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Autore: shootingstar_    17/08/2011    3 recensioni
Fu solo in quel momento che Lulu comprese appieno cosa fosse quella rompiscatole.
Fu solo in quel momento che Lulu comprese appieno perché le sembrasse il nemico.
Fu solo in quel momento che Lulu comprese appieno che Viola la bionda era il nemico.
Lulu allora la guardò- la guardò per bene.
I suoi occhi saettarono dall'alto a al basso, per poi riscendere, dalla testa ai piedi.
«Quindi tu sei una nuova compagna addetta all'immagine».

Vi presento una nuova commedia scolastica ambientata in un prestigioso Istituto Privato Superiore di Sartoria, dove i numerosi personaggi si scontreranno con divise possedute dal male, amori, tradimenti, complicità, segreti e dove faranno volare aeroplani di carta pieni di sogni dalle finestre sbarrate.
Buona lettura
Grazie in anticipo
shootingstar_
[N.B.: I generi, Het, FemSlash, Slash si riveleranno con l'andare dei capitoli. Se siete portatori di omofobia, meglio che non leggiate in ogni caso]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due: di ritardi e di cadute



Lulu sbuffò.

«Incredibile. Incredibile. E io credevo di essere in ritardo». Si guardò in giro, gli occhi che saettavano da una parte all'altra della stanza. «Anche Luca. Non ci posso credere».

James sbirciò dentro l'Aula Magna. «Sta per iniziare, ormai hanno preso quasi tutti posto».

Anche Dave si affacciò alla porta. «Per fortuna Ste ci sta tenendo i posti» disse, facendo un cenno all'unico che, stranamente, era riuscito ad arrivare in perfetto orario. Dave diede un'altra occhiata. «Non vi sembra che ci sia più gente del solito?».

«Più novizie».

«Sarà». Dave fece spallucce e affondò le mani nelle tasche profonde della divisa. «In ogni modo, sono arrivati».

Si girarono tutti verso i quattro individui che stavano correndo verso di loro, scomposti nelle loro divise, spettinati e con un'aria terribilmente allarmata in volto.

Un attimo prima che il grande marasma accadesse, Lulu aveva giusto pensato che non avrebbero dovuto correre in quel modo nei corridoi. I pavimenti erano così tirati a lucido che l'odore sintetico del limone si espandeva in tutto l'edificio- una condizione riservata esclusivamente al primo giorno di scuola, chiaramente; i due ragazzi avevano i pantaloni quasi calati e Luca stava cercando di infilarsi la cintura strada facendo.

Quel che mise più in allarme Lulu, tuttavia, non furono i pantaloni dei ragazzi i pavimenti freschi di straccio, bensì le scarpe della ragazza con i capelli mogano legati in una coda che lasciava liberi numerosi ciuffi ribelli.

«Lin, attenta! Hai le...» cercò di avvertirla.

Inutile, aveva aspettato troppo.

La ragazza, nel correre, era appena inciampata nelle sue stesse stringhe, rovinando a terra. La cartella, lanciata durante la caduta, era finita fra i piedi di Luca che nel tentativo di reggersi in piedi si era aggrappato ad Alex.

Per un attimo, sembrava che ce l'avessero fatta, ma nemmeno il tempo di tirare un respiro di sollievo che Alex perse l'equilibrio e cadde su Nadia, china a controllare come stesse l'amica.

«Ahia!» strillò Nadia, ora schiacciata sul pavimento. «Per l'amor del cielo, leva immediatamente il tuo culo dalla mia schiena o te la farò pagare, Alex».

Il ragazzo sbuffò: «E' necessario essere sempre così gentile?».

«Ancora qui? Ti ho detto di alzarti».

«Io invece non voglio».

«Alex, ti avverto...».

«Cosa?» rise lui. «Sei un cosino pelle e ossa, non mi faresti nemmeno un livido».

Nadia divincolò il braccio quel tanto che bastava per raggiungere la sua spalla e tirargli un pugno.

«Cafone» gli disse, il tono tagliente come il bordo di un foglio di carta assassino. «Alzati» gli intimò poi per la quarta volta.

