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Autore: AntheaMalec    26/08/2011    9 recensioni
Hermione Granger frequenta il settimo anno insieme a Ginevra Weasley, ma molte cose dopo la guerra sono cambiate e fra queste l'animo degli studenti di Hogwarts. Con loro, però, ci sarà anche Draco Malfoy. Cosa si cela dietro al Serpeverde?
***
Percepii un rumore di passi davanti a me, ma non me ne curai, sicura che fosse qualche studente o professore che si dirigeva in biblioteca.
Respiro affannato, un singhiozzo strozzato.
Mi fermai, cercando di capire che cosa stesse succedendo.
Piedi trascinati sul pavimento, passi che si avvicinavano a me.
Un volto ancora celato dal buio, capelli biondi appiccicati alla fronte, testa bassa come a celare un segreto disegnato sul volto.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Panic

 

                     E se Draco Malfoy celasse una debolezza?                       

 

 

 

 

 

I libri stretti al petto, il passo lento e deciso, il volto imperscrutabile e pulito.

Gli studenti  di Hogwarts erano cambiati dopo la guerra e l’armonia e la familiarità del castello era stata in qualche modo rotta, o almeno incrinata.

Alcune porzioni del maniero erano ancora inaccessibili a causa degli incantesimi che avevano colpito, e quindi fatto crollare, le antiche mura di pietra.

Quando il Ministero della Magia aveva offerto a tutto il gruppo del settimo anno la possibilità di ritornare a studiare e prendere così i M.A.G.O.  tutti avevano osservato il Ministro della Magia con sguardo tra il sorpreso e il disgustato, per poi declinare la gentile offerta con più o meno eleganza.

Harry e Ron avevano intrapreso il corso per divenire Auror ed avevo riflettuto a lungo sulla possibilità di seguirli e continuare ad essere il solito trio pronto a tutti i pericoli, ma la mia voglia di sapere aveva deciso per me, rispedendomi ad Hogwarts, la casa che mi aveva visto crescere e combattere, per finire gli studi.

Insieme a me ci sarebbe stata Ginevra che avrebbe frequentato il settimo anno proprio come me.

La prima volta che rimisi piede dentro il castello dopo la fine di Voldemort non riuscii nemmeno a respirare e vidi tutti i ragazzi che avevano partecipato come me in quell’inferno, che avevano visto quello che avevo visto io, che avevano subito perdite che pochi avrebbero completamente superato, avere la mia stessa identica reazione.

Da quel momento ci fu solamente una reazione a catena.

Tutti cercavano di apparire i più naturali possibili e la Sala Grande non era più inondata da quel fragore di chiacchiere allegre che riscaldava l’animo nonostante fuori imperversasse la morte e il dolore.

Lutto.

Solo quella parola riecheggiava sui volti ancora infantili degli studenti di ogni anno, di solito nascosta da brevi sorrisi di circostanza.

Soffrivano, ognuno di loro, soffrivo anche io.

La morte di Fred era stato un duro colpo per ciascun componente della famiglia Weasley, ma soprattutto per George che era diventato l’ombra di sé stesso.

Era passata una sola settimana dall’inizio della scuola ed io avevo già compreso quale sarebbe stato il mio posto in quella recita.

La biblioteca era la stessa di sempre, semivuota e magica con la vecchia Madama Pince che richiamava il silenzio non appena udiva un minimo rumore.

Un porto sicuro nel quale annegare i propri pensieri.

Passavo tutto il mio tempo a studiare anche se ancora i compiti non erano eccessivi, mi portavo avanti con il programma e mi incantavo a guardare fuori dalla finestra il Lago Nero.

I libri stretti al petto, come protezione da un attacco che non sarebbe avvenuto, il passo lento e deciso, per non mostrare la fragilità che aveva dominato la mia anima dopo la guerra, il volto imperscrutabile e pulito, perché, nonostante tutto e tutti, Hermione Granger sarebbe rimasta sempre la stessa coraggiosa e saccente Grifondoro. 

Passai davanti al portone principale che dava sull’immenso giardino ancora colorato di verde e notai una calca innaturale di persone appostata a cerchio vicino alla capanna di Hagrid, probabilmente vuota.

Mi fermai un momento, percependo la curiosità e il senso del dovere prendere il sopravvento alla voglia di recarmi in biblioteca.

Un accertamento non avrebbe fatto male a nessuno, solo per restare tranquilla.

