COLOSSALE
BURLA SULL’ESPRESSO
Se Selene la notte prima si era ripromessa di mantenere una
distanza dalla sorella perfettina, qualcun altro la
mattina del primo settembre, in una casa sghemba nei pressi del villaggio di Ottery St.Catchpole stava
architettando una burla colossale ai danni di un ignaro fratello maggiore.
Un
ragazzo dai capelli rossi stava infilando con una per lui insolita delicatezza
un misterioso pacchetto informe nel suo baule, mentre un ragazzino a lui
identico lo osservava con un enorme ghigno dipinto sul volto.
< Ecco
fatto Fred! > esclamò il primo ragazzo < La fase preliminare del piano anti-Percy è completata >
<
Ottimo George! Finalmente quella specie di gufo allampanato la pagherà per aver
spifferato a mamma che siamo stati noi a dare fuoco alla bambola di Ginny >
< Che
poi a dirla tutta mica è stata del tutto colpa nostra! Voglio dire, quella
bamboletta era abbandonata sulla poltrona… >
< …sola soletta, che ci guardava…
>
<
Sembrava stesse dicendo: ‘avanti George, muoio dalla voglia di essere la cavia
di uno dei vostri fantastici esperimenti’ >
< Già.
Insomma, chiunque capirebbe che noi c’entriamo pochissimo con quello che è
successo poi: quella bambola aveva tendenze suicide! >
< Ben
detto Fred! Alla fine noi abbiamo solamente esaudito i suoi desideri! >
< Sì,
e poi proprio sul più bello che eravamo riusciti a convincere la mamma che era
stato la spettro in soffitta che aveva sequestrato la bambola…
>
<
salta fuori Perce con i suoi
resti bruciacchiati che dice di aver trovato in camera nostra! >
< E
poi chi l’ha sentita più mamma Molly! >
< Hai
ragione fratello. Una sgridata da paura quella… Ecco perché… > cominciò George ghignando
<Perce merita assolutamente di essere punito per la sua
cattiva condotta! > concluse Fred stirando le labbra in un ghigno
cospiratore identico in tutto e per tutto a quello del fratello.
<
Fred! George! Venite giù immediatamente! E sbrigatevi a caricare i bauli o
perderete il treno! >
All’ urlo
minaccioso della madre, i gemelli risposerò all’unisono un < Arriviamo
mamma! >, e cominciarono a trascinare i loro bauli giù per la scale, mentre
un sorriso innocente compariva nei loro volti sostituendo il ghigno malizioso
di poco prima, che ormai tutti i membri della famiglia avevano imparato ad interpretare
come ‘segnale di pericolo imminente’.
<
Lenny mi mancherai tantissimo mentre sarai a scuola! >
< Ma
dai Charlie, vedrai che un anno passerà in frettissima.
E poi con me lontana che non ti coinvolgo nei miei ‘piani malefici’ zia Pauline
non avrà proprio nessun motivo per rimproverarti. Te la spasserai a far la
figlia unica! >
< Ma
che dici Lenny, mi annoierò a morte! Solo io e zia Pauline…davvero,
voglio bene anche a lei, come ne voglio a Tif, ma non
è come con te… >
Selene sorrise
tra sé e sé. Anche se la piccola Charlie era totalmente incapace di dire
qualcosa di cattivo o di pensar male di qualcuno, capiva benissimo quello che
la sua sorellina voleva dirle. Lei, che la superava in età di tre anni, era per
Charlotte un incrocio tra una sorella maggiore, una mamma ed una migliore
amica. Non erano mai state separate così a lungo, ed era sicura che la sua
dolcissima sorella minore le sarebbe mancata moltissimo. Era l’unico membro
vivente della sua famiglia a cui fosse legata così profondamente.
< Non
ti preoccupare Charlie. > rassicurò la sorellina interrompendo le proprie
riflessioni < Ti scriverò ogni santissimo giorno e ti racconterò ogni minimo
particolare della mia vita scolastica. Ti annoierò talmente
tanto con le mie lettere che non avrai proprio il tempo di sentire la mia
mancanza! >
< Tu
non potresti mai annoiarmi Lenny > ribattè l’altra
convinta < ma non vedo proprio come farai a scrivermi così spesso se non hai neanche un gufo tutto tuo! >
< Ah,
questo non è un problema. Ruberò a Tif il suo…ehm, voglio dire prenderò a prestito! > aggiunse
rapidamente cogliendo l’occhiataccia della sorellina.
