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Autore: _lu    27/08/2011    2 recensioni
Selene Felicity De Vrie, lunghi boccoli neri, occhi verdissimi, orfana dei genitori a causa di un attacco misterioso e improvviso della Mangiamorte Bellatrix Lestrange, si prepara ad affrontare il suo primo anno ad Hogwarts...Qui seguiremo la sua vita tra una migliore amica timida ma simpaticissima, due grandi amici burloni e combina guai (indovinate chi sono?), lezioni interessanti e malefatte di ogni genere.
Che dire, spero di avervi incuriositi almeno un pochino! E' la mia prima ff quindi vi chiedo di essere un po' clementi e di lasciare qualche recensioncina. Anticipo già che la storia farà parte di una serie che durerà all'incirca fino a dopo la seconda guerra magica...ne vedrete delle belle!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix, Lestrange, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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COLOSSALE BURLA SULL’ESPRESSO

 

Se Selene la notte prima si era ripromessa di mantenere una distanza dalla sorella perfettina, qualcun altro la mattina del primo settembre, in una casa sghemba nei pressi del villaggio di Ottery St.Catchpole stava architettando una burla colossale ai danni di un ignaro fratello maggiore.

Un ragazzo dai capelli rossi stava infilando con una per lui insolita delicatezza un misterioso pacchetto informe nel suo baule, mentre un ragazzino a lui identico lo osservava con un enorme ghigno dipinto sul volto.

< Ecco fatto Fred! > esclamò il primo ragazzo < La fase preliminare del piano anti-Percy è completata >

< Ottimo George! Finalmente quella specie di gufo allampanato la pagherà per aver spifferato a mamma che siamo stati noi a dare fuoco alla bambola di Ginny >

< Che poi a dirla tutta mica è stata del tutto colpa nostra! Voglio dire, quella bamboletta era abbandonata sulla poltrona… >

< …sola soletta, che ci guardava… >

< Sembrava stesse dicendo: ‘avanti George, muoio dalla voglia di essere la cavia di uno dei vostri fantastici esperimenti’ >

< Già. Insomma, chiunque capirebbe che noi c’entriamo pochissimo con quello che è successo poi: quella bambola aveva tendenze suicide! >

< Ben detto Fred! Alla fine noi abbiamo solamente esaudito i suoi desideri! >

< Sì, e poi proprio sul più bello che eravamo riusciti a convincere la mamma che era stato la spettro in soffitta che aveva sequestrato la bambola… >

< salta fuori Perce con i suoi resti bruciacchiati che dice di aver trovato in camera nostra! >

< E poi chi l’ha sentita più mamma Molly! >

< Hai ragione fratello. Una sgridata da paura quella… Ecco perché… > cominciò George ghignando

<Perce merita assolutamente di essere punito per la sua cattiva condotta! > concluse Fred stirando le labbra in un ghigno cospiratore identico in tutto e per tutto a quello del fratello.

< Fred! George! Venite giù immediatamente! E sbrigatevi a caricare i bauli o perderete il treno! >

All’ urlo minaccioso della madre, i gemelli risposerò all’unisono un < Arriviamo mamma! >, e cominciarono a trascinare i loro bauli giù per la scale, mentre un sorriso innocente compariva nei loro volti sostituendo il ghigno malizioso di poco prima, che ormai tutti i membri della famiglia avevano imparato ad interpretare come ‘segnale di pericolo imminente’.

 

< Lenny mi mancherai tantissimo mentre sarai a scuola! >

< Ma dai Charlie, vedrai che un anno passerà in frettissima. E poi con me lontana che non ti coinvolgo nei miei ‘piani malefici’ zia Pauline non avrà proprio nessun motivo per rimproverarti. Te la spasserai a far la figlia unica! >

< Ma che dici Lenny, mi annoierò a morte! Solo io e zia Pauline…davvero, voglio bene anche a lei, come ne voglio a Tif, ma non è come con te… >

Selene sorrise tra sé e sé. Anche se la piccola Charlie era totalmente incapace di dire qualcosa di cattivo o di pensar male di qualcuno, capiva benissimo quello che la sua sorellina voleva dirle. Lei, che la superava in età di tre anni, era per Charlotte un incrocio tra una sorella maggiore, una mamma ed una migliore amica. Non erano mai state separate così a lungo, ed era sicura che la sua dolcissima sorella minore le sarebbe mancata moltissimo. Era l’unico membro vivente della sua famiglia a cui fosse legata così profondamente.

