La
mattina successiva Harry fu svegliato da un'odorino niente male che gli
gravitava intorno. Apri' lentamente gli occhi e cerco' di mettere a fuoco il
salotto, giusto in tempo per vedere Hermione in ginocchio davanti a lui che gli
faceva levitare sotto il naso un vassoio pieno di biscotti alla cannella appena
sfornati. Si tiro' su lentamente, sorridendo e reggendosi sui gomiti - Buon
giorno... - riusci' a gorgogliare appena, osservandola e notando che stava
ridacchiando - Hei... si puo' sapere che hai da ridere? - la riprovero'
scherzosamente. Hermione cerco' di controllarsi - Scusami, davvero... e' solo
che... oddio, sembra che tu abbia infililato la testa dentro una centrifuga! -.
Harry si porto' immediatamente una mano sulla testa, constatando di avere i
capelli disastrosamente arruffati, e sbuffo' una risata - Santo cielo, devo
essere orribile...-, - Tutt'altro... - si lascio' sfuggire Hermione, persa nel
contemplare il verde smeraldo dei suoi occhi un po' lucidi e assonnati. Harry
non riusci' a fare a meno di fissarla, serio, per quello che forse fu poco piu'
di un minuto, diventando di una sfumatura che andava dal fucsia al rosso
rubino. - Li hai fatti per me questi biscotti?- le chiese infine in un
sussurro, senza riuscire a smettere di guardarla, assorto. Doveva essere uscita
da poco dalla doccia, perche' aveva i capelli ancora molto umidi e indossava un
accappatoio assassino che la copriva maldestramente e faceva viaggiare a razzo
la sua fantasia, rischiando di provocargli un infarto nel giro dei successivi
trenta secondi. Hermione gli sorrise - Si,vedi... sei stato un tesoro a
rimanere qui con me ieri notte, quindi volevo ringraziarti con una bella
colazione...-. "Se vuoi posso rimanere qui per sempre" era
tentato di dirle, ma cerco' di trattenersi, afferrando un biscotto e
addentandolo -"Sai bene che non potrei mai lasciarti sola se stai male...
-, - Lo so... grazie... - mormoro' Hermione, allungando una mano, incerta, e
posandogli una carezza sulla guancia colorita - Se vieni con me in cucina magari
ci beviamo anche una bella tazza di cioccolata calda, ti va?-, - Si, ottima
idea! - rispose Harry, mettendosi seduto e infilandosi le scarpe da tennis.
- Accio
barattolo dello zucchero! - disse Hermione, seduta al tavolo della cucina. Il
barattolo scivolo' via dalla credenza e le atterro' in mano. Harry rise -Non
riesco a credere che tu metta lo zucchero nella cioccolata Hermione! -, -
Questa e' cioccolata fondente, ed e' un po' amara, o comunque non abbastanza
dolce per me... Ne vuoi un po'? -, - No, grazie, credo di aver mangiato troppi
biscotti... A proposito, erano buonissimi!Sei davvero bravissima... -. Gli
occhi di Hermione si accesero in un'espressione emozionata, e vagarono per
qualche istante sul tavolo, tanto che non si rese neanche conto che Harry aveva
guardato l'orologio e si era alzato. Hermione scatto' in piedi a sua volta -
Dove vai?- gli chiese, agitata. - Sono le sette Hermione... Alle otto devo
andare al Ministero, e devo prima passare da casa a farmi una doccia!Oggi
pomeriggio e' il primo turno di guardia, e tocca a me e al professor Silente!
