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Autore: Gabry81    23/08/2011    7 recensioni
Questa è una Harry/Ginny, ambientata al quarto anno, poco prima del Ballo del Ceppo. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo se Harry avesse scoperto il vero carattere di Cho già al quarto anno, e questo è il risultato....
E' la mia prima fic, scritta più come passatempo che per altro.
Se fa schifo ditelo così smetto subito!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Nota autore: Alla fine eccoci qui. Questo è il capitolo finale della mia storia.
Questa era quasi una ff di prova, giusto per vedere se potevo cavarmela come autore. Non immaginate quanto il vostro interesse mi abbia fatto piacere! Vi chiedo solo un ultimo favore: un giudizio finale su questa storia. Mi farebbe molto comodo, per sapere se posso continuare a scrivere. Mentre scrivevo questa storia, mi sono venute diverse idee per altre ff. E ci sarebbe anche una mia versione del 7° libro, che attende di essere pubblicata da quasi tre anni.
Ma ora sto iniziando a diventare logorroico, quindi vi lascio alla storia, sperando che il finale sia all'altezza delle vostre aspettative.

 

 

Le porte della sala d'ingresso si aprirono e comparve la McGranitt.

< I campioni e i loro compagni possono raggiungermi, per favore? >

Le quattro coppie interessate si avvicinarono. I primi ad arrivare furono Fleur e Roger Davies. Lei camminava altezzosa, muovendo i fianchi. Sembrava volesse mettere in mostra la sua bellezza ancora più del solito, e ci stava riuscendo benissimo. Davies sembrava completamente stranito. Non aveva occhi che per la ragazza al suo fianco.

Poi arrivarono Harry, Ginny, Hermione e Krum. Era difficile dire quale delle due ragazze attirasse più sguardi. La rossa e la riccia si guardarono ridacchiando, imbarazzate ma felici.

< Signor Diggory... Signorina Chang... > Chiamò la McGranitt.

I due ragazzi si avvicinarono. Cedric teneva per mano Cho, ma sembrava che volesse toccarla il meno possibile. Non la guardava, mentre la ragazza continuava a parlargli e non staccava gli occhi da lui. Continuarono a discutere sottovoce anche mentre seguivano gli altri verso la sala del ballo.

Mentre camminavano per il parco, Ginny voltò appena la testa, osservandoli. Le dispiaceva per Cedric, ma era assolutamente al settimo cielo per la lezione che Harry aveva dato a Cho.

All'improvviso il moro le prese il mento tra le dita e la costrinse a voltarsi.

< Perchè continui a guardarli? > Chiese alla ragazza.

< Perchè voglio essere sicura che recepisca il messaggio! > Rispose lei, riferendosi a Cho < Voglio assicurarmi che abbia capito! Lei non è la reginetta del castello, e tu non tornerai indietro ad un suo schiocco di dita! >

< E perchè ti interessa tanto? >

Ginny guardò il ragazzo. All'improvviso, era indecisa su cosa dire.

< Perché... > Incominciò incerta < Perchè ci tengo a te! Non voglio che tu soffra ancora per lei... >

E non voglio che tu mi pianti in asso per lei! Sia se tornerai da lei e se mi lascerai dopo che ti sarai ripreso” Pensò Ginny, ma non ebbe il coraggio di pronunciare quel pensiero davanti ad Harry...

< Non dirmi che hai paura che possa lasciarti per tornare da lei? >

La rossa lo guardò sorpresa. Le aveva forse letto nel pensiero?

Tacque, ma Harry lesse la risposta nei suoi occhi. La più grande paura che albergava nel cuore della ragazza.

< Non voglio che pensi queste cose! > Esclamò lui, con voce dolce < Non accadrà mai! Cho è un capitolo chiuso! >

Si avvicinò a lei e la baciò sulla fronte.

< Cho non fa più parte della mia vita! Ora qui ci sei solo e soltanto tu! > Disse, posandosi una mano sul cuore.

Ginny smise di respirare per un'istante, sorpresa dalle parole di Harry. Strinse il braccio del ragazzo più forte di prima, felice.

Eppure, nel profondo dell'animo, i timori non l'avevano abbandonata. Una parte di lei temeva ancora che i sentimenti di Harry, per quanto sinceri fossero, derivassero comunque dal rifiuto di Cho. Temeva che, una volta passato oltre, smettesse di volerle bene. Che non la volesse più.

Ma non diede ascolto a quella parte di se. Voleva fare come le aveva detto Hermione. Voleva godersi quella sera. Non le importava del futuro. Per lei non esisteva un domani.

La McGranitt condusse le quattro coppie nell'enorme salone del ballo. Era un'immensa caverna di ghiaccio semi trasparente. Sembrava di essere all'aperto, ma non c'era traccia del freddo e del vento gelido. Dei grandi fuochi magici, di vari colori, riscaldavano e illuminavano l'ambiente, sorretti da gigantesche statue di ghiaccio, incantate perchè non si sciogliessero.

