, dove molte sedie erano ancora libere, quando una voce che per anni non aveva più sentito, ma che non aveva certo dimenticato, la fermò.
“Sempre la solita secchiona, vero, Mezzosangue?”
Un malcelato disprezzo trapelava da quell’ultimo termine. Sempre. Sempre le avrebbe rinfacciato quella sua caratteristica. E lei sempre gli avrebbe dimostrato di essere più in gamba di lui. In ogni campo.
Tentò di ignorarlo, ma il brivido che le aveva percorso la schiena al sentire quel tono che nei suoi ricordi era rimasto anche troppo vivo, non era di certo sfuggito al suo interlocutore, che rise sommessamente.
Con uno sguardo di fuoco si voltò verso di lui, fermandosi giusto in tempo, prima di tirare fuori la sua bacchetta. Cambiò direzione e si diresse con passo deciso verso di lui, fino ad arrivare alla sedia accanto. Si sedette per essergli più vicina e sussurrargli una frase all’orecchio con tutto l’odio che riuscì a metterci.
“Ringrazia che siamo nel mio mondo e non posso lanciarti nessuna fattura, altrimenti a quest’ora non so come ti troveresti, Malfoy.”
“Oh, allora non ti sei dimenticata di me!” esclamò lui con ironia.
“Cosa ci fai qui?” tagliò corto lei.
Era strano. Draco Malfoy, purosangue e anti-babbani per eccellenza, si trovava in quell’aula di un’università babbana, piena di studenti babbani, tranquillamente seduto in attesa dell’inizio di una lezione.
“Oh, Granger. Eppure tutti erano convinti che eri la più intelligente strega mai nata! Penso che molti si dovranno ricredere dopo questa tua domanda.”
Lei lo guardò torva e in quel momento lui notò il leggero trucco violetto sulle sue palpebre. Credeva che fosse talmente bigotta da non conoscere nemmeno come si usavano i trucchi!
Stava forse pensando che la ragazza fosse quasi carina? Mai! Lui non l’avrebbe mai pensato. Anzi, si era ripromesso di non pensarlo mai più dopo quell’ultima disastrosa volta in cui si erano visti.
Improvvisamente quello sguardo indagatore lo riportò alla realtà.
“Seguo le lezioni come te.”
Hermione non ne sembrava molto convinta.
“Segui lezioni di archeologia in un’università babbana? Mi dispiace ma non ti credo. Te lo chiederò un’altra volta, Malfoy, gradirei che la smettessi di prendermi in giro e mi dicessi la verità. Cosa ci fai qui?”
 
  
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