-, - Ah, gia'... scusa, lo avevo dimenticato... - ammise, senza riuscire a
nascondere la tristezza. Ogni volta che doveva salutarlo, anche se per poche
ore, le sembrava che qualcuno o qualcosa le staccasse via un pezzo di se
stessa, lasciandola incompleta. Harry era molto combattuto. Non sopportava
l'idea che potesse stare male in sua assenza, ma lui non poteva non andare a
lavoro. Una volta lo aveva fatto. Era successo giusto un paio di mesi prima. Hermione
aveva avuto una crisi di panico proprio come la sera precedente, solo molto
piu' intensa, tanto che non avevano chiuso occhio tutta la notte, e la mattina
lei lo aveva praticamente implorato di restare con lei, cosi' alla fine aveva
mandato un messaggio al Ministero tramite Edwige, dove spiegava che restava a
casa per problemi personali. Le si avvicino' e si azzardo' a prenderle il viso
tra le mani, gesto che di solito compiva inconsciamente nei momenti in cui non
ragionava lucidamente - Cerca di stare tranquilla, per favore... Il turno di guardia finisce alle otto, e ti prometto
che non appena finisco torno qui da te, ok?-, - Ok... - riusci' solo a dire
Hermione. - Perfetto, allora vado, ci vediamo questa sera... - le diede
istintivamente un bacio sulla fronte, lento, rendendosi conto solo dopo di
quello che aveva appena fatto.
Non
appena si fu chiuso la porta alle spalle sospiro' sonoramente, cercando di
riprendere un colorito naturale e dandosi dell'idiota per la sua immensa
stupidita' e mancanza di autocontrollo. Gli ci voleva indubbiamente una doccia
fredda, subito. Ando' in Grimmauld Place, si diede una ripulita e indosso' la
divisa da Auror del Ministero, poi usci' di casa, portandosi dietro alcune cose
nel caso in cui si fosse dovuto fermare a dormire da Hermione anche quella
sera. Arrivato al Ministero si reco' immediatamente all'Uffico Misteri, dove
esibi' il pass che lo identificava come uno degli Auror addetti alla
sorveglianza, e si fece dare la documentazione sull'oggetto a cui avrebbe dovuto
fare la veglia quel pomeriggio assieme al suo vecchio preside. Aveva a
disposizione tutta la mattina per analizzare i documenti, poi sarebbe andato a
pranzo, e dopo avrebbe incontrato Silente per iniziare il turno di guardia.
Si
sedette alla sua scrivania e posò le pergamene vuote sulla superfice di legno,
colpendole appena con la punta della bacchetta e pronunciando a bassa voce la
formula segreta per sbloccare la protezione che il Ministero aveva messo sulla
documentazione. Le pergamene cominciarono a rivelare l'inchiostro lentamente,
che piano piano dette vita alle parole, che a loro volta dettero vita al testo.
A Harry ricordarono incredibilmente quando si divertiva ad andare in giro per
Hogwarts con la Mappa del Malandrino a spiare cosa facevano gli altri studenti
e gli insegnanti. Sorrise malinconicamente al ricordo, rievocando solo in quel
momento che la vecchia mappa era chiusa in fondo a un cassetto in Grimmauld
Place, da anni ormai inutilizzata. Iniziò a leggere...
Documentazione
strettamente riservata al Ministero della Magia Inglese.
Oggetto:
"Specchio del Futuro"
Si
richiede che venga impiegata la massima sorveglianza per l'oggetto denominato
Specchio del Futuro, ritenuto altamente pericoloso. Lo specchio dona, a colui
che vi immerge il volto, la possibilità di vedere il proprio futuro, certo e
nei minimi dettagli. Ognuno può vedere all'interno dello specchio solo il
proprio avvenire, e quello di coloro con cui dividerà la sua vita. Lo specchio
è retto da un piedistallo nero in ferro battuto, è ovale, e su un lato reca una
piccola rondella. Girando la rondella in senso orario si può scorrere di anno
in anno. Lo Specchio permette di vedere il futuro, non il passato. Non consente
di tornare indietro nel tempo e modificare gli eventi, non è una Giratempo. Non
permette neanche di modificare il futuro. Quello che viene mostrato è certo e
incrollabile. Lo si può ritardare, ma non evitare...