Tutti gli altri ragazzi erano già nella sala, e formavano due grandi ali di folla, osservando il passaggio dei campioni. Gli sguardi di invidia nei confronti di Ginny non si erano affatto placati, e la ragazza cercò di non apparire troppo soddisfatta dalla cosa (con scarsi risultati). Incontrò lo sguardo di Lucy e Demelza. Sorrise alle sue amiche, che le risposero raggianti.

Anche Harry aveva visto i suoi amici. Lo sorprese la reazione di Fred, George e Lee. Quasi si aspettava una sorta di scenata stile Ron. Al contrario, i gemelli si sporsero in avanti per dargli il cinque e Lee gli fece l'occhiolino. Poco più avanti c'erano Dean, Seamus e Neville, che gli rivolsero gesti di vittoria.

Ron invece non l'aveva nemmeno visto. Il rosso stava guardando Hermione a bocca aperta, con un espressione che non prometteva nulla di buono.

Ma, in quel momento, non gli importava. Harry non voleva preoccuparsi di Ron e Hermione. Non quella sera.

Quella festa era per Ginny.

Voleva regalarle una serata indimenticabile, per farsi perdonare di tutte quelle volte in cui l'aveva ignorata, che la la sua indifferenza l'aveva ferita.

< Ultrabella! > Esclamò Harry all'improvviso.

< Cosa? > Chiese la rossa, senza capire.

< Ti ricordi che ti avevo detto che dovevo trovare una parola capace di definire quanto tu sia bella stasera? > Le spiegò il ragazzo < Credo che 'Ultrabella' possa andare bene... >

Ginny si sentì sciogliere. Ma come faceva quel ragazzo a sorprenderla ogni volta di più?

Intanto avevano raggiunto il tavolo centrale, dove i presidi delle tre scuole li stavano aspettando.

Silente accolse caldamente prima Fleur e Davies, poi Krum e Hermione, congratulandosi caldamente con la ragazza. Il preside si rivolse poi a Harry e Ginny.

< Harry > Disse l'uomo, sorridendogli < Non c'è che dire. Sei il ritratto dell'eleganza! >

< Grazie, Signore! > Rispose il moro.

< Oh! Buonasera Ginevra! > Disse, rivolgendosi alla ragazza < Sono felice che tu sia qui con noi!Che gradita sorpresa! >

Ginny sbattè le palpebre. Aveva forse sognato? Era sicura di aver visto Silente farle l'occhiolino.

< Gr-grazie > Mormorò.

I due ragazzi proseguirono, mentre Silente si rivolgeva a Cedric e Cho. Madame Maxime e Igor Karkaroff non parevano affatto contenti delle scelte dei loro campioni, e non li accolsero altrettanto calorosamente. Ma questo l'avevano messo in conto.

Ginny scelse di sedersi vicino a Hermione, che aveva preso il posto da capotavola. Harry si sedette affianco a lei, osservando il posto vuoto alla sua destra. Per un attimo temette che Cho si sedesse li, pronta per un nuovo assalto. Invece la vide sedersi dall'altra parte del tavolo, tra Cedric e Davies. Il posto accanto ad Harry venne occupato da Silente.

Dopo aver familiarizzato con il singolare sistema di ordinazione delle pietanze, iniziarono a mangiare.

< E' bellissimo qui! > Esclamò Ginny, guardandosi attorno.

< Si! > Concordò Hermione < Chissà quanto ci hanno messo per preparare tutto? >

< Oh! Molto meno di quello che pensi! > Disse Silente, tagliandosi un pezzo di carne dal suo piatto < Minerva e Filius hanno fatto davvero un bel lavoro! >

< Sempra di essere a Durmstrang > Fece Krum.

< Cosa? > Chiese Hermione < Durmstrang è fatta di ghiaccio? >

< Non proprio > Spiegò Krum < La scuola è scavata sotto una montania, ma una parte è dentro un ghiacciaio. Alcune aule sobigliano a questa sala, e anche la biblioteca ha così... >

< A proposito di biblioteca... > Lo interruppe Harry < Mi togli una curiosità, Viktor? Posso chiamarti Viktor, vero? > Aggiunse incerto.

Krum parve sorpreso dalla domanda < Scierto! E' il mio nome! >

Harry sorrise < Tutto il tempo che hai passato chiuso in biblioteca... stavi davvero studiando o facevi altro? > Chiese, ammiccando verso Hermione.

< All'inizio studiafo... > Rispose lui, leggermente imbarazzato < Ma c'era qualcosa che mi distraeva sempre di più... Così alla fine ho rinunsiato! >

Mentre parlava guardava Hermione, che era leggermente arrossita.

< Per tua fortuna, sei riuscito ad invitarla in tempo... > Esclamò Ginny, in tono vago.

< Che cosa fuoi dire? > Le chiese Krum.

< Diciamo che Hermione ha un altro spasimante... > Continuò Ginny, sempre con quel tono vago.

La riccia la guardò.

< Ma di cosa stai parlando? > Chiese, anche se aveva l'aria di sapere benissimo la risposta.

