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Autore: Lyla Vicious    05/09/2011    1 recensioni
Ad un tratto sentì una mano toccargli il cappotto:” Ho scelto te, nel silenzio della notte, ho scelto te, nello splendore del firmamento ho scelto te…”
Matt alzò il capo, era quella ragazza, la sua voce….sentì per la prima volta dopo tanto tempo lo stomaco attorcigliarsi, non riusciva a proferire parola davanti a lei, il timido ragazzo.
“C-come fai a conoscerla?” le chiese.
“è la mia preferita, sono Vivienne.”
“Vivienne, io sono Matt.” si diedero una stretta di mano.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio moltissimo ancora chi legge e chi recensisce :) spero che questo capitolo non vi deluda.
Enjoy it

Black


La trasportarono d’urgenza all’ospedale.
Percorsero un’infinità di corridoi stretti e ramificati.
Matt la chiamava, le parlava, cercava di farle capire che per lei lui c’era, ci sarebbe sempre stato, ma il viso della ragazza non dava segni di vita.
La portarono in una stanza e gli intimarono di rimanere fuori.
Rimasero lì minuti, forse ore, ma per Matt il tempo sembrava non passare mai. Tamburellava nervosamente le dita in sala d’attesa e batteva le scarpe di vernice sul pavimento in marmo, nel frattempo non staccava gli occhi dall’orologio appeso alla parete. Con lui c’era solo qualche signora sulla sessantina intenta nella lettura di qualche rivista di pettegolezzi.
Più il tempo passava, più l’ansia e la preoccupazione per le condizioni di Vivienne si impossessavano di lui.
Quando finalmente la porta si aprì, ne uscì il primario, un’espressione di rammarico e di comprensione gli segnava il viso.
“E allora? Che cos’ha?” gli chiese il ragazzo.
“Vorrei davvero darle delle buone notizie, ma vede…” l’uomo lo guardò in volto.
“Cosa!? Non faccia tanti giri di parole!”
“Vede, la ragazza si trova in un coma da sostanze stupefacenti e ha un grave trauma cranico, forse provocato da una caduta, non si sa mai…” fece un respiro profondo.
“Quindi vuole dire, che, c-che è probabile che muoia?!” la voce del ragazzo s’incrinò.
“Sono immensamente dispiaciuto dell’accaduto, signor Stein…”
“No, non può essere, cazzo!! C’è qualcuno in questo dannato posto che mi può spiegare come cazzo stanno le cose?!” Matt era fuori di sé, si alzò di scatto dalla sedia e iniziò a piangere incurante che ognuno nella sala lo fissasse.
“Signor Stein, la ragazza potrebbe anche riprendersi, non lo sappiamo di certo, ma c’è una minuscola probabilità che ritorni ad una vita pressoché normale.”
“C-cosa intende?”
“Vede, la ragazza potrebbe riprendersi fra qualche mese, un anno, non lo sappiamo con certezza. Bisogna solo sperare che tutto vada per il meglio.” appoggiò una mano sulla spalla tremolante del ragazzo che si tranquillizzò un po’.
“Incrocerò le dita dottore, la ringrazio. Posso almeno farle visita?”
“Certamente signor Stein.”
Entrò nella stanza e la vide.
Dormiva appoggiata sulla schiena in un angusto e statico letto d’ospedale, completamente ignara della sua presenza, il filo trasparente di una flebo le cingeva il polso minuto.
Si inginocchiò accanto a lei: ”Vivienne, amore.” Sussurrò: ”Lo so che non puoi sentirmi e vedermi, ma sappi che non ti lascerò nemmeno per un minuto, chiederò anche qualche settimana di ferie dal lavoro, ma voglio che tu sappia che non ti lascerò sola in balìa della morte, non ti abbandonerò mai.” Sfiorò dolcemente le labbra fredde della ragazza con le sue calde.
“Ti amo, nella buona e nella cattiva sorte, io ho scelto te, nella gioia e nel dolore, io ho scelto te.”     
E si stese ai piedi del suo letto, osservandola ogni secondo, finché il sonno non s’impossessò di lui.
  
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