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Autore: Oximoron    10/08/2011    2 recensioni
Questa storia, narra le vicende di tre amiche ignare del loro meraviglioso passato. Grazie ad un viaggio studio nella città da loro tanto amata, Londra, scopriranno la loro discendenza e un passato assai ricco di colpi di scena e tradimenti. Molti interrogativi saranno presto svelati dalle azioni di personaggi assai significativi; un preside freddo e composto, una famiglia apparentemente triste e piena di tanti pensieri. Questi, sono pochi dei tanti ingredienti che arricchiranno il viaggio delle ragazze.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, siamo ancora noi. Il trio di Lady Ele! Abbiamo notato molte visite ma un dubbio Shakesperiano ci assale: perché non lasciate un segno del vostro passaggio? ç_ç noi non mangiamo nessuno! Al massimo io (Beatrice) vi succhio un po’ di sangue v.v ma comunque sia, siamo fedeli al fatto che qualche buona anima ci commenterà prima o poi. Ebbene, ecco il terzo capitolo.
 In questo, Giulia descrive i suoi strani pensieri e l’accoglienza della coppia che ospita le ragazze. Buona lettura.



CAPITOLO 3 - Home sincere. – Giulia
 

 
La casa è molto grande; ha due piani ma ogni stanza sembra un labirinto. I mobili sono tutti in mogano e abbinati perfettamente a cuscini,sedie e simili. La coppia ci lascia campo libero e Lara ( con questo nome si è presentata ) esclama con un tono dolce e servizievole “ Osservate pure ogni stanza, a vostro piacimento. Io e mio marito Drew siamo in cucina se avete bisogno”. Noi tre sorridiamo e andiamo verso il salotto. Ci sono tre divani con in mezzo un piccolo tavolino basso,le pareti sono in legno e il pavimento in cotto. Vicino ad una finestra c’è un grande camino grigio con delle foto sopra e qualche fiore. La casa, nonostante la facciata, sembra molto accogliente,sembra la casa che ogni bambino o bambina desidererebbe per crescere protetto e in salute…mi ricorda tanto la mia di casa,non così inglese ma con la stessa sensazione calda di accoglienza che un po’ mi manca. E’ passato un anno da quando ho seguito Elisabetta a Firenze,lasciando così il nostro vecchio paese,le nostre abitudini e le nostre famiglie che sembravano soffocarci ma forse,alla fine,non era così. Della nostra vecchia vita sento solo la mancanza della mia famiglia e questa casa non è d’aiuto,soprattutto questa coppia che mi riportano a loro …però non sono i miei genitori e mi hanno subito fatto una certa impressione. Sembrano come una coppia aggravata da un qualche dolore,non so…sono buoni e gentili ma nei loro occhi si legge preoccupazione. A farmi tornare nella realtà è Elisabetta che dice “ Andiamo al piano di sopra, Lara ha detto che c’è una stanza per noi “ annuisco e seguo le mie amiche. Le scale sono a chiocciola, in pietra grigia. Arrivati alla fine, davanti a noi c’è un piccolo corridoio che separa la nostra stanza da quella della coppia. Entriamo e subito troviamo tre letti a baldacchino; entrambi accanto e con una finestra sopra. C’è anche una piccola scrivania dietro la porta, con un computer fisso.
Portiamo le valigie sopra ogni letto, io mi scelgo quello in mezzo, incominciando poi a disfarle. Ognuna prende un armadio diverso: tre armadi perfettamente decorati e puliti vicino alla fine di ogni letto. Questa casa mi stupisce sempre più, non c’è che dire…è perfetta,nei minimi particolari. Una volta sistemate, ci mettiamo a sedere sui rispettivi letti e chiacchieriamo delle solite cavolate. Ma mentre parliamo, ho di nuovo quella maledetta sensazione di prima, di voler sapere molto di più su questa famiglia..non riesco a far uscire questo tipo di pensiero dalla mia mente. E’ strano,non riesco davvero a pensare ad altro. Dopo un po’ decidiamo di soddisfare quell’interrogativo che subito ci ha colte: la facciata della casa. Scendiamo in cucina e io mi avvicino a Drew
“Mi scusi, possiamo farle una domanda? “ l’uomo che stava leggendo il giornale,si gira guardandoci e sorridendo ci risponde