Harry si sporse in avanti, con la scusa di prendere la saliera, permettendo così a Hermione di incontrare lo sguardo di Ron. Il rosso la guardava con uno sguardo scioccato e carico di risentimento.

< Herm, davvero, per sta sera cerca di stargli alla larga. Sistemeremo tutto domani. > Disse il moro. La ragazza annuì preoccupata.

< Qualcuno mi fuole spiegare? > Chiese Krum, spostando la sguardo da Hermione ad Harry.

La riccia ricompose in fretta la sua espressione felice.

< Niente di importante > Disse sorridendo. A Krum bastò, ma Harry e Ginny conoscevano troppo bene Hermione per non rendersi conto di quanto fosse forzato quel sorriso.

< Ma basta parlare di me! Parliamo un po' di voi due! > Disse.

Quella mossa della ragazza spiazzò Harry e Ginny.

< Come sarebbe? > Chiese la rossa.

< Si! Anghe io sono curioso! > Disse Krum, rivolto ad Harry < Perchè hai invitato proprio lei? >

Harry lo fissò < E me lo chiedi? Insomma, guardala! Non ti sembra già una motivazione sufficiente? >

Ginny arrossì nuovamente. Una parte di lei voleva che Harry la smettesse di imbarazzarla. Ma, in realtà, nulla la mandava in estasi come i suoi complimenti.

< Ah! Magari l'avessi invitata solo per la sua bellezza! > Sospirò Hermione < Mi sarei evitata un bel po' di mal di testa! >

< Come? Come? > Chiese Ginny < Tu che centri? >

< Cosa centro? > Disse la riccia, guardandola < Ma se ogni volta che uno di voi aveva un problema correva subito da me! >

< Non mi sembra che fossimo così disperati... > Obbiettò Harry.

< Oh, invece si! > Fece lei con un ghigno, rivolgendosi poi a Krum < Pensa che una volta Harry è corso da me per un... >

< Ehi! > La interruppe Ginny. Non le piaceva che la riccia sparlasse di lei ed Harry. Voleva farle cambiare discorso, e fargliela pagare. E sapeva già come fare...

< Herm, credo che tu ti sia macchiata... >

Come previsto, Hermione lanciò un grido di terrore, controllando subito il suo abito.

< Dove? > Strillò.

< Qui! > Fece Harry, dandole un colpetto sul naso, ridendo assieme a Ginny.

Hermione ringhiò dalla rabbia. Odiava quel gioco. Primo perchè era infantile, secondo perchè ci cascava sempre. Harry fu costretto a rintanarsi dietro a Ginny, per impedire che la riccia lo prendesse a forchettate.

< Fei pericolosa... > Disse Krum, non tentando neanche di nascondere quanto si stesse divertendo.

< Harry poi uscire di lì! > Rise Ginny, rivolta al moro, che riemerse dal suo nascondiglio, guardingo.

< Ora passami il pepe! > Aggiunse la rossa, con un tono molto più autoritario di quanto volesse.

Harry la guardò sorpreso, ma le passò il piccolo contenitore senza dire una parola.

Ginny getto due pizzichi sul suo pesce spada, e poi posò il pepe sul tavolo.

< Ora non mi serve più! Puoi rimetterlo dov'era! > Disse, cercando di essere più gentile.

Harry rimise il pepe al suo posto. Poi si coprì il volto con le mani e si afflosciò sulla sedia.

< Che cosa c'è? > Gli chiese Silente. Come Krum, non si perdeva una battuta dello spettacolo.

Harry abbassò appena le mani, scoprendosi gli occhi.

< Stiamo insieme da tre giorni e mi comanda già a bacchetta! Sono messo male! > Gemette, facendo ridere quasi tutto il tavolo.

Il cuore di Ginny mancò un battito.

In fondo lo sapeva. Anche se non si erano detti niente in proposito, sapeva che stavano insieme da quando si erano chiariti, ma sentirlo dire da Harry le faceva tutto un altro effetto.

Sorrise, e si avvicinò per posargli un gentile bacio sulla guancia.

< Perdonami > Gli sussurrò all'orecchio < Non lo farò più! >

Ripresero a mangiare, continuando a scherzare e a prendersi in giro a vicenda.

Arrivati a metà del dolce, Silente battè una mano sulla spalla di Harry.

< Permetti una domanda? >

Il ragazzo annuì.

< Perchè hai invitato proprio lei? >

Harry lo guardò < Perchè mi chiedete tutti la stessa cosa? >

Silente ridacchiò < Sono solo curioso... >

Il moro guardò Ginny, impegnata a raccontare chissà cosa a Krum e Hermione. Non aveva ancora rivelato i suoi veri sentimenti, ne a Ginny, ne a nessun altro. Voleva che lei fosse la prima a saperlo, ma non aveva ancora trovato il modo e il momento giusti.

Si voltò verso Silente e aprì la bocca per rispondere, ma non aveva ancora deciso cosa gli avrebbe detto.

< Si? > Lo incoraggiò l'uomo.

< Ecco... Vede... Io... Quando ho... > Balbettò impacciato.

