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Autore: Melanto    04/05/2006    1 recensioni
[Versione Aggiornata del: 24/10/2009] - Si scherzava tra i più giovani, si rideva. Giocavano, ignari di ciò che stava succedendo o, forse, ne avevano percepito i frammenti nell'aria trascurandone la pericolosità.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel no Tears'
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ANGEL NO TEARS
- METAMORPHOSIS -

"Why am I born?
Will I fail to rise again?
Another crucifixion for
another holy war.
Can't stop what's going on"


Blind Guardian - Another Holy War

- CAPITOLO 1 - Another Holy War

Sospirò.
Con forza, con rabbia.
Tutta quella che aveva in corpo voleva farla esplodere così, in silenzio, con un semplice sospiro.
Rabbia che nessuno capiva, ma che tutti condannavano e questo amareggiava ancor di più quella lontananza obbligata, che già gli pesava, ma che aveva scelto lui; troppo gli sarebbe pesato ammettere che, in realtà, ne era stato come costretto.
Ricordava gli occhi di Mikael, pieni di disgusto, che non avrebbero mai accettato ciò che avevano visto… anzi… ciò che gli aveva fatto vedere, perché lui non se n’era mai accorto.
Come l’acqua di un fiumicello, che devia alla presenza di uno scoglio lungo il corso, così l’Arcangelo Principe dello Splendore aveva vissuto aggirando fluidamente una situazione che non destava il minimo sospetto. Ma quando lo scoglio era diventato ormai un ostacolo enorme, sul tranquillo fluire delle cose, gli si era buttato contro con forza, nel tentativo frenetico di abbatterlo. Avrebbe voluto consumarlo e corroderlo, sommergerlo e lasciarlo lì, ad essere dimenticato sul fondo del Divino Pudore.
Forse la colpa era stata sua.
Se non avesse provato a confidarsi con Mikael, ora sarebbe ancora lì, ad accarezzare i meravigliosi capelli di Raziel.
Ma come gli era saltato in mente di parlarne proprio con lui? Con l’unico che non avrebbe mai potuto capire, poiché non sapeva vedere al di là degli insegnamenti del Padre? L’unico che restava chiuso, nella sua nicchia di gioia e rigore, e non riusciva a liberarsi dalle responsabilità.
Forse anche per la sua posizione.
Era il loro Principe.
Il Principe di tutti gli Angeli e Arcangeli, di tutte le Schiere Celesti. Il secondo ad essere stato scelto dal Padre, subito dopo la nascita di Satanael1 ed il tradimento di quest’ultimo non avrebbe mai smesso di pesare sulle sue spalle. E poi, nuovamente l'immagine di Raziel ad occupare i suoi tormenti.
Seduto, sulla marmorea terrazza alla sommità del castello nel Cielo Lunare in cui si era rifugiato, Gabriel pensava all’unica creatura per cui si potesse addirittura essere cacciati dal Paradiso.
L’unica, per cui valesse la pena ribellarsi.
Se chiudeva gli occhi, poteva ancora vedere i suoi crini scivolargli intorno. Lo accarezzavano dolcemente e lo facevano sentire in pace.
Morbido bronzo sul suo corpo, pieni di mille profumi che disegnavano migliaia di meravigliose immagini nella sua mente. Luoghi lontani, che non aveva mai visto durante la sua eternità, o semplici posti di tutti i suoi momenti finora vissuti.
L’impossibile ed il suo contrario.
Inspirò profondamente, come a volerli ancora sentire.
Assaporarli per un solo attimo.
Ma quando riaprì gli occhi, non c’erano le due polle sorgive di puro cristallo verde ad osservarlo, solo una Terra da un cangiante bagliore coricata sul manto notturno.
Sospirò di nuovo.
Ma non c’era rabbia stavolta, solo tristezza.
“Raziel…” mormorò, come se lui avesse potuto davvero sentirlo “…ho così bisogno della tua Ragione adesso, dei tuoi consigli, o forse solo dei tuoi occhi…” e fu in quel momento che un passo leggero sopraggiunse alle sue spalle.

