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Autore: BlueMoon1996    11/08/2011    4 recensioni
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Questa storia parla della nuova generazione, dopo la seconda guerra magica. Ci saranno amori, amicizie e talvolta anche avventure per i nostri giovani protagonisti.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Buongiorno cari lettori! Oggi, giovedì, giorno della settimana nel quale è nato Harry, posto l'ultimo capitolo di questa storia.

spero che vi sia piaciuta, con immenso piacere, ora, lascio a voi l'epilogo.


 

Il lato buono della fine

James e Evelyne Potter, ormai trentenni, avanzavano lungo la stazione di Kings Cross, tenendo per mano due bambini. Il primo era un maschio, aveva circa undici anni, abbastanza alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi color nocciola. La seconda era una bambina, di non più di cinque anni, che saltellava vicino al padre con i boccoli neri che le ricadevano sulle spalle, i grandi e sognanti occhi viola intenti a scrutare tutto, ed una bambola di pezza con una S ricamata sopra. La famiglia si avvicinò ad una parete tra i binari nove e dieci e con molta disinvoltura (per quanto il carrello con l'enorme baule e il magnifico esemplare di civetta lo permetteva) sparirono, inghiottiti dal muro.

Si ritrovarono dall'altra parte, sul binario 9 e tre quarti, mentre scrutavano le sagome nel vapore, tentando di individuarne qualcuna famigliare. Quell'anno, per il primo giorno del giovane Potter, la famiglia al completo sarebbe stata sul binario. Fu solo quando intravidero una massa di capelli rossi che capirono di aver fatto centro. C'erano quasi tutti: i suoi, Albus, Alice, Ron, Hermione, ecc... con i nipoti e i figli.

< allora, piccolo ometto? È il tuo primo anno, sei eccitato? > chiese Harry al nipote, che lo guardava allegramente. Il bambino annuì ed Harry sorrise.

< Sam, non fare il coraggioso sorridendo, so che hai paura > disse James al figlio, ricevendo un'occhiataccia dalla moglie.

< papà! > trillò la bambina ancora attaccata alla mano di James < che c'è Stella? >

< mi mancherà Sam! > e detto ciò andò ad abbracciare il fratello che la strinse forte.

< beh, di sicuro non siete come i vostri zii! > disse Harry alludendo agli altri suoi due figli.

In quel momento il fumo si diradò e apparirono Lily e Lysander con il piccolo Carter in braccio, di appena un anno, salutarono i parenti e poi si inserirono nella conversazione.

< no Celeste! No! Non puoi andare con Sam, no! > stava dicendo Albus a sua figlia, una bambina di circa sei anni, con degli occhi verdissimi, caratteristici degli Evans, che lei aveva ripreso dal padre, e motivo di felicità per Harry, mentre Alice rideva divertita dalla scena.

< Dominique e Alex non sono ancora arrivati? Volevo vedere se Jessica si era abbronzata alla fine, come voleva al mare! > disse Alice, ma non fece in tempo a finire la frase che un piccolo uragano rosso la abbracciò. < si, mi sono abbronzata! > disse la bambina, mentre i genitori la guardavano divertiti.

 

Dopo qualche minuto, poco lontano da loro, notarono un bambinetto dai capelli viola aggrappato alla gamba del padre.

< Remus! Smettila! Dai saluta sua sorella! Vic, per favore fa qualcosa! > gridava l'uomo.

< Remus! Basta vieni qui a salutare Dora! > il bambino si staccò e andò vicino alla madre, che stava salutando una ragazzina di circa tredici anni, con i capelli viola come il fratello, gli occhi blu e una bellezza che poteva essere solo paragonata a quella delle Veela. Il bambino, pur avendo circa sette anni, era bello come sua sorella, ma aveva gli occhi ghiaccio, marca Delacour.

La famiglia Lupin sparì tra le nuvole di vapore, mentre chi aveva assistito alla scena rideva di gusto.

< oh povero Ted! Ho l'impressione che Remus sia una vera peste! > esclamò Evelyne.

< puoi dirlo forte > disse una voce alle loro spalle.

