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Autore: orual    27/08/2011    11 recensioni
Un salto nella Hogwarts anni '60 con la giovane Molly Prewett (non ancora Weasley!) ed i suoi amici, tra progetti strampalati, vecchie conoscenze ed i problemi con cui ogni generazione di maghi deve fare i conti: amicizia, prepotenza, sangue più o meno puro...
L'ispirazione è un passo del prigioniero di Azkaban: "...la signora Weasley raccontava a Ginny e a Hermione di un Filtro d'Amore che aveva preparato da ragazza. Avevano tutte e tre la ridarella."
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Nuovo personaggio, Ted Tonks | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Arthur, Molly e...'
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 Ecco, come promesso, la conclusione di questa storiellina! Spero che vi piaccia e che me lo farete sapere! Buona lettura.
 
Parte terza
 
-Cosa è successo a questi ragazzi?- chiese Madama Chips, osservando severamente Angus e Jonathan, che, sebbene strettamente legati dalle funi che Hector ed Annie avevano fatto scaturire dalle loro bacchette, continuavano a dimenarsi mostrando anche troppo chiaramente il loro intento di picchiarsi.
Li avevano trovati intenti a darsele di santa ragione, accusandosi di “aver fatto scappare Molly”, poco lontano dall’ingresso della Sala Comune di Grifondoro. Non avevano avuto altra scelta che bloccarli e rivolgersi all’unica che potesse fare qualcosa senza automaticamente togliere punti a Grifondoro, la giovane e pratica infermiera della scuola.
Hector, con aria grave, fissò Annie, e tutta la sua faccia diceva: “la scena è tua”.
Annie si schiarì la voce e disse, serissima:
-Temo che siano vittima di una Pozione Litigiosa.
-Cosa? E chi gliela avrebbe somministrata?
-Non lo sappiamo. Li abbiamo trovati che si azzuffavano e...
-Tu non sei degno del cuore di Molly!- colse l’occasione proprio in quel momento per sbraitare Angus. L’altro rispose sugli stessi toni, e Madama Chips zittì entrambi di colpo con un gesto di bacchetta, per poi rivolgersi agli altri due, accigliata:
-Si direbbero gli effetti di un filtro d’amore.
-No, Madama... sa, sono... ehm, illegali, a scuola- annaspò Annie, telegrafando richieste di soccorso ad Hector con gli occhi.
-So benissimo che sono illegali, mi creda, signorina Liddell. Non c’è bisogno che lei me lo ricordi ulteriormente. Forse è il caso di fare qualche indagine e...
-Madama, la povera Prewett non c’entra- intervenne lui, inaspettatamente, col suo più rassicurante tono d’autorità –era semplicemente lì quando la pozione ha cominciato a fare effetto, e lei sa che filtri di quel genere provocano istinto al bisticcio sul primo oggetto d’attenzione delle vittime.
Madama Chips li fissò ancora, per lunghi istanti nei quali Annie si sforzò di imitare l’aria seria, zelante e competente del Caposcuola.
-Mmh!- sbuffò quella alla fine –Vorrei sapere chi è che gira ancora per la scuola a fare scherzi stupidi come queste pozioni Litigiose. Speravo che questa moda infantile fosse passata. Se pesco i responsabili...- disse minacciosamente, togliendo finalmente gli occhi di dosso a loro e puntandoli sui due affatturati, che continuavano con lena instancabile a lottare per liberarsi dalle corde.
Annie ed Hector scambiarono uno sguardo che ancora non osava essere di aperto sollievo.
-Bene, potete andare, voi due. Ci penso io.
Fu sufficiente un gesto di bacchetta perchè i due giovanotti si afflosciassero come marionette, ed un altro perchè ciascuno finisse su un letto, ai due capi opposti dell’infermeria.
-Grazie infinite, madama- esalò Annie, incredula che avessero avuto tanta fortuna. Afferrò Hector per un braccio e lo trascinò letteralmente fuori, ansiosa di andarsene il più presto possibile.
-E con questa probabilmente ho salvato il didietro a Molly per la... beh, non mi ricordo più quante volte l’ho fatto!
-Beh, non avevi detto che anche il piccolo Podmore era coinvolto in questa faccenda?- chiese Hector, con aria ammonitrice. Annie si batté una mano sulla fronte.
-Sturgis! Eravamo così impegnate a sfuggire a quei due idioti che ci è completamente passato di mente. Dobbiamo trovarlo!
Poi si rese conto che Hector stava dietro alle sue beghe da ore, e lo guardò con aria di scuse:
-Cioè, io devo andare ad occuparmene, ma tu sei stato gentilissimo ad aiutarmi con McLaggen ed Hopper!
Hector sorrise, facendo brillare i denti bianchi nella faccia scura:
-Figurati! Ormai ci sono dentro anche io. Dopo aver mentito a Madama Chips la mia fedina immacolata di Caposcuola è rovinata per sempre. Tanto vale che ti aiuti a finire.
 
