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Autore: Jezabel_89    17/08/2011    1 recensioni
Le prime notizie che il mondo ebbe di Harry Potter, a quattro anni dalla fine della guerra, furono pubblicate sottoforma di lettera sulla pagina del cuore di una nota rivista scandalistica babbana. Era indirizzata a Draco Malfoy ma, ovviamente, pochissimi se ne accorsero.(past Mpreg)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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* * *









Tiffany era una normalissima ragazza-londinese-della-porta-accanto che adorava Madonna.
Abitava in periferia – i prezzi esorbitanti delle case, a Londra, non formavano una buona accoppiata con il suo misero stipendio da receptionist – in una piccola casa delle dimensioni perfetta per lei, i suoi genitori e la sua sorellina di dodici anni. Lavorava negli uffici di un giornale, il Daily Bread, la più famosa rivista scandalistica del paese, ma il suo non era un posto di grande rilievo: non doveva fare altro che accogliere i visitatori e smistarli alla reception del piano che faceva al caso loro. Aveva incontrato, nei suoi cinque anni e sette mesi di servizio, stelle e stelline di tutti i tipi, ragazzine truccate come dive consumate, uomini di una certa età viziati come la Regina, ereditiere con pretese assurde, ad esempio portarsi un chiwawa con le unghie laccate di blu all'interno del palazzo, e chi più ne ha più ne metta. Non le era mai capitato, però, d'incontrare Draco Malfoy.
Era una mattinata come tante altre, quindi per accompagnare la sorellina a scuola non aveva fatto in tempo a bere il suo caffè e ciò la rendeva nervosa e sul piede di guerra. Era intenta ad ispezionarsi le unghie – le unghie non sono mai abbastanza pulite, quando David Beckam potrebbe entrare da un momento all'altro dal portone d'ingresso per annunciare la sua separazione dalla Posh Spice ed innamorarsi della semplice-ma-con-un-certo-non-so-che receptionist del giornale – quando ricevette la telefonata della portinaia, Betty.
-"Tif?"-
-"Buongiorno tesoro"-rispose al cellulare, tenendolo in equilibrio tra l'orecchio e la spalla, avendo individuato un grumo di sporcizia sotto l'unghia dell'anulare sinistro – proprio il dito attorno al quale David avrebbe potuto infilare un anello -.
-"Credo che un albino con i capelli lunghi fino al culo sia appena entrato da questo portone"- le fece presente Betty, con tono ansioso -"E sembrava anche piuttosto incazzato"-.
Tiffany si fece una risata -"Andiamo Bet"- rispose, abbandonandosi poi ad un verso di giubilo per la rimozione del corpo estraneo -"Non ci cre..."-.
-"..."-.
La cornetta della portiera rimase muta per qualche secondo.
-"Tif? Hey Tiffany ci sei ancora?"- ma la sua amica non rispondeva. -"Cellulari di merda"- imprecò -"Quando succede qualcosa, non c'è mai campo!"-.
Ma Tiffany c'era eccome. Con il telefono ancora incastrato tra la spalla e l'orecchio, lasciò cadere la mascella sul pavimento e spalancò gli occhi: davanti a lei, un uomo dai capelli argentati legati in una coda bassa lunga fino alla schiena avanzava a grandi falcate per l'atrio diretto al suo bancone, vestito di un completo nero firmato e con un bastone – un vero bastone completo di testa di serpente d'argento come manico - . E sembrava davvero incazzato.
Agganciò il telefono, prese coraggio e sfoderò un sorriso incerto -"Come posso esserle utile, Mister?"-.
-"Sono Draco Malfoy"- si presentò il tizio eccentrico con un inglese strascicato e noncurante -"Voglio vedere il direttore di questa rivista"-.
-"Certo"- rispose la ragazza -"Ha un appuntamento?"-.
-"Non ho bisogno di nessun appuntamento. Ho bisogno, invece, di vederlo immediatamente"- le rispose risoluto, senza togliersi l'espressione arrogante dal volto.
-"Mi dispiace, se non ha un app..."-.
-"Non mi interessano le sue obiezioni"- la interruppe spazientito -"Devo parlare con il direttore"-.
-"Capisco, Signore"- la ragazza cominciava ad essere in difficoltà -"Ma mi creda, non..."-. Improvvisamente Tiffany si sentì leggera e provò una gran voglia di... uhm...non si ricordava molto bene di cosa aveva voglia.
Mentre Tiffany cercava di ricordare dove fosse e cosa ci facesse lì, Draco Malfoy oltrepassò la sua postazione per andare verso l'ascensore.




