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Autore: la_marty    30/08/2011    5 recensioni
Dal sesto capitolo:
“Grazie Bella, ma ti sarei grato se non tentassi più di uccidere le mie intervistatrici, o il pubblico potrebbe farsi un’idea sbagliata dei miei modi”.
Bellatrix arrossì e pigolò: “Era un banalissimo Anatema che uccide, cosa c’era di sbagliato, padrone?”.
Travers rispose per Voldemort: “Chi vuoi che voti il padrone se si ha la percezione che tutti gli oppositori verranno ammazzati seduta stante?”.
“Ma la politica del padrone è esattamente questa!”, esclamò lei. “Meglio che ci facciano l’abitudine”.

Ebbene sì, la crisi è arrivata anche nel mondo della magia: c'è aria di elezioni e i tre candidati scelti si apprestano ad affrontare una dura campagna elettorale e tutta una serie di interviste e dibattiti per ottenere la fiducia degli elettori. Gli aspiranti Ministri della Magia sono un mago malvagio e famoso, una studentessa modello di Hogwarts e un mago piccolo e furbo, odiato da tanti ma che riscuote, in modi più o meno leciti, un misterioso successo ogni volta che si aprono le urne.. vi ricorda qualcuno?
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Ok, dopo cinque capitoli mi pare doveroso ringraziare, facendo i nomi, quelli che seguono “Ma questa è pazzia” dall’inizio e coi loro commenti mi fanno spuntare un sorriso ogni volta. Ho sempre scritto perché adoro farlo, ma ora sento di scrivere anche per voi, per farvi sorridere come voi fate sorridere me. Quindi grazie alle mie care Giuli, Ayumi e Fra. Grazie ragazze :)
E ovviamente grazie anche ai nuovi lettori e recensori, spero che restiate con Hermione, Lord V e Silvius fino alla fine ;)

 
 
 
Post intervista.

 
Hermione rimase in silenzio durante il viaggio. Rimuginò e infine sospirò di sollievo. Non era andata esattamente come aveva sperato, ma almeno non aveva annunciato di usare i Mezzosangue come cavie e soprattutto non aveva ricevuto oggetti contundenti in faccia.
Non era stata perfetta ma almeno gli altri erano andati peggio.
Silente veleggiava con la barba al vento, la McGranitt sembrava assorta nei suoi pensieri e Lumacorno arrancava per stare al passo.
Tutti insieme si Smaterializzarono e si ritrovarono a Hogsmeade, per poi prendere la via di Hogwarts. La McGranitt attese di trovarsi in un punto isolato e poi esplose.
“Signorina Granger!” tuonò, facendo sussultare Hermione e Lumacorno. “Che diavolo ti è saltato in mente di dire che espellerai chi non sa usare i congiuntivi? Dieci punti in meno a Grifondoro!”.
Hermione rimase interdetta e avvampò.
“Professoressa l’ho detto per il bene di Hog..”
“Per non parlare dell’idea ridicola di espellere chi viene bocciato agli esami.. perché già che c’era non ha proposto la bocciatura per le insufficienze durante l’anno?!”.
La McGranitt era furiosa. Scuoteva le spalle e i suoi occhi mandavano fulmini. Sembrava che si trattenesse dall’usare un linguaggio più forte solo per la presenza del Preside.
“Ti rendi conto che rischi di buttare all’aria tutto il lavoro che il corpo insegnanti porta avanti da mesi?”, sbraitò. “Tutti noi abbiamo investito su di te! Non potresti attenerti ai punti che abbiamo deciso?”.
“Su, Minerva”, intervenne Lumacorno esitante. “La signorina Granger è nuova in questo ambiente.. ha fatto del suo meglio..”
La McGranitt sbuffò e continuò a gettare occhiatacce a Hermione. La ragazza si era fatta piccola piccola e teneva gli occhi incollati a terra.
“Signorina Granger”, intervenne Silente con fare conciliante. “Sabato prossimo ci sarà il dibattito di Hogwarts e sarà un’opportunità enorme per noi. Sono certo che se la caverà egregiamente”. Non la guardò negli occhi, ma il suo tono era calmo e fiducioso. Indusse Hermione a camminare leggermente più a testa alta e la McGranitt a distendere un po’ i muscoli.
“Devo anche smettere la campagna sugli Elfi Domestici?”, domandò la ragazza esitante.
“No”, rispose Silente con decisione. “È qualcosa che ti contraddistingue, e se smettessi di parlarne qualcuno potrebbe capire che dietro la tua candidatura c’è l’Ordine della Fenice”.
“Speriamo solo che non ci faccia perdere voti”, commentò la McGranitt con tono asciutto. “Certo è una proposta a dir poco rivoluzionaria..”
“Le rivoluzioni non sono sempre negative”, disse Lumacorno con voce pacata.
E tutti e quattro varcarono il portone di quercia di Hogwarts.