Silente ridacchiò al suo imbarazzo < Harry, guarda che non c'è niente di male nell'essere innamorato! >

Per la prima ed unica volta in vita sua, Harry si concesse il lusso di lanciare un'occhiataccia a Silente, che però parve soltanto ancor più divertito.

< Gliel'hai detto? > Continuò.

Il moro scosse la testa.

< Perchè no? >

Harrry guardò nuovamente Ginny, ancora immersa nel suo racconto.

< Non ho ancora trovato il momento adatto > Disse, girandosi verso Silente < Non voglio che sia una cosa buttata a caso! Voglio che sia qualcosa di speciale! >

< Hai già in mente qualcosa? >

< Veramente no... > Fece il moro, leggermente preoccupato.

< Sta tranquillo > Disse Silente < Hai tutto il tempo per pensarci. La serata è ancora lunga! >

Finirono il dolce, e il preside si alzò, invitando gli studenti a fare altrettanto.

< Dopo esserci saziati... > Annunciò < E' ora di iniziare a divertirci! >

Con un colpo di bacchetta, sollevò alcuni tavoli, liberando la pista da ballo. Gli sguardi di tutti i presenti erano rivolti ai quattro campioni, a cui spettava il compito di aprire le danze.

Harry si voltò verso Ginny. Arrivato di fronte a lei si inchinò, porgendole una mano, invitandola a seguirlo. La rossa la prese, all'improvviso esitante.

Non aveva idea delle lezioni di Neville. L'unica volta che aveva visto ballare Harry era stato dopo la coppa del mondo, ed era stata una strage di soprammobili. Era piuttosto preoccupata.

Il moro la condusse al centro della pista. Ad un certo punto si fermò. Con sorprendente eleganza e naturalezza, fece girare Ginny attorno a se, attirandola vicino quando gli fu di fronte.

Sorridendo alla sua espressione stupita, le passò una mano sul fianco, risalendo lungo il busto . Le sollevò il braccio e lo posizionò sulla sua spalla. La mano di lui scese lungo la sua schiena, fermandosi sul fianco della ragazza. Rimasero fermi, in attesa che la musica partisse. Quando lo fece, Herry iniziò a muoversi lentamente conducendo Ginny con se. Sembrava non avesse fatto nient'altro per tutta la vita (e in parte era vero, visto che aveva passato gli ultimi due giorni ad allenarsi assieme a Neville).

< Ma... Ma... > Disse Ginny, sempre più incredula, osservando i passi sicuri e precisi del ragazzo.

< Sorpresa? > Fece Harry sorridendo. Si staccò da lei, facendo girare la ragazza su se stessa, attirandola poi nuovamente a se.

< Q-quando hai imparato a ballare? Quest'estate eri un disastro! >

< Grazie! > Rise il moro < Ho preso qualche lezione accelerata. Giusto per evitare di ridurre i tuoi piedi a delle frittelle! >

La fece girare di nuovo. Stavolta Harry si fermò alle sue spalle, lasciando che Ginny si appoggiasse a lui con la schiena. Appoggiò le mani sul ventre della ragazza, stringendola a se. Ginny posò le mani sulle sue. Chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel contatto.

Rimasero in quella posizione per diversi secondi, muovendosi al lento ritmo della musica.

< Non mi sembra che la cosa ti dispiaccia... > Sussurrò Harry all'orecchio della rossa. Avvertì il suo sorriso. Si staccò da lei e si mosse, tornando di fronte alla ragazza. La sua impressione era giusta. Ginny sorrideva raggiante.

< Assolutamente no! > Confermò lei, avvicinandosi. Era incredula. Harry aveva addirittura imparato a ballare per lei! Cos'altro doveva aspettarsi?

Qualche istante dopo, Harry si staccò nuovamente. Le prese la mano destra nella sua, facendo nuovamente girare la ragazza su se stessa. Sollevò il braccio con un movimento deciso ma delicato, avvicinandosi alla rossa. Riabbassò la mano, sfiorando appena i capelli ed il viso della ragazza, senza staccare neanche per un istante gli occhi dai suoi. Ginny eseguì un movimento identico, rispondendo intensamente allo sguardo del moro.

La canzone finì, rimpiazzata presto da una nuova, molto più veloce.

< Oh, cielo! > Strillò Ginny < Questa è una delle mie canzoni preferite! >

Era così eccitata che non si accorse dell'espressione terrorizzata di Harry.

Il moro si aspettava di ballare tutta la sera canzoni tipo quella precedente. Non si era esercitato su quel tipo di musica.

Cercò Neville con lo sguardo, in cerca di aiuto, ma la faccia dell'amico era ancora più terrorizzata della sua.

Prima che potesse fare o dire qualsiasi cosa, Ginny gli afferrò un braccio e lo trascinò in mezzo alla pista. Harry sbiancò, preparandosi a quello che credeva sarebbe stato il momento più imbarazzante della sua vita.

Invece rimase sorpreso nel constatare quanto fosse facile. Dopo qualche iniziale mossa impacciata, scoprì che i movimenti gli venivano naturali, istintivi. Non sapeva se derivasse dalle ore passate ad allenarsi con Neville, o se era un talento naturale. Pensò che, qualsiasi cosa fosse, capitava proprio a fagiolo.

