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Autore: LucreziaPo    01/09/2011    3 recensioni
Attenzione spoiler su Harry Potter and the Deathly Hallows! chi non vuole rovinarsi la sorpresa, non legga nulla!!!! e se dopo la morte di Voldemort, Dio decidesse di far esprimere ad Harry il desiderio di far tornare in vita le persone care che lui ha perso nella lotta??? e se lui accettasse?? ci saranno baci, battute e scherzi con i Malandrini di nuovo riuniti, amore, scommesse e risate!!!! mi raccomando ditemi che ne pensate!!! un bacione Lily Black 90
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'I protecting you & A new Life'
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Era ormai notte fonda quando decise di alzarsi e scendere in cucina per mangiare qualcosa.

Non era riuscito a chiudere occhio e lo stomaco reclamava ancora cibo.

Sussultò quando vide la luce della cucina accesa ed una testa rossa china su un libro di pozioni.

Lily.

“Ehi. Neanche tu riesci a dormire?”mormorò Sirius.

Lily alzò lo sguardo, sorpresa di vederlo lì.

“No, neanche io. Stavo segnando alcune importanti pozioni per Harry. Tra qualche giorno i professori di Hogwarts daranno a lui, Ron ed Hermione la possibilità di fare gli esami e avere il diploma. Quindi gli sto dando una mano in pozioni. Non credo abbia preso da me in questo campo.”

Sirius rise.

“Credo che nessuno tranne te e Piton siano portati per quel campo!”

Si sedette accanto a lei, versandosi un bicchiere di latte per sé ed uno per lei.

“Hai litigato con James, vero?”disse Lily, dopo un po’, lasciando perdere il libro.

“Ci hanno sentiti tutti?”

“Solo mezzo vicinato.”rise lei, poi tornò seria “Non vuole che tu parta. È normale.”

Sirius annuì, con un sospiro.

Se l’aspettava.

Aveva accettato d’impulso la richiesta di Keira ed ora se ne stava pentendo perché non aveva riflettuto abbastanza.

“E tu?”

“Neanche io voglio che partiate. Vorrei che lei si dividesse tra noi e la sua musica, vorrei che non dovesse andarsene, vorrei che tu non te ne andassi.

Sei della nostra famiglia, Sirius ed anche Keira ne fa parte.”

“Ed Harry?”

Lily lanciò a Sirius un breve sguardo.

“Credo che voglia tenerci tutti uniti. Credo che non sopporti l’idea di vedere andare via nessuno, anche se solo per una lunga vacanza o per lavoro. Vuole proteggerci. Sirius, Harry ha passato la sua vita senza una famiglia ed ora che ce l’ha non vuole perderla in nessun modo.

È sempre stato un ragazzo forte, lo è ancora. Solo che non vuole perdere nessuno di noi. E tu sei come un secondo padre per lui. E credo che veda Keira come una minaccia, perché tenta di portarti via da qui e da lui. Ed anche James la pensa così.”

Sirius guardò la giovane.

“Dovevi fare la psicologa.”

Lily abbozzò un sorriso.

“E’ mio figlio. Capisco cosa sta passando, anche se lui non dice nulla.”ammise lei, dolcemente.

“Ora dorme?”

“Sono le quattro del mattino, spero per lui di sì!”rise piano Lily. “E so che James spesso si comporta come un bambino viziato nei tuoi confronti, ma sei come un fratello per lui. Vi adorate. È difficile lasciarti andare via, come è difficile per me lasciare andare via Keira.

È stata la mia migliore amica per tantissimo tempo ed ora che l’ho ritrovata…non posso perderla.”

 

“Allora, cos’ha deciso di fare?”

Hermione guardò Harry, sottecchi, in attesa della risposta.

Era inutile specificare di chi stessero parlando, perché i loro discorsi, esami a parte, vertevano ormai solo su Sirius.

Harry scrollò le spalle.

“Non ne ho idea.”