Molly ed Annie non erano mai arrivate a pranzo, dopo la lezione di Antiche Rune, e poiché lo stesso poteva dirsi di Angus, Jonathan e Sturgis; Bertha e Ted erano al limite della preoccupazione. O perlomeno, lo era Bertha, perchè Ted sembrava un po’ troppo sulle nuvole con quella sua nuova innamorata Serpeverde (naturalmente Bertha non ricordava bene il nome, Andreina, o qualcosa di simile) per rendersi conto che la situazione era grave.
-Ma dannazione, dove sono finiti tutti?- sbraitò la ragazza, i corti capelli biondi che frustavano l’aria a destra e a sinistra, mentre lei girava la testa frenetica per guardarsi intorno, trascinandosi dietro l’amico per l’ennesimo giro della scuola.
-Bertie, sicura che Annie non ti avesse detto nulla?
-Cosa vorresti dire? Pensi che non me ne ricorderei?
-Beh, a dire il vero sì, Bert, lo sai che...
-Oh, lascia perdere! Ti vuoi togliere quel sorriso dalla faccia?
-Tu non vedi il lato comico.
-No, in effetti non vedo il lato comico in due amiche sparite da ore quando in giro per la scuola ci sono tre pronti a tutto per una di loro. E tu?- scattò Bertha, aprendo l’ennesima aula e trovandola vuota. Ted, però, la zittì.
-Cosa c’è?
-Da là vengono delle voci- poi si rischiarò in volto –E’ Dromeda!
Ted corse avanti ed aprì la porta di una specie di ripostiglio per l’aula di Trasfigurazione, che era proprio accanto. Tra pile di oggetti da trasfigurare, o trasfigurati male, mele fatte Evanescere a metà, zuccheriere con zampe da papero e borse per i libri coperte di piume, i due videro Andromeda Black, gli scuri capelli come una cascata sulla sua schiena, ascoltare lo sfogo di qualcuno nascosto alla loro vista da parecchie gabbie di conigli che abbaiavano sommessamente, agitando lunghe orecchie da cocker. Lei li vide arrivare, ammiccò a Ted e fece loro cenno di avvicinarsi.
-Sturgis!- strillò Bertha –Ecco dove ti eri cacciato.
-Sturgis mi stava raccontando quanto sia innamorato della vostra amica Molly- intervenne Andromeda, guardando fisso Bertha. Aveva un’aria un po’ troppo divertita, e per un attimo Bertha fu certa di aver colto un brillio decisamente Serpeverde nel suo sguardo. Ma fu un attimo.
-Meno male che l’hai trovato tu, Dromeda. E’ sotto filtro.
-Ted!- borbottò Bertha, dandogli una gomitata.
-Ci possiamo fidare di lei. E’ stato tutto uno sbaglio.
-L’avevo capito anche da sola. Oh, suvvia, prendi un fazzoletto, Podmore, pulirsi il naso nel maglione è disgustoso.
Sturgis si soffiò rumorosamente il naso nel fazzoletto di seta verde che Andromeda gli aveva offerto, poi li guardò, il viso gonfio come un peperone che suggeriva che avesse davvero passato le ultime ore a piangere senza sosta.
-Lei... lei non mi ama!- singhiozzò.
-Annie diceva che a qualcuno poteva stimolare la depressione, se ingerito in dosi eccessive- osservò Ted, pratico.
-Cosa facciamo?
-Lo portiamo in infermeria.
-Madama Chips si accorgerà subito che si tratta di un filtro.
-Allora...
-Annie diceva che gli effetti non possono durare più di un paio di giorni, e lui non mi sembra aggressivo. Chiudiamolo qua dentro.
-Teddy, ma cosa stai dicendo?
-Gli porteremmo da mangiare!
-Ma guardalo, poverino!
-Perchè non lo mettete a letto?- propose Andromeda –Nel suo letto, intendo. Lo bloccate lì e avvertite i suoi compagni di stanza.
-Dedalus e i gemelli Prewett? Ma sei matta?
-Beh, immagino che neanche loro arderanno dalla voglia di far perdere punti al vostro preziosissimo Grifondoro!
Bertha e Ted si guardarono. Poi, lei fece spallucce.
-Tanto, peggio di così... beh, grazie del consiglio, Andreina.
-Mi chiamo Andromeda.
-Lascia perdere- sospirò Ted.
 
