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Autore: Whatadaph    25/08/2011    5 recensioni
Dominique Weasley ha diciassette anni, una media impeccabile e una vita apparentemente perfetta - nonostante ci siano troppi cugini di mezzo, una sorella ingombrante e centinaia di studenti che sono a conoscenza di ogni dettaglio della sua esistenza. Ha anche una migliore amica scomparsa, un ragazzo con la testa da un'altra parte e troppi segreti da nascondere.
Una Nuova Generazione piena di squallore e frivolezze, che dovrà pezzo per pezzo recuperare ciò che ha perduto.
Ispirato a Gossip Girl. Dal secondo capitolo:
Dominique Weasley si guardò allo specchio. Come sempre, non poté fare a meno di contrapporre la propria immagine a quella della sorella. [...] I capelli di Victoire sembravano brillare di luce propria, i suoi occhi violetti facevano sembrare banale il grigio di quelli di Dominique, la sua pelle era perfetta e priva di macchie. Victoire era più alta, più magra, più bella. Il ritratto della madre, l’orgoglio del padre, la ragazza di Teddy. Spostò una ciocca di capelli, si passò una mano sulla pancia. Si sentiva nauseata.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Metamorphosis'
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Dare Devil

“Sei sicura che sia ancora nel suo ufficio, D.?”
“Più che sicura. Il sabato si alza allle dieci, si fa portare la colazione dagli elfi domestici e si dedica alle sue pozioni per un paio d’ore, prima di scendere a pranzo,” guardò l’orologio “Adesso dovrebbe aver appena finito la colazione”.
Dominique si arrestò di fronte alla porta dell’ufficio del professor Lumacorno, e Grace fece altrettanto. Mentre quest’ultima sbadigliava e si stropicciava un occhio, Dominique - la quale non aveva potuto fare a meno di notare suo malgrado quanto l’amica stesse bene anche struccata e spettinata - controllò che la gonna color melanzana fosse in ordine e lisciò il colletto della camicia candida con due dita. Sapeva di avere un aspetto impeccabile, con la gonna al ginocchio, il maglioncino stirato e i capelli raccolti. Gettò uno sguardo a Grace, la quale nel frattempo continuava a sbadigliare come un gatto pigro.
La sua gonna è un po’ troppo corta, decretò, ma nei limiti della decenza.
Il foulard fra i capelli di Grace era allentato e un po’ storto, ma nonostante ciò la ragazza era fin troppo bella anche così.
Scosse la testa, pensierosa, e bussò tre volte alla porta. Si udì un tramestio all’interno, e pochi istanti dopo i baffoni candidi di Horace Lumacorno fecero capolino da uno spiraglio. Il professore non parve particolarmente sorpreso dalla loro presenza.
“Dominique, ragazza mia!” esclamò, per nulla infastidito “E la signorina Zabini, naturalmente. Entrate, entrate...”
Si scostò, permettendo loro di passare. Come sempre, la stanza era ampia, sui toni del cremisi e del verde, e pareva tutt’uno con il suo occupante, la cui immensa mole era avvolta in una ricca veste di velluto ricamato. Lumacorno sprofondò pesantemente in una grossa poltrona, facendo loro segno di accomodarsi su soffici poltroncine più piccole.
“Dunque, ragazze,” disse, affondando la mano nella scatola di ananas candito posata accanto a lui “A cosa devo il piacere di questa visita?”
Dominique, seduta compostamente al suo posto, rivolse all’insegnante un sorriso zuccheroso.
“Beh, professore,” cominciò in tono compito “Lei sa quanto la sua fama di organizzatore sia superiore a quella di chiunque altro”.
Come previsto, il sorriso di Lumacorno si fece ancora più ampio, sensibile com’era all’adulazione. Sul volto di Grace - comodamente stravaccata sulla poltroncina - aleggiava un’espressione divertita, e la ragazza ammiccò in direzione dell’amica, spronandola a proseguire.
“...Quindi non sarà sorpreso dal fatto che io mi rivolga a lei per organizzare una festa”.
“L’hai sempre fatto, Dominique” le fece notare bonariamente il professore.
“Per l’appunto,” ammise lei, soppesando con cura le parole “Certamente sarebbe in grado di organizzare un party a breve termine”.
“Naturalmente” confermò Lumacorno.
Dominique gettò uno sguardo a Grace, che prese la parola.
“Ad esempio stasera, professore?” fece, sfoderando il più dolce e luminoso dei suoi sorrisi.