Harry
proseguì la lettura per oltre due ore, non immaginando che ci fossero così
tante cose da imparare su un semplice specchio. Il Ministero Bulgaro lo aveva
spedito in Inghilterra, insieme ad un altro oggetto pericoloso di cui non si
sapeva ancora nulla, perchè a quanto pareva in quel momento la Bulgaria contava
una quantità di Maghi Oscuri mai toccata fino ad allora, ed era quindi più alto
il rischio che i due oggetti venissero trafugati. Harry sbadigliò sonoramente,
annoiato da quei mille dettagli, poi avvertì un brontolio deciso proveniente
dal suo stomaco. Era quasi ora di pranzo. Colpì di nuovo le pergamene con la
punta della bacchetta, facendo sparire il testo, poi le piegò e se le infilò
nella borsa, alzandosi per andare a pranzo. Mentre percorreva il corridoio che
portava alla mensa del Ministero pensò che forse, se non avesse pranzato,
avrebbe fatto in tempo a materializzarsi qualche minuto a casa di Hermione per
vedere come stava... Ma per quale stupido motivo i maghi non usavano il
telefono?Era uno strumento di comunicazione molto efficace e velocissimo, senza
bisogno di gufi stressati o strane sparizioni e apparizioni improvvise.
Componevi il numero e la persona dall'altra parte ti rispondeva subito. Cosa
c'era di più semplice?Se ci fosse stato almeno un dannato telefono al Ministero
avrebbe potuto parlare con Hermione subito, e accertarsi che andasse tutto
bene, perchè lei ne aveva uno nel suo appartamento, per poter chiamare i suoi
genitori babbani tutti i giorni.
La figura
alta e imponente di Silente che gli veniva incontro fece cadere il suo
proposito di andare a coccolare un pò Hermione - Professore... Buon giorno!Che
ci fa già qui?Ma non dovevamo incontrarci nell'atrio tra mezz'ora?- gli chiese,
confuso. - Si, il programma era quello Harry, ma ho pensato che ti avrebbe
fatto piacere un pò di compagnia per il pranzo... - disse il vecchio preside. -
Oh, si, va bene allora... Andiamo alla mensa?Le va bene?- , - Visto l'appetito
con cui mi sono svegliato oggi, mi va bene qualsiasi posto dove preparino roba
commestibile... -. I due si persero nelle chiacchere durante tutto il tragitto
e tutto il pranzo, anche se Harry non riusciva ad impedire alla sua mente di
volare ogni tanto al pensiero di Hermione, a casa completamente sola,
probabilmente persa nella lettura di qualche libro dei suoi spessi sei dita...
Intorno
alle due e mezzo di un rigido pomeriggio d'inverno, Harry il suo vecchio
preside si recarono all'Ufficio Misteri, scoprendo che la stanza dove sarebbe
dovuto essere custodito lo specchio era una della più isolate dell'edificio.
Dopo essersi fatti riconoscere, vennero scortati fin davanti a una grande porta
nera. - Non appena sarete entrati sigillate la chiusura dall'interno - disse il
mago che li aveva accompagnati - E mi raccomando, massima attenzione... - e
detto questo si voltò e si allontanò, a passo svelto e deciso. I due Auror
entrarono nella stanza, e Harry sigillò la serratura con un colpo di bacchetta.
