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Autore: Lyher    11/08/2011    0 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Commedia, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Solita mattina, mi preparai scesi giù e andai nell'autobus con Avalin.
Questa volta i miei amici erano arrabbiati con me, non gli avevo fatto avere notizie sul cinema, allora mi giustificai.
<< Scusate veramente ragazzi ma sono dovuta uscire con mia madre ed ho dimenticato il telefono a casa, non volevo! >>
E mi perdonarono.
All'uscita c'era di nuovo Clod.
<< Hei.. >>
<< Ciao. >> Rispose lui con la sua solita freddura fastidiosissima.
<< Ieri stavo dicendo, prima che arrivasse mia sorella ad interrompere, che a me fa soffrire questo tuo essere misterioso, e sai perchè? Perchè.. >>
<< NON DIRLO! >> Rispose immediatamente come se avesse già capito cosa stessi per dire.
<< Ma neanche sai cosa stavo dicendo >>
<< Lo immagino, per favore, non dirlo. >>
<< Invece io devo dirlo!
MI SONO INNAMORATA DI TE! >>
<< NO! >> Urlò.
Mi afferrò dalle spalle e mi scosse.
<< TU NON PUOI INNAMORARTI DI ME! >> Io ero ancora più terrorizzata delle altre volte, questa volta sembrava veramente cattivo.
Io stavo per piangere.
<< Perchè no? >>
Nel frattempo arrivarono Nik e Avalin.
E lui se ne andò senza rivolgermi più la parola.
Io ci rimasi male, ma non vedevo l'ora che mia mamma mi raccontasse quelle cose, quindi non ci diedi molta importanza ( IN QUEL MOMENTO ).
<< Cosa è successo Lì? >> Chiese Avalin.
<< Niente, niente.. Poi ti racconto tutto, per ora andiamo a casa, non mi va di parlarne. >>
<< Ok sorellina. >>
<< Ah Lin, ma sai se mamma è già arrivata a casa? >>
<< Mamma non è andata a lavoro oggi, ha detto che si era presa il giorno libero per parlare con te senza bisogno di farti aspettare, ma non ho capito: di che ti deve parlare? >>
<< Davvero? >> Nel mio viso si spalancò un sorriso. << Oh, deve spiegarmi il motivo dei miei incubi. >>
<< Ah, ho capito.. Finalmente ha deciso di dirtelo.. >>
<< Cosa?! Tu lo sapevi? >>
<< Si ma, io non potevo farne parola fino a che lei non ti diceva niente. >>
<< Quindi ora puoi dirmelo? >>
<< No, deve dirtelo lei. Mi dispiace Lì. >>
<< Beh, fa niente, lo saprò comunque fra 10 minuti. >>
Arrivammo a casa, io corsi da mia mamma, l'abbracciai.
<< Adesso devi raccontarmi tutto! >>
<< Si tesoro, ma non vuoi prima mangiare? >>
<< No, no, no e no! >>
<< Ahahah, ok. Ma devi promettermi che continuerai a volermi bene, perchè io te l'ho nascosto solo per te, ok? >>
<< Certamente, tu sei mia madre, come potrei smettere di volerti bene? >>
<< Bene, allora.. >>
Io ero felice, ma allo stesso tempo preoccupata che fosse qualcosa di brutto ..
<< Quando mi sposai con tuo padre, il dottore ci disse che non potevamo avere figli, allora decidemmo di adottare un bambino; all'uscita dell'ospedale incontrammo un uomo e una donna, che ci dissero di aver sentito i nostri discorsi, e che volevano sbarazzarsi di loro figlia, all'inizio non ci dissero il motivo, ma appena ti vedemmo capimmo che eri fatta per noi. Allora in quel momento non ci interessò il motivo, tu facesti parte di noi.
Poi dopo qualche ricerca, scoprimmo che quell'uomo e quella donna che ti avevano abbandonato, avevano altri due figli. Così andammo ad indagare.
Arrivammo da loro e gli chiesimo il motivo per cui ti avevano abbandonato, se avevi qualche problema o cose del genere..
Loro ci dissero soltanto testuali parole: Vogliamo che vive una vita normale. Clod e Nik ormai non hanno più questa possibilità, lo facciamo per il suo bene.
