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Autore: Panico    26/04/2006    0 recensioni
Se c'era una cosa che mi faceva impazzire di Ron, tra le tante, era l'atteggiamento che assumeva nei miei confronti quando eravamo in pubblico. O quando c'era Lavanda nei paraggi, che praticamente era la stessa cosa.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Hermione? -

Alzai lo sguardo dal libro che stavo leggendo, e vidi Ron che mi guardava.

- Che fai, Hermione? -

- Sto leggendo. Cosa ti sembra io stia facendo? -

- Ok, scusa.. - Ron sembrava indispettito.

- Che vuoi, Ron? -

- Niente. Posso sedermi? -

Inarcai un sopracciglio, e gli feci cenno con la testa di accomodarsi. Lanciandogli un'ultima occhiata inquisitoria, riportai l'attenzione al mio libro.
...La terza legge di Golpalott dice che l'antidoto per un veleno composto è maggiore della somma degli antidoti di ciascuno dei singoli componenti...
Non avevo capito niente della terza legge di Golpalott, la presenza di Ron in un certo senso mi metteva a disagio.

- Hermione? -

Gli lanciai uno sguardo eloquente. - Sì? -

- Sai dov'è Ginny? -

Ripresi a leggere il libro. - Credo con Dean. -

- Ah, va bene... -

La-terza-legge-di-Golpalott...

- Hermione? -

- Cosa vuoi copiare, Ronald? - sforzai me stessa di mantenere la calma.

- Ma perchè devi sempre essere così antipatica? -

- Io non sono antipatica. - dissi a denti stretti, non degnandomi nemmeno di alzare lo sguardo dal libro.

- Cosa vuoi copiare, Ronald? - ripetè, imitando in modo stridulo la mia voce - Noo..non sei antipatica. Non si può nemmeno parlare con te. -

Mi puntellai su un gomito, guardandolo negli occhi. Notai la vena ironica nella sua voce, e non riuscii a trattenere un sorriso.

- Cos'è quel libro? - mi domandò, accennando con la testa al grande tomo aperto davanti a me.

- Pozioni..l'ho preso in prestito dalla biblioteca per un approfondimento. -

Ron si sporse oltre il tavolo, tirando un po' il libro verso di sè per leggere. Mi ritrovai i suoi capelli a pochi centimetri dal viso ed avvertii il suo odore; era esattamente quello che l'Amortentia assumeva per me.

- La terza legge di Golpa..che? Ma non è in programma...! -

- Sì Ronald, la studieremo nel prossimo quadrimestre.. - cantilenai sbuffando, cercando di trattenere le risate.

Ron si risistemò meglio nella sedia, portando le braccia dietro la testa - Bah..ti credo sulla parola -

Sorrisi dentro di me. Sapevo benissimo che Ron si trovava lì perchè voleva stare con me, ma mi divertiva vedere il modo in cui cercava di sbrogliarsi, provando a fare conversazione.

Sentimmo delle risatine provenire poco distanti da noi, entrambi ci voltammo. Calì e Lavanda stavano passando a braccietto; Calì bisbigliava qualcosa all'orecchio di Lavanda, che sorrideva ininterrottamente guardando Ron.

Continuai a guardarle in cagnesco mentre si avvicinavano e Lavanda squittiva un mieloso -Ciao, Ron! - per poi arrossire visibilmente.
Ron rispose al saluto, ricambiando apertamente il sorriso e seguendo Lavanda con lo sguardo mentre si allontanava.
Ma che ridono tutti e due come due procioni lobotomizzati?

Maledicendomi mentalmente, feci un'osservazione, che non mi sarei mai dimenticata di puntualizzare ogni volta.

- Sai, Ron.. Secondo me piaci a Lavanda.. - pronunciai la frase in modo indifferente, scrutando pero' Ron negli occhi, curiosa della sua reazione.

Ron si rimise dritto sulla sedia, lanciandomi uno sguardo.

- Ma che dici, Hermione? Siamo solo compagni di Casa.. -

Se non fosse per la mia autostima, aggiungerei che sono stata un'idiota.




