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Autore: PadFeet    13/08/2011    1 recensioni
Come ad ogni compleanno, Harry era triste.
Come ogni anno, come ogni giorno, come ogni ora, il piccolo Harry non era altro che un bambino abbandonato a sé stesso.
Si chiedeva spesso se mai la sua mamma e il suo papà avrebbero bussato alla porta del suo ripostiglio, dicendogli che tutto ciò che fino a quel momento aveva vissuto, tutto ciò che fino a quel momento era stata la sua vita, era solo un brutto sogno.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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There's always someone watching over you.
 
 
Un miagolìo vicino raggiunse le sue orecchie ed Harry realizzò di essersi appisolato seduto, con le spalle appoggiate allo schienale e le gambe ancora strette fra le braccia.
Si voltò verso destra, notando un gatto seduto sulla stessa panchina su cui era lui.
E' molto bello, pensò il bambino, e in effetti il gatto era abbastanza particolare: era di un grigio tendente al marrone chiaro, con una strana disposizione di strisce di pelo dal colore marrone scuro che si incontravano e si separavano, somigliando a strade che si intrecciano; stava in una posizione dritta e poco rilassata per essere un  gatto.
"Che c'è, gatto? Hai perso la strada di casa?" chiese più a sé stesso che al gatto, mentre con una mano gli carezzava la testa. Per tutta risposta, il felino rimase rigido come un manico di scopa, gli occhi attenti e vigili che scrutavano davanti a sé.
"Non saresti l'unico, sai?" mormorò poi.
Il gatto sobbalzò un po' e Harry, guardando più attentamente, ebbe la sensazione che quel gatto avevesse qualcosa che in qualche modo non lo facesse sembrare un vero e proprio...animale. D'altronde, non era la prima volta che a Harry succedevano cose strane.
Alzò la testa verso il cielo, ancora più nero di qualche ora prima.
"Secondo te, gatto, la mia mamma e il mio papà lo sanno che oggi è il mio compleanno?" chiese in un sospiro.
Harry non sapeva cosa, precisamente, lo spingesse a parlare con un gatto. Forse credeva che almeno lui non l'avrebbe preso in giro, qualunque cosa gli avesse detto. Forse aveva solo bisogno di essere ascoltato.
Abbassò il viso e vide che il gatto, per la prima volta, si era lasciato andare ad una posa più rilassata e, guardandolo negli occhi, sembrava volergli rispondere.
E' solo un gatto, Harry..., si disse il bambino ,scuotendo la testa, non ti può rispondere.
"Perché se così fosse, vorrei davvero che me lo facessero capire in qualche modo" sussurò poi, avvertendo un tremito nella voce. 
Stavolta, il felino strusciò il muso nella mano di Harry, come a volerlo consolare, ma poi smise subito, tornando ad assumere la sua posizione rigida.
Un tuono vibrò nell'aria ed Harry seppe che stava per piovere. 
Alzò il viso verso il cielo ed una goccia cadde sulla sua guancia destra, appena sotto il suo occhio; poi scese e percorse il tragitto fino al mento, per poi staccarsi da quest'ultimo e cadere per sempre. Immaginò che il tocco di quella goccia fosse una dolce carezza della sua mamma e che il rombo del tuono fosse la voce rassicurante del suo papà.
Un'altra goccia sostituì la prima e fece il suo stesso percorso.
In pochi secondi cominciò a piovere copiosamente, ma né il bambino né il gatto sembrarono aver voglia di andare a cercare riparo.
Il cielo sembrò stesse piangendo per Harry, sembrò incitarlo a lasciare andar via il dolore che lo attanagliava, sembrò dirgli di fare come lui, di liberarsi del peso che sentiva all'altezza del cuore, e di quel groppo in gola che non lo faceva respirare.
Il bambino venne scosso da un singhiozzo e, con lentezza esasperante, una lacrima si fece strada sul suo viso, fino a diventare tre, quattro, dieci, troppe lacrime. Lacrime amare di un bambino di appena otto anni, lacrime bollenti di un bambino solo. 
 
 
Il piccolo Harry non fece mai caso al fatto che il gatto avesse continuato a guardarlo, non fece mai caso al fatto che il gatto gli avesse tenuto compagnia per tutto quel tempo e non seppe mai che anche quel gatto, come il cielo, fosse lì per lui.



Ed ecco qui la seconda ed ultima parte.
Allora, ho la netta impressione di essere uscita un po' fuori schema con il carattere di Harry...insomma, mi sembra di averlo reso troppo lagnoso e piagnucoloso!
Sembra Mirtilla Malcontenta, ecco.
Tralasciando, spero abbiate capite chi sia il gatto, mm? No?
Be', ma è la nostra cara Minerva McGranitt! E, dato che non mi sembra una donna che si lasci andare troppo all'emotività,
mi è parso più opportuno farle assumere una posa rigida e di tanto in tanto sciogliersi nella voglia di consolare il piccolo Harry
(che, ripeto, non mi convince molto qui, ma i giudizi dovete darli voi!). 
Ho pensato fosse stato Silente a mandarla ogni tanto, per vedere come stesse Harry.
Ad ogni modo, vi prego di lasciare una recensione! 
Se avete qualcosa da criticare, fate pure!
Almeno capisco se le mie storie e il mio modo di scrivere è accettabile.
Ora vi saluto, 
Pad         
 
 
  
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