Io non capii subito, ma quando iniziammo a frequentarli come amicizia, ci accorgemmo che i ragazzi non crescevano mai, rimanevano sempre gli stessi.
Non mangiavano quasi mai, e il giorno non si vedevano mai in giro, e continuammo con le nostre ricerche, eravamo troppo curiosi di capire il perchè di tutti quegli strani avvenimenti.
Tutte quelle caratteristiche appartenevano alla stirpe dei Vampiri.
Quando glielo chiesimo, uno dei ragazzi provò a morderci, ma non ci riuscì, noi scappammo. I loro genitori allora ci spiegarono tutto per filo e per segno.
Tu eri una vampira, ma crescendo con gli umani saresti continuata a crescere normalmente, anche se poi da adolescente avresti sviluppato qualche segnale, non saresti stata a tutti gli effetti una di loro. >>
Ero rimasta senza parole.
Quindi Clod era mio fratello?
Quindi i sogni che facevo erano i miei ricordi?
Quindi io, io ero un vampiro?!?!
Io neanche credevo a questi esseri soprannaturali, ed io ero una di loro?
<< Ma, ma, ma allora.. tu.. >>
<< Sono la tua mamma, si, ma quella adottiva. >>
<< E i miei denti, non è l'adolescenza? E' perchè sono un.. un.. un mostro! >>
<< NON DIRLO MAI PIù! Tu non sei un mostro, sei una vampira, e dovresti esserne felice. >>
<< Felice? Felice di cosa? Di essere morta? >>
<< Tesoro, io ti ho spiegato come stanno le cose, poi tu puoi scegliere se vuoi essere quello che in realtà sei, o essere una ragazza normale e far finta che io non ti abbia detto niente. >>
<< No, non posso far finta di niente. Devo andare a parlare con mia madre e con mio padre, con i miei fratelli. E con Clod! Io credevo di essermi innamorata di lui! >>
<< Vai, corri, piccola mia, se è quello che senti di fare! >>
Iniziai a correre a velocità del vento, e arrivai a casa dei Ruberth, il loro cognome.. anzi, il MIO cognome.
Bussai alla porta, e mi aprì la donna, ossia mia madre.
La guardai negli occhi, e con voce cupa e misteriosa le dissi.
<< Buona sera, mamma, io sono tua figlia. >>

Il suo viso era perplesso, cercava di capire come e quando avevo scoperto questo fatto.
<< Posso entrare nella casa dei miei genitori? O vuoi cacciarmi anche da quì, ora? >>
Mi fece entrare senza dire una parola..
Io vidi Clod e Nik seduti che bevevano una sostanza rossa, forse era sangue, chissà.. Non lo sapevo, e non volevo saperlo.
Quell'uomo, mio padre, sembrava più freddo di mia madre e dei miei fratelli, forse non voleva accettarmi neanche ora.
<< Allora, potete rivolgermi la parola? Potete spiegarmi cosa è successo e cosa sta succedendo? Capisco che mi avete fatta adottare dai Ronald per il mio bene, per farmi crescere una persona normale ma che motivo c'è di non parlarmi adesso che vengo fino a quì a corsa, con il freddo, senza neanche aver mangiato?
Voglio solo capire se, adesso che so tutto, continuate a non volermi. Certo io adesso sono abituata con la mia famiglia adottiva, ma voi siete sempre la mia vera famiglia, se voi volete che torni quì, con voi, io torno.
Tutti i miei sogni servivano a questo, a farmi capire che avevo bisogno di voi. Siete parte di me; come io lo sono di voi, o almeno credo. >>
Si avvicinò Clod, mi afferrò la mano e mi portò di sopra in una stanza. In quella stanza c'era una culla, e nella porta inciso il nome 'Amber'. Ero io.
Mi misi a piangere e mi buttai tra le braccia di Clod.
Lui mi strinse, poi mi portò in un altra stanza, una stanza piena di robaccia, era la stanza dei sogni.
E tra quella robaccia c'era uno specchio dove spuntava un immagine di me e mia mamma che ci abbracciavamo.
La mia vera madre aveva sempre sognato di riincontrarmi, per potermi abbracciare.
Clod mi fece sedere in un divano che c'era ammucchiato tra la roba sparpagliata nella stanza, e iniziò a raccontarmi tutto.
