Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Linny    26/04/2006    1 recensioni
Sembra strano sentire la parola amore nei regni degli inferi. Eppure io so amare. Amo l’acqua, ed amo Andras. E poi amo anche lui:Arioch. (parte integrante di Nodo di Sangue)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Solamente un addio cap3

Andras

-Tsk- volto le spalle a quello che sembra essere diventato la mia ombra. Non mi lascia nemmeno un attimo da solo. Inizia ad innervosirmi questa situazione.

Come un cane che scodinzola la coda per un osso quello stupido si è lasciato abbindolare da Belzebù e Lucifero, solo che quello che riceverà non sarà un osso, ma nuove legioni da comandare.

Osservo le mie mani sporche di sangue. Uno sciocco ragazzino ha tentato di evocarmi, ma non era molto abile ed è stato magnifico deliziarmi delle sue strazianti urla mentre affondavo la mia mano nel suo petto per strappargli il cuore. È ancora nella mia mano e lo guardo indifferente. Ha smesso di battere già da qualche minuto ed ha mantenuto leggermente il calore. Rapidamente stringo la mano in un pugno, schiacciando quel muscolo cardiaco una volta appartenuto al giovane umano.

Ho sempre considerato gli uomini esseri stolti che camminavano sulla Terra solo per la pietà del Signore dei cieli. È solo una razza inferiore che merita la morte.

Alle mie spalle posso sempre sentire la presenza di Arioch. Strano. Ero convinto che avesse ricevuto l’incarico di evitare che io compissi atti di questo genere, invece per tutto il tempo se n’era stato comodamente ad osservare senza batter ciglio.

Cosa passi nella mente di quel tipo proprio non lo so, non che mi importi sia chiaro. Anzi, forse so a cosa sta pensando o meglio a chi. Albinach, la mia sorellina.

È da molto che sono a conoscenza della loro relazione. Come lo è praticamente tutto l’Inferno. L’unica cosa che tutti non sospettano, Arioch compreso, è la mia cara Albinach è una sorella molto devota, lei fa tutto ciò che io le chiedo. Anche darmi il suo corpo.

Con un ghigno penso al suo delizioso fisico ed a quanto sia appagante possederlo. Lei non è come una qualsiasi donna che farebbe di tutto per avere le attenzioni di demone degli alti ranghi, lei è speciale, anche se un difettuccio ce l’ha: non ne vuole sapere di accrescere il suo potere e di diventare una dominatrice e non una dominata. Ma cosa ci si può fare, non esiste una creatura perfetta oltre a me.

-Uhm?- mi volto di scatto non percependo più l’aura del vendicatore.

Probabilmente starà andando a divertirsi. Vago liberamente tra un luogo e l’altro, in cerca di nuovo sangue da spargere, ma inutilmente. Sembra che al mondo non ci sia più nessuno disposto a farsi uccidere penso sorridendo.

A questo punto ho già concesso fin troppo tempo al mio carissimo principe. È il momento di costringerlo ad allontanarsi da Albinach.

Trattenendo la mia aura demoniaca mi dirigo dalla mia sorellina, in questo modo sono semplicemente un’ombra che cammina indisturbata tra le vie degli inferi. Nemmeno il grandissimo Arioch può percepire la mia presenza in questo momento.

Eccomi, sono arrivato. Con distacco mi lascio cadere a terra, sdraiato in cima alla collinetta con una gamba piegata li osservo. Se avessi il cuore di un angelo o di un essere umano forse avrei provato una sensazione definita tenerezza nel vedere quei due abbracciati, ma siccome non provo alcun buon sentimento posso solo pensare a quanto siano stupidi. L’amore non esiste all’Inferno. Qui c’è solo lussuria.

Inarco un sopracciglio vedendo Albinach portarsi una mano alla bocca. Deve aver detto qualcosa di sbagliato.

Ecco che parte all’attacco. L’ha spinta a terra, in verità senza molta delicatezza, e quello stupido pugnale che porta sempre con se le ha inciso un taglio. Quel bastardo lo fa sempre. Posso ancora sentire il tocco di alcune cicatrici che sono rimaste sulla pelle vellutata di mia sorella.

Però posso anche tentare di capirlo. Siamo nati nel sangue e moriremo nel sangue. Nulla a valore se confrontato con quel meraviglioso liquido rosso. Per Albinach non è così. Quella stupida ragazzina è stata cullata dalle dolci acque di cui è custode. Non può capire cosa significhi per noi, ma soprattutto per me, vedere scorrere quanto più sangue possibile.

