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Autore: Lisaskeeter    04/04/2006    10 recensioni
Cosa succederebbe se ognuno di noi potesse vedere il proprio futuro in uno specchio?Le nostre certezze crollerebbero e probabilmente saremmo costretti a seguire una strada diversa da quella che ci eravamo prefissati. Harry Potter avrà la possibilità di vedere il suo futuro, e nello stesso istante in cui succederà si renderà conto che sarà così bello da valere strordinariamente la pena di essere vissuto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina successiva Harry fu svegliato da un'odorino niente male che gli gravitava intorno

La mattina successiva Harry fu svegliato da un'odorino niente male che gli gravitava intorno. Apri' lentamente gli occhi e cerco' di mettere a fuoco il salotto, giusto in tempo per vedere Hermione in ginocchio davanti a lui che gli faceva levitare sotto il naso un vassoio pieno di biscotti alla cannella appena sfornati. Si tiro' su lentamente, sorridendo e reggendosi sui gomiti - Buon giorno... - riusci' a gorgogliare appena, osservandola e notando che stava ridacchiando - Hei... si puo' sapere che hai da ridere? - la riprovero' scherzosamente. Hermione cerco' di controllarsi - Scusami, davvero... e' solo che... oddio, sembra che tu abbia infililato la testa dentro una centrifuga! -. Harry si porto' immediatamente una mano sulla testa, constatando di avere i capelli disastrosamente arruffati, e sbuffo' una risata - Santo cielo, devo essere orribile...-, - Tutt'altro... - si lascio' sfuggire Hermione, persa nel contemplare il verde smeraldo dei suoi occhi un po' lucidi e assonnati. Harry non riusci' a fare a meno di fissarla, serio, per quello che forse fu poco piu' di un minuto, diventando di una sfumatura che andava dal fucsia al rosso rubino. - Li hai fatti per me questi biscotti?- le chiese infine in un sussurro, senza riuscire a smettere di guardarla, assorto. Doveva essere uscita da poco dalla doccia, perche' aveva i capelli ancora molto umidi e indossava un accappatoio assassino che la copriva maldestramente e faceva viaggiare a razzo la sua fantasia, rischiando di provocargli un infarto nel giro dei successivi trenta secondi. Hermione gli sorrise - Si,vedi... sei stato un tesoro a rimanere qui con me ieri notte, quindi volevo ringraziarti con una bella colazione...-. "Se vuoi posso rimanere qui per sempre" era tentato di dirle, ma cerco' di trattenersi, afferrando un biscotto e addentandolo -"Sai bene che non potrei mai lasciarti sola se stai male... -, - Lo so... grazie... - mormoro' Hermione, allungando una mano, incerta, e posandogli una carezza sulla guancia colorita - Se vieni con me in cucina magari ci beviamo anche una bella tazza di cioccolata calda, ti va?-, - Si, ottima idea! - rispose Harry, mettendosi seduto e infilandosi le scarpe da tennis.

 

- Accio barattolo dello zucchero! - disse Hermione, seduta al tavolo della cucina. Il barattolo scivolo' via dalla credenza e le atterro' in mano. Harry rise -Non riesco a credere che tu metta lo zucchero nella cioccolata Hermione! -, - Questa e' cioccolata fondente, ed e' un po' amara, o comunque non abbastanza dolce per me... Ne vuoi un po'? -, - No, grazie, credo di aver mangiato troppi biscotti... A proposito, erano buonissimi!Sei davvero bravissima... -. Gli occhi di Hermione si accesero in un'espressione emozionata, e vagarono per qualche istante sul tavolo, tanto che non si rese neanche conto che Harry aveva guardato l'orologio e si era alzato. Hermione scatto' in piedi a sua volta - Dove vai?- gli chiese, agitata. - Sono le sette Hermione... Alle otto devo andare al Ministero, e devo prima passare da casa a farmi una doccia!Oggi pomeriggio e' il primo turno di guardia, e tocca a me e al professor Silente! -, - Ah, gia'... scusa, lo avevo dimenticato... - ammise, senza riuscire a nascondere la tristezza. Ogni volta che doveva salutarlo, anche se per poche ore, le sembrava che qualcuno o qualcosa le staccasse via un pezzo di se stessa, lasciandola incompleta. Harry era molto combattuto. Non sopportava l'idea che potesse stare male in sua assenza, ma lui non poteva non andare a lavoro. Una volta lo aveva fatto. Era successo giusto un paio di mesi prima. Hermione aveva avuto una crisi di panico proprio come la sera precedente, solo molto piu' intensa, tanto che non avevano chiuso occhio tutta la notte, e la mattina lei lo aveva praticamente implorato di restare con lei, cosi' alla fine aveva mandato un messaggio al Ministero tramite Edwige, dove spiegava che restava a casa per problemi personali. Le si avvicino' e si azzardo' a prenderle il viso tra le mani, gesto che di solito compiva inconsciamente nei momenti in cui non ragionava lucidamente - Cerca di stare tranquilla, per favore... Il turno  di guardia finisce alle otto, e ti prometto che non appena finisco torno qui da te, ok?-, - Ok... - riusci' solo a dire Hermione. - Perfetto, allora vado, ci vediamo questa sera... - le diede istintivamente un bacio sulla fronte, lento, rendendosi conto solo dopo di quello che aveva appena fatto.