* * *





"L'ufficio del direttore non può che essere all'ultimo piano", pensò, e così spinse sul pulsante con il numero ventisette, sperando che nessuno avesse la pessima idea di entrare nell'ascensore insieme a lui: poteva sentire il puzzo di tutti quei babbani e la cosa cominciava a disgustarlo. Per fortuna le porte dell'ascensore stavano quasi per...
-"Mi scusi!!!"- un tizio col fiatone aveva fatto in tempo ad entrare.
"Perfetto", pensò Draco, "Ora dovrò sopportare la sua puzza per tutta la salita". Trattenne il respiro, cercando di non guardare l'intruso, ma ad un certo punto non ce la fece più e respirò. Si aspettava di sentire il nauseante odore di quell'uomo, ma no invece! Lo sconosciuto sapeva di dopobarba costoso e di pulito.
Sollevato, Draco si arrischiò a guardarlo, sperando che un profumo così buono non provenisse da un impiegatuccio sovrappeso e di mezza età: le sue speranze non vennero disilluse. Era un uomo sulla trentina, molto alto e solido, nel suo completo Hugo Boss gessato. I suoi capelli erano molto corti e scuri ed i suoi occhi, leggermente allungati all'orientale ma di un limpido blu scuro, lo guardavano con intensità. "Gran bell'uomo", si ritrovò a pensare leccandosi le labbra.
In circostanze diverse avrebbe sicuramente sorriso a quell'uomo, e lui sarebbe caduto ai suoi piedi come una mosca con un barattolo di miele, ma Draco ricordò il motivo per cui si trovava in quel luogo pullulante di Babbani: doveva avere informazioni sul suo Harry.
Si costrinse a smettere di fare progetti sull' invitante sconosciuto e spostò lo sguardo altrove – ovunque ma non dentro quei bellissimi occhi -: era un Babbano, dopotutto. Anche se non olezzava come tutti gli altri non significava che fosse una preda edibile per un Malfoy. Significava semplicemente che aveva abbastanza soldi da permettersi vestiti firmati e profumi costosi.
Sbuffò spazientito – quanto ci metteva quel maledetto ascensore ad arrivare all'ultimo piano? - oltretutto faceva caldo ed i suoi capelli cominciavano a risentirne, sfuggendo piccole ciocche dalla sua coda bassa.
Quella mattina era cominciata fin da subito col piede sbagliato: si era svegliato e aveva scoperto di non essere solo: il suo piccolino si era intrufolato nel lettone con lui, e questo non poteva che fargli piacere se soltanto non si fosse portato anche il suo amichetto Salazar che si era accoccolato placidamente sul suo stomaco. Non gli dispiaceva quel serpente, ma un conto era conviverci pacificamente, una altro era trovarselo nel letto di prima mattina! Poi, come se non bastasse, Junior si era rifiutato categoricamente di passare la mattinata con una baby-sitter, e lui era stato costretto a chiamare Hermione, sperando che non dovesse lavorare, per chiederle di guardare suo figlio mentre lui era via, e a Draco non era mai piaciuto chiedere favori alla gente! Insomma, quella era decisamente una mattinata "no", e la sua frustrazione sessuale avrebbe dovuto starsene buonina buonina fuori da quell'ascensore.
Sbuffò di nuovo e decise che quella sera avrebbe assolutamente chiamato Vicktor: gli serviva urgentemente un grosso qualcosa da cavalcare. Possibilmente senza pietà.
Una campanella suonò, segno che l'ascensore era arrivato a destinazione e che l'affascinante sconosciuto scendeva con lui. Draco attese che l'altro uscisse prima di uscire lui stesso, ma l'altro si voltò verso di lui e sorrise.
-"Scendi anche tu qui, allora"- disse continuando a sorridere. Merlino, che sorriso mozzafiato aveva quel Babbano! Non rideva mostrando tutti i denti come un qualsiasi buzzurro: tendeva semplicemente le labbra e l'angolo destro della sua bocca si alzava accentuando un favoloso buchino sulla sua guancia morbida. Ma Draco non poteva lasciarsi andare a nessun tipo di infatuazione: si trovava lì per Harry!
-"Mi pare ovvio"- disse sprezzante. Era difficile non ricambiare quel sorriso, ma il pensiero della sua imminente chiacchierata con il direttore del giornale lo rendeva risoluto ed eliminava ogni possibile tentennamento -"Se mi lasciasse passare mi farebbe un grosso favore: non ho intenzione di invecchiare in questo ascensore!"-.
Il giovanotto, però, non accennava ad andarsene -"E se invece la requisissi per un caffè? C'è un posto proprio qui davanti che ne fa uno che è la fine del mondo!"-.
-"Lei è piuttosto sicuro di sè"- rispose Draco -"Ma si dia il caso che io sia inglese: detesto il caffè!"-. Sorpassò l'avvenente sconosciuto con indifferenza, non curandosi neppure dell'espressione che poteva avere sul viso. "Pericoloso", pensò il biondo.