Alex aprì la bocca per ribattere, ma venne interrotto dal pronto intervento di Ste che, alzatosi dalla sua postazione in Aula Magna, aveva ben pensato di porre fine al battibecco che, lo sapeva, sarebbe potuto durare anche per altri venti minuti.

Inoltre, Alex ne sarebbe uscito sconfitto e umiliato per l'ennesima volta- e sarebbe stato davvero, davvero troppo patetico anche solo da vedere, figuriamoci da sopportare.

«Ehi, smettetela» abbaiò, la voce profonda seria in contrasto con il mezzo ghigno che gli piegava le labbra in una linea irregolare. «Alzati, amico. Avanti».

Gli porse la mano destra.

Alex la guardò per qualche secondo, indeciso se afferrarla e ritirarsi o se continuare a battibeccare nel tentativo di conquistare finalmente una vittoria contro la bionda.

Alla fine, però, il buon senso ebbe il sopravvento sul testosterone e afferrò la mano- accompagnando il tutto alzando gli occhi al cielo e con un teatrale sospiro ben poco credibile.

«Grazie, Ste» disse Lin. «Questi brutti idioti non si erano mica accorti che io ero rimasta sotto con la faccia schiacciata contro il pavimento».

Si alzò, si raddrizzò la gonna, si lisciò la maglietta ed, infine, si allacciò le scarpe.

«Come i cretini» borbottò fra sé, «inciampare nei lacci delle scarpe. Neanche avessi cinque anni e fossi stata bocciata all'asilo. Che razza di idiota».

Lulu e Jamie si scambiarono un'occhiata. Subito distolsero lo sguardo l'uno dall'altra, ma fu del tutto inutile.

La risata di Lulu, dapprima soffocata, presto si trasformò in un vero e proprio scoppio fragoroso al quale si aggiunse a ruota la risata scomposta di Dave e quella quasi cristallina di Jamie.

Mentre Ste rientrava a prendere i posti- o meglio, a far spostare chi aveva equivocato e aveva avuto la brillante idea di occuparli, Lin continuava a parlare da sola e Nadia ed Alex non la smettevano di guardarsi in cagnesco Luca sorrise mestamente.

«Io non riderei troppo se fossi in voi, comunque».

«Dai cazzo, non iniziare a fare il melodrammatico il primo giorno» lo schernì Dave. «Sai che palle doverti sopportare già da subito depresso».

In tutta risposta, Luca gli mostrò il dito medio per poi continuare: «Non è per fare il melodrammatico, è per ieri sera».

Lulu lo guardò, perplessa. Con tutta quella caduta spettacolare ad effetto domino si era dimenticata dell'espressione vagamente preoccupata che i suoi amici esibivano al loro arrivo, che aveva automaticamente collegata alla paura di arrivare in ritardo.

A quanto pareva, però, non era quella la motivazione- e chiunque sapeva che ciò che preoccupava Luca era bene che preoccupasse tutti.

«Ieri sera?» ripeté. Proprio non capiva. Luca aveva le sopracciglia corrucciate, e anche quello non era affatto un buon segno- e a dirla tutta non era neanche tanto bello da vedere, visto lo stato pietoso in cui si trovavano. Si girò verso Jamie e Dave, gli unici, a parte lei, che sembravano non aver idea di cosa si stesse parlando. «Che è successo ieri sera?».

James fece spallucce. «Ah, io non c'ero» le fece notare.

«Uhm» rimuginò Dave, accarezzandosi il profilo del mento col pollice e l'indice. «Sono successe tante cose ieri sera. Linda ha vomitato in macchina di suo padre, Lulu ha fatto un mezzo strip tease, Alex è uscito in balcone con l'uccello al vento, io... meglio sorvolare».

Lulu inarcò le sopracciglia, sorpresa. Nonostante i suoi ricordi della sera prima fossero, lo doveva ammettere, parecchio confusi, ricordava perfettamente Dave come il più conciato di tutti. Se era per lui che temeva maggiormente quando esausta aveva deciso di far ritorno a casa un motivo ci sarà pur stato.