< Wow! > Disse Ginny < Non immaginavo che fossi diventato così bravo! >

< Ad essere sincero, neanch'io... > Ammise Harry.

< Ma... > Continuò la rossa, lanciandosi letteralmente tra le sue braccia < Come ho già detto, la cosa non mi dispiace affatto! >

Sorridendole, Harry la prese per la vita, sollevandola e facendola girare attorno a se, provocando le risate di lei.

Ginny rideva come una bambina. Le sembrava quasi di volare.

Ballarono una canzone dopo l'altra, perdendo completamente il senso del tempo. Pensavano solamente a divertirsi.

Ad un certo punto una gamba di Ginny cedette e la ragazza barcollò. Sarebbe caduta a terra se Harry non avesse avuto la prontezza di riflessi di afferrarla.

< Ginny! Cos'hai? Stai male? > Le chiese preoccupato.

< Insomma... Mi gira la testa... > Gemette lei, portandosi una mano alla fronte. La stanchezza della serata sembrava averla raggiunta tutta in una volta.

< Vieni! Andiamo a sederci! >

Harry condusse e sorresse la rossa mentre raggiungevano un tavolo libero li vicino.

< Ci credo che sei stanca! Stiamo ballando da quasi due ore! > Disse il moro.

< Davvero? > Fece Ginny incredula. Non se ne era accorta.

Harry la aiutò a sedersi al tavolo.

< Vado a prenderti qualcosa da bere... Aspetta qui! > Le disse, allontanandosi.

Ginny rimase da sola, massaggiandosi le tempie. Non capiva cosa le fosse successo. Forse avevano davvero ballato troppo.

Quando si sentì meglio, alzò la testa e si guardò intorno. La maggior parte dei ragazzi stavano ancora ballando.

Ginny individuò Cedric Diggory. Constatò con piacere che non stava ballando con Cho, ma con una ragazza di Tassorosso del suo anno. La mora sembrava essersi volatilizzata. Ginny non riuscì a trattenere un sorrisetto soddisfatto.

Però, quando posò lo sguardo sui tavoli dall'altra parte della sala, vide qualcosa che la fece smettere di sorridere. Hermione era seduta assieme a Krum, che sembrava cercare in tutti i modi di calmarla. La riccia aveva gli occhi lucidi e sembrava che dovesse piangere da un momento all'altro. Tre tavoli più indietro era seduto Ron. Fissava la ragazza con un espressione che era un misto di rabbia e senso di colpa. Ginny non dovette sforzarsi per capire cosa fosse successo.

< Ecco! > Disse Harry, appena tornato al tavolo, porgendole un calice di succo di zucca < Tieni! >

La ragazza prese il calice e bevve, cercando di rilassarsi.

< Come stai? > Le chiese lui.

< Meglio. Grazie! > Rispose, continuando ad osservare Ron e Hermione.

< Harry >

< Si? Cosa c'è? >

Ginny indicò suo fratello e la riccia. < Credo abbiano litigato... >

Harry prese il suo succo dal tavolo. Bevve un sorso talmente lungo che ad un certo punto Ginny credette che stesse cercando di soffocarsi.

< Perchè la cosa non mi sorprende? > Chiese riemergendo, rivolto più a se stesso che a Ginny.

< Vado da Herm. Credo che abbia bisogno di me! >

La rossa fece per alzarsi, ma Harry la trattenne.

< No! Non farlo! >

< Ma... >

< Ginny, avremo tempo per farli riappacificare. Ma non stasera! > Disse con forza < Questa è la tua serata! E non voglio che la passi correndo dietro ai loro capricci! >

La rossa, sul momento, non recepì il senso delle parole di Harry, concentrata com'era su Ron e Hermione.

< Come vuoi... Posso andare almeno a prendermi una burrobirra? > Chiese alzandosi.

< Aspetta! Ti aiuto! > Disse immediatamente il moro, passandole un braccio attorno alla vita, sorreggendola.

La rossa si divincolò, irritata < Non sono moribonda! Riesco a camminare anche senza il tuo aiuto! > Sbuffò.

Harry la lasciò andare immediatamente.

< Scusami... > Disse piano, abbassando lo sguardo < Volevo aiutarti... Mi hai spaventato prima... >

Ginny guardò il ragazzo e il senso di colpa si fece strada in lei. Sembrava che l'avesse presa molto male.

Perchè continui a trattarlo così? Che ti ha fatto?

La rossa si avvicinò al ragazzo e gli prese una mano. Si passò il suo braccio sopra le spalle, abbracciandolo stretto.

< Scusa! > Sussurrò mortificata < Non so cosa abbia stasera! Non faccio altro che trattarti male! Perdonami! >

Harry alzò il capo e la guardò per un'istante. Poi sorrise e strinse la ragazza a se.

< Non importa! Non mi sono offeso! > Disse, accarezzandole una guancia.