Quanto
poi al fatto che sua sorella avesse un gufo tutto suo e lei no, era stata una
scelta sua. Sua zia si era offerta di regalargliene uno per il suo compleanno,
così che lo potesse portare a scuola, ma a lei quegli uccelli notturni e quieti
non piacevano granchè. Tif
allora le aveva proposto un gatto, ma niente da fare: Selene
odiava quegli animali solitari e troppo alteri. Così alla fine si era deciso
per un cane. Per la precisione un'adorabile cucciola di Pastore Bernese di nome
Maya, che ora dormiva tranquilla nella sua cesta sopra al carrello che Selene spingeva attraverso la stazione affollata. Sì,
perché nonostante la lettera d’ammissione dicesse che gli studenti potevano
portare solamente ‘o un gufo o un gatto o un rospo’, lei si era categoricamente
rifiutata di separarsi dal suo cucciolo. Zia Pauline aveva dovuto scrivere a
Silente, il preside in persona, per ottenerle il permesso di portarselo
appresso. Forse l’aveva fatto solo per non doversi occupare personalmente del
cucciolo (odiava i cani almeno quanto la nipote odiava i gatti), ma comunque Selene aveva ottenuto ciò che voleva: il preside infatti
aveva risposto che se il cane era ben educato e se la ragazzina si fosse
assicurata che non vagasse per il castello fuori controllo, non c’era nessun
problema se lei lo portava ad Hogwarts.
Nuovamente
persa nei suoi pensieri, per poco Selene non andò a
sbattere addosso alla zia, che si era arrestata improvvisamente a ridosso della
barriera tra i binari nove e dieci. Giusto, ora dovevano aspettare che i babbani non le vedessero per attraversare la barriera e
raggiungere il binario nove e tre quarti. Passati alcuni minuti, Selene e Charlie seguirono la zia e Tif
attraverso la barriera incantata. Nessuna delle due ebbe particolari problemi
nel farlo, dopotutto era già il terzo anno che raggiungevano il binario in quel
modo, da quanto Tiffany aveva cominciato ad andare a scuola. Arrivate
dall’altra parte della barriera videro la sorella maggiore intrattenersi con un
ragazzo allampanato dai capelli rossi che portava un paio di occhiali cerchiati
di corno in bilico sul naso.
< Oh Percy, questa è mia sorella Selene,
comincia scuola quest’anno >
<
Molto piacere Selene, sono Percy,
Percy Weasley > si
presentò pomposamente il rosso tendendole la mano < a tua disposizione per
qualsiasi cosa dovessi aver bisogno ad Hogwarts >
< Ehm,
me ne ricorderò grazie > rispose Selene
appuntandosi mentalmente di tenersi alla larga da quella copia di Tif in versione maschile.
<
Qualsiasi cosa per le sorelle de Vrie. Ora scusatemi,
vado a cercare uno scompartimento libero. Ci vediamo sul treno Tiffany! >
<
Certamente Percy! >
Nel
frattempo le due piccole della famiglia de Vrie si
guardavano di sottecchi trattenendo a stento le risate alle parole altisonanti
del rosso.
<
Forza ragazze, meglio che saliate sul treno anche voi >
Selene strinse
la sorellina in un forte abbraccio sussurrandole < Anche tu mi mancherai
Charlie. Ti voglio bene >. Un bacio frettoloso e già zia Pauline che la
rimbrottava dicendole di sbrigarsi, così si affrettò a caricare il baule e a
seguire la sorella sul treno. Riuscì a parlare con Charlie per altri pochi
minuti attraverso le porte aperte, poi il treno cominciò a muoversi e la zia le
chiuse energicamente. Selene guardò attraverso il
vetro sua sorella sbracciarsi per salutarla fino a che la piccola figurina
scomparve dietro ad una curva.
Quindi si
girò verso il corridoio e Tiffany, che per tutto il tempo era rimasta dietro di
lei, le chiese con un tono poco convinto se volesse che si trovassero uno
scompartimento assieme. < Per carità > pensò Selene
fra sé e sé, e le disse di andare pure a cercare i suoi amici, che lei si
sarebbe trovata un posto da sola. Così imboccò la direzione opposta del
corridoio da quella in cui aveva visto sparire la sorella e cominciò a guardarsi
attorno alla ricerca di uno scompartimento libero, che non riuscì a trovare, e
alla fine aprì le porte di uno dove una ragazza dai corti capelli castani e la
pelle ambrata leggeva assorta una rivista.