“Non gli hai ancora parlato?”insistette l’altra.

Harry scosse il capo.

“No. Lui e papà hanno litigato ieri ed io non voglia di parlare con Sirius. Non saprei cosa dirgli.”

“Potresti dirgli che non vuoi che parta.”disse Ron, la bocca piena di panino al prosciutto.

“Ron ha ragione. Capisco che sia innamorato di Keira…”e pronunciando quel nome lei sorrise.

Adorava quel genere di amori, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

“Ma questa è la sua casa. Siete la sua famiglia.”

“Hermione, è la sua vita! Non posso mettermi a protestare come un bambino capriccioso perché non voglio che parta! Deve essere una sua scelta ed ha sofferto così tanto in passato…dopo tutto quello che ha vissuto, dopo che è…”

Harry tacque, ma tutti e tre sapevano a cosa si riferisse.

“Dopo che è morto.”pensarono.

“Non credo sia giusto costringerlo a rimanere.”concluse, anche se avrebbe voluto farlo.

 

“Ho creato un casino!”

Keira affondò il viso nelle braccia, afflitta.

Era stata stupida a chiedere a Sirius di partire con lei.

La partenza era imminente, ma l’unica cosa cui riusciva a pensare era che per colpa di quella proposta James e Sirius non si parlavano, Remus e Tonks evitavano l’argomento, Lily era dispiaciuta perché non voleva che partissero ed Harry non rivolgeva la parola al padrino.

Era tutto un completo caos.

Lily le cinse le spalle con le braccia.

Erano al parco, Keira imbacuccata con cappello che nascondeva capelli ed enormi occhiali da sole per non farsi riconoscere e Lily in compagnia di Teddy, che Dora gli aveva affidato.

“Non è colpa tua.”

“Sì che lo è! Sirius è legatissimo a voi e…”

“Anche tu fai parte della nostra famiglia, Keira. E lo dovresti sapere.”

La ragazza la guardò.

“Lily, sono passati 17 anni.

Non posso spuntare all’improvviso e portare via Sirius, ok? So di aver sbagliato e Sirius è stato idiota a dirmi di sì.”

“Forse vuole costruire una vita con te.”

“Vorrei riuscire a conciliare le due cose. Non vorrei partire, ma devo farlo.”

Sbuffò.

Non trovava soluzione, a meno che non imparasse di nuovo tutta la magia per poter viaggiare da un lato all’altro del mondo in meno di una settimana.

“Harry sarà a pezzi se Sirius partisse, non è vero? Sirius l’adora. So che è un figlio per lui.”

Lily annuì.

“Gli ha fatto da padre per quasi due anni, prima…prima di venire ucciso. Ed Harry è già molto fragile perché vi ha appena riavuti ed ha paura che qualcosa vada storto. Non lo ammetterebbe mai, è maledettamente orgoglioso come suo padre James, ma non vuole perdere Sirius. E vede la partenza come una perdita.”

“E me come la cattiva della storia.”concluse Keira, sconsolata.

Lily rise.

“Non ti conosce. Non sa nulla di te e di Sirius. Di noi. Ha bisogno ancora di conoscerci, ma chi conosce meglio di tutti è Sirius e non vuole…”

“Sì, rinunciare a lui. Ho capito. Lo so.”

“Keira, sei la mia migliore amica. Dobbiamo solo trovare una soluzione.”

Lily la guardò, piena di dolcezza.

Le era mancata moltissimo.

Ricordava i pomeriggi passati a chiacchierare, le lettere lette e spedite, i giochi d’estate…ogni cosa come se fosse successa il giorno prima.

Non voleva che lei se n’andasse, neanche per due mesi.

Ma se anche fosse accaduto, l’avrebbe accettato.

Era la loro vita d’altronde.

 

Harry stava impazzendo.

Il pensiero di dover affrontare quegli esami lo stava consumando.