Ginny sorrise di rimando, sollevata.

I due avevano raggiunto il tavolo delle bevande. Ginny prese due bottiglie e ne passò una ad Harry.

< Davvero ti ho spaventato? > Chiese al moro.

< Si! Sembrava che dovessi svenirmi tra le braccia! Ho pensato che stessi male... >

< Ti preoccupi per me? > Lo punzecchiò lei.

Harry la guardò.

< Che domanda è? > Esclamò serio < Certo che mi preoccupo! Sei la mia ragazza! Ci tengo a te! >

La testa di Ginny aveva ricominciato a girare vorticosamente. Ma stavolta la stanchezza non centrava nulla.

Sorrise tra se. Se, anche solo dieci giorni prima, qualcuno le avesse detto che non solo sarebbe andata al ballo con Harry, ma anche che sarebbe stata la sua ragazza, probabilmente gli avrebbe riso in faccia.

E invece eccola li! Era al ballo con Harry!

Harry, che non aveva esitato un'istante a proteggerla da Cho! Harry, che le aveva dimostrato a più riprese i quanto tenesse a lei! Harry, che aveva accettato i suoi sentimenti verso di lui e le era rimasto accanto, anche se non li ricambiava.

Ginny non immaginava quello che provava Harry. Il moro stava soltanto aspettando il momento giusto per confessarle i suoi sentimenti.

Ma, per la prima volta quella sera, non pensava a quello.

Era rimasto sorpreso dalle sue stesse parole. Ancora una volta, aveva parlato senza pensare. E poi, con puntualità svizzera, era stato assalito da quella sensazione di aver esagerato. Di aver corso troppo.

Ma stavolta fu diverso. Non si lasciò prendere da quel pensiero. Sapeva di aver fatto la cosa giusta. Come quando aveva deciso di invitarla al ballo. Come quando l'aveva tenuta per mano davanti a Malfoy. Come quando aveva accettato i sentimenti di lei, e glielo aveva fatto capire baciandola davanti le sue amiche.

Come quella mattina, quando aveva capito che era arrivato il momento di scegliere. Cho o Ginny.

E, con sua grande sorpresa, non aveva avuto il minimo dubbio.

Non aveva fatto nessun errore, e la conferma era quel dolce sorriso che la ragazza al suo fianco gli rivolgeva.

< Visto che dici di stare bene > Disse alla rossa < Ti va di andare a fare una passeggiata fuori, lontano da questo trambusto? >

Ginny bevve l'ultimo sorso della sua burrobirra e rispose < Ok! Effettivamente inizia ad essere fastidioso >

Harry la prese per mano e la condusse fuori. Usciti dal salone, raggiunsero il porticato che circondava il castello.

Ginny tremava. Aveva dimenticato il coprispalla al tavolo dei campioni, e sentiva perciò molto freddo. Ma non voleva lamentarsi, e soprattutto non voleva costringere Harry a tornare indietro per una sua distrazione.

Sentì un'improvvisa sensazione di calore. Senza che lei se ne accorgesse, Harry si era tolto il mantello e gliel'aveva posato sulle spalle, stringendola poi a se per riscaldarla.

< Grazie! > Disse lei. Harry si limitò a sorridere.

All'improvviso, Ginny si rese conto di tutto quello che Harry aveva fatto e stava facendo per lei, per farla divertire, per farla stare bene. Il senso di colpa per come lo aveva trattato prima la assalì nuovamente.

< Harry > Sussurrò, con voce tremante < S-scusami davvero p-per prima! T-ti prego, p-perdonami! N-non so cosa mi sia preso... T-ti ho trattato c-come un servo, mentre tu v-volevi s-solo... >

Harry le posò un dito sulle labbra < Ti ho già detto che non mi importa! Non sarà certo questo a farmi allontanare da te! Non credere che sia così facile liberarsi di me! > Avvicinò il viso a quello della ragazza e la baciò sulla guancia.

Quelle parole e quel gesto riscaldarono Ginny più di quanto avrebbero potuto fare tutti i mantelli del mondo.

Avevano raggiunto il parco. Mentre ballavano aveva nevicato, e tutte le impronte degli studenti erano sparite. Il parco era un'unica immacolata distesa bianca. In cielo la luna calante splendeva insieme a centinaia di stelle,e si specchiava sul ghiaccio del lago, che brillava come uno specchio.

Continuarono a camminare nel porticato, finchè a Ginny non tornò in mente quello che Harry le aveva detto poco prima.

< Harry... > Esordì pensierosa < Quando eravamo al tavolo e io volevo andare da Hermione, Tu mi hai detto che questa era 'la mia serata'... Che cosa volevi dire? >

Il moro si passò una mano tra i capelli.

< Io volevo dire... Ecco... Vedi... Io... >

Sospirò, scuotendo la testa.