 

Non appena si fu chiuso la porta alle spalle sospiro' sonoramente, cercando di riprendere un colorito naturale e dandosi dell'idiota per la sua immensa stupidita' e mancanza di autocontrollo. Gli ci voleva indubbiamente una doccia fredda, subito. Ando' in Grimmauld Place, si diede una ripulita e indosso' la divisa da Auror del Ministero, poi usci' di casa, portandosi dietro alcune cose nel caso in cui si fosse dovuto fermare a dormire da Hermione anche quella sera. Arrivato al Ministero si reco' immediatamente all'Uffico Misteri, dove esibi' il pass che lo identificava come uno degli Auror addetti alla sorveglianza, e si fece dare la documentazione sull'oggetto a cui avrebbe dovuto fare la veglia quel pomeriggio assieme al suo vecchio preside. Aveva a disposizione tutta la mattina per analizzare i documenti, poi sarebbe andato a pranzo, e dopo avrebbe incontrato Silente per iniziare il turno di guardia.

 

Si sedette alla sua scrivania e posò le pergamene vuote sulla superfice di legno, colpendole appena con la punta della bacchetta e pronunciando a bassa voce la formula segreta per sbloccare la protezione che il Ministero aveva messo sulla documentazione. Le pergamene cominciarono a rivelare l'inchiostro lentamente, che piano piano dette vita alle parole, che a loro volta dettero vita al testo. A Harry ricordarono incredibilmente quando si divertiva ad andare in giro per Hogwarts con la Mappa del Malandrino a spiare cosa facevano gli altri studenti e gli insegnanti. Sorrise malinconicamente al ricordo, rievocando solo in quel momento che la vecchia mappa era chiusa in fondo a un cassetto in Grimmauld Place, da anni ormai inutilizzata. Iniziò a leggere...

 

Documentazione strettamente riservata al Ministero della Magia Inglese.

Oggetto: "Specchio del Futuro"

 

Si richiede che venga impiegata la massima sorveglianza per l'oggetto denominato Specchio del Futuro, ritenuto altamente pericoloso. Lo specchio dona, a colui che vi immerge il volto, la possibilità di vedere il proprio futuro, certo e nei minimi dettagli. Ognuno può vedere all'interno dello specchio solo il proprio avvenire, e quello di coloro con cui dividerà la sua vita. Lo specchio è retto da un piedistallo nero in ferro battuto, è ovale, e su un lato reca una piccola rondella. Girando la rondella in senso orario si può scorrere di anno in anno. Lo Specchio permette di vedere il futuro, non il passato. Non consente di tornare indietro nel tempo e modificare gli eventi, non è una Giratempo. Non permette neanche di modificare il futuro. Quello che viene mostrato è certo e incrollabile. Lo si può ritardare, ma non evitare...

 

Harry proseguì la lettura per oltre due ore, non immaginando che ci fossero così tante cose da imparare su un semplice specchio. Il Ministero Bulgaro lo aveva spedito in Inghilterra, insieme ad un altro oggetto pericoloso di cui non si sapeva ancora nulla, perchè a quanto pareva in quel momento la Bulgaria contava una quantità di Maghi Oscuri mai toccata fino ad allora, ed era quindi più alto il rischio che i due oggetti venissero trafugati. Harry sbadigliò sonoramente, annoiato da quei mille dettagli, poi avvertì un brontolio deciso proveniente dal suo stomaco. Era quasi ora di pranzo. Colpì di nuovo le pergamene con la punta della bacchetta, facendo sparire il testo, poi le piegò e se le infilò nella borsa, alzandosi per andare a pranzo. Mentre percorreva il corridoio che portava alla mensa del Ministero pensò che forse, se non avesse pranzato, avrebbe fatto in tempo a materializzarsi qualche minuto a casa di Hermione per vedere come stava... Ma per quale stupido motivo i maghi non usavano il telefono?Era uno strumento di comunicazione molto efficace e velocissimo, senza bisogno di gufi stressati o strane sparizioni e apparizioni improvvise. Componevi il numero e la persona dall'altra parte ti rispondeva subito. Cosa c'era di più semplice?Se ci fosse stato almeno un dannato telefono al Ministero avrebbe potuto parlare con Hermione subito, e accertarsi che andasse tutto bene, perchè lei ne aveva uno nel suo appartamento, per poter chiamare i suoi genitori babbani tutti i giorni.