Si fermò poco distante da colui con cui aveva deciso di schierarsi, e ne osservò la figura distesa sulla lettiga: le sete, bianche e azzurre, della sua tunica si confondevano con quelle su cui era adagiato. I capelli, biondi come il grano, ma con dei riflessi rossi dell’oro sotto il sole, erano sparsi disordinatamente a formare come un morbido cuscino sotto il suo capo.
Due ali candide spuntavano dalla schiena, spiegate. Da quando era arrivato al castello l'aveva visto sempre terribilmente pensieroso, proprio come in quel momento, e, forse, nemmeno si era accorto della sua presenza.
“Perché esiti ad avvicinarti, Uriel?” lo richiamò senza voltarsi “Son desto, non temere, e avanza senza indugio”.
L’altro obbedì, portandosi al suo fianco.
“Osservi la Terra?” gli domandò, quasi con ingenuità, e sorrise egli stesso per quella futile domanda.
Gabriel non distolse il suo sguardo, blu al pari di quella stessa notte, dall’oggetto tondo che rimaneva fisso davanti a lui.
“Umani…” mormorò “…mortali, così semplici nel loro complesso, nei loro pensieri e nelle loro emozioni così liberi. Rimpiango il tempo in cui ero uno di loro, senza pesanti doveri, senza obblighi né pudori da rispettare. Libero di poter esprimere i miei sentimenti, di amare, ma non solo un amore fisico, sporco, usato; non come crede Mikael, ma di un amore fatto di respiri, sguardi rubati all’altrui distrazione, pensieri trasmessi senza parola; intese, attimi da custodire come tesori più preziosi, veri doni del Cielo; odori dell’altrui pelle che resta indelebile, come un marchio a fuoco nelle narici, e li potresti riconoscere tra mille e mille e altri mille; carezze che non toccano la superficie esterna solo per godere di un piacere misero ed effimero, che per restare vivo dovrà essere sempre ricercato più e più volte ancora fino a che non resta una ruvida seta consunta, ma io parlo di quelle carezze che toccano il cuore e lo scaldano e lo proteggono, lo nutrono e lo lasciano nella vera estasi dell’appagamento che resta alla fine del viaggio eterno dell’anima.”
Ma si interruppe, trovando egli stesso inutili quei discorsi. Ora che la scelta era stata presa, che le intenzioni e le successive azioni erano decise e ferme, le spiegazioni non restavano che un inutile spreco di parole.
“Perché hai deciso di seguirmi, Uriel?” domandò poi, alzandosi in piedi. Scansò con uno scatto le tuniche, facendole oscillare alle sue spalle.
Le ali vennero smosse nell’aria intorno a lui, con un gesto meccanico, prima di dirigersi alla ringhiera marmorea della balconata.
Dall’alto, si godeva di uno scenario unico. Un mare immenso su quello che, agli occhi degli uomini, era solo un brullo satellite grigio argento che potevano ammirare nelle notti di Plenilunio e sognare sotto la sua benevola luce riflessa.
Un mare fatto di acqua come cristallo, liquido trasparente che rifletteva il blu dello spazio infinito, un mare placido, al centro del quale sorgeva l’immenso castello di Gabriel.
Quello stesso spettacolo non aveva più la forza di stupirlo.
Uriel non si mosse. Respirò a fondo e poi parlò “Perché così deve essere”.
L’unica risposta che da lui si sarebbe aspettato. Sorrise.
L’Arcangelo, nato per quinto dalla Mano di Dio, aveva occhi e capelli rossi come il fuoco più ardente. Due ali, dalle piume altrettanto rosse, erano ripiegate sulla sua schiena, mentre il resto del suo corpo era avvolto da una tunica candida, che risaltava sulla pelle baciata dalla Luce Divina.
Capiva i tormenti di Gabriel. Per questo si era posto al suo fianco. Non ne aveva mai parlato a lui, non gli aveva mai confidato i suoi, di tormenti, ma sapeva che non glieli avrebbe chiesti poiché non era ancora pronto per parlarne.
“Mio Principe della Luna…”. Una voce dalla melodia innata, leggere note di flauto appena annunciate, avvertì della presenza di un altro angelo sulla terrazza.
Gabriel si girò per osservarlo negli occhi.
Laylahel, dai lunghi capelli d’argento e la pelle di madreperla, si presentò ai loro occhi con un inchino di saluto.
“I Ventotto Angeli Lunari sono pronti ad eseguire ogni vostro ordine e comando, mio Signore.”
Uriel osservò entrambi, poi sospirò. “Così hai convocato tutti…”
“La mia scelta comportava anche questo. Il semplice allontanarmi dal Paradiso sarebbe rimasto come un inutile gesto di isolamento. E allora… lo avrei perso per sempre.”. Tornò a volgersi al mare. “Laylahel…” chiamò “…lo vedi il blu di questa notte?”
“Sì, mio Signore, mai più vivo si era presentato alla mia vigilanza eterna. Le tenebre lunari sono al vostro fianco, Principe.”
“Di questo stesso colore sono le sete della tunica di Raziel; sarà come averlo con me nell’atto in cui affronterò le Potenze del Cielo.”
Di quel profondo colore…

“Blu come i tuoi occhi notturni, fieri dell’impeto e vivi di passione, cosicché io possa portare sempre su di me il tuo sguardo anche quando non potrò vederlo…”

…e gli aveva rivolto uno dei suoi sorrisi, che sapevano porre quiete anche in un cuore scalpitante come il suo.
Felicità pura per un gesto così semplice.
E quel ricordo gli disegnò un sorriso genuino e privo di ironia, sul volto.
“Andiamo Uriel, di sotto ci attendono.” disse infine, allontanandosi dalla ringhiera. Il suo passo era lento, ma deciso. Avrebbe affrontato chiunque avesse cercato di ostacolare il suo cammino, chiunque avesse cercato di allontanarlo per sempre da Raziel, chiunque avesse, ancora un’ennesima volta, osato infangare il suo Amore apostrofandolo come: indegno, sacrilego, blasfemo, impuro, sudicio. Non avrebbe permesso questo delitto un momento di più.
“Sei deciso.” sorrise Uriel, appena lui l’ebbe superato.
“Imparerai ad esserlo anche tu.”
Come sempre, riusciva a capire le cose ancor prima che venissero poste alla sua attenzione e di questo, Uriel, aveva smesso di stupirsi già da molto, molto tempo.
“Mio Signore…” azzardò Laylahel, bloccandolo sull’uscio della terrazza “…è così importante, per voi, il legame col Divino Raziel? È talmente importante da farvi arrivare a prendere una simile decisione?”
“Laylahel…” l’espressione sul suo viso si fece seria, come l'altro non gliel'aveva mai vista “…così importante da farmi scatenare una guerra!”.


 

1SATANAEL: questo nome ha varie interpretazioni. Secondo il Vangelo apocrifo di Bartolomeo era il nome di Satana prima della sua caduta, ed era anche il nome del primo angelo creato dal signore. Secondo la Religione Catara era il nome del fratello maggiore di Gesù che, spinto dalla sua sete di potere ed orgoglio, venne precipitato negli inferi. Dal canto mio ho preferito utilizzarlo al posto di Lucifero per un gusto personale ^^.
   
 
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