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Autore: rumandmonkey    03/09/2011    4 recensioni
Remus, Sirius e un'amicizia che forse sta diventando qualcosa di più...
5° Classificata - Harry Potter Slash Contest indetto da MarchesaVanzetta
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La mattina successiva, Sirius e Remus furono dimessi dall’infermeria e raggiunsero James e Peter, di ritorno dalla loro lezione di Erbologia.
“Remus, Sirius!” Squittì Peter con gioia, non appena li vide.
I due fecero un cenno con la mano e si diressero verso di loro.
“Vi hanno dimesso, finalmente!” disse Peter, contento di rivedere i suoi amici. “Volevo venire a trovarvi, ma ho una marea di corsi e mi riempiono di compiti! Non ho mai avuto un attimo di tempo libero… mi dispiace, ragazzi.”
“Non preoccuparti, Peter!” disse Sirius, assestandogli una bella pacca sulla spalla. “Allora, che ne dite di una partita a gobbiglie per festeggiare il nostro ritorno?” suggerì, trotterellando verso l’ingresso del castello.
“Ma Sirius, è ora di pranzo!” esclamò James, troppo affamato per pensare a qualcosa di diverso dal ricco banchetto in Sala Grande.
Sbuffò sonoramente, ma decise comunque di seguire i suoi amici: in fondo iniziava ad avere fame anche lui.
“Possiamo giocare dopo pranzo, se vuoi. Abbiamo un’ora libera, se non sbaglio” suggerì Remus.
“Io non posso” disse subito James, poi aggiunse a mo’ di scuse: “Ci sono le selezioni per il quidditch e non posso mancare.”
“Non posso neanche io” mugugnò Peter. “ Preferirei una partita a gobbiglie, ma ho Cura delle Creature Magiche subito dopo pranzo.” Sembrava piuttosto avvilito, ragion per cui i suoi amici si trattennero dal fare battute sulla sua condizione.
“Che amici inutili che ho!” esclamò Sirius, sorridendo. “va bene, per questa volta giocherò contro Remus, ma la prossima volta vi distruggo” disse rivolto a James e Peter.

