Cap. 1- Buio
“Sono
Usagi Tsukino e sono una
ragazza obesa. Tutti i dottori mi prospettano le migliori e più rosee
previsioni tra ictus, infarti e chi più ne ha, più ne
metta, ma di tutto questo non mi interessa. Al momento la mia vera e unica
malattia è la solitudine. Nessuno si è mai chiesto che cosa provi una persona
con tale problema, è molto più facile deriderla, prenderla in giro. Eppure il
grasso che da anni mi avvolge è una barriera che allontana tutti, per non
parlare degli uomini. Un po' li odio...in fondo la
maggior parte delle persone che mi prendono in giro sono di genere maschile. E
poi chi vuole un galleggiante affianco a sé? Dicono che l'aspetto non conti,
che vale ciò che si ha dentro... io ho un carattere mite e accondiscendente
eppure sono amica di tutti e di nessuno. Tutti mi vogliono bene, ma non ho
l'”Amica”. Inoltre questo carattere mi ha solo reso una più facile preda dei “brutta cicciona, povera tua madre”.
Invece
io vorrei qualcuno che fosse al mio fianco, che mi amasse per quello che sono,
che mi facesse capire qual è il mio scopo nella vita, perchè
ancora io non l'ho capito. Esisto ma non vivo. Nelle mie decisioni scelgo
sempre la via più facile che poi si rivela un a scelta
presa a caso che rafforza il mio “non essere”.
Dicono
che sono carina, che ho dei bei lineamenti e un bel
volto, che dovrei valorizzarmi. Potrei truccarmi? A cosa serve mascherare un
volto quando il corpo rimane lo stesso! Potrei vestirmi bene? Andate in un
negozio di taglie forti e ditemi cosa trovate e quanto spendete; la maggior
parte dei capi sono da signora e costano una
fortuna...70-80€ al capo, se va bene...per non parlare dell'intimo: classiche
mutandone della nonna e un paracadute
bianco a posto del reggiseno. Morale della favola: anche la società relega gli
obesi ad un angolo, punendoli per il loro esistere,
non permettendo anche a chi è giovane come me di poter esprimere la sua
femminilità. Inoltre, vista la mia mole, anche il mio piedino misura ben 44/45,
di conseguenza se voglio un paio di scarpe da donna, devo andare in negozi
specializzati che si trovano a qualche ora di treno. A tutto questo qualcuno ci
aveva mai pensato? Molti obietteranno: “mettiti a
dieta”. Purtroppo non mi voglio sufficientemente bene per riuscire a
controllare la mia fame nervosa.”
Erano
questi i pensieri che affollavano la mia mente, mentre, piangendo per l'ennesima
presa in giro, correvo verso il parco. E' l'ora del tramonto, a quest'ora non c'è nessuno. Finalmente giungo a destinazione. Ho il
fiatone e le lacrime continuano a solcare il mio viso. Per fortuna c'è sempre
lei, l'altalena, che mi accoglie nei miei momenti di sconforto, anche se le sue
catene mi stringono un po' i fianchi. Inizio a dondolarmi leggermente, quando
avvisto una chioschetto di onigiri. Ne prendo 5 e torno al dolce movimento oscillante dell'altalena. Con
una mano mi tengo e con l'altra ingurgito il mangiare
senza neanche masticarlo. Lui, il cibo, non mi tradisce mai e mi consola
sempre. Continuo a piangere, osservando il cielo sempre più rosso-violaceo.
-Tieni, asciugati le lacrime-
Accanto
a me si era seduto un ragazzo sull'altalena affianco alla
mia e mi porgeva il suo fazzoletto...