Mi sono perso nei miei pensieri, ma è sempre così quando la mia mente si tinge di rosso. Con gli occhi cerco le due figure e vedo Arioch rivestirsi. Ha fatto in fretta l’amico!

Ma probabilmente si sarà accorto della mancanza della mia aura ed ora andrà a cercarmi. Perfetto. In questo modo potrò occuparmi personalmente della creatura che sta tentando di trattenere il vendicatore.

Un ghigno si fa largo sulle mie labbra mentre silenziosamente mi avvicino al lago dove lei si è appena immersa. Dev’essere dura essere dominatori di un elemento delicato come l’acqua. Da quel che mi risulta, il suo è un equilibrio molto fragile, se il protettore è ferito, l’affinità con quel liquido subisce una variazione che va subito riportata alla normalità.

Finalmente la vedo emergere, dopo aver ripreso a respirare sta nuotando verso di me.

-Ma che bella coppia- mormoro con voce colma di ironia e risentimento

Rabbrividisce, è così bello vedere quanto sia fragile e spaventata in questo momento. Ma non si accorge che in questo modo non fa altro che alimentare il mio sdegno.

Stringo i denti notando che la piccola sta cercando di indietreggiare. Mi dispiace mia cara ma non te lo permetto. La blocco afferrando il suo braccio. Non può scappare da me. Non glielo permetto. Lei è come creta nelle mie mani. Lei mi appartiene.

-Tu sei mia- gli ringhio –Hai capito-

Non mi dice nulla, non che io mi aspetti una qualche risposta, ma mi ero immaginato di vederla in lacrime a supplicare una sorta di perdono. Mi piaceva quel pensiero. Peccato.

-Hai ragione- mi sussurra

Magnifico. Alla fine ha chinato la testa davanti a me come è giusto che faccia. Le libero pian piano il polso mentre il temperamento del mio corpo torna alla normalità e il battito del suo cuore torna al consueto ritmo.

-Ti pulirò dove lui ti ha sporcata- gli sussurro in modo poco amichevole. In effetti può sembrare una minaccia.

Le do le spalle, sta piangendo ed io odio le donne che piangono. Sono deboli. E poi che motivo ha mai per sprecare in quel modo le lacrime? L’ho solo violentata, nient’altro. Cosa sarà mai stato.

Mi volto e con la mano cerco il suo corpo, spalanco gli occhi, dove diavolo è? Con un balzo mi siedo sul letto, mi concentro ma di Albinach non ne trovo alcuna traccia nel mondo demoniaco e non risponde ai miei richiami.

In compenso sento che sta arrivando Arioch. Proprio la persona che non volevo vedere in questo momento.

-Dov’è Albinach?- mi chiede appena varcata la soglia della stanza. Non è una domanda posta con curiosità ma con una nota di preoccupazione ed ira, sembra quasi che mi voglia uccidere da un momento all’altro.

Stringendo tra le mani la camicia intrisa dell’odore di mia sorella, alzo gli occhi per incrociare quelli del demone della vendetta. Quello che vedo non mi piace. Dal suo volto traspare la pietà. Sta provando pietà nei confronti! Come osa?

Smetto di pensare a lui e mi accorgo di avere ancora in mano quel pezzo di stoffa. Perché te ne sei andata?

-Se n’è andata- gli dico –Per sempre-

È la verità. Albinach ha lasciato l’Inferno. Quella ingrata donna ha tradito il suo sangue.

Ho lasciato che Arioch se ne andasse distruggendo la porta. Non mi importa nulla del suo tormento. Ma ora anche in me sento una specie di dolore e solitudine. Albinach non è più mia. Ho perso il diritto su di lei. E questo non mi piace.

Mi aggiro come un’anima senza controllo, dove sto andando non lo so e non mi interessa. Voglio solo allontanarmi dal lago in cui l’ho vista crescere.

Sollevo la testa e la natura brillante che si estende davanti a me è sorprendente. Chi mai possiede tale potere per rendere possibile l’esistenza di questi fiori?

-Chi sei? Cosa ci fai nel mio giardino?- mi chiede una voce femminile

Mi guardo attorno e poi la vedo. Una donna dai lunghi capelli neri come il carbone mi si sta avvicinando. La sua pelle è chiara ed al contatto dev’essere di una morbidezza eccezionale. Le due pozze violacee che mi stanno guardando sono irresistibili. Chi è questa donna? È reale? Può veramente esistere una creatura così?

-Chi sei tu, invece?- le chiedo con disprezzo

-Kyra- risponde con voce soffice –Io ti ho risposto. Ora è il tuo turno-

-Andras-

Fine

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Linny