< Non ti preoccupare Charlie. > rassicurò la sorellina interrompendo le proprie riflessioni < Ti scriverò ogni santissimo giorno e ti racconterò ogni minimo particolare della mia vita scolastica. Ti annoierò talmente tanto con le mie lettere che non avrai proprio il tempo di sentire la mia mancanza! >

< Tu non potresti mai annoiarmi Lenny > ribattè l’altra convinta < ma non vedo proprio come farai a scrivermi così spesso se non hai neanche un gufo tutto tuo! >

< Ah, questo non è un problema. Ruberò a Tif il suo…ehm, voglio dire prenderò a prestito! > aggiunse rapidamente cogliendo l’occhiataccia della sorellina.

Quanto poi al fatto che sua sorella avesse un gufo tutto suo e lei no, era stata una scelta sua. Sua zia si era offerta di regalargliene uno per il suo compleanno, così che lo potesse portare a scuola, ma a lei quegli uccelli notturni e quieti non piacevano granchè. Tif allora le aveva proposto un gatto, ma niente da fare: Selene odiava quegli animali solitari e troppo alteri. Così alla fine si era deciso per un cane. Per la precisione un'adorabile cucciola di Pastore Bernese di nome Maya, che ora dormiva tranquilla nella sua cesta sopra al carrello che Selene spingeva attraverso la stazione affollata. Sì, perché nonostante la lettera d’ammissione dicesse che gli studenti potevano portare solamente ‘o un gufo o un gatto o un rospo’, lei si era categoricamente rifiutata di separarsi dal suo cucciolo. Zia Pauline aveva dovuto scrivere a Silente, il preside in persona, per ottenerle il permesso di portarselo appresso. Forse l’aveva fatto solo per non doversi occupare personalmente del cucciolo (odiava i cani almeno quanto la nipote odiava i gatti), ma comunque Selene aveva ottenuto ciò che voleva: il preside infatti aveva risposto che se il cane era ben educato e se la ragazzina si fosse assicurata che non vagasse per il castello fuori controllo, non c’era nessun problema se lei lo portava ad Hogwarts.

Nuovamente persa nei suoi pensieri, per poco Selene non andò a sbattere addosso alla zia, che si era arrestata improvvisamente a ridosso della barriera tra i binari nove e dieci. Giusto, ora dovevano aspettare che i babbani non le vedessero per attraversare la barriera e raggiungere il binario nove e tre quarti. Passati alcuni minuti, Selene e Charlie seguirono la zia e Tif attraverso la barriera incantata. Nessuna delle due ebbe particolari problemi nel farlo, dopotutto era già il terzo anno che raggiungevano il binario in quel modo, da quanto Tiffany aveva cominciato ad andare a scuola. Arrivate dall’altra parte della barriera videro la sorella maggiore intrattenersi con un ragazzo allampanato dai capelli rossi che portava un paio di occhiali cerchiati di corno in bilico sul naso.

< Oh Percy, questa è mia sorella Selene, comincia scuola quest’anno >

< Molto piacere Selene, sono Percy, Percy Weasley > si presentò pomposamente il rosso tendendole la mano < a tua disposizione per qualsiasi cosa dovessi aver bisogno ad Hogwarts >

< Ehm, me ne ricorderò grazie > rispose Selene appuntandosi mentalmente di tenersi alla larga da quella copia di Tif in versione maschile.

< Qualsiasi cosa per le sorelle de Vrie. Ora scusatemi, vado a cercare uno scompartimento libero. Ci vediamo sul treno Tiffany! >

< Certamente Percy! >

Nel frattempo le due piccole della famiglia de Vrie si guardavano di sottecchi trattenendo a stento le risate alle parole altisonanti del rosso.

< Forza ragazze, meglio che saliate sul treno anche voi >

Selene strinse la sorellina in un forte abbraccio sussurrandole < Anche tu mi mancherai Charlie. Ti voglio bene >. Un bacio frettoloso e già zia Pauline che la rimbrottava dicendole di sbrigarsi, così si affrettò a caricare il baule e a seguire la sorella sul treno. Riuscì a parlare con Charlie per altri pochi minuti attraverso le porte aperte, poi il treno cominciò a muoversi e la zia le chiuse energicamente. Selene guardò attraverso il vetro sua sorella sbracciarsi per salutarla fino a che la piccola figurina scomparve dietro ad una curva.