 

La figura alta e imponente di Silente che gli veniva incontro fece cadere il suo proposito di andare a coccolare un pò Hermione - Professore... Buon giorno!Che ci fa già qui?Ma non dovevamo incontrarci nell'atrio tra mezz'ora?- gli chiese, confuso. - Si, il programma era quello Harry, ma ho pensato che ti avrebbe fatto piacere un pò di compagnia per il pranzo... - disse il vecchio preside. - Oh, si, va bene allora... Andiamo alla mensa?Le va bene?- , - Visto l'appetito con cui mi sono svegliato oggi, mi va bene qualsiasi posto dove preparino roba commestibile... -. I due si persero nelle chiacchere durante tutto il tragitto e tutto il pranzo, anche se Harry non riusciva ad impedire alla sua mente di volare ogni tanto al pensiero di Hermione, a casa completamente sola, probabilmente persa nella lettura di qualche libro dei suoi spessi sei dita...

 

Intorno alle due e mezzo di un rigido pomeriggio d'inverno, Harry il suo vecchio preside si recarono all'Ufficio Misteri, scoprendo che la stanza dove sarebbe dovuto essere custodito lo specchio era una della più isolate dell'edificio. Dopo essersi fatti riconoscere, vennero scortati fin davanti a una grande porta nera. - Non appena sarete entrati sigillate la chiusura dall'interno - disse il mago che li aveva accompagnati - E mi raccomando, massima attenzione... - e detto questo si voltò e si allontanò, a passo svelto e deciso. I due Auror entrarono nella stanza, e Harry sigillò la serratura con un colpo di bacchetta. L'oggetto era posto al centro della stanza. Era esattamente come veniva descritto nella documentazione. Il piedistallo era a misura d'uomo, e lo specchio ovale arrivava più o meno all'altezza della testa. Su di un lato, una piccola rotellina nera. Due sedie di legno dallo schienale alto erano posizionate ai due lati della porta sigillata. Harry e il professore vi si sedettero, la bacchetta in mano, scambiando solo qualche parola ogni tanto a voce bassa. Harry odiava quel tipo di incarico, specialmente quando gli toccava il turno di giorno. Quale mago oscuro così idiota si sarebbe azzardato ad intrufolarsi nell'Ufficio Misteri in pieno giorno per tentare di rubare uno specchio con tutta quella sorveglianza in giro?Amava molto di più i turni di notte, perchè era molto più probabile che succedesse qualcosa. Inoltre, per quanto bene volesse al suo vecchio preside, lo scocciava ugualmente il fatto che lo avessero messo in coppia con lui, perchè sapeva che nella remota quanto improbabile possibilità che avessero dovuto combattere, Silente avrebbe fatto in modo che lui non muovesse un dito. Sbuffò sonoramente e si alzò, incrociando le braccia al petto, quando il rumore inconfondibile di un incantesimo che apriva la porta li costrinse entrambi a scattare in avanti. Scoprirono in realtà che si trattava solo del Ministro della Magia - Scusate l'improvvisata, ma avrei bisogno di parlare urgentemente con te di una questione Albus... Harry, te la senti di rimanere per un pò qui da solo? -. "Te la senti?!?Ma per chi diavolo mi hai preso brutto...", Harry si trattenne dall'offendere pesantemente il Ministro, al contrario sorrise in modo finto - Perchè non dovrei sentirmela?Non sono più un bambino da molto tempo ormai... -, - Bene, allora Albus, andiamo nel mio ufficio... -. Silente lanciò uno sguardo eloquente a Harry, poi uscì con il Ministro, chiudendosi la porta alle spalle. Harry la sigillò di nuovo, e si lasciò cadere di nuovo sulla sedia con insofferenza. Appoggiò la testa indietro sulla parete, e lo sguardo gli cadde ripetutamente e insistentemente sullo specchio... Lo Specchio del Futuro... E se... "No, non puoi farlo Harry, se ti scoprissero finiresti nei guai...", diceva l'angioletto seduto comodamente sulla sua spalla destra, "Ma ora sei solo, non ti vedrebbe nessuno... ", rispose prontamente il diavoletto in ginocchio sulla sua spalla sinistra, "Si, ma Silente potrebbe tornare da un momento all'altro... ", ribadì l'angioletto, "Ma dai, è appena uscito, vedrai che non tornerà tanto presto, il Ministro è insopportabilmente noioso quando inizia a parlare...", forse il diavoletto aveva ragione... "No, Harry, non farlo!" lo implorò l'angioletto. - Ah, stai zitto! - gli gridò Harry, come se volesse chiudere la bocca a una