"I'm giving up on everything "Sto rinunciando ad ogni cosa
Because you messed me up Perchè tu mi hai mandata in confusione
Don't know how much you screwed it up Non so quando tu possa aver esasperato le cose
You never listened Non hai mai ascoltato
That's just too bad..." E' davvero un peccato..."




- Ma perchè si comporta così? -

Era una mattinata piuttosto fredda, ed io mi trovavo con Ginny seduta al tavolo di Grifondoro, in Sala Grande, per la colazione.
Ron come di consueto mi evitava ed io, in tutta sincerità, non è che facessi chissà quale sforzo per cambiare il suo atteggiamento. Pensavo che avrebbe cambiato opinione se lo avessi ignorato. Pensavo che avrebbe avuto la decenza di cambiare. Ma suppongo non abbia mai colto il mio suggerimento.

- Allora? - sbottai, cercando di mantenere il mio tono quanto più naturale possibile.

Ripensandoci, fa uno strano effetto pensare che Ron e Ginny fossero fratelli. Non ho mai avuto problemi a confidarmi con lei, nonostante fosse suo fratello il fulcro delle mie confidenze.

- Non lo so 'Mione, ne abbiamo già parlato.. - mi rispose distrattamente Ginny, spalmandosi della marmellata sul pane.

- Oh..ma la cosa non sta in piedi, voglio dire, li hai visti? Non lo dico per gelosia, davvero Ginny..e non fare quella faccia, solo che mi da fastidio che si rivolga così freddamente a me. Voglio dire, lo conosco da sei anni, perchè non può trattarmi come tratta tutti i suoi amici? Ecco, mi da fastidio questo. - ingollai un ultimo sorso di tè, per poi riprendere a fissare Ginny, impaziente.

In quel momento arrivò Ron, che salutandoci con uno sbadiglio si sedette accanto a noi.

- Lavanda? - chiese, rivolto a me.

- Se non lo sai tu, Ronron.. - risposi, piuttosto acida.

Lui ignorò bellamente la mia provocazione, e cominciò a servirsi uova e bacon nel piatto che gli stava davanti. La cosa mi fece un po' innervosire.

- Abbiamo Pozioni adesso, vero? - continuò a rivolgersi a me, tranquillamente.

- Se stai cercando di fare conversazione, Ronald, prova a trovare qualcosa di meglio. - ribbattei con voce sprezzante, ostinandomi a guardare un punto imprecisato sulla mia tazza di tè.

- Senti, ma si può sapere che problemi hai? Sei proprio insopportabile, quando ti ci metti! -

- Ah, io sarei insopportabile? -

- Sì, tu. -

- Oh, ma sentitelo, il Signor sembro-un-duro-ma-ho-un-cuore-tenero! -

- Attenta a come parli, Hermione. -

- Non ci arrivi proprio, eh, Ron? - sbottai con voce acuta, per poi uscire dalla Sala Grande, diretta ai Sotterranei.

Sentii Ginny apostrofare suo fratello - Sei proprio un cretino. - e lui rispondere - Ma che vuoi anche tu? Io non ho fatto niente. Tu e quella paranoica saccente. -

Ben fatto, Hermione, complimenti.




"Because I'm moving on "Perchè sto andando avanti
I won't forget you were the one that was wrong Non dimenticherò che eri il solo che aveva torto
I know I need to step up So che ho bisogno di andare avanti
And be strong Ed essere forte
Don't patronize me" Non trattarmi con condiscendenza"




Stavo camminando per i corridoi di Hogwarts, era sera tardi, non ricordo che ora fosse.

Dopo varie imboscate ero finalmente riuscita a sfuggire a quel polipo di McLaggen, e quindi, in preda al panico, avevo abbandonato la festa natalizia di Lumacorno per tornare in Sala Comune. Non mi stavo divertendo, comunque.

Indossavo un abito, un po' scollato sulla schiena, blù scuro piuttosto lungo, che mi impediva leggermente i movimenti.
Il rumore dei tacchi delle mie scarpe risuonava per tutto il corridoio, deserto eccetto per qualche fantasma di passaggio.