< Louis, Jeremy! Sarah! > disse Evelyne eccitata.

Louis Weasley e Rachel Connory si erano lasciati qualche anno prima perchè non andavano d'accordo, poi Louis incontrò Sarah e con lei funzionò, quattro anni dopo si sposarono e nacque Jeremy, che aveva, anche lui, sangue Veela nel corredo genetico, ma i bellissimi occhi verdi della mamma, una donna alta, slanciata dai capelli castani e gli occhi verdi appunto.

Subito dopo l'arrivo di Louis fu la volta di Rose, Scorpius e Jake. Il bambino era un perfetto incrocio Weasley-Malfoy in quanto aveva i capelli biondo platino, ma gli occhi azzurri molto intensi e ridenti. I lineamenti non erano molto duri come quelli che caratterizzavano i Malfoy, ma erano una via di mezzo. I tre si fecero strada tra la folla, Rose con un po' più di difficoltà in quanto aspettava il fratellino di Jake, un altro maschio.

< questo lo voglio con i capelli rossi! > esclamò Ron abbracciando la figlia.

< allora? Dov'è Sam? Ci siamo riuniti tutti qui per vederlo salire sul treno! > esclamò quest'ultima.

< eccomi! > disse prontamente il bambino. La donna gli scompigliò ancora di più i capelli e gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia.

< diventeremo sempre di più > commentò James guardando la riunione della famiglia Weasley-Potter-Malfoy ecc... < dobbiamo smetterla di fare figli! > concluse, scatenando l'ilarità generale e l'approvazione di non poche persone.

 

§

 

Mancavano solo dieci minuti alla partenza del treno e i famigliari salutarono Sam in anticipo, poi se ne andarono, per lasciare al bambino la possibilità di stare un po' con i suoi e la sorella.

James si guardò intorno e osservò sua moglie. D'improvviso gli rivenne in mente il giorno del loro matrimonio.

 

Era molto nervoso quel giorno James, non si sa cosa temesse. Forse che Evelyne non si presentasse all'altare? Beh, sembrava difficile dato il suo stato. Si, era incinta. Avevano appena diciannove anni ma stavano già per diventare genitori e per sposarsi, ma a loro non sembrava una cosa anormale, tra i maghi era molto comune sposarsi presto e avere presto anche dei figli. In realtà quando James aveva scoperto che Evelyne era incinta quasi non cadeva dalla sedia del tavolo della cucina della Tana, dove stavano passando il Natale. Comunque non sembrava che la notizia avesse turbato più di tanto il resto della famiglia, a parte Ginny. Continuava a ripetersi, come aveva fatto Fleur a suo tempo, che era troppo giovane per diventare nonna. Comunque, col tempo accettò la cosa, e tre mesi dopo eccoli lì, su una bellissima spiaggia della Francia (Molly aveva protestato per la location, voleva la Tana, ma poi aveva ceduto) a celebrare il loro matrimonio.

James con un vestito bianco, sempre bello come al solito, aveva visto Evelyne entrare ed era rimasto folgorato. Il vestito bianco le ricadeva perfettamente su tutto il corpo, era semplice, né stretto, né largo, e non lasciava intravedere il ventre leggermente gonfio. Il corpetto era ricamato con delle roselline di raso e al centro di ognuna c'era un brillantino. Il bouquet era bianco con alcune rose color del cielo. Il trucco leggero e i capelli legati in una bellissima acconciatura, che faceva ricadere davanti al viso due boccoli morbidi.

Il padre d Evelyne aveva messo la mano della figlia su quella di James (aveva preso abbastanza bene la notizia) e James l'aveva accolta. Avevano pronunciato il si, sicuri di loro come non mai, tra la leggera brezza marina, e il lieve infrangersi delle onde. Erano rimasti legati fino a quel momento, e lo sarebbero stati sempre.