< Sono patetico! > Disse guardando Ginny < Ho pensato per giorni a cosa ti avrei detto in un momento come questo! E ora non riesco a mettere due parole in croce! >

Ginny gli sorrise incoraggiante < Tranquillo. Non ho fretta. Pensaci con calma... >

< E' proprio questo il problema! > La interruppe Harry < Ho pensato! Quando penso mi blocco e non riesco più a tirar fuori nulla di buono! Le cose migliori con te le ho sempre fatte quando non mi sono fermato a pensare! >

< Che vuoi dire? > Chiese la rossa.

< Voglio dire che non ho pensato tutte le volte che ti ho detto che sei bellissima! Non ho pensato quando ti ho preso per mano la prima volta, quando parlavo con Moody o quando ti ho difeso da Cho! Non ho mai riflettuto! Ho sempre seguito il mio istinto e il mio cuore, facendo ciò che mi dicevano di fare! >

Ginny rimase colpita da quel discorso.

Esitò. Voleva fare una domanda ad Harry, ma si vergognava un po'. Però, alla fine, cedette alla tentazione.

< Ehm... E dimmi... > Chiese incerta < Il tuo istinto e il tuo cuore cosa dicono in questo momento? >

Ginny fece ancora due passi avanti, poi si sentì tirare per un braccio e si voltò.

Harry si era fermato all'improvviso e la guardava con una strana espressione.

< Harry... Cosa c'è? > Chiese preoccupata. Temeva di aver detto qualcosa di sbagliato.

Rimasero un attimo fermi, guardandosi negli occhi. Poi Harry si avvicinò alla rossa.

In un istante che sembrò infinito, il moro cinse con le braccia la vita della ragazza, attirandola a se.

< Harry... > Fu tutto quello che Ginny riuscì a sussurrare prima che il ragazzo posasse le labbra sulle sue.

Fu come se delle scariche elettriche esplodessero dalle labbra dei due ragazzi, attraversando i loro corpi. Harry e Ginny furono travolti da emozioni indescrivibili.

Harry non sapeva più dove fosse. Aveva dimenticato persino il suo nome. Per lui esisteva solo Ginny. Le sue labbra... I suoi capelli... Il suo corpo dolcemente premuto contro il suo... Il suo odore che gli riempiva le narici, facendolo impazzire...

Ginny era completamente abbandonata tra le sue braccia. Aveva smesso di respirare... Non aveva più bisogno dell'ossigeno... Sapeva che, se Harry avesse continuato a baciarla, avrebbe potuto vivere in eterno...

Dopo qualche secondo, Harry fece per allontanarsi, ma Ginny posò una mano sulla sua nuca, fermandolo e prolungando il contatto di qualche istante.

Harry sorrise contro le labbra della ragazza, e attese che lei lo lasciasse andare.

Quando si furono staccati, il moro guardò Ginny, restando interdetto. La rossa era rimasta ferma nella posizione in cui l'aveva lasciata e teneva gli occhi chiusi.

< Ginny, cosa... > Disse piano.

< Non voglio aprire gli occhi! > Sussurrò lei < Ho paura che questo sia un sogno, e se apro gli occhi tutto potrebbe svanire... >

Harry sorrise di nuovo, anche se sapeva che lei non poteva vederlo. Le prese gentilmente il volto tra le mani e la baciò di nuovo.

Stavolta si mosse lentamente su di lei, accarezzandole prima il labbro superiore, per poi concentrarsi su quello inferiore. Voleva memorizzare il sapore di Ginny.

Sapore che, sapeva, non avrebbe mai dimenticato.

Si allontanò da lei, per poi sfiorarle le palpebre con le dita, liberando l'oro dei suoi occhi.

< Sono ancora qui... > Disse dolcemente < E non me ne andrò più via! >

Respirò profondamente, prendendo coraggio.

< Dopo quel pomeriggio, ho pensato a lungo a quello che mi avevi detto... Era tutto diventato chiaro! Tutto aveva senso! Tutto aveva sempre avuto senso! Ma io sono stato troppo cieco e stupido per accorgermene! Per anni tu hai cercato in tutti i modi di farmi capire quello che provavi per me. Ed io ho continuato a ferirti, riservandoti lo tesso interesse che riservo alla carta da parati di casa mia! >

< Ora non dirmi che non è vero! > Continuò bloccando Ginny, che aveva aperto la bocca per parlare < Non potevi provare quei sentimenti e accettare tranquillamente la mia indifferenza! Mi odio per quanto ti ho fatto soffrire! Non solo perchè non ho capito quello che provavi! Ma soprattutto perchè non mi sono reso conto di quali fossero i miei sentimenti verso di te! Ti amo Ginny! Ti amo da anni! >

< Credo di essermi innamorato di te due anni fa.. Ti vedevo vagare per il castello spaventata, sperduta, fragile... Terrorizzata dalle tue azioni, di cui non avevi nessuna colpa! Ho desiderato aiutarti con tutto me stesso, ma non sapevo come! E nulla in vita mia mi ha spaventato come vederti svenuta nella Camera dei Segreti! Ho sempre creduto che quei sentimenti derivassero dal fatto che eri al sorella di Ron, ma mi sbagliavo di grosso! Credo che sia per questo che cerco in tutti i modi di renderti felice... Sto male al solo pensiero di quanto tu abbia sofferto per causa mia! >

< Ora immagino che tu non voglia più aver a che fare con me... Ti ho davvero fatto troppo male, perchè tu possa ancora amarmi! E, se è questa la tua volontà, io la rispetterò! >

Tacque. Mentre parlava, si era voltato, non riuscendo più a sostenere lo sguardo della rossa. Ora si aspettava urla, schiaffi, la rabbia di Ginny per quello che le aveva fatto.