Sfogliò distrattamente i libri di Pozioni, Incantesimi, Storia della Magia e tutto il resto, ma il cervello si rifiutava di collaborare.

Era come in tilt.

“Credo che dovresti smettere e provare a rilassarti.”

Una voce lo fece sobbalzare ed Harry alzò lo sguardo su James.

Era appena entrato nel salotto ed osservava con aria critica il tavolo sommerso di libri, fogli, appunti sparsi ovunque.

Si stupì per l’ennesima volta di vedere quanto fossero simili i loro lineamenti.

Avevano la stessa bocca, le stesse sopracciglia, gli stessi capelli perennemente arruffati…

Harry vedeva sé stesso da adulto nel guardare il padre.

“Non posso. Domani ho l’esame. Gli esami. Ed anche Ron ed Hermione sono nel mio stesso stato.”

“Scommetto che Hermione starà dando di matto, ma che andrà eccezionalmente come al solito.”

James s’avvicinò al tavolo e chiuse il libro che Harry aveva davanti.

“Ehi!”

“Esci di qui o ti uscirà il fumo dalle orecchie. Per la barba di Merlino, Harry!

C’è una bellissima giornata lì fuori e tu vuoi startene qui a studiare? Sei così teso che non ci riesci neanche, scommetto.”

“Dopo mi aiuterai con Trasfigurazione?”

“Dopo verrò a fare l’esame al posto tuo se esci di qui, ok?”

Harry rise, sollevato.

Suo padre era ben determinato a distrarlo.

“Quidditch! Ecco cosa ci vuole!”esclamò James, alzando lo sguardo al cielo limpido ed azzurro.

Giocarono per un po’, ma Harry era così distratto che un Bolide lo gettò giù dalla scopa.

“HARRY!”

James sussultò, spaventato, vedendo il figlio cadere.

Fortunatamente si trattava di meno di un metro di distanza ed Harry cadde solo dolorosamente.

“Harry! Santo cielo! Stai bene?”

James smontò dalla scopa e corse verso di lui, sorreggendogli le spalle.

Harry si passò una mano sul volto, dolorante ed intontito.

“Qualcosa di rotto? Ti porto all’ospedale?”

James lo guardò, apprensivo.

Harry scosse il capo.

“N-no. Sto bene, papà. Sono solo caduto. Mi sono distratto.”

James sedette sull’erba del giardino e lo guardò.

“Pensi agli esami?”

“No, a Sirius.”

James tacque.

Erano passati due giorni da quando Sirius aveva detto di voler partire e James aveva smesso di parlargli, testardo come un mulo.

E neanche Harry l’aveva ancora affrontato.

“Tu non vuoi che se ne vada, vero?”

“No.”

“Dovresti parlargli.”

“Come hai fatto tu?”

James rise e si stese sul prato.

“No, io gli ho urlato contro. È diverso il rapporto che ho con Sirius, Harry.

È mio fratello e detesto essere separato da lui.”

Harry annuì.

Non sarebbe mai riuscito a capire il rapporto che c’era tra suo padre ed il suo padrino, ma sapeva bene che era molto profondo.

“Hai paura di perderlo, vero?”

“Sarei egoista a chiedergli di restare, papà.”

Harry si stese accanto a lui.

“Credo che abbia tutto il diritto di essere felice, anche se questo significa andare via con Keira.”continuò.

Lo pensava davvero, anche se non avrebbe mai voluto vederlo partire.

James annuì.

Si stava comportando da egoista e lo sapeva e suo figlio Harry era molto più saggio di lui.

“Sei davvero una persona incredibile, Harry.”disse ed Harry arrossì.

“E tu dovresti parlargli. Senza urlare, stavolta.”

“Grazie a Dio per certe cose hai preso da tua madre.”sospirò James, facendolo ridere.

 

Harry s’addormentò sul divano, lasciando cadere il libro di Incantesimi, che gli scivolò dalle dita, a terra.

Il libro cadde con un tonfo, ma Harry era profondamente addormentato da un po’ e non s’accorse di nulla.