L'oggetto era posto al centro della stanza. Era esattamente come veniva
descritto nella documentazione. Il piedistallo era a misura d'uomo, e lo
specchio ovale arrivava più o meno all'altezza della testa. Su di un lato, una
piccola rotellina nera. Due sedie di legno dallo schienale alto erano
posizionate ai due lati della porta sigillata. Harry e il professore vi si
sedettero, la bacchetta in mano, scambiando solo qualche parola ogni tanto a
voce bassa. Harry odiava quel tipo di incarico, specialmente quando gli toccava
il turno di giorno. Quale mago oscuro così idiota si sarebbe azzardato ad
intrufolarsi nell'Ufficio Misteri in pieno giorno per tentare di rubare uno
specchio con tutta quella sorveglianza in giro?Amava molto di più i turni di
notte, perchè era molto più probabile che succedesse qualcosa. Inoltre, per
quanto bene volesse al suo vecchio preside, lo scocciava ugualmente il fatto
che lo avessero messo in coppia con lui, perchè sapeva che nella remota quanto
improbabile possibilità che avessero dovuto combattere, Silente avrebbe fatto
in modo che lui non muovesse un dito. Sbuffò sonoramente e si alzò, incrociando
le braccia al petto, quando il rumore inconfondibile di un incantesimo che
apriva la porta li costrinse entrambi a scattare in avanti. Scoprirono in
realtà che si trattava solo del Ministro della Magia - Scusate l'improvvisata,
ma avrei bisogno di parlare urgentemente con te di una questione Albus...
Harry, te la senti di rimanere per un pò qui da solo? -. "Te la
senti?!?Ma per chi diavolo mi hai preso brutto...", Harry si trattenne
dall'offendere pesantemente il Ministro, al contrario sorrise in modo finto -
Perchè non dovrei sentirmela?Non sono più un bambino da molto tempo ormai... -,
- Bene, allora Albus, andiamo nel mio ufficio... -. Silente lanciò uno sguardo
eloquente a Harry, poi uscì con il Ministro, chiudendosi la porta alle spalle.
Harry la sigillò di nuovo, e si lasciò cadere di nuovo sulla sedia con insofferenza.
Appoggiò la testa indietro sulla parete, e lo sguardo gli cadde ripetutamente e
insistentemente sullo specchio... Lo Specchio del Futuro... E se... "No,
non puoi farlo Harry, se ti scoprissero finiresti nei guai...", diceva
l'angioletto seduto comodamente sulla sua spalla destra, "Ma ora sei
solo, non ti vedrebbe nessuno... ", rispose prontamente il diavoletto
in ginocchio sulla sua spalla sinistra, "Si, ma Silente potrebbe
tornare da un momento all'altro... ", ribadì l'angioletto, "Ma
dai, è appena uscito, vedrai che non tornerà tanto presto, il Ministro è
insopportabilmente noioso quando inizia a parlare...", forse il
diavoletto aveva ragione... "No, Harry, non farlo!" lo implorò
l'angioletto. - Ah, stai zitto! - gli gridò Harry, come se volesse chiudere la
bocca a una persona in carne e ossa. Il diavoletto iniziò a ballare sulla sua
spalla sinistra, sventolando in aria la forca, felice della vittoria, mentre
Harry si alzava in piedi e si avvicinava allo specchio lentamente. Non appena
vi fu di fronte, si guardò un attimo intorno con circospezione, come per
assicurarsi che nessuno lo vedesse, pur sapendo che era solo. Lo specchio gli
rimandava l'immagine del suo viso, un pò combattuto, un pò curioso. Harry si
avvicinò ulteriormente, lievemente tremante all'idea di quello che avrebbe
potuto vedere. Non aveva mai potuto avere certezze nella sua vita, a parte
l'affetto incondizionato dei suoi due migliori amici. Per la prima volta,
voleva essere sicuro di qualcosa. Voleva sapere quello che avrebbe dovuto affrontare,
per poter essere preparato. Allungò prima un dito, sfiorando leggermente la
superfice dello specchio, e questa iniziò a produrre dei cerchi concentrici,
come se fosse fatta d'acqua. Sgranò leggermente gli occhi, poi vi immerse
lentamente il viso, allungando una mano al lato dello specchio e facendo fare
un mezzo giro in avanti alla rondella. Per un istante vide scorrere velocemente
