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Autore: rumandmonkey    25/08/2011    4 recensioni
Remus, Sirius e un'amicizia che forse sta diventando qualcosa di più...
5° Classificata - Harry Potter Slash Contest indetto da MarchesaVanzetta
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L’espresso per Hogwarts era pronto a partire, quando Sirius Black apparve con la sua solita aria trasandata sulla porta dello scompartimento in cui il suo amico Remus, che sedeva da solo, era talmente concentrato a guardare fuori dal finestrino che non si accorse del suo arrivo.
Black tirò il suo zaino sul sedile davanti a quello di Lupin e poi si mise a sedere, soddisfatto di aver finalmente ottenuto l’attenzione dell’amico.
“Felpato! Non ti ho visto salire sul treno, stavo quasi iniziando a preoccuparmi!” esclamò.
“Oh santissimo Godric, sei proprio andato! Sono passato sotto il tuo finestrino cinque minuti fa e non mi hai visto?” chiese Sirius, poi, senza dargli modo di replicare chiese: “Dov’è quel folle di James? E Peter? Insomma, Lunastorta, ti preoccupi della mia assenza quando rischiamo di lasciare metà dei Malandrini nella Londra babbana? Dovresti farti dare un’occhiata da Madama Chips appena arriviamo ad Hogwarts!”
Remus sbuffò sonoramente in risposta allo sproloquio dell’amico.
“Dài Sirius, il treno è partito, ti pare che non avrei cercato di schiantare il macchinista se non ci fossero stati anche Codaliscia e Ramoso?” aggiunse, come se schiantare il macchinista fosse una cosa da niente. “Peter sta cercando di sgraffignare qualche dolcetto dal carrello, come al solito; invece indovina dov’è il nostro caro Potter?”
Sirius alzò un sopracciglio: “A fare il filo alla Evans?”
“Come hai fatto ad indovinare?” domandò Remus, ironico e Sirius decise di dagli corda.
“Ma, non so, forse perché è un anno che non fa altro che ronzarle intorno? O magari perché quest’ estate non ha perso occasione per tessere le lodi di Lily in ogni lettera che inviava, anche se stavamo discutendo di Quidditch… Boh, non ne ho proprio idea!”
Scoppiarono a ridere, interrotti solo dall’arrivo di Peter, che aveva le tasche gonfie di Gelatine Tuttigusti +1 e GommeBolle Bollenti ed in mano stringeva un pacchetto di Api Frizzole.
“Felpato, sei arrivato finalmente!” squittì stritolando l’amico in un abbraccio strettissimo. “Io e Rem credevamo che avresti perso il treno”.
Lo scompartimento si aprì qualche minuto dopo, quando i tre Malandrini stavano dando fondo alle loro scorte di dolci opportunamente sgraffignate da Codaliscia, e finalmente arrivò anche James, che entrò sorridendo a trentadue denti alla vista di Sirius: “Ah, il mio caro vecchio Felpato! Come stai?”
“Mai stato meglio, James. Ho lasciato a Grimmauld Place la vecchia e il suo schifoso elfo domestico e, se sarò fortunato, non rivedrò mai più le loro brutte facce.” Rispose, nascondendo con il suo solito ghigno beffardo quel po’ di dolore che, suo malgrado, sentiva quando parlava di sua madre.
Remus lo guardò preoccupato: non riusciva a spiegarsi come fosse possibile maltrattare o addirittura rinnegare un figlio solo perché ha idee diverse da quelle dei suoi genitori. Doveva ammettere che Sirius esagerava un po’ nel mostrare il suo Orgoglio Grifondoro e sicuramente riverniciare la propria stanza di un rosso sgargiante non era stato un gesto da persona matura, ma d’altra parte non era così grave da giustificare i maltrattamenti.
Ma quello che Remus non riusciva a capire del suo amico, nonostante lo conoscesse da anni, era il suo modo di reagire a quella situazione: lo avevano sempre colpito la sua forza d’animo e la sua determinazione a non farsi buttare giù da niente e nessuno.
Si riprese solo quando una risata acuta di Peter lo riportò nel mondo reale.
“Hai lanciato un Incantesimo di Adesione Permanente a tutti i tuoi poster?! E come l’ha presa la vecchia?” domandò Minus.
“Oh, quando lo scoprirà le verrà un colpo! Già me la immagino che cerca di strapparli dal muro con le unghie. Merlino, se potessi vederla impazzire per cercare di sistemare il mio disastro sarei più felice di uno Snaso in una miniera d’oro!” rispose Sirius ridendo di gusto, seguito a ruota da tutti e tre i suoi amici, prima di spostare il discorso su James.
“Tu invece… Non hai niente da raccontarmi, Ramoso?” chiese, mentre tratteneva a stento un ghigno malandrino “Qualcuno mi ha detto che eri a fare il filo alla Evans, fino ad un quarto d’ora fa”.