Buongiorno, Sala Grande! E’ Gossip Witch che vi parla, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulla vita scandalosa dell’élite di Hogwarts. Sembra che Dominique Weasley stia organizzando una festa assieme a Grace: stai cercando di riprendere la tua corona, D.? Ti consiglio un Incanto Scudo, Dom. Non tutti potrebbero averla presa bene! Per quanto riguarda G., invece... Beh, fra i preparativi di un party e un tradimento da farsi perdonare temo che sarà piuttosto impegnata in questi giorni! Baci e abbracci, Gossip Witch.
Leggendo queste parole sul suo galeone stregato, James Potter scorse con lo sguardo la tavola di Grifondoro, in cerca di una certa bellissima ragazza, ma di Grace non v’era traccia alcuna. Con un cupo presentimento, si volse verso i Serpeverde, e difatti la chioma dorata della giovane Zabini risaltava vivace accanto alla testa altrettanto luminosa di Dominique. Grace si accorse del suo sguardo, e gli sorrise, per poi voltarsi nuovamente verso l’amica, che aveva richiamato la sua attenzione con aria seccata. James si concentrò nuovamente sul suo pasticcio di carne, sentendosi decisamente depresso. Un notevole fracasso gli comunicò la presenza di Roxanne, la quale si lasciò cadere sulla panca accanto a lui con aria sconsolata.
“Buongiorno, Rox,” le disse con voce piatta “Che ti succede?”
“Punizione,” borbottò lei in tono funereo “Con Lysander Scamandro”.
Si guardarono. Roxanne parve allarmata nel vedere la sua espressione.
“A te che cosa succede, Jamie?” lo interrogò, ansiosa.
“Dominique e festa. Ergo, Grace non ha tempo per me”.
Udendo il nome della ragazza, Roxanne si irrigidì.
“Grace?” gli chiese “Avete fatto pace?”
“Sì,” rispose James, irritato “E ti chiedo solo di fidarti di... Un momento!” la guardò “Come mai sei finita in punizione con Scamandro?”
Con sua enorme sorpresa, Roxanne arrossì.
“Beh, ecco... Io...” balbettò “Noi stavamo...”
“Voi stavate cosa?” la incalzò James, sfoderando il ghigno malizioso che lo rendeva straordinariamente simile al fratello.
“Noi... Ecco...”
“Dai, Roxanne!” insisté lui, divertito “Che cosa hai fatto con Lysander Scamandro?”
“Siamo andati nella foresta a parlare con gli Andrippi,” intervenne una voce distratta alle loro spalle “Salve, Roxanne Weasley”.
Lysander si allontanò così come era venuto, camminando placidamente fra i tavoli, mentre agitava la mano come se stesse scacciando delle mosche invisibili - cosa che attirò non poche risatine.
James adesso era piuttosto sconcertato.
“Che cosa sono gli Andrippi, Rox?”
“I centauri” rispose mesta la cugina, guardando in un’altra direzione.
“E come mai avresti dovuto parlare con i centauri?”
“Beh, ecco... Noi cercavamo notizie sulla veggenza” concluse in fretta Roxanne.
Il maggiore dei Potter era sempre più stupito.
Che cosa importa a Roxanne della veggenza? Lei non ha mai fatto Divinazione!
“E come mai?” la interrogò “E soprattutto, perchè con Lysander?”
“Beh, Albus aveva gli allenamenti, così io...”
Ma si interruppe di colpo, con tutta l’aria di chi ha appena commesso un colossale passo falso.

