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Autore: twisted__    03/09/2011    1 recensioni
"Era lì, bello e gracile come lo avevo immaginato. Era in piedi fra tutti con i suoi capelli neri e spettinati e gli occhiali un po' storti a celargli i magnifici occhi verdi. La cicatrice quasi invisibile sulla pelle bianca un po' in rilievo rispetto al resto. Lo fissai quasi con le lacrime agli occhi mentre lo vedevo sorridere verso una macchia indefinita color rosso fuoco. Si voltò quasi per errore verso di me e mi guardò sconcertato, forse troppo spaventato dai miei occhi spalancati su di lui. Mi voltai di scatto decisa a concentrarmi sui sedili mentre altri ragazzi entravano ridendo nello scompartimento. Andò via così come era comparso e il mio stomaco, ogni mio organo, sembrò svuotarsi."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Il sole entrò prepotentemente dentro la stanza austera aprendomi gli occhi e dandomi l’opportunità di ammirare quel luogo che credevo di poter solo immaginare. Mi alzai  dalla poltrona lasciando le coperte per terra. Cercai Lupin o Hagrid con lo sguardo senza trovarli. Il panico si impossessò di me e per un attimo pensai che mi avessero abbandonato lì facendomi solo un brutto scherzo. Una mano pesante trovò la mia spalla e sussultai. Hagrid aveva una pila di libri fra le braccia e reggeva un gatto dal pelo bianco con strani riflessi azzurri.

- Sono andato alla Gringott a ritirare qualche soldo e ti ho preso tutti i libri e…beh, un regalino da parte mia. Se vuoi ringraziarmi avrai tutto il tempo del mondo dopo, adesso tu e Lupin andrete a prendere la bacchetta da Olivander.

-Io ho dei soldi alla Gringott?!

- Sì…non lo sapevi? Voglio dire, tu non sai quale sia la persona che nella tua famiglia appartiene al nostro mondo?

-No. Tu sai chi è, vero?

-Mi dispiace per te ma no, credo dovrai chiederlo a Silente. Ah, ecco Lupin, coraggio! Fra due ore hai l’Espresso per Hogwarts da prendere quindi ti consiglio di far veloce. Ci vediamo lì.

Guardai il punto alle mie spalle che Hagrid stava fissando e vidi Lupin avvicinarsi svelto a noi due. Mi posò una mano sulla spalla molto meno violentemente di come aveva fatto Hagrid e lo salutò a voce bassa con un sorriso mentre andavamo via.

- Ti sei mai materializzata? Oh, che stupido, non credo proprio che tu possa averlo fatto..

- Oh, con la mia immaginazione l’ho fatto milioni di volte….ma sono autorizzata a materializzarmi?

- Con me sì. E’ solo per raggiungere il Paiolo Magico ed arrivare a Diagon Alley. Allora, sei pronta?

Afferrai il braccio di Lupin  e in un attimo fui risucchiata in un tunnel asfissiante. Uscimmo dopo qualche minuto e mi ritrovai nel retrobottega del Paiolo Magico. In pochi attimi fummo a Diagon Alley e un’esplosione di colori e suoni mi accolse. Guardai ammirata ogni singolo particolare e osservai tutti i colori di ogni mantello che potevo vedere. Guardai i piccoli gruppi di ragazzini spaventati che cercavano di orientarsi.Non mi sentivo una di loro, perché conoscevo quel mondo meglio di come avevo mai conosciuto quello che reputavo il mondo reale. Io ero cresciuta fra quei mantelli con la mia fantasia, ero stata mille volte in quei negozi pieni di strana mercanzia e avevo conosciuto come me stessa tutte quelle belle persone che stavo incontrando. Quello era il mio mondo e non mi ero mai sentita così a casa.

-Allora, andremo subito da Olivander e poi andremo a prendere la divisa, dopo di che dovremo volare per arrivare a King’s Cross…

- Per “volare” lei intende che….

- Oh no, se vuoi chiedermi se per “volare” intendo farlo sul serio la risposta è no, usavo solo un modo di dire!