Sirius, attratto dal rumore, entrò in salotto, vedendo James chino sul figlio, intento a coprirlo con un lenzuolo.

James sussultò quando vide l’amico sulla soglia.

“Sta bene?”

“E’ solo stanco.”disse James, sistemando i libri con un colpo di bacchetta e facendoli apparire nella stanza di Harry, al piano di sopra.

Silenzio.

“James, vorrei accompagnarlo io domani ad Hogwarts.”disse, le braccia incrociate sul petto.

“Non credo gli serva altra pressione, oltre a quella che già ha per gli esami.”

“Non volevo fargli pressione, solo passare del tempo con lui.

Non mi parla da giorni. E neanche tu. Possiamo smetterla, per favore?”

James uscì dalla stanza e trascinò via Sirius, per non svegliare Harry.

“Di fare cosa, esattamente? Sai benissimo che non voglio che tu parta e neanche Lily o Remus, ma loro non te lo dicono in faccia e non s’arrabbiano con te! E se Harry non ti parla non è colpa mia, ma della tua decisione improvvisa di mollare ogni cosa ed andartene dall’altro capo del mondo!”

Era la prima conversazione che aveva con Sirius dalla litigata di giorni fa.

“Che cosa dovrei fare? Lasciare andare via Keira?”

“Ah, non lo so? Conciliare le due cose?”

Sirius si passò una mano sul volto.

Sembrava tutto dannatamente difficile.

Keira non sapeva padroneggiare più la magia ed andare sempre da un luogo all’altro e conciliare amore e la sua famiglia sarebbe stato difficile.

Ma non voleva abbandonare nessuno.

“Credi che Harry si senta abbandonato da me per questa mia decisione?”chiese all’improvviso.

James lo guardò, irato, poi annuì, con un sospiro.

Sirius si passò una mano tra i capelli.

“L’immaginavo. D’accordo. Gli parlerò. Parlerò con Keira. Cercherò di trovare una soluzione. Ti va bene, così?”

Ma James non aveva intenzione di rispondergli.

Sirius lo vide andarsene a letto, nervoso, senza augurargli la buonanotte.

 

L’indomani mattina l’attività era frenetica.

Harry, Ron ed Hermione erano a casa Potter, nervosissimi per gli esami di quel giorno.

“La professoressa Mcgranitt mi ha assicurato che andrà tutto bene. Siete ottimi studenti e sarete in grado di cavarvela benissimo e prendere il diploma.”li rassicurò Lily, ma nulla servì a placare la loro ansia.

James e Lily li abbracciarono, augurando loro buona fortuna e stringendo Harry un po’ di più.

Ron ed Hermione s’avviarono per smaterializzarsi all’entrata di Hogwarts, dove Silente li avrebbe accolti.

Harry fece per seguirli, ma qualcuno l’afferrò per un braccio.

Era Sirius.

“Vorrei accompagnarti io, se ti va.”

Harry annuì, prendendo la cartella.

Non parlava con Sirius da quasi quattro giorni, decisamente un record dato che vivevano sotto lo stesso tetto.

Si smaterializzarono presso i cancelli di Hogwarts ed il cammino per l’ingresso sembrò incredibilmente lungo.

“So che non vuoi che parta. Vorrei solo riuscire a parlare con te un attimo di questa situazione.”

Harry lo guardò, studiandolo.

Non gli andava di affrontare l’argomento.

Non in quel momento, comunque.

Aveva in mente gli esami da affrontare.

“Fai quello che vuoi, Sirius.”

“Io vorrei sapere cosa vuoi tu.”

Harry alzò lo sguardo verso il padrino, che era alto almeno dieci centimetri più di lui ed incrociò i suoi occhi grigio ghiaccio.

Era davvero preoccupato.

“Non ha importanza, Sirius. Hai sacrificato tantissimo per gli altri…per me.”