“Ma certo, sediamoci qua “ ci indica il tavolo e noi ci sediamo. Elisabetta inizia a parlare con il suo tono leggermente freddo
 “ Appena siamo arrivate, abbiamo notato un..come dire..particolare assai curioso. La casa all’interno è molto ben messa, quasi quanto un gioiello. Ma fuori sembra essere stata protagonista di una sorta di battaglia. Come mai? “ Lara,che stava rigovernando,si gira immediatamente verso Drew. I due si guardano sussultando leggermente, ma è la donna che prende il coraggio per rispondere
“ Abbiamo deciso di lasciare una parte della casa, come appariva in passato. Vedete, questa casa risale al 1700 e , dato che i nostri figli adorano l’antichità del nostro paese, abbiamo deciso di lasciare la facciata così “ Lara conclude con un dolce sorriso che quasi mi tranquillizza, nonostante la riluttanza di Ilaria ed Elisabetta.  “Ma i vostri figli dove sono?Insomma,sono i nostri corrispondenti…” chiede Ilaria, Drew sorride e risponde con fare ovvio “ A scuola, che domande… li troverete sicuramente alla cena!” rimaniamo un po’ in silenzio, poi Lara rompe quel ghiaccio
 “ Approposito,tra un’ora ci sarà la cena, fareste meglio a prepararvi”
 “ Oh si, ha ragione “ dico sorridendo. Saliamo le scale e andiamo in camera. Però..quel pensiero mi tormenta peggio di una tremenda emicrania; quella coppia, quelle foto sul camino di Alexandra e suo fratello Harrison ( i figli di Lara e Drew ) non so ma..tutto questo mi fa pensare a molte cose,molte cose già vissute e già viste. Magari sto solo impazzendo. Elisabetta getta un vestito sul mio letto “Hey!mi hai quasi fatto paura “ le rispondo immediatamente “Su Rosaspina, non pensare al Principe o altre fantasie. Vestiti! “ dice ridendo mentre io so solo arrossire,non stavo di certo pensando ad…basta,è tardi,è l’ora di vestirsi. Una volta cambiate, dopo circa un’ora perché io sono l’unica che almeno si trucca decente nel nostro trio e ci tengo forse un po’ di più all’aspetto (ho dei capelli rossi a dir poco indomabili), raggiungiamo il ristorante segnalato da Armand, poco distante dalla casa della nostra famiglia
 Il ristorante si chiama “Soul” ed è molto bello; si presenta come un edificio con tre piani, fuori arredato con un insegna luminosa a neon. Ha tutti mattoni rossi e una porta in vetro. All’interno i tavoli sono tutti di color legno chiaro, quasi bianco e le pareti in mattone grigio.
 Ci sediamo ad un tavolo quasi infondo alla sala, vicino ad un camino dopo aver salutato i nostri compagni e aver fatto delle conoscenze veloci dei ragazzi inglesi…anche se di Alexsandra e Harrison,per ora,nessuna traccia. Magari arriveranno più tardi….sono troppo curiosa di conoscerli,è una curiosità che mi sta divorando. Il cibo (per quello che abbiamo visto fin’ora) non è un granché, ma ci accontentiamo volentieri,il cibo inglese non è certo conosciuto per la bontà. Subito notiamo, io e Ilaria, uno strano comportamento di Eli…è da stamattina,da quando siamo arrivate che non toglie gli occhi di dosso al preside Smith e penso ancora a come ha risposto male ad Ila prima di entrare nella casa a Blandford St…ci sono troppe stranezze perché,solitamente, lei è una ragazza che non ama dare spago alla gente che conosce da poco e sembra intenzionata a parlare con quell’uomo,è come attratta,un attrazione insolita da parte di una diciannovenne e lei non è mai stata il tipo. Magari c’entra qualcosa con il fatto che mi sento legata a Lara e Drew? Chissà,ora come ora voglio prenderla come un gioco infatti Ilaria inizia subito a sussurrarmi le sue solite battutine malate che giustamente Elisabetta non sente o fa finta di non sentire,è troppo occupata a guardare Armand che è vestito impeccabilmente stasera,accerchiato dai colleghi e dalla nostra Angelica…infatti stanno parlando ma purtroppo non riusciamo a sentire nulla. Comunque, qualcosa mi dice che la serata sarà assai interessante.
   
 
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