«E tu come fai a ricordarti tutto? Io non ricordo di Alex!». E per fortuna, pensò mentre lo diceva. «Sicuro di non esserti inventato tutto?».

Dave le fece l'occhiolino. «E' solo questione d'esperienza. Solo questione d'esperienza».

Dopodiché si grattò la base del collo con palese falsa modestia.

Luca si schiarì la voce prima di riportarli alla realtà con il discorso lasciato in sospeso.

«Non è niente di tutto ciò. Comunque» si ritrovò a sorridere suo malgrado, «è vero che Alex ha sventolato l'uccello alla finestra».

Jamie scosse la testa, falsamente disperato: «Ma cosa devo fare con voi...».

«Mangiarci insieme al budino» esclamò Lin apparendo alle spalle del ragazzo. «Sai ancora di mare piccolo Jamie».

James arricciò leggermente le labbra carnose e, decidendo di ignorare l'ultima parte della frase chiese invece: «Perché con il budino e non, che so, con le patate?».

Lin gli scoccò un bacio sulla guancia.

«Perché ho voglia di budino, che domande» rispose con naturalezza. «Ci sei mancato taaaanto, vagabondo che non sei altro».

«Sì, certo, okay» sbottò impaziente Lulu, il piede che già batteva a terra. «Ma se non sbaglio stavamo parlando della cosa sconvolgente di ieri sera che nessuno a parte voi eletti ricorda».

Anche Alex s'intromise nella conversazione: «A me l'ha detto Luca questa mattina».

«Certo, perché tu eri troppo occupato a far vedere le tue grazie alle mie vicine di casa, genio» rimbeccò Nadia. «Se così non fosse stato avresti avuto l'accortezza di ascoltare la telefonata che è arrivata a Ste».

Jamie si girò verso l'amico seduto ancora solo nell'Aula Magna, la testa che oscillava da un lato all'altro a ritmo di musica. Non che a Stefano dispiacesse stare in disparte, a dirla tutta. Almeno per quanto riguardava le prime ore del giorno, adorava starsene tranquillo per i fatti suoi. Lui e i suoi auricolari.

Per la prima volta dopo anni di amicizia, James si chiese se non fosse proprio per quel suo carattere così apparentemente schivo che un miliardo di ragazze smaniassero per lui o se fosse semplicemente perché era uno dei pochi ragazzi dell'Istituto ad essere totalmente, completamente, indiscutibilmente eterosessuale.

«Oh, insomma». Lulu era sull'orlo dell'arrabbiatura. Odiava essere tenuta all'oscuro, odiava quel clima di segretezza, odiava quel continuo concentrarsi su cose inutili invece che sul punto della situazione. «Ci volete dire di che razza di telefonata parlate o ve lo dobbiamo cavare a forza di bocca?».

Luca si passò una mano sui capelli corti, tagliati di fresco.

«Hai ragione, scusa. Vedi, si tratta di...».

Troppo tardi.

I ragazzi ammutolirono all'istante. Sembrava che un gelo polare avesse preso il posto della temperatura piacevolmente mite di settembre. Il clima si raggelò talmente tanto che, Lulu ne era certa, se qualcuno avesse osato alitare, dalla bocca dell'audace idiota sarebbe uscita una nuvoletta di condensa biancastra.

Accanto a lei Dave deglutì rumorosamente. Con la coda dell'occhio vide il pomo d'Adamo dell'amico alzarsi ed abbassarsi in modo quasi convulso.

Infine, arrivò la voce. Quella voce. La voce che tutti gli studenti, dal primo all'ultimo, speravano di non sentire mai.

Perché, vedete, non importa che scuola frequenti, se paghi o meno una retta per assistere le lezioni, se il tuo edificio scolastico è antico o se è semplicemente un ricavato di un capanno. Non importa se sei obbligato ad indossare la divisa ogni singolo giorno dell'anno o se, invece, devi passare più tempo davanti all'armadio scegliendo i vestiti che per fare colazione, doccia e quant'altro.

È una verità universalmente nota: la voce della preside è l'ultima cosa che vorresti udire.

«Già a far chiasso nei corridoi il primo giorno, vedo».