persona in carne e ossa. Il diavoletto iniziò a ballare sulla sua spalla sinistra, sventolando in aria la forca, felice della vittoria, mentre Harry si alzava in piedi e si avvicinava allo specchio lentamente. Non appena vi fu di fronte, si guardò un attimo intorno con circospezione, come per assicurarsi che nessuno lo vedesse, pur sapendo che era solo. Lo specchio gli rimandava l'immagine del suo viso, un pò combattuto, un pò curioso. Harry si avvicinò ulteriormente, lievemente tremante all'idea di quello che avrebbe potuto vedere. Non aveva mai potuto avere certezze nella sua vita, a parte l'affetto incondizionato dei suoi due migliori amici. Per la prima volta, voleva essere sicuro di qualcosa. Voleva sapere quello che avrebbe dovuto affrontare, per poter essere preparato. Allungò prima un dito, sfiorando leggermente la superfice dello specchio, e questa iniziò a produrre dei cerchi concentrici, come se fosse fatta d'acqua. Sgranò leggermente gli occhi, poi vi immerse lentamente il viso, allungando una mano al lato dello specchio e facendo fare un mezzo giro in avanti alla rondella. Per un istante vide scorrere velocemente una sequenza di immagini confuse, poi tutto si fermò, ed Harry ebbe come la sensazione di essere caduto dentro un pensatoio, con la piccola differenza che osservava gli eventi dall'alto. La scena che gli si presentò davanti lo costrinse a trattenere rumorosamente il fiato. C'era lui, insieme a Hermione, ed erano in Grimmauld Place, nella sua camera da letto, e stavano... facendo l'amore!Riuscì ad osservare la scena solo pochi minuti, perchè improvvisamente si sentì come prendere fuoco ovunque, e iniziò ad affannare. Riusciva a sentire ogni respiro, ogni gemito incontrollato, ogni singola parola che si sussurravano con abbandono, e quello che stava uscendo dalla bocca di Hermione gli stava strizzando il cuore come una spugna. Possibile che lo specchio producesse nello spettatore le stesse sensazioni che si osservavano nella scena?Il suo corpo gli lanciò il campanello d'allarme, avvisandolo che era il momento di interrompere quella visione. Riemerse dalla superfice e fece d'istinto tre passi indietro, cercando di recuperare il controllo di se stesso e del proprio respiro. Possibile che tutto quello che stava facendo per cercare di non cadere tra le braccia Hermione fosse inutile?Non riusciva però a negare a se stesso che quello che aveva appena visto gli piaceva molto e lo attirava incredibilmente. Non appena ebbe ripreso un colorito naturale tornò ad immergere la testa nello specchio, facendo fare un'altro mezzo giro alla rondella. Ancora una sequenza di immagini confuse, poi... un giardino. Harry cercò di mettere a fuoco l'immagine. C'erano due file di sedie bianche, l'una accanto all'altra, e c'erano delle persone sedute, vestite elegantemente, tra le quali Harry riuscì a riconoscere Silente, alcuni dei membri dell'Ordine della Fenice e la famiglia Weasley al completo. Sullo sfondo, un altare di legno intagliato. Lui e Hermione erano davanti ad esso. Harry le aveva appena preso la mano e le stava infilando al dito una fede d'oro bianco, mentre la osservava in tutto il suo splendore, assorto e innamorato, e le pronunciava la sua promessa eterna. Era assolutamente bellissima, fasciata da un abito bianco semplice e raffinato, i capelli molto più lunghi che le cadevano liberi sulla schiena scoperta. In testa, una coroncina fatta di fiori di pesco intrecciati tra loro. Harry si sentiva come ipnotizzato da quella splendida visione, e avvertì un forte groppo di commozione in gola che riuscì a stento a controllare. Si allontanò ancora dallo specchio, lentamente, perdendo lo sguardo rassegnato sul pavimento e scacciando via con la mano una lacrima che gli stava scendendo velocemente sulla guancia. Era inutile. Per quanto avesse provato a resisterle, alla fine avrebbe ceduto lo stesso. Rievocò per un istante le parole della documentazione che aveva letto poche ore prima. "Quello che viene mostrato è certo e incrollabile. Lo si può ritardare, ma non evitare...". Certo, lui stava semplicemente ritardando l'inevitabile. Osservò ancora un istante lo specchio, incerto se continuare a sbirciare oppure no. Quello che stava vedendo gli stava gonfiando il cuore come un