Il pranzo sembrò durare meno del solito, ma lasciò ugualmente i ragazzi appesantiti dall’ottimo cibo.
Mentre James, con un po’ di fatica, si dirigeva verso il campo da Quidditch, felice di non dover volare per quel giorno, e Peter arrancava verso la Foresta Proibita, Remus e Sirius erano comodamente distesi sulle poltrone della Sala Comune.
“Allora, vuoi ancora giocare?” domandò Remus, dopo qualche minuto di assoluto silenzio.
Sirius si limitò ad annuire con un cenno del capo, mentre si alzava dalla poltrona.
“Forse è meglio giocare nel dormitorio” disse Remus, ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo da parte di Sirius, che sembrava aver perso l’uso della parola da qualche ora.
“Le Gobbiglie puzzano da morire, Sir.” Poi aggiunse, sottovoce: “e poi c’è una cosa di cui dobbiamo parlare ed è meglio che nessuno ascolti.”
Sirius annuì di nuovo e si diresse verso il dormitorio, vagamente pensieroso. Di cosa doveva parlargli Remus di così segreto? Sperò che non fosse ancora per la storia della ferita: per lui era un capitolo chiuso, ormai.
Non fece in tempo a formulare altre ipotesi, dal momento che il suo amico lo invitò a fare il primo lancio.
Per uno che voleva distruggere i suoi avversari, quello era un tiro piuttosto debole e Remus non esitò a farglielo notare, prima di lanciare la sua biglia, che andò ben oltre quella dell’amico.
“Tsé, la solita fortuna del principiante” commentò Sirius, preparandosi al nuovo lancio.
La sua soddisfazione fu evidente quando la sua biglia colpì quella di Remus, che spruzzò addosso al s
uo proprietario una nube di fumo dall’odore pestilenziale. Con un ghigno sul volto, domandò all’amico: “Allora, Rem, di cosa volevi parlarmi?”
Solo in quel momento Remus realizzò quanto sarebbe stato difficile affrontare quella discussione con Sirius, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, quindi fece un respiro profondo prima di iniziare a parlare.
“Questa mattina ho parlato con James” disse prima di fare una piccola pausa.
“Lo so, c’ero anche io” rispose Sirius.
“No, ci ho parlato in infermeria, mentre stavi dormendo”, lo smentì. “Gli ho chiesto di non seguirmi più alla Stamberga Strillante.” La sua voce era ridotta a poco più di un sussurro.
“Perché l’hai fatto?” chiese Sirius, sicuro che la ragione era ciò che era successo l’ultima volta.
“È una cosa troppo pericolosa ed io non voglio che vi facciate del male. Sono stato un incosciente.” Rispose Remus.
“No, non ha nessun senso” replicò Sirius. “Non è colpa tua. Non potevi prevederlo!”
Aveva alzato un po’ troppo la voce, costringendo Remus a lanciare un incantesimo silenziante.
“Non è vero, potevo prevederlo! Sapevo bene che un lupo mannaro non è un animale da compagnia, come sapevo bene anche che avrei potuto ferirvi e nonostante questo vi ho permesso di seguirmi per tutti questi anni. Sono stato solo uno stupido egoista!”
“Smettila, Remus! Non ti avremmo mai seguito se non avessimo voluto.” Non aveva gridato questa volta, anzi, la sua voce ormai era un sussurro difficile da udire persino per Remus, che era a poca distanza da lui.
“Non mi interessa cosa ha deciso James. Io vengo con te.” Disse dopo qualche istante.
“Sirius, ti prego” la voce di Remus sembrava quasi incrinata da tutte quelle emozioni che aveva cercato di nascondere al suo amico. “Non farmi questo. Non ce la farei a sopportare il senso di colpa se dovessi ferirti di nuovo”
La sua mano andò a posarsi alla base del collo dell’amico, dove la ferita, ancora fresca, faceva bella mostra di sé.
Sirius chiuse gli occhi e inspirò profondamente prima di parlare: “Ascoltami, non mi importa nulla delle ferite, delle cicatrici, mi importa di te. Vuoi capirlo? Non voglio lasciarti solo.” I suoi occhi erano fissi in quelli di Remus, che scosse vigorosamente la testa non appena Sirius ebbe finito di parlare.
Allontanò repentinamente la sua mano dal collo dell’amico, come se la ferita l’avesse scottato, ma non distolse lo sguardo dai suoi occhi scuri.
“Non posso, non posso perché tengo troppo a te per perderti per qualcosa di così stupido.” Sussurrò Remus. “Ti prego, se non vuoi farlo per te, fallo per me.”
Sirius sospirò e non disse più nulla; si limitò a raccogliere le gobbiglie dal pavimento e ad uscire dal dormitorio, diretto a lezione.
Remus lo seguì, tenendosi ad una certa distanza da lui, che non sembrava aver voglia di parlare.
Prese come sempre posto in prima fila, mentre Sirius si sedeva nel banco più nascosto alla vista dell’insegnante e riservava un posto per James.
Escludere i suoi migliori amici da una parte così grande, e suo malgrado importante, della sua vita gli sembrava un gesto crudele, anche se sapeva che era la cosa giusta da fare. Gli sarebbe passata, prima o poi.


note stonate: Mi risulta difficile commentare un capitolo dopo averlo pubblicato, quindi non lo farò. In compenso scriverò un considerazione che con la storia c'entra ben poco. Chi mi conosce sa che il 7 è il mio numero preferito e, per uno strano caso, questa è la settima storia che pubblico su EFP e, sempre per lo stesso strano caso, è composta di 7 capitoli. Non ve ne fregava niente, vero? :)
In ogni caso, spero vi sia piaciuto questo capitolo.
A presto,
Rumandmonkey
   
 
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