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Autore: Saturn Hota    05/09/2011    1 recensioni
Lo specchio riflette la mia immagine.Capelli castani lunghi sul davanti e corti dietro, occhi color ambra scuro, un fisico nella norma, anche se una dieta non mi farebbe male. Ho un carattere abbastanza complesso, a volte non mi capisco nemmeno io. A volte sono dolce e tenera, ma a volte sono terribilmente stronza. Lo specchio riflette il mio corpo, ma niente potrebbe mai riuscire a riflettere ciò che ho dentro. Lo specchio riflette Luna Arkada, una ragazza di diciannove anni.Lo specchio non può aiutarmi a capire cosa mi sta succedendo, ma forse conosco qualcuno che può farlo.
Questa è una storia inventata interamente da me, personaggi e luoghi non esistono nella realtà, ma derivano dalle mie emozioni.Buona lettura.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi girai verso le mie amiche entrambe sconvolte, certo avevano un' espressione stupefatta, ma mai quanto me.  Presi lo specchietto nel mio astuccio e mi controllai. I miei occhi erano spaventati e ero tutta sudata. Avevo un espressione terrorizzata. Dovevo riprendere il controllo di me stessa. Chiesi il permesso di andare in bagno e la professoressa me lo diede senza badare a me, troppo intenta a guardare il nuovo arrivato. Guardandomi intorno notai che tutte le mie compagne di classe erano intente a fissarlo con gli occhi sognanti. Bello era bello si è vero. Lui aveva seguito i miei movimenti e non aveva mai staccato gli occhi da me, da quando era entrato. Io tenevo lo sguardo sulle mie air max nuove, ma sentivo il suo sguardo su di me. Quando gli passai vicino sentii un brivido corrermi lungo la schiena e mi assallì di nuovo quel misto di sensazioni tra odio, dolore e paura. Affrettai il passo e dopo essere uscita dalla classe mi misi a correre per arrivare in bagno. Mi rinfrescai il viso e cercai di riordinare le idee. Cosa mi stava succedendo? Perchè avevo reagito cosi alla vista di quel ragazzo? Oddio era tutto cosi confuso. Alzai il viso e mi guardai allo specchio, ma riflessi dietro di me vidi due occhi grigi che mi fissavano. Mi chiusi la bocca con una mano per non gridare e mi voltai ma dietro di me non c'era niente. Quegli occhi, erano gli occhi del mio incubo e assomigliavano agli occhi di Marc. Il suo nome mi sembrava cosi familiare. Ma che cosa sto pensando? Devo calmarmi e devo tornare in classe. Respirai a fondo e rientrai in classe decisa a non guardare in direzione di Marc. Sentivo il suo sguardo addosso, ma decisi di ignorarlo, cosa che mi costo notevole sforzo. Vanessa e Marie si passavano il nostro diario, scrivendo come pazze. Anche loro erano agitate. Mi sedetti al mio posto facendo finta di nulla e sperando che Marc distogliesse lo sguardo. Subito Marie mi passo il diario e io girai le pagine per arrivare all'inizio della loro conversazione.
" M. prendimi pure per pazza,ma io ho la sensazione di conoscerlo il nuovo arrivato, e ho delle sensazioni sgradevoli nei suoi confronti"
"No V. non sei pazza, anche io ho le stesse sensazioni, porca paletta, ma perchè Luna è uscita di corsa dall'aula? Sembrava stesse per piangere!"
"Non ne ho la più pallida idea! Ma sono preoccupata, questa storia non mi piace per niente."
"Le nostre compagne sono tutte a guardare Marc, guarda quell'oca di Virginia come lo fissa"
"E perchè la prof? Solo noi tre sembriamo immuni e non lo guardiamo come imbecilli?"
"Gia! V. hai fatto caso che Marc guarda un pò troppo la nostro Luna, sembra quasi voglia mangiarsela con lo sguardo"
" Si e ripeto la cosa non mi piace! Dobbiamo indagare"
"A quanto pare! Ecco L. è tornata, sembra più tranquilla"
"Ragazze anche io ho la vostra stessa sensazione. Sentite andiamo direttamente a casa mi, mangiamo da me. Vi devo dire una cosa importante, una cosa che mi sta succedendo in questi giorni."
"Si si a casa tua per una riuonione. Ma stai bene? Hai un espressione sconvolta"
"Tranquilla M. Perfavore ora cercahiamo di ignorare tutto e manteniamo la calma. Non ci sto capendo più nulla"
Le mie amiche annuirono e io rimasi il nostro diario nella borsa. Le altre due ore passarono in fretta, forse anche troppo in fretta. Marc non aveva smesso un attimo di fissarmi, ma io cercavo di non pensarci e ignoravo il suo sguardo, anche se i miei occhi avrebbero tanto voluto perdersi in quel grigio. Mi sembrava un gesto cosi spontaeno e naturale,ma l'altra parte del mio corpo voleva fuggire lontano da lui. 
La campanella dell'ultima ora suonò e io e le mie amiche ci preparammo per uscire. Subito le V.I.P si avvicinarono al banco di Marc e Virginia cominciò a fare la gatta morta con lui, ma lui non mostrava il minimo interesse per la bionda e continuava a fissare me. Vanessa era tesa e nervosa e Marie si stava mordendo le unghie. Dovevamo andarcene e in fretta da scuola.
Marc ci segui fuori dalla classe e fuori nel parcheggio. Vanessa si guardava alle spalle e era visibilmente infastidita di essere seguita cosi. Io tenevo sotto braccio Marie e ogni tanto ci scambiavamo sguardi ansiosi.
-" La vuoi smettere di seguirci?" Vanessa si girò di scatto verso Marc, che per niente stupito di quell'attacco diretto le sorrise e alzo le spalle  indicando una macchina vicino a quella della mia amica.
-" Non vi sto seguendo, ho solo parcheggiato la mia macchina vicino la vostra, stiamo solo andando nella stessa direzione".
Vanessa arrossì lievemente e si girò continuando a camminare. 
-" Comunque piacere Marc, ragazze"-
Stavolta fui io a girarmi di scatto.
-" Ti sei già presentato in classe, sappiamo come ti chiami e da dove vieni e te sai i nostri nomi quindi non c'è bisogno che ti scomodi con il bon ton"- Marie e Vanessa si guardarono stupite, in genere quella che faceva queste considerazioni non proprio amichevoli era Vanessa non io.
-" Certo che so come vi chiamate, io so tutto di voi. So cose che voi nemmeno sapete di voi stesse." e detto questo, ci sorpassò, salì sulla sua macchina e ci lasciò sole nel parcheggio della scuola come tre cretine.
Che cosa intendeva dire?
Mi girava la testa, chiusi gli occhi per vedere se il malditesta passava, ma appena mi ritrovai al buio, nella mia testa risuonò una risata maschile e mi tappai le orecchie gemendo. Apri gli occhi per vedere le mie amiche che mi guardavano stupite e questa fu l'ultima cosa che vidi prima di perdere i sensi.
   
 
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