* * *





La sua ferocia era stata stemperata da quell'incontro inaspettato, così dimenticò le falcate che aveva esibito al piano terra e camminò lentamente per le stanze del ventisettesimo piano del palazzo, guardandosi intorno. Si ritrovò in una specie di salottino con un tavolino basso di vetro e dei divani in pelle. Le pareti erano abbellite con quadri di dubbio gusto e premi giornalistici: niente di che, insomma. Continuando a camminare si ritrovò in un ufficio abbastanza spazioso, dove un uomo trafficava con una strana scatola e batteva le dita su una piattaforma piena di bottoni neri. Non appena l'uomo lo vide gli si illuminarono gli occhi.
-"Lei deve essere qui per quel servizio sulle Wunderkammer!"- disse. Era l'impiegatuccio sovrappeso e di mezza età che Draco non voleva proprio trovarsi davanti.
-"Wunderkammer?"- sibilò inorridito -"Lei crede che la mia famiglia avrebbe mai messo su una messinscena tanto disgustosa?"-.
-"Stranezze e scherzi della natura raccolti in un museo a pagamento: solo un qualche Magonò come Federico II poteva inventarsi una porcheria del genere!"- continuò -"Non di certo una famiglia di Purosangue antica come la mia"-.
-"Uhm..."- l'impiegatuccio sembrava perplesso -"Se non è qui per quel servizio, allora chi è lei? E chi l'ha fatta salire qui?"-.
-"E' lei il direttore di questa rivista?"- chiese Malfoy.
-"No."- rispose l'altro -"L'ufficio del direttore è in fondo al corridoio, ma non sono stato avvisato di nessun appuntamento previsto per stamani."-.
-"Non mi interessa. Chiami subito il direttore."- ordinò.
-"Mi sta prendendo in giro?"- rise l'altro -"Non mi dica che la manda "Scherzi a Parte"! Credevo che vi sareste fatti bastare lo scherzo del mese scorso..."-.
-"Scherzi che? Lei mi sta facendo perdere tempo"- soffiò Draco, alle prese con la seconda arrabbiatura della giornata -"Creda quello che vuole. Anzi, torni pure a battere le dita su quell'affare e a guardare quella scatola: lei non ha nulla che mi interessa."-.
Così dicendo fece per uscire da quell'ufficio e per recarsi in fondo al corridoio, ma venne interrotto dalle grida del suddetto.
-"Fermo lì, lei! Non è autorizzato a fare un altro passo verso quella stanza!"- strillò -"Faccia come le dico, o sarò costretto a chiamare la sicurezza!"-.
Malfoy aveva ormai capito che era inutile trattare con un troglodita del genere. Lo ignorò bellamente e, sbuffando, riprese a camminare verso la porta alla fine del corridoio.
-"Sicurezza!"- sentì gridare dietro di sè -"Sicurezza!"-.
Mise la mano sulla maniglia della porta e si accorse che era chiusa a chiave. Fortuna che la guerra gli aveva insegnato a fare uso della magia senza bacchetta, per le piccole cose.
Una semplicissima formula sibilata e la porta si aprì.