Lily Potter non era affatto contenta. Aveva curato ogni dettaglio, pianificato ogni mossa, considerato ogni possibile modo di sfruttare il declino di Dominique a proprio favore. Tutto ciò per risalire la scala sociale fino al dominio dell’intera scuola. E adesso Dominique continuava a metterle i bastoni tra le ruote! Aveva cominciato con la pessima idea di riconciliarsi con Grace, ma non si era accontentata del trambusto che tale notizia aveva creato, no. Adesso con una sola, banale, stramaledettissima festa minacciava di vanificare tutto il lavoro fatto per tentare l’ascesa al trono.
Decisamente, Lily Potter non era affatto contenta. Dotata com’era di una discreta quantità di materia grigia - benchè sfruttata in discutibili scopi -, il suo notevole e acuto cervello si mise in moto all’istante, teso ad esaminare con attenzione ogni tattica da lei conosciuta per rovinare una festa. Chiaramente, non doveva essere possibile l’identificazione di Dominique. L’opinione comune sarebbe dovuta essere quella di un errore della regina. Lily sapeva che le possibilità di distruggere la cugina durante il party erano ben poche.
Ma, pensò Lily, la festa posso sempre rovinarla prima.
Ma come?
Diffondendo informazioni sbagliate sul luogo e l’ora del party, naturalmente.

“Come vi è venuta in mente una cosa del genere!?”
Quando Albus riconobbe, nella furia urlante che gli si era scatenata contro, il fratello maggiore, si sentì decisamente agghiacciato. Cercando di mantenere un contegno, si rivolse a James.
“Respira, Jamie,” ribatté “Così esplodi. E poi, vorresti gentilmente spiegarmi a cosa ti riferisci?”
“Mi riferisco,” sibilò James “Agli Andrippi...”
In quel momento, Al Potter - il mitico Al Potter, il più grande tombeur de femme di Hogwarts da Sirius Black a quella parte - avrebbe voluto sprofondare. Sotto terra. Per un paio d’ore. A giudicare dall’espressione di James, questa volta Albus era nei guai. Guai seri.
“Jamie...” cominciò, cercando disperatamente un modo per uscire indenne e, possibilmente, con eleganza da quella situazione.
“Jamie un corno!” esclamò il fratello di rimando.
“Ti posso spiegare...”
“Non c’è nulla da spiegare! Ho capito benissimo com’è andata la faccenda. Tu hai deciso di indagare su Grace, e hai coinvolto Roxanne in questa storia...”
“Veramente è stata lei che...”
“...Non capisco che cosa abbiate tutti quanti!” continuò James, imperterrito, senza dar segno di averlo udito “Prima Lily, poi voi... Tutti che spiano Grace, indagano su Grace, cercano di capire quali cose terribili abbia fatto Grace! Insomma, non ho bisogno che voi...”
Silencio” fece pigramente Albus, puntando la bacchetta verso il fratello, che tacque all’istante. Sapendo che James ci avrebbe messo solo pochi istanti per formulare non verbalmente il controincantesimo, si affrettò a parlare.
“Jamie, ascolta. L’abbiamo fatto per lei, e questo implica che l’abbiamo fatto anche per te. Vedi, quando si è sentita male ha cominciato a dire cose strane, del tipo ferire a morte e è colpa mia... Abbiamo dedotto che sia una veggente e cercato di capire come mai questo le crei tanti problemi!”
“Beh, allora avete preso un granchio, perchè Grace non è una veggente!” fece James, il quale evidentemente aveva ritrovato l’uso della parola.
Albus levò gli occhi al cielo, esasperato.
“Insomma, James,” sbottò “Io stesso ti ho detto di fregartene del passato e fidarti di Grace, ma qui c’è qualcosa di sospetto! Come fai a sapere che...”
“Lo so perchè ho parlato con lei,” ribatté James gravemente “E mi ha detto tutto”.
Sorpreso, ad Albus non restò che tacere.
“Sua nonna era un lupo mannaro,” continuò il fratello “E Grace è convinta che sia colpa sua. Ecco tutto”.
Lo guardò. Sotto il severo sguardo negli occhi scuri del fratello, Albus si sentì decisamente stupido.
“Mi dispiace, Jamie” disse.
“Prova a dire qualcosa a qualcuno e ti disconosco come fratello, Al” fece questi di rimando.
Albus sorrise.
“Puoi fidarti,” promise “E scusa”.
James strinse gli occhi, pensieroso, e inspettatamente piegò le labbra in un ghigno malandrino.
“Ti perdono,” concesse infine “Ma in cambio devi farmi entrare alla festa di stasera”.