<< Eravamo tutti felici quando nascesti, nostra madre ebbe la figlia che non aveva, essendo che eravamo tutti maschi. Ma quello che voleva di più era il tuo bene. Così non potè tenerti con noi.
Adesso lei non ha il coraggio di parlarti, è convinta che tu pensi di lei che ti abbia abbandonata perchè non ti voleva.
E nello stesso tempo ha paura che per colpa sua tu possa litigare con la tua famiglia adottiva perchè torneresti qui. Non sa cosa fare. >>
Ero confusa, ma nello stesso tempo avevo capito tutto.
<< Io l'avevo già immaginato, adesso le parlerò io. Ma ci sono altre cose che non capisco, ossia: perchè, se avevo smesso di fare questi sogni, sono ricominciati proprio ora?  Perchè mia mamma dice che non poteva avere figli se dopo ha avuto a Avalin? Allora ha adottato anche lei? Ci sono troppe cose che non riesco proprio a spiegarmi, ho bisogno del tuo aiuto! Dato che sei l'unico che parla in questa casa. >> Lui rise, per l'ultima frase che dissi. Ma poi tornò serio e rispose a tutte le mie domande dissolvendo ogni mio dubbio o curiosità per come si voleva chiamare.
<< Allora, quando iniziasti a sognarci, noi stavamo in California. Quando tua madre, dopo anni però, ci disse che facevi questi sogni capimmo che era meglio per noi che andassimo via di qua. Non appena arrivasti a vivere quì, i sogni ricominciarono perchè noi stavamo quì, più vicini a te di quanto tu potessi immaginare. Credo che tua madre adottiva ti abbia portata quì proprio per questo, forse capì che eri abbastanza grande per sapere. Ma questo devi fartelo dire da lei; ma comunque.. Non appena ti avvicinasti a noi ricominciarono le tue sensazioni, l'unica cosa, oltre agli occhi, che prendesti da me. >>
Adesso era tutto chiaro. O meglio, quasi tutto.
Dovevo chiarire questi dubbi con mia mamma, e chiarire le paure della mia vera mamma. Non poteva continuare così.
<< Avverto le tue sensazioni. >> Disse sfiorandomi le mani. << Non parlare ora con le tue madri, di semplicemente che hai capito tutto; aspetta qualche settimana. Mia mamma deve riprendersi dallo shock, il modo in cui ti sei presentata non è stato molto semplice da ricevere. E tua madre deve capire che non vuoi abbandonarla solo perchè hai capito la verità. >>
<< Che magnifiche parole, era un vero e proprio uomo, mio fratello. Hei! E' tuo fratello di sangue, o per meglio dire, di morte; ahah; non puoi innamorarti! >> Dissi tra me e me in mente. << Hai ragione Clod, allora adesso scendo senza farmi notare, torno a casa. E fra qualche settimana.... >> Mi interruppe. << Meglio un mese pieno. >> .. << Beh, ok. Tra un mese parlerò prima con Xandra, mia mamma adottiva, e poi con.. >> Non conoscevo ancora il suo nome. << Vakinia, è il suo nome. >> E lui come al solito scioglieva ogni mio dubbio, anche i più stupidi. << Bene, grazie. E poi con Vakinia, la mia vera mamma. >>
Lui non rispose più, mi afferrò e in un secondo mi trovai davanti la porta. La velocità dei vampiri andava più veloce della luce. Aprì la porta, e con la testa fece un cenno verso fuori, come se mi stesse, praticamente buttando fuori. Io uscii, lo guardai in maniera dolce, e andai verso casa.
Appena arrivai andai incontro a mia madre, l'abbracciai. << Com'è andata tesoro mio? >>
Io le sorrisi. << Sono stanca, vado a dormire. >> Lei aveva la faccia sconvolta. << Ma sono soltanto le 6.30 del pomeriggio! >> Io ero già a metà scala, abbassai la testa per guardarla negli occhi.. << Beh, e quindi? E' stato un pomeriggio faticoso. Buona notte mamma. >> Lei sorrise e mi mandò un bacio. << Buona notte piccola mia. >>
Andai in camera mia, mi buttai nel letto e entrai in un sonno profondo. Da domani, fino al mese prossimo la mia vita ricominciava ad essere normale, come tutte le altre.

  
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