-Credi che potremmo azzardarci ad uscire, adesso?- chiese Arthur.
Molly, per la verità, non ne aveva alcuna voglia. Ma era molto tardi, e immaginava che gli altri fossero preoccupati, e che Hopper e McLaggen avessero distrutto mezzo castello per lei.
-Sì...- sospirò –Se solo non mi aspettasse come minimo una punizione, e lettera a casa della McGranitt, e i miei fratelli che mi tormentano con questa storia per l’eternità... e circa cinquecento punti in meno a Grifondoro.
-Dai, non esagerare...- la confortò Arthur.
Avevano passato quasi tutto il pomeriggio a chiacchierare in modo molto disteso e piacevole, finché Molly non si era decisa, senza poi troppa vergogna, a raccontargli proprio tutto del filtro. Lui non l’aveva derisa, nemmeno quando aveva cercato di sdrammatizzare. Era una delle persone più piacevoli con cui Molly avesse avuto occasione di stare: si rammaricò che non si fossero avvicinati prima, in oltre cinque anni passati a scuola insieme.
-Beh...- disse, alzandosi e spolverandosi la gonna con qualche manata –...quante grane per aver solo cercato di... beh, di sentirmi più carina. Forse dovrei provare con una pozione snellente, o...
-Veramente, ehm, io credo che tu sia molto carina, Molly- intervenne Arthur, con le orecchie che diventavano scarlatte, e l’aria intensamente occupata a pulirsi gli occhiali. Molly si girò a guardarlo lentamente, e prima che potesse pigolare un “grazie”, o qualsiasi altra cosa, lui inforcò gli occhiali e riprese:
-Non penso ti serva un filtro perchè qualcuno esca con te. Io ti porterei volentieri ad Hogsmeade, il prossimo fine settimana.
Molly rimase in silenzio per molti istanti.
Poi aprì la bocca e disse: “Oh.”
Arthur non si fece troppi problemi a prenderlo per un sì.
 
-Bertie!
-Annie!
I due gruppi si incontrarono finalmente a metà del sesto piano.
-Avete visto Sturgis? Io ed Hector proprio non riusciamo...
-Sturgis è a letto, sorvegliato dai suoi amici. Non sembra pericoloso, ma se Molly andrà a consolarlo un po’, dopo cena, sarà meglio.
-Piuttosto occupiamoci degli altri due!- intervenne Ted concitato. Però teneva Andromeda per mano e sembrava più felice che mai.
-Sono a posto. In infermeria- li informò Annie -Pozione litigiosa, la Chips ci ha creduto- si affrettò a spiegare, quando gli altri la guardarono preoccupati.
-Un’idea di Annie- aggiunse Hector.
Quasi contemporaneamente, tutti e cinque si lasciarono scivolare contro il muro, e rimasero a sedere in mezzo al corridoio, esausti per il sollievo.
-Non posso crederci, se va tutto bene abbiamo risolto la faccenda.
-Manca ancora da trovare Molly- le ricordò Ted.
Non aveva finito di dirlo, che la sentirono ridere poco lontano, e voltandosi tutti di scatto, la videro avanzare lungo il corridoio, con Arthur Weasley che le camminava accanto e chiacchierava fitto fitto con lei. Non davano ancora segni di averli visti. Quando Arthur le prese la mano, Ted dovette trattenere Annie, che era scattata in piedi:
-Lasciami andare!- ordinò lei furibonda –Io l’ammazzo, l’ammazzo quella... TU!
L’urlo fece sì che Arthur e Molly si accorgessero della loro presenza, e subito corsero loro incontro.
Prima che chiunque potesse parlare, intervenne Bertha:
-Sì, i tuoi spasimanti sono al sicuro e probabilmente la cosa sarà insabbiata, Molly. Non devi ringraziarci.
-Ragazze... non so come...
-Risparmia il fiato. Ci siamo ammazzate, per te, io ho rischiato la spilla, per non parlare di Hector, qui. Dove cavolo eri?
-Ci stavamo nascondendo- intervenne Arthur –McLaggen e Hopper sono diventati violenti, ad un certo punto.
-Qualche ora fa- puntualizzò Hector.
-Non potevamo essere sicuri- mormorò Molly –Oh, andiamo, Annie, perdonami. Ti sono tanto grata. Ed anche a voi- fece girare lo sguardo sui presenti.
Tutti annuirono, più o meno comprensivi. Andromeda continuava a fissare senza traccia di pudore Arthur e Molly, ancora per mano.
-Beh, io me ne vado a cena- disse infine Annie, avviandosi per il corridoio.
-Le passerà, Molls!- commentò serenamente Bertha –Piuttosto, non dovete dirci nulla, voi due?
Tutti quanti, sulla scia di Annie, si avviarono verso la Sala Grande. C’era odore di pudding nell’aria.
 