Jamie cercò di guardare la donna negli occhi, ma desistette subito- e, dallo sguardo basso di tutti gli altri, era evidente che non era stato l'unico ad aver fallito clamorosamente.

D'altronde, la leggenda che gli occhi di quel surrogato di donna ti potessero friggere il cervello aveva avuto delle testimonianze molto interessanti. Per questo era meglio non rischiare.

«B... buongiorno, signora Preside» balbettò Linda, spinta da un moto improvviso di coraggio. «Ha passato delle buone vacanze?».

Ma a quel punto la voce della ragazza era talmente flebile che fu difficile stabilire per il gruppo di ragazzi se la Preside avesse volutamente ignorato la domanda di Linda o se, invece, semplicemente non l'avesse proprio sentita.

«Lucrezia Prestichi, James Dukas, Linda Decchi, Luca Bianchi, Alessandro Marchetti, Davide De Franceschi, Nadia Bosco».

Elencò i loro nomi come un triste appello, come il detective snocciola i nomi degli indiziati principali alla fine di un giallo.

Anche se non la volevano- non la potevano guardare negli occhi, sapevano che quelle labbra dipinte con il rossetto viola, messo fuori dai reali bordi nel tentativo disperato di donare una forma a quella riga piatta erano dischiuse in un sorriso malevolo.

«Ne manca uno, se non vado errando... In ogni modo, sappiate che quest'anno vi tengo d'occhio. Trovo sia inammissibile che già dal primo giorno voi rechiate disturbo schiamazzando in modo così riprovevole nei corridoi. Questa scuola non è....».

Da quel punto in poi tutti i ragazzi, nessuno escluso, staccarono la spina e tutto ciò che sentirono del resto del discorso della Preside fu un ronzio monotono- come d'altronde lo era la sua voce.

Ripresero giusto in tempo per sentirla dire: «E non ammetterò più ritardi, né dai più bravi né da quelli che sono stati promossi per circostanze che oserei chiamare fortuite. Adesso tutti dentro, muoversi».


«Ah, sfigati, vi siete beccati il discorso personale dalla vecchiaccia».

Ste non poteva fare a meno di sorridere. Erano piccole soddisfazioni, quelle. Il più rimproverato era sempre stato lui. Ogni volta che la Vichinga (com'era amabilmente soprannominata la Preside dagli studenti) lo incrociava per i corridoi aveva sempre qualcosa da ridire. La cravatta annodata male, una sigaretta appoggiata dietro l'orecchio, anche solo uno spillo dimenticato affrancato ai pantaloni era, per lui, motivo di rimprovero. Ecco perché, per una volta, si sentiva straordinariamente fortunato. Per la prima volta in quattro anni era riuscito ad evitarla.

Sarebbe stata una giornata memorabile, senza alcun dubbio.

Due posti più in là, Lulu diede una gomitata nelle costole a Nadia.

«Pss».

Nadia abbassò la testa fino a ritrovarsi alla stessa altezza del viso di Lulu.

«Di cosa stavate parlando prima tu e Luca?» bisbigliò. «Dai, dimmelo, sono curiosa».

«Aspetta ancora un po' e te lo spiegheranno loro» bisbigliò di rimando la bionda, indicando con un cenno del capo il palchetto dove i professori e gli ex rappresentanti d'Istituto sedevano tranquilli.

Quell'affermazione, tuttavia, non fece altro che aumentare l'impazienza di Lulu.

«Dai Nadiiiin. Dimmelo dimmelo dimmelo. Riguarda la scuola per caso?».

Un moto di nervoso iniziò a salire dallo stomaco- sapeva essere davvero al pari di una marmocchia ma, prima che questo potesse prendere il sopravvento, Nadia decise di far qualcosa che la facesse sentire più comoda sulla sedia in legno scuro.

Per questo utilizzò la testa della sua piccola amica come appoggia braccio.

Sconfitta, Lulu incrociò le braccia al petto.