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“Mio Signore, siete stato sublime!”, strepitò Bellatrix lanciando in aria i pon pon.
Si erano appena Materializzati tutti a Villa Malfoy, che per l’occasione era stata addobbata con festoni neri, immagini di Voldemort vittorioso, di Harry Potter spiaccicato a terra e di Silente impiccato con un cappio formato dalla sua stessa barba.
Nagini indossava fiocchi e fiocchetti e avrebbe volentieri mangiato viva Bellatrix per questo.
“Grazie Bella, ma ti sarei grato se non tentassi più di uccidere le mie intervistatrici, o il pubblico potrebbe farsi un’idea sbagliata dei miei modi”.
Bellatrix arrossì e pigolò: “Era un banalissimo Anatema che uccide, cosa c’era di sbagliato, padrone?”.
Travers rispose per Voldemort: “Chi vuoi che voti il padrone se si ha la percezione che tutti gli oppositori verranno ammazzati seduta stante?”.
“Ma la politica del padrone è esattamente questa!”, esclamò lei. “Meglio che ci facciano l’abitudine”.
D’un tratto entrò nel salone Codaliscia che reggeva con la bacchetta tanti vassoi dai profumi invitanti.
“Sediamoci”, invitò tutti Lucius. “Mangiamo e brindiamo all’Oscuro Signore, prossimo Ministro della Magia e Conquistatore del Mondo Magico!”.
Un coro di cin-cin riempì il salone e a un gesto di Voldemort i Mangiamorte iniziarono a mangiare.
“Mia cara Bella” disse Voldemort con la bocca piena. “Te ne farò ammazzare quanti vuoi, ma dopo che sarò divenuto Ministro. Pensi di riuscire a trattenerti?”.
“Mio Signore, ci proverò, non dubitate di me”.
Gli Elfi Domestici di casa Malfoy avevano dato il meglio di sé: la tavola faceva bella mostra di pasticci di carne e verdure e montagne di patate; il vino elfico scelto era stato invecchiato per decenni e ogni pietanza era decorata con motivi di spezie e aromi che formavano piccoli teschi e Marchi Neri. Voldemort ne fu deliziato.
L’atmosfera era rilassata e l’argomento di discussione era sempre uno: la futura elezione a Ministro del Signore Oscuro.
Voldemort sentì Lucius, Nott, Tiger e Goyle vantarsi dei loro figli che facevano propaganda elettorale a Hogwarts e progettavano i possibili modi per screditare Hermione Granger; di fianco a loro Greyback si lamentava della carne troppo cotta e fantasticava sulla gente che avrebbe potuto mordere un giorno, nella speranza che i rimedi contro i morsi dei lupi mannari non sarebbero mai stati trovati. I fratelli Carrow si ingozzavano come morti di fame, guadagnandosi occhiatacce da parte di Narcissa. Barty Crouch Jr propose allegramente di ingaggiare una gara di karaoke e tutti accettarono con entusiasmo.
Travers si lanciò in una volgare versione di “Il Marchio Nero te lo sparo dove dico io”, poi il Signore Oscuro in persona si cimentò in una popolare canzone intitolata “Potter fesso”.
Bellatrix con voce suadente dedicò al suo signore “I tuoi occhi rossi mi Cruciano il cuor” ma la vera rivelazione della gara fu Yaxley, che intonò con orgoglio “Voldie al potere, Silente dal barbiere”, pezzo di cui era sia autore e compositore.
Il Signore Oscuro ne fu talmente commosso che gli saltò addosso stringendolo in un abbraccio mortale.
Sì, quello era stato un giorno produttivo.