Mi ritrovai a pensare che l'aula che stavo per superare era la stessa nella quale, un paio di mesi prima, avevo aizzato contro Ron uno stormo di canarini gialli. L'avrei rifatto cento volte.

La porta si aprì di scatto. Ne uscì Ron, i capelli piuttosto disordinati, che mi fissava corrucciato, piazzandosi sulla mia traiettoria. Mi arrivò alle orecchie una risatina sommessa, proveniente dall'interno dell'aula dalla quale Ron era appena spuntato. Apparteneva a Lavanda.

- Dove stai andando, Hermione? -

Lo fulminai con lo sguardo, senza nemmeno degnarmi di rispondere, e lo superai continuando a camminare a passo di marcia.

- Che c'è, Hermione, hai litigato con McLaggen? - mi disse dietro, con voce acida. Continuai a far finta non esistesse.

- Ma guardati. Nemmeno mi rispondi. - scoppiò in una risatina isterica, sprezzante e fin troppo finta - Ti conviene approfittarne, con McLaggen. Certo, non sarà un gran campione come Vichy..ma ti dovrai accontentare. Vallo a trovare un'altro che riesce a sopportarti. -

Non mi voltai, ma raggiunsi il quadro della Signora Grassa, sibilando la parola d'ordine tra i denti.


Scacciai il pensiero dalla mente. Quella sera stavo seduta su una poltrona davanti il camino, in Sala Comune, con Harry, che mi stava raccontando qualcosa a proposito di Malfoy, ma io non lo stavo ascoltando granchè. Era da un po' di tempo che quando qualcuno cominciava a parlarmi, dopo i primi dieci minuti mi distraevo, pensando ai fatti miei. Un po' egoista forse, ma non mi importava.

Poco distante da noi stava Ron, con Lavanda seduta in braccio. Si stavano praticamente divorando la faccia a vicenda, intervallando quei momenti focosi con qualche risatina, ai miei occhi davvero irritante, di Lavanda.

Strinsi i braccioli della poltrona sulla quale mi trovavo con forza, fino a far diventare le mie nocche bianche. Non potevano fare qualcosa per trattenersi, in pubblico?
Cominciai a valutare seriamente che se avessi continuato ad assistere a quella scena avrei sicuramente dato di stomaco.

Pensai, con un rancore di cui non immaginavo essere capace, che lo avevo anche invitato alla festa di Lumacorno, per Natale. Dal mio punto di vista, mi ero sbilanciata, ed anche troppo.
E lui come mi aveva risposto? Mettendosi con quella lì..
Cosa si aspettava, una dichiarazione con tanto di mazzo di fiori e serenata? Non siamo tutti così espliciti, al mondo.

Lanciai loro un ultimo sguardo furtivo. Mi morsi il labbro inferiore. Per quanto mi sforzassi di ricordare, Ron mi era sempre sembrato un ragazzo piuttosto riservato. Da quando tutta questa spigliatezza? Cominciai ad autoconvincermi che lo faceva apposta.

Fingengo di non averli visti, voltai lo sguardo ad Harry, decisa a partecipare attivamente alla discussione, in modo da apparire indifferente.

-...ma questo dimostra senza dubbio che Malfoy sta tramando qualcosa, non puoi negarlo! -

Non avevo la minima idea riguardo cosa alludesse Harry, quindi decisi di mantenermi sul vago.

- No, infatti - convenni - E Ronron che ne pensa? -

Harry inarcò un sopracciglio - Non lo so, non gliene ho ancora parlato. - Lanciò un'occhiata furtiva nella loro direzione. - Senti, Hermione, non puoi.. -

- No, non posso - sbottai alzandomi e fulminando con lo sguardo Ron, il quale non pareva nemmeno avermi notata.

Senza aggiungere altro, girai i tacchi e mi diressi verso le scale del dormitorio femminile, non prima di sentire Harry borbottare qualcosa che suonava tanto come " Bah ".

Stai mentendo a te stesso, Ron?
  
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