Fortunatamente, Nadia aveva ragione. Dopo neanche un minuto d'attesa il professore di Educazione Fisica si avvicinò al microfono con l'ingrato compito di controllarne il corretto funzionamento, per poi allontanarsi discreto lasciando così il posto alla Preside che, di discreto, non aveva neanche i lobi delle orecchie.

«E' un onore, per me, porgervi i miei saluti e augurarvi un buon inizio anno anche questo quadrimestre». Incerti applausi dalla sala. «Sono altresì lieta di mettervi al corrente di alcune novità che daranno una sferzata d'aria fresca all'anno scolastico che sta per cominciare».

Sussurri concitati rimbombarono nell'aula.

Le dita di Stefano scattarono all'iPod, la barra del volume si colorò tutta di verde, ma adesso la sua testa con i suoi capelli quasi grigi sparati in tutte le direzioni non si muoveva più a tempo di musica. Quello era puro dissenso. Accanto a lui, Luca teneva gli occhi chiusi e la testa china, retta dalle sue stesse mani disposte a calice, come se il peso della notizia che stavano per udire non potesse essere sopportato due volte. Alex, dal canto suo, si limitava a stare scomposto sulla sedia, del tutto insensibile a... beh, a tutto ciò che riguardasse quella scuola, a dire il vero. Anche Linda, seppur stranamente, non esagerò affatto: al contrario, si limitò a guardare davanti a sé con curiosità, i capelli ora sciolti sulle spalle.

«Ci siamo» sussurrò infine Nadia a Lulu. «Tieniti forte e stai zitta».

Lulu non ebbe tempo di interrogarsi su quell'ultima affermazione perché, esattamente un secondo dopo, la Preside, quella vecchiaccia, avrebbe comunicato la notizia che le avrebbe distrutto quell'anno scolastico sul nascere.

«SILENZIO!» tuonò. «Dicevo. È con mio grande piacere che informo voi, nuovi e vecchi studenti, che quest'anno a farci compagnia ci saranno nuovi compagni addetti all'immagine».

Nuovi compagni addetti all'immagine.

Lulu deframmentò, analizzò e ricompose la frase nella sua testa. Non aveva alcun senso.

«Nuovi compagni addetti all'immagine» si ripeté a mezza voce. «Nuovi com...».

Ma poi tutto fu chiaro. La presenza di più alunni nell'Aula, quei discorsi blateranti in corridoio sul cancellare i vecchi stereotipi.

Come accidenti aveva fatto a non arrivarci prima?

Lulu non ebbe tempo di interrogarsi su cosa stesse facendo, o se la frase d'ammonimento di Nadia c'entrasse qualcosa- anche se credeva proprio di sì, perché un secondo dopo era in piedi, le braccia rigide lungo i fianchi come quelle di un soldatino, le manine strette in pugno e il suo “ma stiamo scherzando?!” riecheggiava ancora fra le pareti.





shootingstar_'s angle

Buongiorno e ecco il secondo capitolo, dove nuovi personaggi- alcuni dei quali marginali e altri un po' più importarnti entrano in scena.
Innanzi tutto c'è Ste, quello che pare un po' asociale. Nadia, combattiva e palesemente altezzosa. Linda, un po' sciocca, sbadata e tanto allegra. Luca, il più organizzato e saggio del gruppo. Infine Alex, l'antitesi (?!) di Luca.
Di questo capitolo mi ha divertito molto rivivere alcune scene della festa. Dave riserverà grandi sorprese a tal proposito. Lui sa. Ricordatevelo, lui sa sempre. Insomma, questo è un modo per dire che non ha detto proprio tutto, che più avanti ci si ritornerà, a quel party.
Mi è anche piaciuto dare qualche battuta stupida a Lin, è una ragazza divertente e spero che la appreziate uwu
Ah, piccola curiosità. Jamie è mezzo greco e mezzo inglese. Non so perché ma è così e__e
Anche la Preside, che donna twt Mi fa paura twt
Oh, e non temete, la scena finale verrà ripresa nel prossimo capitolo, così da spiegare ancor meglio l'evidenza uu
Eeeee niente. Spero vi sia piaciuto ~
Consigli, recensioni eccetera sempre bene accetti
shootingstar_
   
 
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