James lanciò un’occhiata omicida a Remus, che rise sotto i baffi, pregustandosi la versione imbarazzata dell’amico solitamente sfrontato e irriverente.
“Sì, ti hanno informato bene…” rispose con tono sostenuto, ben conscio del fatto che quella risposta non sarebbe bastata a Sirius.
“E? Dai Jamie, sono tuo amico!” lo incoraggiò, seguito da Remus che aveva deciso di divertirsi alle spalle del malcapitato :”Sì, James, siamo amici… Puoi parlare con noi”.
“Aspettate di trovarvi fuori dalla portata di un professore e vi affatturo!” sbuffò sonoramente prima di vuotare il sacco : “Sono andato a cercare Lily, ma quando l’ho trovata ho visto che con lei c’era quell’idiota di Piton. Sono rimasto giusto il tempo di fargli un gestaccio e poi sono tornato qui. Punto. Fine della storia."
"Potter, così mi deludi! Ti fai rubare la ragazza da Mocciosus?" Lo canzonò Remus.
"Monsieur Lunastorta, mi ha tolto le parole di bocca." aggiunse Sirius imitando perfettamente il tono di un Lord inglese; tutti scoppiarono a ridere, tranne James, che incrociò le braccia borbottando qualcosa di simile a "ma che ne volete sapere, voi?"
Il resto del viaggio passò velocemente, ma James tornò a ridere di gusto solo quando Peter, scendendo dalla carrozza, inciampò nel mantello e si ritrovò a terra coperto di fango.
Un Gratta e Netta veloce, lanciato da un Remus vagamente impietosito non bastò a ripulire completamente l'amico, che si presentò a cena con il volto ancora macchiato di terra, causando l'ilarità della Sala Grande.
Il banchetto fu grandioso, come al solito: i piatti d'oro si riempivano di ottimo cibo, e il tintinnio delle posate riusciva quasi a coprire il chiacchiericcio dei tanti ragazzi che si incontravano di nuovo dopo tre mesi di vacanza. L’ultima portata di zuppa inglese diede il colpo di grazia agli studenti, che si ritrovarono a percorrere lentamente le scale verso i propri dormitori, appesantiti dal ricco pasto ed esausti per il lungo viaggio in treno.
Ultimi della fila di studenti che si avviavano verso i dormitori, erano ovviamente James e Sirius che, sordi ai richiami di Remus, tentavano di sviare i poveri ragazzi del primo anno nel tentativo di farli perdere nei meandri nel castello.
Quando finalmente raggiunsero la Sala Comune, evitarono i compagni di Casa che sembravano avere intenzione di festeggiare il rientro ad Hogwarts con qualche Burrobirra fatta arrivare di nascosto da Hogsmeade e si diressero verso il loro dormitorio, decisi a festeggiare il ritorno a scuola con una bella dormita rigenerante.
Si accasciarono ognuno sul proprio letto, rimanendo in silenzio per qualche minuto, immersi nei loro pensieri, prima che James scattasse a sedere.
“È il nostro ultimo anno ad Hogwarts!” esclamò come se avesse realizzato solo in quel momento che l’anno dopo non ci sarebbe stato nessun Espresso, nessuna scuola e nessuna camera condivisa con i suoi migliori amici: ci sarebbe stato il mondo ad aspettarlo.
“Oggi ti vedo particolarmente sveglio eh, Ramoso?” chiese Remus , lanciandogli un’occhiata di traverso mentre armeggiava con il suo baule.
“Io invece ti vedo particolarmente scontroso, Lunastorta.” Rispose James in tono piatto, prima di essere fulminato da quella che credeva un intuizione geniale: “Oh oh!” gridò puntandogli un dito contro, “Oggi c’è la luna piena, per caso?” gli chiese, elettrizzato dalla prospettiva di passare la prima notte del suo ultimo anno ad Hogwarts nella Stamberga Strillante.
“No, James, non c’è la luna piena” rispose lanciando una rapida occhiata fuori dalla finestra “altrimenti sareste stati tutti vittime dell’attacco di un feroce Lupo Mannaro.”
Sospirò sconsolato davanti al fatto che di lì a pochi giorni si sarebbe trasformato di nuovo, rovinandosi l’inizio dell’anno e costringendolo steso su una scomoda lettiga in infermeria per qualche giorno, e la sua rassegnazione spense anche l’entusiasmo che pochi minuti prima era esploso nel petto di James.
“Sì, ma guarda, Rem! La luna sta crescendo, tra meno di una settimana sarai di nuovo un licantropo!” Esclamò entusiasta Peter - che certo non aveva molta familiarità con i concetti di ‘tempismo’ e di ‘discorso inopportuno’- provocando la rabbia di Sirius prima, e la tristezza di Remus poi.
“Sai, Peter? Sapevamo tutti che eri stupido, ma non credevo che lo fossi fino a questo punto!” gli gridò contro prima di gettare a terra il mantello dell’uniforme e chiudersi in bagno, lasciando Peter tremante e mortificato sul suo letto.