Quindi si girò verso il corridoio e Tiffany, che per tutto il tempo era rimasta dietro di lei, le chiese con un tono poco convinto se volesse che si trovassero uno scompartimento assieme. < Per carità > pensò Selene fra sé e sé, e le disse di andare pure a cercare i suoi amici, che lei si sarebbe trovata un posto da sola. Così imboccò la direzione opposta del corridoio da quella in cui aveva visto sparire la sorella e cominciò a guardarsi attorno alla ricerca di uno scompartimento libero, che non riuscì a trovare, e alla fine aprì le porte di uno dove una ragazza dai corti capelli castani e la pelle ambrata leggeva assorta una rivista.

< Scusa, mi posso sedere? >

< Certo fa pure! > rispose l’altra sollevando gli occhi e arrossendo lievemente.

< Comunque io sono Selene, e vado al primo anno >

< Oh, vado al primo anno anche io… Mi chiamo Bethany >

< Piacere Bethany.E in quale Casa pensi di finire? >

< Non saprei…i miei genitori erano entrambi Tassorosso, quindi probabilmente verrò smistata lì anche io. Tu invece? >

< , mio padre era un Corvonero, come la mia sorella maggiore, Tiffany. Ma io spero proprio di non finire nella sua stessa Casa, anzi vorrei essere una Grifondoro, come mia madre. >

< Ah, hai una sorella maggiore? >

< Sì, fa il terzo anno, ma non andiamo molto d’accordo. Ho anche una sorella di otto anni, Charlotte, a cui voglio davvero molto bene. Tu invece hai fratelli dentro o fuori Hogwarts? >

< No, io sono figlia unica >

< Oh… > fece Selene non sapendo bene che altro dire.

Ben presto il silenzio che si era creato nello scompartimento cominciò ad inquietarla: al contrario di Bethany, che sembrava completamente a proprio agio senza parlare, lei aveva assolutamente bisogno di un po’ di rumore, così le chiese che cosa stesse leggendo di tanto interessante.

< Ehm, niente di speciale in realtà > fece l’altra arrossendo nuovamente < è solo un inserto della Gazzetta del Profeta  di qualche giorno fa. Praticamente descrive le caratteristiche della persona in base a quelle della sua bacchetta >

< Forte! E quali sono i tuoi risultati? >

< Oh allora, la piuma di fenice indica una grande forza morale, la buona elasticità una personalità amabile a dispetto delle apparenze, l’acero un grande attaccamento alle persone care >

< Wow! Sei una persona speciale, Bethany > affermò Selene in tono serio. L’altra arrossì ancora più di prima.

< No, credo sia solo la mia bacchetta ad esserlo… Vuoi che ti dica che cosa indica la tua? >

L’altra rimase decisamente stupita: era la prima volta dopo ore che stavano assieme che le rivolgeva spontaneamente una domanda così diretta.

< Sì certo > si affrettò comunque a risponderle, perché il rossore sul suo viso si andava intensificando < allora la mia bacchetta è d’ebano, piuttosto rigida e l’anima è di crine di unicorno > aggiunse riportando pari pari le parole che Olivander aveva usato per descriverla circa una settimana prima.

< Allora… sì, crine di unicorno: purezza interiore, mentre piuttosto rigida indica un certo attaccamento alle proprie idee e un bisogno d'indipendenza e l’ebano… > sfogliò a lungo la rivista alla ricerca del significato del legno < eccolo qui! ‘L’ebano è proprio delle persone dal cuore e l’animo nobile’… direi che anche tu sei una personcina niente male > concluse sorridendo la sua analisi.

In quel momento la porta scorrevole dello scompartimento si aprì con uno scatto e due ragazzi dai capelli rossi, identici fino all’ultima lentiggine, seguiti a ruota da un ragazzo dalla pelle color cioccolato e un testone pieno di ricci castani vi si fiondarono dentro.

< Scusate l’intrusione ragazze > esordì uno dei ragazzi dai capelli rossi < volevamo solo avvertirvi di rimanere nel vostro scompartimento e di non uscire in corridoio per, diciamo, un’oretta perché, ehm, io e il mio gemello qui abbiamo una missione da compiere e non vorremmo che qualcun altro ne fosse coinvolto. >

Selene si voltò sbalordita verso la sua compagna di viaggio, ma quella si era di nuovo sepolta nella sua rivista. Sospirò e sbottò rivolta al ragazzo che aveva parlato: < Prima di dire alla gente che cosa deve o non deve fare io mi presenterei se fossi in te e poi > alzò lievemente la voce per interrompere il ragazzo già pronto a ribattere < che cosa diamine vorreste combinare in corridoio? >