 

James tornò alla realtà e salutò suo figlio. Lo guardò salire sul treno e pensò. Lo stava accompagnando a Hogwarts come, diciannove anni prima, suo padre l'aveva fatto con lui. Ed era strano, tornare con la mente al suo primo anno, quando, con il volto emozionato osservava il padre dal finestrino della locomotiva, al quale era scappata una lacrima e guardava suo fratello ridere e scherzare con una Lily infuriata perchè non poteva andare ad Hogwarts. Eccolo lì, diciannove anni dopo, sul binario nove e tre quarti, ad accompagnare suo figlio, strana la vita. Fu solo allora che scoprì che suo padre non se ne era andato, che era ancora lì, ad osservare il treno in partenza. Sam salutò i genitori che avevano le lacrime agli occhi e salì sul treno, emozionatissimo, cercando uno scompartimento dove magari avrebbe trovato proprio un amico.

Evelyne si allontanò con Stella che stava piangendo, mentre James andò verso suo padre.

< perchè non te ne sei andato? > chiese.

< non volevo perdermi l'emozione di vedere di nuovo questo treno partire > gli rispose Harry.

< non dirmi che vieni qui ogni primo di settembre papà? >

Harry sorrise e guardò il figlio intensamente.

< Sempre >

< e perchè? >

< non credo che ci sia mai un motivo valido per alcuni gesti, alcune azioni James. Sai, la prima volta che vidi questo binario avevo undici anni e non sapevo neanche bene chi fossi. Sul treno incontrai quelli che poi sarebbero stati i miei due migliori amici, e prima vidi anche tua madre di sfuggita. Il secondo anno, tornai su questo binario, con un po' più di conoscenza di me stesso, ma ancora ero ben lontano dall'essere cosciente della mia vita. Il terzo anno, avevo aggiunto un tassello in più e avevo finalmente imparato a vivere nel mondo che mi spettava, e poi conobbi Sirius, e tutta la storia della morte dei miei genitori. Il quarto anno, un pezzo importante della mia esistenza era stato messo apposto, ma fu un periodo particolarmente difficile per me, tra il torneo e beh... il ritorno di Voldemort. Il quinto anno tornai spaventato, ma determinato ed ora credevo di sapere la maggior parte delle cose che mi riguardavano. Non sai quanto mi sbagliavo. Il sesto anno, infatti tornai ancora più arricchito di prima, finalmente sapevo la verità. Ero in errore di nuovo. L'anno dopo non presi questo treno, non tornai ad Hogwarts ma ricostruii pian piano pezzi della mia vita. È ad Hogwarts che ho finito di scoprire realmente il mio passato e presente. Ad Hogwarts ho cominciato a scoprire me stesso e ad Hogwarts ho finito di farlo, ho saputo l'intera verità, lì mi è piaciuta la fine, in quel caso, perchè così ho finito di scoprire me stesso. Ma questo binario, è il simbolo dei tasselli che ho messo da parte per parecchi anni, prima di giungere alla conclusione. Non lo nego, è anche il simbolo della liberazione dai Dursley, qui avrei preso il treno che mi avrebbe cambiato la vita. Ogni anno vengo qui, per ricordarmi che la vita è un enorme muro fatto di mattoni. Quei mattoni, sono i tasselli della nostra esistenza che mano mano vengono presi e messi insieme. Ogni anno vengo qui per ricordarmi dei miei undici anni, di quando ero solo un bambino che aveva voglia di sognare, di quando non avevo preoccupazioni, di quando potevo ancora dire di essere piccolo, per non avere responsabilità. Vedere te, diciannove anni fa, salire su quel treno, mi ha dato pressapoco la stessa sensazione. Ho capito che stavi cominciando a raccogliere i tuoi tasselli, i tuoi mattoni. Mi sono sentito felice, ma anche triste, te ne stavi andando verso una nuova avventura, della quale io non sarei stato partecipe. E oggi tu accompagni tuo figlio qui, su questo binario ed io provo la stessa identica sensazione, di nuovo. Lui sta cominciando ad aggiungere pezzi alla propria vita. Ha spiccato il volo. Ricorda James, niente e tutto è per sempre. Ti sembrerò pazzo, forse lo sono. Niente e tutto perchè le cose possono essere apparentemente per sempre, ma a volte non è così, ma tutto, alla fine, rimane nella nostra mente, per sempre, ed è per questo che ti dico, adesso, di preservare i ricordi, anche quelli brutti, di non cercare di cancellarli perchè saranno sempre parte di te >.