Sorrisi imbarazzata mentre Lupin rideva divertito e quella risata catturava anche me. Proseguì la strada continuando a ridere fra sé e sé mentre io lo seguivo come un segugio. Entrammo nel negozio di Olivander e la prima cosa che vidi furono gli scaffali immensi ricolmi di scatole impolverate. L'uomo che conoscevo così bene, magro e provato dalla vecchiaia, ci venne incontro con fare cortese.
- Ciao Remus, vedo che mi porti clientela! Allora, sali su qui su, tu.
Feci esattamente come mi aveva ordinato presa un po' alla sprovvista per la scarsa considerazione. Mi alzò un braccio mentre continuava a conversare con Lupin e mi mise fra le mani una di quelle bellissime bacchette di legno.
-Mmm..questa bacchetta non va bene. Fammi cercare un po', tu prova tutte quelle che ti dico.
Mi diede le spalle e cercò ancora dando dei leggeri colpi di bacchetta qualcosa che facesse al caso mio.
- Sono curioso, prova questa. Agrifoglio e piuma di Fenice, undici pollici. Dovresti sapere di chi è, Remus.
Guardai Lupin sorridere e presi fra le mani quella bacchetta che avevo riconosciuto anche io. La strinsi sperando che fosse la mia. Quella era la bacchetta del mio piccolo eroe e non potevo che sperare di poterla stringere anche io, un po' per ricordare a me stessa dove la mia immaginazione era riuscita ad arrivare, anche prima che la realtà riuscisse a superarla.
-Niente, nemmeno una scintilla. Che ne dici di provare questa? Agrifoglio e crine di Unicorno, undici pollici.
La presi fra le dita e ammirai le scintille rosse fuoriuscire dalla punta e sparire nell'aria come piccoli fuochi d'artificio personali.
Lupin sorrise e lo feci anche io, felice di aver trovato quale sarebbe stata la mia bacchetta per sempre.Quando uscimmo con la bacchetta nella sua scatola andai a provare la divisa. Lupin aveva battuto nervoso il piede durante tutta la prova e non riuscivo a farmi prendere le misure per l'agitazione. Quando finimmo ci fiondammo alla stazione di King's Cross con la tremenda paura di far tardi. Arivammo con il fiatone e le gambe che faticavano a restar ferme. Guardai disorientata in cerca del binario numero 9 ma Lupin fu più svelto di me e mi tirò per un braccio attraversando di corsa la barriera che ci avrebbe condotto al binario 9 e tre quarti. Quando arrivammo l'immenso treno rosso era fermo davanti ad una folla di ragazzi con i genitori. Una confusione di bauli e colori mi accolse e fra i ragazzini di undici anni spaventati e ragazzi più grandi già esperti di quel luogo spiccava Hagrid con il mio carrello. Gli corsi incontro nonostante la stanchezza e lo stress e lui mi accolse in un abbraccio asfissiante. Senza parole mi affidò il carrello ed io sorrisi ad entrambi.
-Vai, altrimenti perderai l'Espresso...

-Hagrid, che fai, piangi?

-Cosa? Remus sei impazzito? Ho solo una cosa nell'occhio...

Osservai quei due con uno sguardo pieno d'affetto e pensai che avrei avuto ancora tanto tempo per rivedere quei volti gentili.

-Io vi ringrazio, di tutto. Vi ringrazio non solo per Diagon Alley, per avermi aspettato o che so io. Voglio farlo soprattutto perchè eravate presenti anche quando pensavo che non potesse essere possibile. Siete sempre stati qui, quindi grazie.

- Di nulla, ora sei a casa,Gabbe.

Colsi la verità nelle parole di Lupin e lo abbracciai velocemente e senza guardarlo negli occhi. Mi congedai così, voltando le spalle e spingendo il carrello lontano da loro. Feci fatica a caricare le mie cose sul treno e ancor di più per trascinarle nel corridoio e cercare uno scompartimento. Ne trovai quasi subito uno vuoto e mi buttai sui sedili immacolati e vellutati. Ero felice lì su, sapevo che con quel treno avrei finalmente trovato la mia casa. Rivolsi uno sguardo al corridoio ancora pieno di ragazzi e lo vidi. Era lì, bello e gracile come lo avevo immaginato. Era in piedi fra tutti con i suoi capelli neri e spettinati e gli occhiali un po' storti a celargli i magnifici occhi verdi. La cicatrice quasi invisibile sulla pelle bianca un po' in rilievo rispetto al resto. Lo fissai quasi con le lacrime agli occhi mentre lo vedevo sorridere verso una macchia indefinita color rosso fuoco. Si voltò quasi per errore verso di me e mi guardò sconcertato, forse troppo spaventato dai miei occhi spalancati su di lui. Mi voltai di scatto decisa a concentrarmi sui sedili mentre altri ragazzi entravano ridendo nello scompartimento. Andò via così come era comparso e il mio stomaco, ogni mio organo, sembrò svuotarsi.

   
 
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