“Non voglio ferire nessuno, Harry. E tuo padre è furioso con me, Remus non vuole che parta e neanche Lily. E so che neanche tu lo vuoi.”

“Quindi cosa intendi fare?”gli chiese.

Non voleva perderlo, per nessun motivo al mondo, neanche per quella donna.

“Tenterò di sistemare le cose e di non partire.”decise Sirius.

L’idea gli balenava già in mente da un po’, ma quando aveva capito che partire avrebbe ferito molti, s’era concretizzata.

Erano ormai arrivati al cancello e Silente li aspettava, con un lungo abito color del cielo.

“Sei venuto anche tu a fare l’esame, Sirius?”sorrise, gioviale.

“No, Albus. Chiarivo le cose con suo nipote.”

Sirius abbozzò un sorriso ad Harry e lo strinse brevemente a sé.

“In bocca al lupo.”disse, posandogli le mani sulle spalle.

Lo guardò intensamente per un attimo, come per fargli capire che lui era lì con lui e che ci sarebbe sempre stato.

 

Gli esami sembravano non finire mai.

Fu il turno di Difesa contro le Arti Oscure ed Harry se la cavò egregiamente, poi Incantesimi, Trasfigurazione dove riuscì a fare un perfetto esempio di Trasfigurazione umana, Divinazione in cui diede sfogo alla sua fantasia, Storia della Magia, in cui si sforzò di ricordare tutte le guerre e rivolte possibili e così via…

Anche in Pozioni andò bene, grazie agli insegnamenti della madre, così bene che Ashley, l’assistente di Piton, si congratulò con lui e gli mise un Eccezionale.

Anche Ron se la cavò bene, nonostante avesse sbagliato un ingrediente per la pozione che fece diventare i capelli di Piton rosso fuoco (Harry si ricordò di dirlo a suo padre James ed a Sirius!) e fece un pasticcio con Incantesimi e sbagliò date in Storia della Magia.

Hermione, ovviamente, ebbe Eccezionale in tutte le materie e tutti e tre riuscirono a diplomarsi, saltando l’ultimo anno.

Harry guardò Hogwarts, uscendo, un po’ malinconico.

Suo nonno s’accorse dello sguardo e sussurrò:

“Questa è e sarà sempre casa tua, Harry. Puoi tornare quando vuoi, lo sai.”

Harry annuì.

 

Il resto della serata, gli esami erano finiti tardissimo, fu dedicata ai festeggiamenti.

Harry era così esausto che si limitò a sorridere ed a ringraziare, facendosi strada tra la folla.

Cercava una persona in particolare, ma andò a sbattere contro qualcuno.

“Scusa…”

Alzò lo sguardo.

Era Keira.

Harry sentì la rabbia, seppur ingiustificata, lo sapeva, montargli dentro.

Era lei che voleva portare via Sirius.

Sapeva che si amavano, ma la parte irrazionale di lui la vedeva comunque come una minaccia.

“Possiamo parlare un attimo?”domandò lei, passandosi una mano tra i capelli castani, nervosa.

Harry annuì, seguendola in disparte.

“Sirius mi ha detto che ha litigato con James per via della partenza e che non si sono parlati per giorni. E che anche tu sei rimasto ferito dalla notizia. Harry, so di sembrarti egoista, di volerlo portare via da voi, ma…”

“So che vi amate. So che Sirius vorrebbe venire con te. Gli ho detto di fare ciò che vuole.”tagliò corto, lui.

“Ma lui non vuole ferirvi. Soprattutto non te e James.

Ho imparato a convivere con il legame che hanno James e Sirius, Harry, perché è molto speciale. Devono molto l’uno all’altro e Sirius non fa nulla per ferirlo e viceversa. Sono un po’ egoisti l’uno nei confronti dell’altro.

E ci sono abituata, davvero. Quindi se Sirius non vuole partire, mi sta bene. Troveremo un altro modo per vederci.”

“Mio padre si comporta come un bambino viziato, vero?”ammise Harry.

