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Autore: FRC Coazze    04/09/2011    5 recensioni
Tre fratelli. Tre Doni. Uno morì per il potere. Uno morì per l'amore perduto. Uno salutò la Morte come una vecchia amica. I fratelli Peverell dite? No, non esattamente...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Parte III. Uno salutò la Morte come una vecchia amica


 



Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderasse. Il fratello più giovane era il più umile ed il più saggio dei tre e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei.

Il ragazzo deve morire.

Quelle parole rimbombavano attutite nella sua mente come eco lontanissime, perdute, aleggianti eppure così vive e taglienti.

Erano fantasmi depravati che vagavano tra i suoi pensieri, passando tra di loro con una lentezza estenuante. Erano così fatui, flaccidi come se non avessero un vero motivo di esistere. Erano, ed era quel verbo a dar loro fattezze e corpo; erano e non potevano essere uccisi semplicemente perché non vivevano. Erano lì, aleggianti, calmi, persistenti e continuavano a ripetere quelle parole in una prolungata, tediosa geremiade.

“Il ragazzo deve morire.”

Non era una richiesta: era un dato di fatto. Doveva morire. Doveva morire… per permettere ai suoi amici, a chi credeva in lui, di vivere.

La foresta svaniva intorno al ragazzo, sfumando in una polla di silenzio. V’era solo grigio. Solo un’informe nebbia che lo osservava incuriosita.

Doveva morire. Doveva andare incontro alla Morte stessa, la Grande Mietitrice che tutto vede e che tutti attende, paziente.  Ella conosceva l’ora ultima di ogni uomo ed aspettava, silenziosa, immobile, invisibile… seguiva di passi di ognuno prima di tendere la mano ed afferrarlo.

Lui ora le stava andando incontro. Chissà se lei sapeva che stava arrivando… sì, probabilmente era già laggiù impercettibile, celata nel cerchio dei Mangiamorte, fianco a fianco a colui che tanto la temeva.

Anche il ragazzo che camminava nella foresta ne aveva timore. Sì, aveva paura. Eppure tutto sembrava così calmo intorno a lui, così placido, silenzioso come se la foresta stessa trattenesse il respiro insieme al suo cuore.

Era pronto a morire.

Quella quiete che lo avvolgeva non era altro che la semplice tranquillità che già albergava nel suo animo.

Era pronto a morire.

A cosa serviva aggrapparsi alla vita, quando si sapeva di non avere alternative? A quale scopo lasciarsi ottenebrare i pensieri dalla paura? Perché? Perché lasciarsi sbattere e trasportare da un mare in tempesta quando poteva accettare le acque calme di un lago quieto?

I morti lo avevano rassicurato. I morti non avevano fatto altro che alleggerire quel peso di paure, rapirle lontano, allontanarle da lui.

Perché temere la Morte? Non le si può sfuggire… Perché temere ciò che è inevitabile?

L’unica cosa che si può temere è il modo di morire… ma se la propria vita viene consapevolmente sacrificata per i propri amici, per permettere loro di vivere, per sconfiggere l’oscurità, allora bisogna avere paura?

Harry conosceva bene la risposta. No.

Non c’era nulla da temere di fronte alla Morte. Lei era solo un attimo, solo un momento… esisteva, ma non esisteva. Lei era lo scoccare esatto della mezzanotte, quel minuscolo frammento di tempo che non appartiene né all’oggi né al domani. Lei non era niente. Dunque perché temere il nulla?

Era pronto a morire. I morti erano con lui. Al suo fianco. Sempre.

Eccolo. Lui era lì. Il Signore Oscuro lo stava aspettando e, accanto a lui la figura incappucciata tendeva la mano verso di lui come ad invitarlo… come un’anziana, paziente signora che lo chiama a sé… una vecchia amica.

I suoi morti erano con lui. Erano lì, pronti ad abbracciarlo. Erano lì, giusto oltre l’angolo… e quale fatica c’era a voltarlo? Un attimo. Solo un attimo e sarebbe stato con loro.

Harry chiuse gli occhi mentre Voldemort levava la bacchetta contro di lui. Stava andando incontro alla Morte, l’avrebbe salutata come una come una lontana compagna… compagna, sì… l’aveva vista così spesso negli ultimi tempi che ormai era diventata davvero tale. Era là ora, ferma, ad attenderlo… e lui sarebbe andato con lei.

“Avada Kedavra!”

… salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita.
 




Eccomi! E con questo ho finito!

Immagino che tutti avevate già capito chi sarebbe stato il protagonista di quest’ultima one-shot… Eh sì! Harry Potter, legato al suo antenato Ignotus Peverell e possessore del suo Mantello dell’Invisibilità (maiuscolo, ovviamente!).

Ho poco da dire perché mi pare che il collegamento sia piuttosto immediato: Harry accetta il suo destino, ovviamente senza sapere che sarebbe sopravvissuto, e si avvia verso la Morte andando con lei, accettandola come una vecchia amica… così come Ignotus che, giunto a una veneranda età, lascia il Mantello al figlio e si allontana insieme con la Morte da pari a pari.

Spero che questa breve raccolta di one-shot vi sia piaciuta e ringrazio immensamente tutti voi che avete letto, seguito e recensito!


P.S. Se non lo avevate notato, il colore che ho usato nello spazio autrice è quello degli occhi di ognuno dei tre protagonisti.

  
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