“Devi scusarlo, Pete. Sta passando un momento difficile, gli passerà.” Cercò di rassicurarlo James, mentre Remus tentava di convincere Sirius a tornare in camera, ignorando involontariamente le scuse di Peter. “Sir, apri la porta per favore!”
“Sono in bagno. Si può avere un po’ di privacy, per favore?” chiese il ragazzo cercando di far risultare il suo tono il più acido possibile per mascherare la voce incrinata.
Remus si domandò se per caso il suo amico stesse piangendo e si rispose che sì, era possibile: in fondo era indiscutibilmente scosso per la ‘fuga’ da casa e la battuta di Peter era stata la scintilla che aveva fatto esplodere la sua rabbia.
“Avanti, Sir, non fare la…” James fu prontamente zittito da Remus, che temeva che se l’amico avesse avuto l’ardire di terminare la frase con una parola come femminuccia, avrebbe causato un duello all’ultimo sangue e preferì evitare ulteriori guai.
Troppo tardi: Sirius sembrava aver sentito.
“Jamie, guarda che ti sento. Stavolta passi perché sei tu, ma alla prossima ti affatturo!” il suono arrivò ovattato alle orecchie di James a causa della porta chiusa che separava la loro stanza dal bagno, ma la minaccia gli giunse chiara e tonda e lui sapeva bene che Sirius era uno che manteneva le promesse, perciò decise di chiudere la bocca e di lasciare l’attività diplomatica a Remus.
“Allora, vuoi uscire?”
Nessuna risposta.
“Bombarda!” gridò Remus, facendo volare schegge di legno sul letto di Peter, che era il più vicino al bagno.
“Scusami, Codaliscia” disse prima di mormorare un incantesimo per ripulire le coperte da ciò che restava della porta.
“Sei un idiota, Remus! La McGrannitt ti ammazzerà per questo e io non glielo impedirò!” commentò Sirius, che procedeva verso il suo letto cercando di evitare il tappeto di frammenti di porta.
“Intanto ti ho tirato fuori da quel bagno. Si può sapere che cosa ti passa per la testa?”
“Niente, lascia stare.” Lo liquidò in fretta, prima di scusarsi con Peter.
“Possiamo dimenticare questa faccenda?” chiese mentre si infilava sotto le coperte, “la situazione mi è sfuggita di mano, non volevo essere così scontroso.” Poi aggiunse, incapace di rinunciare ad una battutina persino in quel momento imbarazzante: “voglio dire, qui è Remus che dovrebbe comportarsi come se soffrisse di sindrome premestruale!”
Codaliscia rise fragorosamente, infilandosi nel suo letto e James fece lo stesso.
Sorrise persino Remus - l'unico ancora in piedi - mentre riponeva la sua divisa nel baule, prima di mormorare un nox e tentare di prendere sonno.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Remus si alzò dal suo letto a notte fonda, quando la luna ormai alta nel cielo illuminava chiaramente i volti dei suoi amici profondamente addormentati; al contrario di lui, Sirius era riuscito a prendere sonno e sembrava piuttosto tranquillo nonostante la sua fosse stata una giornata carica di tensione.
Un leggero movimento del ragazzo addormentato fece sussultare Remus, che spostò il suo sguardo sul suo volto; rimase a fissarlo per minuti, forse, o per ore, non gli interessava del tempo che passava, perché per lui in quel momento esisteva solo Sirius, con i suoi lineamenti perfetti, con il suo volto più adulto di come se lo ricordava, con quell’ombra di barba a sottolineargli la linea spigolosa della mascella e con la sua bocca rosea e appena socchiusa, che mai come in quel momento era sembrata a Remus un invito a sfiorarla con la sua.
Un ciuffo di capelli neri gli scivolò sul volto, facendolo agitare nuovamente nel sonno. Remus si riscosse improvvisamente da quello stato di semi-trance che l’osservazione di Sirius gli aveva provocato e rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, verso la luna che, ormai quasi piena, gli ricordava ancora una volta che non poteva permettersi di fantasticare sul suo amico: Sirius aveva già abbastanza problemi per conto suo e un licantropo innamorato di lui era l’ultima cosa che gli serviva.



Note a piè di pagina: Mesi dopo aver scritto questa storia, finalmente riesco a farle vedere la luce su EFP. Diciamo pure che è merito di rawrandbeer che l'ha betata a tempo di record, considerando che mi sono decisa a passargliela solo un paio di sere fa. Quando farà meno caldo trasformerò quel "rawrandbeer" in un link alla sua pagina autrice, perché un po' di sano spam fa bene allo spirito e perché scrive tante belle cose.
Non vedevo l'ora di tornare a pubblicare solo per scrivere: iloveyoumydearleftcatbetafiendiwouldalsoaddrawr <3

A presto,
Rumandmonkey


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