“Ciao, Lucy!”
Lucy Weasley avrebbe riconosciuto fra mille altre la voce che l’aveva salutata con entusiasmo.
“Abbassa la voce, siamo in biblioteca” borbottò in risposta, non sapendo cosa dire: qualunque saluto le suonava piuttosto ridicolo.
Scorpius non se la prese, ma ridacchiò allegramente. Lucy sollevò lo sguardo dal libro che stava riponendo al suo posto, sullo scaffale, e accenno ad un timido sorriso.
Erano passati alcuni giorni da quando aveva acconsentito a uscire con Scorpius Malfoy, con il quale si era accordata per il finesettimana successivo, prevista com’era una gita alla vicina cittadina di Hogsmeade. Tuttavia, benchè mancasse almeno una settimana all’appuntamento, il ragazzo era venuto a trovarla in biblioteca ogni giorno, mettendola spesso in imbarazzo con Madama Pince, la quale chiaramente malsopportava che quell’adolescente rumoroso e irritante distraesse la sua aiutobibliotecaria. Lucy, tuttavia, si trovava bene con Scorpius, sebbene le sembrasse assurdo che un ragazzo come lui - non particolarmente bello ma comunque appartenente all’élite di Hogwarts - potesse trovare interessante e addirittura divertente lei, la Weasley Invisibile.
“Ti va di venire con me alla festa di Dominique, stasera?” le chiese placidamente Malfoy.
Sulle prime, Lucy credette di aver sentito male. Resasi conto del fatto che Scorpius la fissava, in attesa, capì di aver invece udito benissimo.
“Dominique ti ha invitato?” chiese in tono sorpreso, per guadagnare tempo.
Nonostante l’idea di andare ad una festa con lui le piacesse da morire, sapeva che avrebbe significato finire sotto i riflettori, e non era certa di volere questo.
“Non invitarmi sarebbe come dire che c’è ancora un conto in sospeso con Grace, e Dominique vuole che nessuno dubiti della loro riappacificazione,” le spiegò “Allora, ci vuoi venire con me a questa festa?”
Lucy guardò quel sorriso fiducioso. Dopotutto, andando ad Hogsmeade con lui il sabato successivo sotto i riflettori ci sarebbe finita comunque, e poi non era mai stata ad una festa.
“Okay, d’accordo...” acconsentì.
Lui le sorrise ancora.
“Alle otto in sala d’ingresso, allora!”
Prima di andarsene, si chinò verso di lei - che gli arrivava a malapena alla spalla - e le diede un bacio frettoloso sulla guancia. Non appena si fu allontanato, Lucy sfiorò con la punta delle dita il punto in cui lui l’aveva baciata, con un sorriso vago ad illuminarle il viso.
Non sapeva che, dall’altra parte dello scaffale, qualcuno aveva udito tutto, e la verde invidia tramava ai suoi danni.

Nel primo pomeriggio, un gran numero di curiosi bigliettini rosa confetto piovve sul cortile. Il curioso fenomeno fu notato anche da Dominique Weasley. La Regina sedeva infatti sulle scale di fronte al portone, con la ritrovata Grace Zabini al suo fianco e tre o quattro tirapiedi sui gradini sottostanti.
“Non sapevo avessi spostato la festa, D.!” trillò Lisbeth Macnair, che aveva raccoltò uno di quei biglietti e lo stringeva fra le dita.
“Ma quanto sei stupida,” fece Dominique “No che non ho spostato la festa!”
Le strappò di mano il foglietto, e faticò a nascondere la sorpresa nel vedere cosa vi era scritto, vergato in graziose lettere stampate.
La festa Bacio sulle Labbra è stata spostata alle ore 21:30 nella Stanza delle Necessità.
A questa frase seguiva una falsificazione della sua firma svolazzante, tanto ben fatta da parere di sua mano.
“Scopriamo chi è stato e gliela facciamo pagare?” propose Grace, che aveva letto il biglietto da sopra la spalla dell’amica.
“So già chi è stato” ribatté Dominique, amara.
Grace tacque un istante.
“D’accordo,” riprese poi “Intanto risolvo questa faccenda dei biglietti, però”.
In seguito, Dominique non avrebbe potuto che compiacersi dell’abilità dell’amica in Incantesimi. A Grace bastò un unico, ampio arco della sua bacchetta magica per far Evanescere buona parte dei biglietti del cortile. Si portò la bacchetta alla gola, e, dopo aver bisbigliato un Sonorus, annunciò a tutti che Dominique Weasley confermava le otto e mezza nell’ufficio di Lumacorno come ora e luogo della festa.
Annullato l’incanto, Grace si rivolse a Dominique.
“Allora, D.,” fece “Chi è la stronza?”

