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Autore: _AmyBlack_    02/09/2011    1 recensioni
Metti caso di essere una Mezzosangue. Ora, immagina che il tuo migliore amico si chiami Draco Malfoy. Impossibile? Può darsi. Ma se il sole rovente dell'estate riuscisse a sciogliere la maschera che il giovane Malfoy porta ogni singolo giorno della sua vita da studente alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ed ora eccoli, entrambi seduti sul letto di Draco, distaccati ma abbastanza vicini da sentire uno il calore dell’altro. Il libro aperto sulle ginocchia di Nathalie da cui fuoriusciva la magia della lettura, che ti prende e ti porta in luoghi sconosciuti e in sogni da scoprire. Lessero insieme finchè non furono stufi del passatempo, e allora fu Nath a parlare.
«Sai, stavo pensando di venire a Hogwarts, quest’anno.»
«Davvero?» Draco sembrava sorpreso e felice, ma per un momento Nathalie avrebbe giurato di averlo visto preoccupato.
«Sì. Perciò ho bisogno del tuo aiuto per orientarmi. Com’è, lì? Com’è la gente?» Il suo tono era stanco, basso e roco, ma era curiosa, e anche tanto.
«Beh, già sai che ci sono quattro Case. Tu sei una Serpeverde, sicuramente. Non sei un’idiota come quelli delle altre Case. Di cosa vuoi che ti parli?»
«Dei professori, dei Serpeverde, delle altre Case…»
«Di professore ce n’è uno solo che si possa definire tale. Severus Piton, insegna pozioni. Degli altri non vale neanche la pena di parlare.» Il suo viso si contrasse in una smorfia di disgusto. «Per quanto riguarda le Case, ci sono i Serpeverde, i pappamolli Tassorosso, i cervelloni Corvonero e i presuntuosi Grifondoro. Vedi di non finire tra i Grifoni, o ti ritoverai compagni come Potter, Weasley, Granger, Paciock…»
«Potter? Intendi Harry Potter?»
«Sì.» Draco sbarrò gli occhi e arricciò il naso. «Non dirmi che sei anche tu una sua fan, ti prego.»
«Beh, ne ho sentito tanto parlare, soprattutto in questi giorni, e… »
«Ovviamente!» La sua voce era colma di esasperazione al solo ricordo di Harry Potter «Potter di qui, Potter di là, ecco a voi Potter il Magnifico… Potter si è scontrato con il Signore Oscuro, il Signore Oscuro è tornato, oh sì, è Potter è il ‘Prescelto’!»
«Draco…»
«Il Prescelto, ecco come l’hanno soprannominato! Dopo Il-Bambino-Che-È-Sopravvissuto, arriva Potter il Prescelto! Ma è solo un bambino viziato, ecco cos’è. Presuntuoso e arrogante come pochi, si crede di essere chissà chi solo perché ha quella ridicola cicatrice sulla fronte.» Ormai stava quasi urlando, questo Potter doveva essere davvero insopportabile.
«Sì, ma Draco, calmati…»
«E i suoi amichetti che lo seguono come dei cagnolini! Weasley, il suo ‘amico del cuore’ , è uno sfigato che pensa che se sta costantemente appiccicato a Potter la sua reputazione possa migliorare. Come tutti i Weasley, d’altronde. E la Granger? Quella sporca…» Si bloccò di colpo, e il suo sguardo, che fino ad allora era stato fisso sul vuoto, si precipitò su Nathalie, che invece distolse il suo.
Non c’era bisogno di spiegazioni, aveva capito cosa stava per dire.
«Stavo dicendo… la Granger, sì… quell’insopportabile ‘So-Tutto-Io’, ogni tanto mi viene il dubbio che abbia il braccio paralizzato, teso verso l’alto. Oppure è un tic che le viene ogni volta che un professore fa una domanda qualsiasi…Nath? Tutto… tutto bene?» Il suo tono di voce si era leggermente incrinato.
«Smettila. Lo sai.» Non aveva voglia di litigare, ma una ventata rabbia si era impossessata di lei, inondandole l’intero esile corpo. Teneva occupate le mani torturandosi i lunghi capelli castani e lottò per trattenere le lacrime. Fragile, si sentiva estremamente fragile, lei che non lo era mai stata.
«Io so…che cosa?» Ma sapeva anche questo. Bugiardo.
«Stavi per chiamarla sporca Mezzosangue.»
«Non è vero.» Mentiva.
«Bugiardo.»
Silenzio. Un silenzio che tentando di nascondere la verità in se stesso, la rendeva ancora più evidente.
«Scusa.» Biascicò d’un tratto, abbassando la sguardo sulle coperte.
Nathalie non rispose, se l’avesse fatto sarebbe esplosa in un urlo unico di parole a stento trattenute, accompagnate dalle lacrime.
«Nath…Non volevo… è che è talmente insopportabile…»
«Zitto.»
Draco serrò le labbra d’un colpo. Seppur tenesse lo sguardo chino, sul suo viso si scorgevano i sensi di colpa che lo insultavano al posto della ragazza.
«Vuoi… Vuoi che continui a raccontarti di Hogwarts?»
Nathalie tirò un forte sospiro prima di rispondere con feddezza. «Dimmi dei tuoi amici. Sono molto più furbi e rispettabili di questi Grifondoro?»
«Sicuramente. Anche se Tiger e Goyle…»
«Chi sono?»
«Due scemi.»
«Ah, ecco. E allora completiamo la scaletta: i Tassi sono pappemolli, i Corvi tutti cervelloni, i Grifoni dei presuntuosi e i Serpeverde sono scemi.»
«Ma loro sono due casi particolari…»
«Sì, certo, Draco. Senti, buonanotte, eh.» Fece per alzarsi ma si bloccò improvvisamente ricordando le miriadi di domande che avrebbe voluto fare ai Malfoy.
«Draco…»
«Sì?»
«Tu che cosa sai… intendo, di quello che è successo qualche settimana fa al Ministero… Quando Potter si è scontrato con Tu-Sai-Chi.»
«Hai letto la Gazzetta del Profeta?»
«Sì, ma pensavo…»
«Che mio padre, essendo un suo seguace, avesse raccontato qualcosa di più a me. No, ne so quanto te.»
«Aspetta. Tuo padre è un Mangiamorte?» La sua voce tremava appena.
Draco prese un profondo respiro senza guardarla negli occhi.
«Pensavi che sarebbe stato ancora vivo, altrimenti?»
Silenzio.
«Nath, lo sai che a te non farebbe mai del male.» Non c’era dolcezza nelle sue parole roche, sussurrate, quasi ne avesse paura, o se sapesse che non stavano raccontando tutta la verità.
La ragazza non rispose, guardava in basso e cercava di coprirsi il viso ancor più pallido del solito con i capelli lunghi.
«Sì.» Replicò senza convinzione. «Buonanotte.» Come un’anima in pena, si avviò verso la porta.
«’Notte.» Rispose cupo. Le loro voci erano vuote, senza vita.
E non era mai successo, in undici anni di estati passate assieme.
Così, alla fine, i suoi dubbi non erano stati completamente infondati. Fece fatica a prendere sonno come mai nella sua vita, mentre fissava il buio e i sentiva i suoi pensieri urlare nella sua testa, senza realmente ascoltarli, ma che le impedivano di addormentarsi. Si fece avvolgere dalla notte solo dopo molte ore, quando le sue consapevolezze che il suo cervello non aveva ancora del tutto assimilato smisero di tremare.
  
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