* * *





Entrò nella stanza, e prima ancora di voltarsi pronunciò la formula per chiuderla di nuovo, cosicchè nessuno disturbasse la sua chiacchierata.
Prima di girarsi verso il direttore e scagliargli contro tutta la sua rabbia rimase qualche attimo a fissare la porta che aveva appena sigillato. Cercò di sbollire un po' la rabbia, riuscendoci a malapena: sapeva di essere molto più cattivo, a mente fredda.
Il direttore non aveva fiatato, probabilmente intimorito dalla figura, che aveva un non-so-chè di elfico, del biondo e attendeva semplicemente di capire chi fosse e cosa ci facesse nel suo ufficio senza appuntamento. Il direttore era un uomo molto più buono di quanto molti credessero.
Draco Malfoy si volto allora verso di lui, lentamente. Molto lentamente. Alzò lo sguardo verso la sua unica fonte di informazioni e lo guardò negli occhi come se avesse voluto sbranarlo.
Il direttore aveva l'aspetto di un untuoso suino imborghesito, con i capelli ingelatinati e abilmente riportati da un lato, il colletto della camicia sudato e troppo stretto, tanto da fargli uscire un rotolo disgustoso del suo abominevole doppiomento, e piccoli occhietti sgranati. Per non parlare del suo odore! Aveva la puzza di deodorante per uomo, di quelli che sponsorizzano come richiami irresistibili per giovani donne arrapate. Assolutamente schifoso. Sospirò e rimpianse il bel ragazzo dell'ascensore ed il suo buon profumo di dopobarba costoso e poi ricordò che il suo Harry non indossava mai profumi eppure sapeva di biscotti e di prato e di vento, e lui ogni notte -per non farsi scoprire, ma sospettava che Harry lo sapesse già e lo lasciasse fare – si stringeva più forte nel suo abbraccio e, ad occhi chiusi, inspirava forte sul suo collo caldo e profumato. Alla fine, quando aveva l'odore di Harry nel naso, nelle mani, negli occhi, sulla pelle e dappertutto, l'unica cosa che desiderava era potersi stringere a lui talmente forte da sprofondarci dentro. Non poteva.

-"Lei è il direttore?"- chiese.
-"Come ha fatto ad entrare? La porta era..."-.
-"Non mi faccia perdere tempo anche lei. E' il direttore di questa schifosa rivista o no?"-.
-"Schifosa? La mia rivista non..."-.
-"Benissimo. Io sono Draco Malfoy. Ora che abbiamo fatto le nostre presentazioni, mi dica tutto ciò che sa su Harry Potter"- ordinò.
-"Harry Potter?"- il direttore sembrava spaventato -"E chi sarebbe?"-.
-"Avete pubblicato una lettera scritta da un certo H.J.Potter nello scorso numero."- disse svogliato. -"Voglio sapere dove si trova quella persona"-.
-"Oh! Il pazzo innamorato!"- rispose il direttore con gli occhi luminosi -"Sì, sì me ne ricordo. Una lettera davvero strappalacrime, non trova?"-.
-"Non si perda il discorso per strada"- sbuffò Malfoy, impaziente -"Voglio l'indirizzo di quella persona"-.
Il direttore lo guardò e sembrava quasi sinceramente dispiaciuto -"Mi dispiace"- disse -"La lettera è arrivata in forma anonima. Nessun indirizzo nè recapiti di sorta"-.
Il cuore di Draco si fermò -"Lei ne è sicuro?"-.
-"Sicurissimo"-.
Draco però non poteva credere di non aver risolto nulla. Aveva bisogno di verificare se il Babbano
dicesse la verità.
-"Legillimens!"- disse, dopo aver estratto la bacchetta dal bastone.
Frugò nella mente di quell'uomo, ma non trovò nulla riguardo Harry.
-"Cosa mi ha..."- il direttore era stordito e confuso da quell'invasione, ma Draco non aveva alcuna intenzione di spiegare niente a nessuno.
-"Oblivion!"-.
E come era entrato, uscì dall'edificio: senza Harry.








* * *





Il fascinoso Babbano aveva ragione: il locale vicino al palazzo del giornale serviva un thè che era la fine del mondo. Draco aveva quasi ceduto alla tentazione di prendere un caffè in ricordo di Harry, ma alla fine proprio non ce la fece a superare la sua ostilità nei confronti di quella bevanda scura e amara e aveva preferito il gusto delicato di un thè alla vaniglia.
Stava giusto dicendo alla cameriera che no, non voleva nè latte nè zucchero – non avrebbe rischiato di compromettere il gusto di un potenziale buon thè – quando riconobbe una figura avanzare verso di lui: era l'uomo dell'ascensore.
Draco sospirò e poi decise che era inutile scappare quando il destino continuava a perseguitarlo.
Così quanto l'uomo sorrise, di quel suo sorriso mozzafiato, e gli chiese se avesse potuto sedersi con lui, Draco non disse nient'altro che sì.
   
 
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