Quando Grace Zabini scoprì che l’artefice del tentato sabotaggio era Lily Potter, pensando a James pregò Dominique di contenersi della sua vendetta. Un po’ perchè le voleva bene, un po’ perchè considerati gli effetti sortiti avrebbe volentieri evitato una scenata come quella del Luma-Party, Dominique si limitò a poche, calme parole. Ebbe però cura che fossero presenti abbastanza testimoni, in modo che la notizia giungesse presto alle vigili orecchie e alla lingua tagliente di Gossip Witch.
“Lily,” le disse in tono perfidamente tenero “So per certo che sei stata tu. Chi altro saprebbe falsificare la mia firma così bene, per aver tentato di imitare la mia calligrafia per quattro, lunghi anni?”
A quel punto, la piccola perfida Lily era arrossita di rabbia.
“Mi dispiace,” continuò Dominique “Ma sei ancora una principiante, cuginetta”.
Va detto a merito di Lily che non verso neanche una lacrima, ma si limitò ad un sorrisetto gelido prima di allontanarsi con tutta la dignità che le era rimasta.

“Gli invitati arriveranno alle otto e mezza, perciò per le otto dovrete aver finito”.
Gli elfi domestici si affrettarono ad obbedire agli ordini intimati da Dominique, che sovrintendeva con occhio vigile alla collocazione di grossi vasi di fiori e al trasporto di casse piene di alcolici, dritta come un fuso al centro dello studio di Lumacorno. Il luogo era diventato irriconoscibile: tappeti e arazzi erano spariti, mettendo a nudo la lignea pavimentazione. Contrariamente al precedente Luma-Party, nel quale grazie alla Trasfigurazione e al duro lavoro degli elfi la stanza rassomigliava a qualche prestigioso disco pub babbano, per l’occasione della festa Bacio sulle Labbra, Dominique aveva puntato su un candido bancone da bar semicircolare e fiori ovunque. Sorrise fra sé, soddisfatta. Mancavano due ore e mezza all’inizio del party: era ora di abbandonare i preparativi e raggiungere Grace per prepararsi assieme.
“Weasley?”
Infastidita, si volse verso colui cui apparteneva la voce che l’aveva distolta dai propri pensieri. Riconobbe un Grifondoro del settimo anno, tale Adrian Goldstein, membro della squadra di Quidditch e Caposcuola, che riteneva del tutto insipido. Goldstein aveva folti capelli castano chiaro e la guardava con indifferenza, in attesa di una risposta.
“Sì?” concesse Dominique.
“Scusa se ho osato disturbare i preparativi per la festa,” fece il ragazzo, sarcastico “Ma ti ricordo che oltre ad una corona in testa hai anche una spilla da Caposcuola, e che una mano con le ronde ogni tanto non mi dispiacerebbe”.
“Per quello ci sono i prefetti, no?” ribatté, sbrigativa.
Per lei quella spilla era solo un ornamento alla sua impeccabile carriera scolastica, possibile che quell’idiota non lo capisse?
E come si permette di fare il sarcastico con me?
Goldstein la guardò duramente.
“Se non inizi a collaborare, parlerò con la preside” le disse, calmo.
Se solo ci prova lo cancello dalla società per sempre...
“Goldstein, mi hai già disturbato abbastanza,” sospirò “Tieni un invito, almeno stai zitto”.
Gli mollò in mano una cartoncino color carta da zucchero. Il ragazzo non si mosse.
“Ancora qui?” disse, esasperata “Sciò!”
Adrian le rivolse un sorrisino sarcastico, poi la sbeffeggiò con l’imitazione di una riverenza, guardandola con sfida.
Che idiota...