una sequenza di immagini confuse, poi tutto si fermò, ed Harry ebbe come la
sensazione di essere caduto dentro un pensatoio, con la piccola differenza che
osservava gli eventi dall'alto. La scena che gli si presentò davanti lo
costrinse a trattenere rumorosamente il fiato. C'era lui, insieme a Hermione,
ed erano in Grimmauld Place, nella sua camera da letto, e stavano... facendo
l'amore!Riuscì ad osservare la scena solo pochi minuti, perchè improvvisamente
si sentì come prendere fuoco ovunque, e iniziò ad affannare. Riusciva a sentire
ogni respiro, ogni gemito incontrollato, ogni singola parola che si
sussurravano con abbandono, e quello che stava uscendo dalla bocca di Hermione
gli stava strizzando il cuore come una spugna. Possibile che lo specchio
producesse nello spettatore le stesse sensazioni che si osservavano nella
scena?Il suo corpo gli lanciò il campanello d'allarme, avvisandolo che era il
momento di interrompere quella visione. Riemerse dalla superfice e fece
d'istinto tre passi indietro, cercando di recuperare il controllo di se stesso
e del proprio respiro. Possibile che tutto quello che stava facendo per cercare
di non cadere tra le braccia Hermione fosse inutile?Non riusciva però a negare
a se stesso che quello che aveva appena visto gli piaceva molto e lo attirava
incredibilmente. Non appena ebbe ripreso un colorito naturale tornò ad
immergere la testa nello specchio, facendo fare un'altro mezzo giro alla
rondella. Ancora una sequenza di immagini confuse, poi... un giardino. Harry
cercò di mettere a fuoco l'immagine. C'erano due file di sedie bianche, l'una
accanto all'altra, e c'erano delle persone sedute, vestite elegantemente, tra
le quali Harry riuscì a riconoscere Silente, alcuni dei membri dell'Ordine
della Fenice e la famiglia Weasley al completo. Sullo sfondo, un altare di
legno intagliato. Lui e Hermione erano davanti ad esso. Harry le aveva appena preso
la mano e le stava infilando al dito una fede d'oro bianco, mentre la osservava
in tutto il suo splendore, assorto e innamorato, e le pronunciava la sua
promessa eterna. Era assolutamente bellissima, fasciata da un abito bianco
semplice e raffinato, i capelli molto più lunghi che le cadevano liberi sulla
schiena scoperta. In testa, una coroncina fatta di fiori di pesco intrecciati
tra loro. Harry si sentiva come ipnotizzato da quella splendida visione, e
avvertì un forte groppo di commozione in gola che riuscì a stento a
controllare. Si allontanò ancora dallo specchio, lentamente, perdendo lo
sguardo rassegnato sul pavimento e scacciando via con la mano una lacrima che
gli stava scendendo velocemente sulla guancia. Era inutile. Per quanto avesse
provato a resisterle, alla fine avrebbe ceduto lo stesso. Rievocò per un
istante le parole della documentazione che aveva letto poche ore prima. "Quello
che viene mostrato è certo e incrollabile. Lo si può ritardare, ma non
evitare...". Certo, lui stava semplicemente ritardando l'inevitabile.
Osservò ancora un istante lo specchio, incerto se continuare a sbirciare oppure
no. Quello che stava vedendo gli stava gonfiando il cuore come un palloncino,
non poteva negarlo, era straordinario, e lui sentiva chiaramente di desiderarlo
più di qualsiasi altra cosa al mondo, e quella sensazione, per quanto cercasse
di scacciarla, gli sembrava del tutto legittima. Lui era innamorato di
Hermione, dannazione, e anche lei lo era di lui!Per quale stupidissima ragione
non avrebbe dovuto desiderare tutto questo?Sospirò, passandosi nervosamente una
mano tra i capelli, e tornò a guardare nello specchio, facendo fare un'altro
mezzo giro alla rondella. Ancora una volta lui e Hermione, questa volta però
lei era sdraiata dentro un lettino e aveva indosso una camicia da notte bianca,
completamente sudata e con i capelli fradici. Aveva l'aria stravolta. Lui era
seduto sul bordo del letto accanto a lei e le stava tenendo stretta una mano.