James aveva ascoltato il padre in silenzio. Ad ogni parola cresceva in lui la consapevolezza che suo figlio era ormai sulla strada di intraprendere un'avventura senza di lui. Suo padre aveva ragione.

< non ti facevo un tipo riflessivo sai papà? > disse. Harry rise.

< lo sono sempre stato, forse con me stesso, magari non lo davo a vedere, ma nella mia mente c'erano pensieri che non potresti immaginare. Comunque per te sarà un po' diverso, tu insegni a Hogwarts>

James sorrise e guardò il padre con aria afflitta.

< non sarà lo stesso. Io lì sarò il professore e lui l'alunno, ci vedremmo solo a lezione e ai pasti credo, Sam è un tipo abbastanza espansivo, si farà subito degli amici e non lo vedrò più! > disse un po' divertito un po' rabbuiato.

< non preoccuparti, andrà tutto bene! > rispose Harry.

Rimasero in silenzio per un po', osservando i maghi e le streghe che si affaccendavano ad andarsene, alcuni in lacrime, altri più allegri, probabilmente non era il primo anno per i loro figli.

Quando furono rimasti solo loro due sul binario, con Evelyne e Stella che parlavano poco distanti da loro, si guardarono, sorrisero, poi si abbracciarono, chiamarono le altre due e si smaterializzarono a Casa Potter, dove Ginny li stava aspettando insieme a figli, nuore, generi e nipoti. Non ci sarebbe potuto essere finale più felice di quello, dove l'amore trionfava, dove c'era pace.

 

§

 

Salve lettori! Questo è l'epilogo, la fine. Ho quasi pianto scrivendolo perchè mi ha ricordato l'epilogo del settimo capitolo di Harry Potter, dove sia quando ho letto il libro che quando ho visto il film ho pianto. Ero abbattuta. Era la fine. Ma sapete, la fine non deve sempre essere qualcosa di troppo brutto, qualcosa di orribile. È ovvio che quando questa causa dolore, (e lo fa la maggior parte delle volte) non può essere una cosa buona. Eppure c'è, qualcosa di buono nella fine. C'è che è un punto, e i punti talvolta devono essere messi, non si possono mettere sempre virgole, dopo un po bisogna dire basta, e fare un punto su un foglio di carta. Se dovessimo scrivere la nostra vita su un quaderno, occuperebbe solo una pagina, scriveremmo i nostri tre momenti più belli e quelli significherebbero tutto, anche tutto l'arco degli anni che abbiamo vissuto, e poi metteremmo quel punto, che non deve essere necessariamente la nostra morte, che può essere anche la fine di qualcosa di veramente importante. Mettere i punti non è facile. Ma ora voi vi chiederete, cosa c'è di buono in tutto questo? C'è che perdersi troppo nelle cose non serve a niente e a volte, la fine di qualcosa, è necessaria per capirne a fondo l'essenza, altrimenti si andrebbe sempre avanti, senza mai comprendere il significato che state cercando. Mentre invece, mettendo la fine, tutto avrebbe un senso, non ci sarebbero dubbi perchè tutto finisce lì e dopo una lunga storia, una lunga vita, una lunga pagina di diario, è meglio mettere la parola fine, per evitare di lasciare dei dubbi e continuare un racconto, che non saprebbe più dove andare a finire. Infine, ho scritto i pensieri di Harry, mettendomi un po' nei suoi panni, ma non sono certa che sia la verità, solo la Rowling può sapere ciò che gli passa per la testa! Eh! Comunque, siamo arrivati all'epilogo, un saluto.

 

La vostra Moon1996, e si augura che abbiate gradito la storia e l'abbiate seguita, e che abbiate capito ciò che gli frulla per la testa! Io ho messo un punto, ma stavolta ricomincerò daccapo, con una nuova storia, un'altra pagina o un altro quaderno, un'altra avventura.

 

Con affetto e un perchè no, un po' di pazzia

Moon1996. Grazie a tutti!

  
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