palloncino, non poteva negarlo, era straordinario, e lui sentiva chiaramente di desiderarlo più di qualsiasi altra cosa al mondo, e quella sensazione, per quanto cercasse di scacciarla, gli sembrava del tutto legittima. Lui era innamorato di Hermione, dannazione, e anche lei lo era di lui!Per quale stupidissima ragione non avrebbe dovuto desiderare tutto questo?Sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli, e tornò a guardare nello specchio, facendo fare un'altro mezzo giro alla rondella. Ancora una volta lui e Hermione, questa volta però lei era sdraiata dentro un lettino e aveva indosso una camicia da notte bianca, completamente sudata e con i capelli fradici. Aveva l'aria stravolta. Lui era seduto sul bordo del letto accanto a lei e le stava tenendo stretta una mano. Sembrava che si trovassero all'interno di una camera del San Mungo. Il cuore di Harry accellerò di angoscia al pensiero che potessero trovarsi lì perchè lei stava male, ma la porta della stanza si era appena aperta ed era entrata una maga con un fagottino in collo, avvolto in un asciugamano rosa. L'anziana signora si era avvicinata, sorridente, e l'aveva depositato in braccio a Hermione, la quale aveva iniziato a piangere di gioia alla vista della loro splendida bambina appena nata, che teneva maldestramente la piccola manina chiusa a pugno in bocca, con gli occhi verdi spalancati e splendenti che fissavano la mamma. Come il suo gemello nell'immagine che stava osservando, Harry non riuscì più a trattenere le lacrime, che iniziarono a sgorgare abbondantemente dai suoi occhi inermi. Una bambina... avrebbero avuto una bambina!Era la cosa più dolce ed emozionante che avesse mai visto, così piccola, fragile e indifesa, gli occhi pieni di innocenza e ancora del tutto inconsapevole di quanto amore avrebbe portato nelle loro vite. Incapace di sostenere ancora quell'emozione così imponente, Harry allungò di nuovo la mano verso il regolatore del tempo, facendolo scorrere ancora in avanti. Adesso si trovava sul binario nove e tre quarti. La sua mano era allacciata a quella di Hermione. Entrambi erano avvolti in lunghi mantelli grigi, e davanti a loro una bambina di circa undici anni teneva stretta il suo carrello carico di bagagli e cose per la scuola. In cima al carrello ondeggiava pericolante una grossa gabbia con dentro Grattastinchi. Hermione stava afferrando la bambina per un polso e la tirava verso di se "Vieni qui Lily, lasciati sistemare il mantello, guarda... è tutto sgualcito" stava dicendo, mentre la bambina protestava sonoramente in tono lamentoso "Dai mamma, lasciami... finirò per perdere il treno!". A Harry sfuggì una risata gioiosa e incredula allo stesso tempo. Non riusciva a credere che quelli fossero loro!Dovevano avere più o meno trentacinque anni, e Lily era assolutamente meravigliosa!Aveva i capelli castani lunghi e abboccolati, gli occhi di un verde acceso e intenso, e teneva la testa alta in un atteggiamento fiero e intelligente, che a lui ricordò terribilmente Hermione nel loro primo incontro sull'espresso per Hogwarts. Il treno stava fischiando la partenza, e l'Harry del futuro stava prendendo in braccio Lily, posandole un bacio sulla guancia e scompigliandole un pò i capelli. La bambina salì sul treno dopo aver sistemato il bagaglio, e si affacciò al finestrino dello scompartimento in cui era entrata, salutandoli energicamente con la mano, mentre il treno si allontanava sempre più velocemente...

 

Harry riemerse nuovamente dallo specchio, con gli occhi leggermente spalancati. Erano talmente tante le emozioni che stava provando in quel momento che neanche lui riusciva a distinguerle correttamente. Era felice. Quello che aveva potuto vedere gli stava regalando una gioia immensa. Era emozionato, un pò come quando si è in attesa di qualcosa che si è desiderato per tanto tempo, e lo si sta per ricevere. Aveva paura. Paura di non essere all'altezza, di non avere abbastanza forza per affrontare tutto quanto. Ma sopratutto, aveva fretta. Un'immensa fretta di vivere lo stava investendo come un'onda anomala, lasciandolo stordito. In mezzo a quell'oceano di sensazioni contrastanti, una sola era chiara e imponente. Voleva vedere Hermione, subito.

  
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