Marciai spedita verso il gruppo e, man mano che mi avvicinai, sentii un vociare elevarsi sempre più forte segno che non erano riuniti per un’amichevole partita a Gobbiglie.

Fermai un paio di ragazze di Grifondoro del quinto anno che stavano per ritornare nel castello.

« Cosa sta succedendo qui fuori? »

Timore negli occhi.

Riverenza nei gesti.

Era sempre quello l’effetto che ricevevo quando osavo parlare con qualcuno che non fosse Ginny.

Sembrava che l’intera gioventù mi venerasse ed era una situazione che mi creava non poco fastidio.

« Le solite litigate tra Serpeverde e Grifondoro. »

Rispose una giovane con dei penetranti occhi azzurri.

Le solite litigate.

Tanto solite non lo erano più, pensai con un moto di stizza.

L’unica nota positiva dalla fine della guerra era stata proprio la fine della rivalità tra case, o almeno all’apparenza.

Ogni casata viveva nella propria riservatezza e raramente si vedevano i bisticci a cui anche io avevo preso parte molto tempo fa.

Sembravano passati secoli dall’ultima futile litigata.

Sembravano passati secoli dall’ultima risata.

« Non dovreste nemmeno osare rivolgerci la parola! E’ colpa dei Serpeverde se i nostri familiari e amici sono morti! »

I miei preziosi libri quasi scivolarono dalle mie braccia a quella frase.

Alcuni spettatori applaudirono e fecero urla di incitamento per i compagni.

Mi avvicinai di più a quello spettacolo orrendo e notai che coloro che stavano insultando erano perlopiù ragazzini.

Che cosa aveva fatto la guerra? Come ci aveva ridotto?

 « Saranno morti per una ragione, non credete? Anche noi abbiamo subìto delle perdite, ma non andiamo a piagnucolare per la scuola. »

Cattiveria, questo continuava a scorrere nelle vene di ogni singolo essere magico.

Rabbia incontrollata, rabbia che esplodeva senza più freni.

Strinsi di più la presa sui libri, premendoli al petto, il vento leggero che scompigliava i capelli crespi.

Feci scorrere lo sguardo attento su tutti i ragazzini più o meno divertiti da quel piccolo siparietto.

Divertiti.

E poi c’era Malfoy, in disparte.

Draco Lucius Malfoy non aveva scelto di terminare gli studi, ma era stato obbligato dal Ministero, per lui non c’era stata nessuna opzione tra cui scegliere.

Nonostante, però, ci si aspettasse da lui il solito comportamento strafottente e da gradasso, un minimo di normalità non avrebbe guastato, lui pareva essere perso nel suo mondo.

Proprio come in quel momento, pensai.

Il volto affilato e pallido, gli occhi socchiusi per la luce troppo forte, le mani dentro alle tasche dei pantaloni scuri della divisa.

L’odioso Malfoy, ma più taciturno e sopportabile.

« Dov’è finita la vostra fedeltà verso Voldemort, ora che è morto? Perché non l’avete seguito anche in questo? »

Grifondoro feroci.

Parole taglienti.

Non riuscivo nemmeno a trovare la forza per fermarli.

Era uscita la verità, dopo giorni di finta cordialità e sorrisi.

Nessuno aveva superato, nessuno voleva perdonare.

« Voglio ben sperare che non ci sia nulla di cui debba preoccuparmi qui, giusto? »

La preside McGranitt era arrivata e guardava tutto con un cipiglio furibondo e subito calò un silenzio quasi religioso.

« Speravo di vedere alunni cresciuti e uniti dopo il disastro che abbiamo passato e invece ancora litigate! »

Le labbra sottili strette in una morsa controllata.

« Prima che incominci a togliere cinquanta punti per ogni Casa vi consiglio di dileguarvi subito. »

Molti ragazzi incominciarono a ritornare nel castello mentre le ultime parole della preside riecheggiavano nell’aria.

« E che non si ripeta mai più! »

Seguii la massa di gente che si divideva nei vari corridoi.

Era ora di ritornare in biblioteca.

Superai vari classi vuote e alunni che gironzolavano in cerca di un passatempo abbastanza divertente, una ragazza che sfogliava la Gazzetta del Profeta, due bambini del primo anno che mangiavano delle Gelatine tutti i gusti + 1.

Ricordai con particolare nostalgia i momenti passati con i miei migliori amici dentro quell’immenso castello.