-Alla fine, sono io quella rimasta sola per Hogsmeade!- brontolò Annie, mentre salivano in camera dopo la colazione, a prendere sciarpe e cappelli, la mattina di San Valentino. Infilò nel cerchietto che le fermava i capelli alcune del mazzetto di margherite che Ted, spiritoso e attento alle tradizioni com’era, non le aveva fatto mancare neanche quell’anno, pur essendo felicemente accoppiato con Andromeda per la giornata. Si chiese se la cosa sarebbe durata anche gli anni seguenti, o se qualcosa della loro amicizia si sarebbe persa, ed avvertì un po’ di malinconia.
Molly, emozionata come non mai, si apprestava ad uscire per la prima volta con Arthur Weasley, e tutta la faccenda del filtro sembrava se non altro aver sortito il risultato di procurarle un appuntamento, e forse il principio di quello che sembrava una cotta piuttosto seria, da una parte come dall’altra. D’altra parte, i gemelli, che avevano passato una notte a rotolarsi ululando dal ridere mentre con il loro amico Dedalus assistevano Sturgis, sembravano non trovar pace nel beffeggiarla a ritmo continuo per quella storia. A giudizio di tutti, del resto, se lo meritava.
Bertha ripassava con la penna il nome scritto sul palmo della mano.
-Emil. Emil... E-M-I-L... accidenti, proprio non mi entra in testa. Quando avevamo detto di vederci?
-In Sala Grande, tra venti minuti. Ti aspetta vicino alla porta- ripeté Annie meccanicamente, per quella che forse era la quindicesima volta.
-Ci vediamo a pranzo, Ann? Ai Tre Manici?- chiese Molly, sentendosi un po’ in colpa per il cattivo umore dell’amica.
-Sì, dai, tutti insieme! Io porto Edward...
-Emil!
-...Emil, certo, e poi abbiamo già fissato con Teddy e Andreina.
-Toglietevi quelle espressioni compassionevoli, ho molte compere da fare! Certo che ci vediamo a pranzo!- tagliò corto Annie.
Scesero poco dopo, tutti insieme, ed il gruppetto si disperse nella folla degli studenti che sciamavano fuori dal portone principale, verso i cancelli del castello. La neve era ancora alta, ma la giornata era incantevole, limpida e luminosa.
Ted passò accanto ad Annie con Andromeda:
-Ci vediamo dopo, allora?
Lei sorrise annuendo, ed agitò la mano, rallentando per lasciar passare la massa e ritrovandosi ben presto in coda agli ultimi, a costeggiare a passo lento il lago gelato.
-Bene bene... a quanto pare, restiamo soltanto noi due.
La voce di Hector la fece trasalire, e si voltò.
-Non avevamo detto che saremmo andati ad Hogsmeade insieme, io, te, Arthur e gli altri?
Lui veniva verso di lei lungo il sentiero, infagottato in un vecchio giaccone, i denti candidi che scintillavano come la neve intorno a loro.
-Già!- sorrise Annie... –Beh, prima che tutti impazzissimo per quella storia!
-Io consideravo la decisione ancora valida.
Le offrì il braccio con decisione, e si chinò verso di lei (la differenza di altezza era notevole, considerato che Hector era quasi un metro e novanta):
-Andiamo insieme?
Annie esitò un momento. Le stava offrendo di uscire o era semplice cortesia? Ci mise molto poco a decidere che non le importava, ed infilò il braccio nel suo.
-Con piacere. Noi tutori dell’ordine dobbiamo sostenerci a vicenda.
Il cielo di febbraio non le era mai parso così luminoso.
 
Giunti alla fine posso anche confessare che siccome questa storia è stato un puro sfizio estivo, mi sono concessa di cedere ad una delle più grandi tentazioni latenti del fanwriter ed ho fatto una self-insertion. Annie sono io. Più o meno (saccenza, secchionaggine...). Spero che il risultato non sia marysuesco! Grazie per avermi seguita, un bacione a tutti e alla prossima!

   
 
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