“Con Sirius sempre.”

Keira sorrise e si sedette sul dondolo in giardino.

“Quei due devono l’uno la vita dell’altro. Si sono sempre sostenuti, hanno sempre combattuto l’uno al fianco dell’altro e quando tuo padre è morto…Sirius s’è sentito morire dentro. Lo so perché è la stessa cosa che ho provato anche io.”

Harry la guardò, ma Keira sembrava persa nei suoi ricordi, gli occhi leggermente lucidi.

“E’ passato tanto di quel tempo e mi rendo conto di aver perso tutto.”

“Non perderai Sirius neanche se dovessi trasferirti su un altro pianeta. Vedessi come parla di te!”

Harry sorrise.

Sirius era al settimo cielo quando parlava o stava con Keira.

Non lo vedeva così felice da…no, non l’aveva mai visto così felice.

Il Sirius che conosceva era coraggioso ed impulsivo, ma sempre malinconico.

E tutto era cambiato quando aveva riavuto i suoi migliori amici e Keira.

Harry si chinò in avanti, le mani giunte, pensieroso.

“Io non vi conosco, Keira. Non conosco nessuno di voi. Non conosco il gusto di gelato preferito di Sirius, od il colore preferito di mia madre od il libro che mio padre adora leggere. Non so nulla di te e di loro.”

Cadde il silenzio e Keira fece per parlare, ma Harry continuò.

“So che siete uniti, so che vi volete bene voi quattro e so che Sirius è felice con te. Ed anche se so che mi mancherà, credo che debba venire via con te.”

La guardò, serissimo.

Lo sguardo di Keira si posò su quel giovane uomo seduto accanto a lei.

Era molto più maturo di quanto non lo fossero stati lei ed i suoi amici alla sua età.

“E James?”

“Credo che terrà il broncio per un po’, ma poi farà pace con Sirius.”fece Harry od almeno lo sperava.

L’ultima cosa che voleva era una rottura tra suo padre e Sirius.

Keira si riavviò i capelli castani.

“Vuoi che ti racconti un po’ di loro? O preferisci che siano i tuoi a raccontarsi?”

Harry scrollò le spalle.

Solo di recente s’era reso conto di non sapere nulla di loro e ciò era avvenuto con l’arrivo di Keira.

“Conosco tua madre da quando avevamo 5 anni. Abitavamo nello stesso quartiere e le nostre case erano l’una di fronte all’altra. Abbiamo scoperto insieme di essere delle streghe. Mio padre era un babbano ed io non sapevo nulla della magia, come la tua mamma.

Lei è sempre stata molto diversa da me. Era timida, soprattutto con chi non conosceva affatto, generosa, sensibile, piena di vitalità e molto testarda. Io ero quella ribelle, impulsiva, esibizionista…mi facevo sempre notare, in senso buono o cattivo e spesso c’era lei a tirarmi fuori dai guai, magici e non.”

Harry la guardò, affascinato, mentre parlava.

Keira era persa nei suoi ricordi.

“Mi raccontava sempre di Hogwarts. Hogwarts di qua, Hogwarts di là…era un tormento. Io frequentavo una scuola di Svizzera, Gerlos e durante il settimo anno la mia preside e Silente organizzarono uno scambio culturale. Io sarei andata qualche mese nella scuola di Lily ed una ragazza di Hogwarts sarebbe venuta nella mia. La ragazza scelta era Jane, la fidanzata di Sirius di allora.”

“Credevo che Sirius fosse uno sciupafemmine.”si sorprese Harry.

Era strano sentire del suo padrino, innamorato di qualcuno.

“Lo era. Ma s’era infatuato di Jane.”

“E poi sei venuta tu.”