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Strano a dirsi, quel giorno fu a Villa Malfoy che si fece festa e a Villa Harcoris c’era un’atmosfera di inquietante silenzio.
Il party che avrebbe dovuto tenersi di lì a un’ora era stato cancellato.
Silvius stava facendo il bagno, immerso in una vasca poco profonda, così che poteva sedersi senza annegare. Aveva congedato bruscamente le sue massaggiatrici, due streghe giovanissime dai fisici tonici e con una grande S che spiccava sulle loro divise bianche.
Era circondato dai suoi amici più fidati, che in quel momento stavano indignandosi per come il pubblico aveva risposto alla straordinaria presenza scenica del loro leader.
“Qualcuno ha tirato una statuetta!”, strillò per l’ennesima volta Emilius, un mago ansioso e dall’insulto facile che dirigeva una testata giornalistica dedicata proprio a Silvius. “Lo vorrei Cruciare.. e poi fare a pezzi.. strappargli i capelli uno a uno e infine Cruciarlo ancora..”. Sibilava e gesticolava per sfogare la sua frustrazione.
Ignatius, un mago alto, vestito da un’improbabile divisa militare, era meditabondo. Con Silvius al potere lui avrebbe fondato il Dipartimento di Difesa ma Soprattutto Attacco dei Paesi Esteri e non intendeva essere messo da parte solo perché un idiota dal pubblico aveva sfigurato il suo leader. Acchiappò Emilius per le spalle e lo scrollò.
“Calmati amico mio!”, esclamò. “Questa è stata solo la presentazione! Hanno cercato di sabotarci piazzando sul palco una giornalista vestita di rosso e un teppista in mezzo al pubblico ma ora dobbiamo studiare la prossima mossa!”.
Di fianco a loro due poltrone ospitavano il miglior amico di Silvius, Umbertus, e suo figlio. Umbertus aveva l’espressione stanca e scocciata e quel giorno non aveva ancora preso la sua pozione per la gola. Anni prima era stato vittima di un attentato e aveva ingerito per sbaglio una Caccabomba che gli aveva fatto esplodere il cervello, già mal funzionante all’epoca. Eppure i Guaritori l’avevano rimesso in sesto, pur sconsigliandogli di tornare a darsi all’attività politica. Umbertus li accusò di essere comunisti e li incarcerò. Ora il suo cervello, a detta sua, andava alla grande ma aveva ancora problemi alla voce e doveva prendere pozioni. La sua voce era l’unico impedimento alla sua candidatura a Ministro, per cui era stato mandato Silvius al posto suo. Ma non si lamentava, sapeva che Silvius senza il suo appoggio sarebbe caduto in un attimo.
Notò suo figlio Renzus che adocchiava la vasca da bagno. Benedetto figliolo, così propenso alla vita in acqua. Il Marino lo stava appassionando da morire.
“La prossima mossa è ammazzare il teppista!”, strepitò Emilius liberandosi di Ignatius.
“La prossima mossa è riacquistare credibilità”, si intromise Umbertus con voce pacata. Notò che suo figlio si muoveva ansioso sulla sedia per il suo impellente bisogno di gettarsi in acqua, quindi gli diede una gomitata per farlo tornare alla realtà.
“Dobbiamo far sì che la gente capisca che agiamo solo per il bene comune”, si alzò e cominciò a fare su e giù per la sala. “Dobbiamo convincere gli studenti che col nostro piano elettorale non finiranno disoccupati o a fare i commessi; dobbiamo convincere i lavoratori che saranno tutelati dagli incidenti magici che potrebbero accadere; dobbiamo far sì che le donne sentano di esserci debitrici per aver innalzato il loro ruolo sociale” snocciolò con saggezza. “Smettila di crucciarti per l’intervista di oggi, Silvius, e esci da quella vasca. Queste bolle mi disorientano e Renzus sta diventando irrequieto”.
Il ragazzo in effetti teneva lo sguardo fisso sulla vasca come se fosse ipnotizzato. Mosse un passo incerto in direzione di essa ma Umbertus lo immobilizzò.
“Sagge parole”, ammise infine Silvius. “Non posso lasciarmi abbattere da una piccola sconfitta in una grande guerra. Il mio bell’aspetto e il mio carisma mi aiuteranno e i vostri consigli mi saranno preziosi”, affermò uscendo dalla vasca. Umbertus e Renzus erano impegnati in un corpo a corpo.
“Ovviamente.. ovviamente hai ragione Silvius”, lo adulò Emilius rivolgendogli uno sguardo adorante. “Andiamo a preparare la prossima intervista, Ignatius ha raccolto del materiale molto buono..”
Ignatius gonfiò il petto e proclamò: “Essendo questa una guerra, chi meglio di me può mettere a punto una strategia vincente e indolore per noi?”.
“Molto bene”, asserì Silvius allacciando l’accappatoio. “Andiamo tutti e prepariamoci. Non c’è un secondo da perd..”.
Prima che finisse la frase fu investito da un’ondata di acqua e sapone. Renzus era riuscito a tuffarsi e nuotava in circolo con sguardo beato.

  
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