Invece sentì un singhiozzo.

Istintivamente guardò la ragazza, e la vide piangere. Ma sul suo viso non c'era traccia di dolore o di rabbia.

Sorrideva e piangeva di gioia. Le parole di Harry erano la realizzazione dei suoi sogni. Tutte le sue paure, tutti i suoi dubbi su quello che provava davvero Harry erano svaniti in un'istante. Non lo aveva mai amato come in quel momento.

Cercò di parlare, di spiegargli che non era cambiato nulla, che non era mai stata così felice, ma non ci riuscì. Provava un sentimento troppo grande per essere espresso solo a parole.

< Non so che cosa dire... > Disse soltanto.

< Non importa... > Rispose Harry, sorridendole. Aveva intuito ciò che provava Ginny. Il suo viso era acceso di una nuova luce < I tuoi occhi parlano per te... >

Ginny non riuscì più a resistere. Si lanciò verso Harry, baciandolo con foga. Il ragazzo rispose con entusiasmo al bacio, premendo la ragazza contro di se. Dopo un 'istante di esitazione, Ginny si insinuò dentro la bocca di Harry, accarezzandogli le labbra e la lingua. Lo sentì sorridere, per poi spingerla fuori ed entrare a sua volta in lei. I due ripresero quella lenta lotta dentro la bocca della ragazza.

Non seppero mai per quanto tempo continuarono a baciarsi, ma quando si staccarono avevano entrambi il fiato corto. Ginny guardò intensamente il ragazzo, completamente persa nei suoi occhi.

Poi si accorse di qualcosa di strano. Il viso di Harry era più in basso del suo, nonostante lui fosse almeno dieci centimetri più alto di lei. Si accorse solo allora che Harry l'aveva presa per le gambe e sollevata, facendola appoggiare contro il muro e tenendola in braccio.

< Ma... Quando mi hai sollevata? > Gli chiese.

Harry sbattè gli occhi e la guardò stupito, poi sorrise appena.

< Non ne ho idea! Non me ne ero nemmeno accorto... >

Scoppiarono a ridere, con Harry che continuava a tenere in braccio Ginny.

< Credo che dovremmo tornare alla sala... > Aggiunse. Si era accorto che Ginny aveva ricominciato a tremare per il freddo, e anche lui non aveva di certo caldo.

Mise a terra Ginny, per poi chinarsi a raccogliere il mantello. Lo gettò sulle spalle della rossa, che però stavolta lo prese e lo passo anche attorno alle spalle di Harry.

I due iniziarono a camminare così, stretti sotto un unico mantello, riscaldati dal calore dell'altro.

Harry guardava Ginny. Non riusciva a credere che, nonostante tutte le volte che l'aveva fatta soffrire, lei lo amasse ancora. Passò in rassegna ogni dettaglio del viso della ragazza, per essere sicuro di non dimenticare nulla di lei.

Il suo sguardo si posò sugli orecchini di sua madre. Ebbe come una rivelazione. Rimase senza fiato mentre osservava quei gioielli, pensando a ciò che inconsciamente aveva fatto.

< Non ci credo... > Sussurrò.

< Cosa? > Chiese la rossa.

< Hai presente la lettera di stamattina, dove ti dicevo perchè volevo che fossi tu a tenere gli orecchini di mia madre? >

La ragazza annuì.

< In realtà non era quello il vero motivo che mi ha spinto a darli a te, anche se me ne sono reso conto solo ora... >

Esitò un istante, prima di continuare < Vedi... Questi orecchini sono gli stessi che mia madre ha indossato al primo appuntamento con mio padre... >

Ginny continuava a guardare Harry, totalmente rapita dalle sue parole.

< Sai... > Riprese il moro < Vorrei tanto che significassero per noi quello che hanno significato per i miei genitori... >

Il cuore di Ginny parve quasi fermarsi a quelle parole. La rossa strinse il ragazzo più forte a se.

< Oh, Harry... > Fu tutto quello che riuscì a dire. Ormai non aveva più parole per dire quanto lo amasse.

Si allontanarono dal parco così, abbracciati sotto un unico mantello. Persi nella luce accecante del loro amore.

Ma non avrebbero mai immaginato che un giorno...

Esattamente dieci anni dopo...

In un'altra notte dipinta di bianco...

Sarebbero ritornati in quello stesso luogo...

Per rispondere 'Si' alla domanda più importante della loro vita...

Suggellando per sempre il legame tra le loro anime...

Due anime gemelle, che non si erano mai separate, fin dal giorno in cui si erano incontrate...

Unite dalla magia più antica, misteriosa e potente che il mondo conosca...

  
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