“Jane aveva lasciato Sirius il giorno prima di partire per Gerlos e lui era a pezzi ed in breve tempo era tornato a farsi tutte le ragazze di Hogwarts. Lui e tuo padre erano molto popolari all’epoca e molto affascinanti. Molte ragazze correvano loro dietro, mandavano cioccolatini con pozioni d’amore dentro…”

Harry sorrise tra sé, pensando all’esperienza con Romilda Vane.

“Ed io ero diventata la sua migliore amica. Ero un tipo tutto pepe all’epoca. Non stavo mai zitta, organizzavo festini, combinavo guai…”

“Eri una vera Malandrina. E Sirius s’è innamorato di te.”

Keira annuì.

“Ci sono voluti quasi tre mesi per farci ammettere, anche a noi stessi, cosa provavamo. Entrambi uscivamo da brutte esperienze amorose, Sirius era il tipo orgoglioso che mai avrebbe ammesso di stare soffrendo e via dicendo. Era tutto molto complicato.”

“Quanto tempo siete stati insieme?”

“Tre o quattro anni.”

“E mio padre? Lo conoscevi bene?”

“L’ho conosciuto solo quando ha smesso di essere un perfetto coglione, come lo definiva tua madre all’epoca. Per notizie sue e di Sirius dovresti chiedere a lui direttamente.”

Harry annuì, passandosi una mano tra i capelli.

Vedendo suo padre compiere quel gesto, inconsapevolmente lo stava facendo anche lui.

Vide Keira allontanarsi da lui per parlare con Sirius della partenza.

Ora che lui aveva dato il via libero, Sirius si sentiva più tranquillo a partire.

 

James guardò Sirius in cagnesco per i successivi due giorni.

Non voleva perderlo ed ecco che partiva per l’America.

“Harry gli ha dato il via libera ed ha deciso di partire.”disse Lily, guardando il marito.

Anche lei si sentiva male al pensiero di vederli allontanarsi.

“Credo che mio figlio sia molto più saggio di me.”mormorò James, incupito e sedette di fronte alla moglie.

“Credo che Harry abbia un sacco da insegnarti.”

“Ora non esageriamo. Sono io l’adulto qui.”

“Non da come ti sei comportato con Sirius e da come ti comporti ora. Non gli parli nemmeno. Sai che non è facile neanche per lui.”

Lily guardò il marito negli occhi.

Lo vedeva dispiaciuto.

“Keira mi ha detto di aver parlato con Harry alla festa.”

James alzò lo sguardo.

“Che ti ha detto? Sta bene?”

Si preoccupava sempre per Harry.

“Ha detto che forse dovremmo parlargli più di noi.”

“Noi come coppia o…”

“Crede sia ferito perché non ci conosce abbastanza. In fondo, noi abbiamo avuto modo di osservarlo dall’alto ed Harry sa solo ciò che Sirius o Remus o Silente o Severus gli hanno riferito.”

James annuì.

Doveva immaginare una cosa del genere.

“Perché non ce l’ha chiesto?”

Lily sorrise e lo baciò sulla tempia, solleticandogli il viso con i capelli.

“Perché ti somiglia, amore. È orgoglioso.”

“E’ nostro figlio, Lil.”

“Che ci conosce da meno di tre mesi. È normale che sia…un po’ intimidito da noi.”

La casa era stranamente silenziosa in quel momento.

Sirius e Keira erano usciti, Harry era con Ginny, Ron ed Hermione.

“Mmmm…ci hai pensato? Abbiamo la casa tutta per noi, una volta tanto.”

James cinse la vita della moglie e la trasse a sé, posando la fronte contro la sua.

La baciò dolcemente sulle labbra, ispirando il suo buon odore ed affondando le mani nei suoi capelli lunghi e folti.

“Ti amo.”sussurrò contro le sue labbra e vide le guance di Lily colorarsi leggermente di rosso.

“Anche io ti amo, signor Potter.”

James rise contro le sue labbra e la prese in braccio, stringendola a sé.

Lily ridacchiò, avvolgendo le braccia attorno al suo collo, mentre James la portava al piano di sopra nella loro stanza…

  
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