Il rosso sembrava basito dalla schiettezza della ragazza,ma comunque si riprese in fretta perché rispose: < Io sono George Weasley, lui è il mio amico Lee Jordan > indicò il ragazzo alle sue spalle < e lui è… >

< la sua copia sputata, ma più bella, intelligente >

< e incredibilmente più vanitosa e bugiarda! Vi presento il mio gemello Fred >

< Bene George, Fred, Lee io sono Selene e lei è Bethany > disse sorridendo la ragazza < ora vorreste dirmi quale sarebbe la vostra ‘missione’? >

< Ehm… diciamo che > cominciò Fred

< si tratta di una spedizione punitiva…> lo interruppe George

< ai danni di nostro fratello maggiore >

< per fargli capire che ad Hogwarts sarà tutta un’altra storia > concluse George.

Quei due ragazzi erano davvero incredibili: gemelli o meno non aveva mai sentito nessuno parlare a quel modo, sembrava si leggessero nel pensiero! Poi Selene ebbe un lampo d’illuminazione: < Mmm… non è che vostro fratello si chiama Percy? >

< Sì perché? > risposero i due gemelli decisamente stupiti

< Oh niente, perché se vostro fratello è Percy avrei una richiesta da farvi >

I due si fissarono rabbuiati, poi con un cenno la invitarono a proseguire.

Selene non ce l’aveva con Percy, sicuramente era un po’troppo pomposo, ma non le aveva fatto niente di male. Però era amico di Tif, e probabilmente lei sarebbe stata in sua compagnia, quindi…

< Non è che vi serve una mano per realizzare il vostro scherzo? >

I gemelli si guardarono negli occhi sbalorditi.

 

Un’ora dopo i tre ragazzi più Selene correvano a rotta di collo per il corridoio inseguiti da un urlante Percy e da un’alquanto irata Tiffany. Finalmente raggiunsero lo scompartimento dove Bethany, che si era categoricamente rifiutata di seguirli, li aspettava.

< Allora, è riuscito lo scherzo? > chiese loro.

< Ci puoi giurare! > le rispose Selene, che sorrideva soddisfatta. I gemelli erano rimasti di stucco vedendo con quanta facilità e in che modo insospettabile la ragazzina era riuscita a distrarre Percy, mentre loro alle sue spalle lanciavano una cassa intera di Favolosi Fuochi d’artificio del dottor Filibuster con innesco ad acqua, ricevuta in regalo per il loro compleanno. L’occhialuto Percy era lanciato in una discussione sulle sue materie scolastiche preferite quando tutti quei fuochi d’artificio erano esplosi all’improvviso, e per lo spavento aveva fatto un salto così alto da battere la testa sul soffitto (cosa piuttosto insolita per un tipo poco atletico come lui) e si era anche preso una gran botta, prima di scomparire in una marea di girandole e stelle colorate. Naturalmente i fuochi magici erano freddi, quindi Percy non si era fatto male, ma metà dei ragazzi nell’espresso, attratti dal rumore, erano usciti dai loro scompartimento ed erano tutti scoppiati a ridere vedendo il ragazzo saltellare e correre cercando di liberarsi da tutti quei fuochi. I quattro complici stavano ancora ridendo della grossa quando era comparsa Tiffany, che con un incantesimo aveva liberato Percy dai fuochi e così i quattro avevano dovuto darsi alla fuga, con due fratelli maggiori decisamente furiosi alle calcagna.

< Ma non avete paura di finire in punizione? > chiese ancora Bethany. Cavoli, Selene non ci aveva proprio pensato: davvero non voleva essere messa in castigo già il suo primo giorno!

Ma Fred la rassicurò dicendo: < Niente paura, prima di architettare lo scherzo abbiamo consultato nostro fratello Charlie, che ci ha assicurato che, come si dice, ‘quello che succede sull’espresso resta sull’espresso’ >

< In poche parole nessunissima punizione > concluse George.

< Ma come, avete anche un altro fratello maggiore allora? > chiese loro Selene

< Oh sì. ci sono Charlie che è al settimo anno e Bill che si è diplomato due anni fa e ora lavora alla Gringott. E oltre al caro Perce ci sono anche Ron e Ginny, che sono ancora a casa però, sono più piccoli di noi > le confermò George.

< Comunque ragazzi, prima è passato un prefetto che ha detto che manca poco per arrivare e che è meglio se ci mettiamo le divise > li informò Bethany.

I tre ragazzi tornarono quindi al loro scompartimento, mentre le due ragazze si scambiarono una breve occhiata nervosa prima di cambiarsi.

  
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