Sembrava che si trovassero all'interno di una camera del San Mungo. Il cuore di
Harry accellerò di angoscia al pensiero che potessero trovarsi lì perchè lei
stava male, ma la porta della stanza si era appena aperta ed era entrata una
maga con un fagottino in collo, avvolto in un asciugamano rosa. L'anziana signora
si era avvicinata, sorridente, e l'aveva depositato in braccio a Hermione, la
quale aveva iniziato a piangere di gioia alla vista della loro splendida
bambina appena nata, che teneva maldestramente la piccola manina chiusa a pugno
in bocca, con gli occhi verdi spalancati e splendenti che fissavano la mamma.
Come il suo gemello nell'immagine che stava osservando, Harry non riuscì più a
trattenere le lacrime, che iniziarono a sgorgare abbondantemente dai suoi occhi
inermi. Una bambina... avrebbero avuto una bambina!Era la cosa più dolce ed
emozionante che avesse mai visto, così piccola, fragile e indifesa, gli occhi
pieni di innocenza e ancora del tutto inconsapevole di quanto amore avrebbe
portato nelle loro vite. Incapace di sostenere ancora quell'emozione così
imponente, Harry allungò di nuovo la mano verso il regolatore del tempo,
facendolo scorrere ancora in avanti. Adesso si trovava sul binario nove e tre
quarti. La sua mano era allacciata a quella di Hermione. Entrambi erano avvolti
in lunghi mantelli grigi, e davanti a loro una bambina di circa undici anni
teneva stretta il suo carrello carico di bagagli e cose per la scuola. In cima
al carrello ondeggiava pericolante una grossa gabbia con dentro Grattastinchi.
Hermione stava afferrando la bambina per un polso e la tirava verso di se "Vieni
qui Lily, lasciati sistemare il mantello, guarda... è tutto sgualcito"
stava dicendo, mentre la bambina protestava sonoramente in tono lamentoso "Dai
mamma, lasciami... finirò per perdere il treno!". A Harry sfuggì una
risata gioiosa e incredula allo stesso tempo. Non riusciva a credere che quelli
fossero loro!Dovevano avere più o meno trentacinque anni, e Lily era
assolutamente meravigliosa!Aveva i capelli castani lunghi e abboccolati, gli
occhi di un verde acceso e intenso, e teneva la testa alta in un atteggiamento
fiero e intelligente, che a lui ricordò terribilmente Hermione nel loro primo
incontro sull'espresso per Hogwarts. Il treno stava fischiando la partenza, e
l'Harry del futuro stava prendendo in braccio Lily, posandole un bacio sulla
guancia e scompigliandole un pò i capelli. La bambina salì sul treno dopo aver
sistemato il bagaglio, e si affacciò al finestrino dello scompartimento in cui
era entrata, salutandoli energicamente con la mano, mentre il treno si
allontanava sempre più velocemente...
Harry
riemerse nuovamente dallo specchio, con gli occhi leggermente spalancati. Erano
talmente tante le emozioni che stava provando in quel momento che neanche lui
riusciva a distinguerle correttamente. Era felice. Quello che aveva potuto
vedere gli stava regalando una gioia immensa. Era emozionato, un pò come quando
si è in attesa di qualcosa che si è desiderato per tanto tempo, e lo si sta per
ricevere. Aveva paura. Paura di non essere all'altezza, di non avere abbastanza
forza per affrontare tutto quanto. Ma sopratutto, aveva fretta. Un'immensa
fretta di vivere lo stava investendo come un'onda anomala, lasciandolo
stordito. In mezzo a quell'oceano di sensazioni contrastanti, una sola era
chiara e imponente. Voleva vedere Hermione, subito.