<
Scusa, mi posso sedere? >
<
Certo fa pure! > rispose l’altra sollevando gli occhi e arrossendo
lievemente.
<
Comunque io sono Selene, e vado al primo anno >
< Oh,
vado al primo anno anche io… Mi chiamo Bethany >
<
Piacere Bethany.E in quale Casa pensi di finire? >
< Non saprei…i miei genitori erano entrambi Tassorosso,
quindi probabilmente verrò smistata lì anche io. Tu invece? >
< Bè, mio padre era un Corvonero,
come la mia sorella maggiore, Tiffany. Ma io spero proprio di non finire nella
sua stessa Casa, anzi vorrei essere una Grifondoro,
come mia madre. >
< Ah,
hai una sorella maggiore? >
< Sì,
fa il terzo anno, ma non andiamo molto d’accordo. Ho anche una sorella di otto
anni, Charlotte, a cui voglio davvero molto bene. Tu invece hai fratelli dentro
o fuori Hogwarts? >
< No,
io sono figlia unica >
< Oh… > fece Selene non sapendo
bene che altro dire.
Ben
presto il silenzio che si era creato nello scompartimento cominciò ad
inquietarla: al contrario di Bethany, che sembrava
completamente a proprio agio senza parlare, lei aveva assolutamente bisogno di
un po’ di rumore, così le chiese che cosa stesse leggendo di tanto
interessante.
< Ehm,
niente di speciale in realtà > fece l’altra arrossendo nuovamente < è
solo un inserto della Gazzetta del
Profeta di qualche giorno fa.
Praticamente descrive le caratteristiche della persona in base a quelle della
sua bacchetta >
<
Forte! E quali sono i tuoi risultati? >
< Oh
allora, la piuma di fenice indica una grande forza morale, la buona elasticità
una personalità amabile a dispetto delle apparenze, l’acero un grande
attaccamento alle persone care >
< Wow!
Sei una persona speciale, Bethany > affermò Selene in tono serio. L’altra arrossì ancora più di prima.
< No,
credo sia solo la mia bacchetta ad esserlo… Vuoi che
ti dica che cosa indica la tua? >
L’altra
rimase decisamente stupita: era la prima volta dopo ore che stavano assieme che
le rivolgeva spontaneamente una domanda così diretta.
< Sì
certo > si affrettò comunque a risponderle, perché il rossore sul suo viso
si andava intensificando < allora la mia bacchetta è d’ebano, piuttosto
rigida e l’anima è di crine di unicorno > aggiunse riportando pari pari le parole che Olivander
aveva usato per descriverla circa una settimana prima.
< Allora… sì, crine di unicorno: purezza interiore, mentre
piuttosto rigida indica un certo attaccamento alle proprie idee e un bisogno d'indipendenza e l’ebano…
> sfogliò a lungo la rivista alla ricerca del significato del legno <
eccolo qui! ‘L’ebano è proprio delle persone dal cuore e l’animo nobile’… direi
che anche tu sei una personcina niente male >
concluse sorridendo la sua analisi.
In quel
momento la porta scorrevole dello scompartimento si aprì con uno scatto e due
ragazzi dai capelli rossi, identici fino all’ultima lentiggine, seguiti a ruota
da un ragazzo dalla pelle color cioccolato e un testone pieno di ricci castani
vi si fiondarono dentro.
<
Scusate l’intrusione ragazze > esordì uno dei ragazzi dai capelli rossi <
volevamo solo avvertirvi di rimanere nel vostro scompartimento e di non uscire
in corridoio per, diciamo, un’oretta perché, ehm, io e il mio gemello qui
abbiamo una missione da compiere e non vorremmo che qualcun altro ne fosse
coinvolto. >
Selene si voltò
sbalordita verso la sua compagna di viaggio, ma quella si era di nuovo sepolta
nella sua rivista. Sospirò e sbottò rivolta al ragazzo che aveva parlato: <
Prima di dire alla gente che cosa deve o non deve fare io mi presenterei se
fossi in te e poi > alzò lievemente la voce per interrompere il ragazzo già
pronto a ribattere < che cosa diamine vorreste combinare in corridoio? >
Il rosso
sembrava basito dalla schiettezza della ragazza,ma comunque si riprese in
fretta perché rispose: < Io sono George Weasley,
lui è il mio amico Lee Jordan > indicò il ragazzo alle sue spalle < e lui
è… >
< la
sua copia sputata, ma più bella, intelligente >
< e
incredibilmente più vanitosa e bugiarda! Vi presento il mio gemello Fred >
< Bene
George, Fred, Lee io sono Selene e lei è Bethany > disse sorridendo la ragazza < ora vorreste
dirmi quale sarebbe la vostra ‘missione’? >
< Ehm… diciamo che > cominciò Fred
< si
tratta di una spedizione punitiva…> lo interruppe
George
< ai
danni di nostro fratello maggiore >
< per
fargli capire che ad Hogwarts sarà tutta un’altra
storia > concluse George.