Lucy si guardò allo specchio. Il semplice abitino di chiffon lilla che indossava era abbastanza sobrio, e l’unico fra i tanti scelti da sua madre che avesse il coraggio di mettere. Studiandosi nella superficie fredda e lucida, per una volta riuscì a sentirsi carina, con i capelli sciolti, il vestito e le ballerine color panna - aveva scelto di non arrampicarsi sui tacchi per evitare un drammatico capitombolo per le scale -. Si era anche truccata, o meglio, la sua compagna di stanza Joanne Thomas era riuscita a convincerla a mettere un po’ di mascara e di fard. Il mascara valorizzava i suoi occhi chiari, e anche se il viso di Lucy restaca comunque piuttosto banale il fard le rendeva senz’altro più vivo l’incarnato.
“Sono le otto meno cinque, Lucy” le fece notare Joanne.
Lucy sorrise nervosamente e uscì dalla camerata, sotto gli sguardi un po’ invidiosi, ma il più delle volte indifferenti, delle sue compagne di dormitorio e la stretta di incoraggiamento di Joanne. Attraversò a passo svelto la Sala Comune e si arrampicò nel buco del ritratto. Non appena fu in corridoio, strinse la borsetta a tracolla che portava e si avviò, dopo aver fatto qualche respiro profondo. Non aveva neanche raggiunto le scale che qualcuno le tagliò la strada. Riconobbe in quella ragazza alta e fin troppo procace, dai capelli color sabbia e il naso leggermente aquilino, una Tassorosso del settimo anno, che le sembrava rispondesse al nome di Jackie Finigann.
“Oh, salve, Lucy!” le disse in tono falsamente gentile, che alla piccola Weasley ricordò spiacevolmente quello che spesso assumeva la cugina Dominique.
“Ciao” rispose, esitante e un po’ sorpresa. Non ricordava di aver mai parlato con Jackie, prima.
“Con chi vai alla festa?” le chiese questa in tono affettato.
“Con Scorpius Malfoy” sussurrò Lucy, arrossendo.
Con sua grande sorpresa, l’altra scoppiò in un risolino.
“Oh, che sciocchina...” le disse con voce compassionevole “Scorpius mi ha invitata un’ora fa! Carino il vestito, comunque”.
Vedendo Jackie allontanarsi, Lily si sentì straordinariamente impotente, umiliata e presa in giro.

La festa si avvicina, Hogwarts, e io non vedo l’ora che cominci. A proposito, il party si terrà nello studio del professor Lumacorno alle 20:30. I quattro anni che Lily Potter ha passato copiando la calligrafia di D. a quanto pare sono stati vani.
Baci e abbracci! Gossip Witch
“Avevi ragione, Al!”
Quando il fratello minore lo guardò con espressione interrogativa, James fece spallucce.
“Lily ha tentato di sabotare la festa,” chiarì “L’ha scritto Gossip Witch”.
Fece per infilarsi il galeone stregato in tasca, ma ci ripensò, e lo lasciò sul comodino.
“Te l’avevo detto, no?” commentò Albus, spiccio “Ma adesso non è il momento di preoccuparsi per Lily. Pensa a Grace, piuttosto! Se stasera non ci provi sarò io a disconoscerti, ti avverto”.

***



Quello che avete appena letto doveva essere un capitolo di passaggio, dove si sciolgono alcuni nodi ma, soprattutto, se ne pongono le basi per degli altri. Spero sia stato di vostro gradimento.
Ringrazio di cuore tutti coloro che seguono, ricordano, preferiscono, recensiscono o anche semplicemente leggono! Anche se non mi dispiacerebbe per niente vedere qualche recensione in più.


Ho deciso di postare ad ogni capitolo il volto che immagino per un personaggio.
Per me Dominique è Rachel McAdams! La trovo perfetta. Ditemi che ne pensate!
Baci e abbracci,
S.

   
 
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