Ne avevamo passate così tante e niente e nessuno era mai riuscito a separarci, nemmeno la morte aveva scalfito la nostra unione, ma crescere comportava anche a quello, a delle scelte, a delle nuove strade da intraprendere.

« Hermione? Hermione! »

La voce di Ginny mi riscosse dai miei pensieri.

Mi fermai per salutarla visto che, anche se lei era rimasta la mia unica amica lì dentro, non riuscivamo a parlare che per qualche minuto perché i vari impegni risucchiavano tutto il nostro tempo.

Per me la biblioteca era diventata la mia aria, la zona in cui potevo ritornare a vivere come prima, per lei era il campo da Quidditch, ritornare sulla scopa riusciva a farle dimenticare tutto ciò che aveva visto, anche se per pochi istanti.

« Ginny, che succede? »

Chiesi, vedendo il suo viso affannato per la corsa, ma anche con una luce interessata ad accenderle gli occhi.

« Hai sentito cos’è successo in giardino? Una zuffa tra Grifondoro e Serpeverde! »

« Sì, ho sentito. »

Sussurrai, abbassando lo sguardo e tornando a camminare piano.

Io c’ero e non era un bello spettacolo del quale sorridere, le avrei voluto rivelare, ma non lo feci.

« Dove devi andare? »

Mi chiese, affiancandomi ed evitando un Pix particolarmente annoiato che gironzolava tranquillo tra le teste degli studenti impauriti.

« Sto andando in biblioteca, vuoi venire? »

Le domandai, sapendo già la risposta. Se per me quello era un luogo quasi di culto, per tutto il resto della popolazione sembrava avesse all’interno l’intera gamma di malattie mortali e contagiose.

« Rifiuto gentilmente l’offerta, sai che non vado d’accordo con i libri all’infuori del necessario. »

Mi rivolse un piccolo sorriso di scuse che ricambiai affettuosamente.

« Non preoccuparti, vai a divertirti. »

« E tu cerca di non affondare nella malinconia più nera. »

Mi urlò, allontanandosi e andando a sbattere contro un bel giovane Corvonero.

Scossi la testa, affranta.

Ginevra era l’unica ragazza ad essere rimasta sempre la stessa, nel bene e nel male.

Certo, ogni tanto aveva i suoi crolli emotivi, vuoi per la mancanza di Harry, vuoi perché il suo carissimo fratello era morto, ma non aveva mai ceduto alla tristezza.

Era una donna forte, Ginevra Weasley, molto più matura della sua età.

La scrutai fino a quando la chioma rosso fuoco sparì dalla mia visuale, così mi girai e ritornai a seguire la strada per la biblioteca sperando di non incontrare più nessuno.

Arrivai davanti ad una sezione ancora distrutta e cambiai traiettoria, facendo il giro lungo e percorrendo un corridoio deserto.

Percepii un rumore di passi davanti a me, ma non me ne curai, sicura che fosse qualche studente o professore che si dirigeva in biblioteca.

Respiro affannato, un singhiozzo strozzato.

Mi fermai, cercando di capire che cosa stesse succedendo.

Piedi trascinati sul pavimento, passi che si avvicinavano a me.

Sfruttai l’oscurità che si era creata nel corridoio e mi nascosi vicino al muro, aspettando di vedere chi fosse e cosa stesse facendo.

Un volto ancora celato dal buio, capelli biondi appiccicati alla fronte, testa bassa come a celare un segreto disegnato sul volto.

Trattenni il respiro a vedere Draco Malfoy in quelle condizioni pietose.

Un braccio disteso fino a toccare il muro per reggersi in piedi, il respiro irregolare e l’altra mano ad allentarsi continuamente il nodo della cravatta.

« Dannazione! »

Restai ad osservare la scena, al metà tra la paura e la confusione.

Cos’era successo a Malfoy per ridurlo in quello stato?

Per un attimo pensai di aiutarlo, di farmi vedere e tendergli una mano, ma il pensiero della sua reazione mi fece restare al mio posto, mentre lui, arrancando, spariva dalla mia visuale.

Quando non sentii più i suoi passi risuonare tra le mura uscii dal nascondiglio e ripresi la mia passeggiata continuandomi a chiedere cosa diavolo fosse capitato a Draco Malfoy fino a piegarlo e renderlo umano in quel modo.

Prima long Dramione, non chiedo clemenza perchè so già che è una pietà, ma avevo voglia di scrivere Dramione e io faccio quello che voglio! u.u

Non tartassatemi di insulti ;D 

Aistra

   
 
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