Quei due
ragazzi erano davvero incredibili: gemelli o meno non aveva mai sentito nessuno
parlare a quel modo, sembrava si leggessero nel pensiero! Poi Selene ebbe un lampo d’illuminazione: < Mmm… non è che vostro fratello si chiama Percy? >
< Sì perché?
> risposero i due gemelli decisamente stupiti
< Oh
niente, perché se vostro fratello è Percy avrei una
richiesta da farvi >
I due si
fissarono rabbuiati, poi con un cenno la invitarono a proseguire.
Selene non ce l’aveva
con Percy, sicuramente era un po’troppo pomposo, ma non le aveva fatto niente di male. Però era
amico di Tif, e probabilmente lei sarebbe stata in
sua compagnia, quindi…
< Non
è che vi serve una mano per realizzare il vostro scherzo? >
I gemelli
si guardarono negli occhi sbalorditi.
Un’ora
dopo i tre ragazzi più Selene correvano a rotta di collo
per il corridoio inseguiti da un urlante Percy e da
un’alquanto irata Tiffany. Finalmente raggiunsero lo scompartimento dove Bethany, che si era categoricamente rifiutata di seguirli,
li aspettava.
<
Allora, è riuscito lo scherzo? > chiese loro.
< Ci
puoi giurare! > le rispose Selene, che sorrideva
soddisfatta. I gemelli erano rimasti di stucco vedendo con quanta facilità e in
che modo insospettabile la ragazzina era riuscita a distrarre Percy, mentre loro alle sue spalle lanciavano una cassa
intera di Favolosi Fuochi d’artificio del dottor Filibuster
con innesco ad acqua, ricevuta in regalo per il loro compleanno. L’occhialuto Percy era lanciato in una discussione sulle sue materie
scolastiche preferite quando tutti quei fuochi d’artificio erano esplosi all’improvviso,
e per lo spavento aveva fatto un salto così alto da battere la testa sul
soffitto (cosa piuttosto insolita per un tipo poco atletico come lui) e si era
anche preso una gran botta, prima di scomparire in una marea di girandole e
stelle colorate. Naturalmente i fuochi magici erano freddi, quindi Percy non si era fatto male, ma metà dei ragazzi nell’espresso,
attratti dal rumore, erano usciti dai loro scompartimento ed erano tutti
scoppiati a ridere vedendo il ragazzo saltellare e correre cercando di
liberarsi da tutti quei fuochi. I quattro complici stavano ancora ridendo della
grossa quando era comparsa Tiffany, che con un incantesimo aveva liberato Percy dai fuochi e così i quattro avevano dovuto darsi alla
fuga, con due fratelli maggiori decisamente furiosi alle calcagna.
< Ma
non avete paura di finire in punizione? > chiese ancora Bethany.
Cavoli, Selene non ci aveva proprio pensato: davvero
non voleva essere messa in castigo già il suo primo giorno!
Ma Fred
la rassicurò dicendo: < Niente paura, prima di architettare lo scherzo
abbiamo consultato nostro fratello Charlie, che ci ha assicurato che, come si
dice, ‘quello che succede sull’espresso resta sull’espresso’ >
< In
poche parole nessunissima punizione > concluse George.
< Ma
come, avete anche un altro fratello maggiore allora? > chiese loro Selene
< Oh
sì. Bè ci sono Charlie che è al settimo anno e Bill
che si è diplomato due anni fa e ora lavora alla Gringott.
E oltre al caro Perce ci sono anche Ron e Ginny, che sono ancora a casa però, sono più piccoli di noi
> le confermò George.
<
Comunque ragazzi, prima è passato un prefetto che ha detto che manca poco per
arrivare e che è meglio se ci mettiamo le divise > li informò Bethany.
I tre
ragazzi tornarono quindi al loro scompartimento, mentre le due ragazze si
scambiarono una breve occhiata nervosa prima di cambiarsi.