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Autore: Tury    06/09/2011    1 recensioni
Un fischio, il silenzio e dopo l’esplosione. Se dovessi dare un suono alla mia vita, darei quello prodotto da una bomba. Da quel che ricordo la guerra è sempre stata la mia realtà. Correre, nascondersi, uccidere. Uccidere, uccidere, uccidere. Perché questa è la politica che vige sul campo di battaglia, perché è sempre il più forte a sopravvivere, perché…
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sophie… questo nome non fa altro che rimbombarmi nella testa.
“Fermate l’attacco!” urlo.
I miei uomini si fermano. Piano mi avvicino alla figura inginocchiata.
“Dimmi il tuo nome.” Le ordino.
“Farah, ma che ti prende.”
Un rumore sordo si disperde nel nulla, la mia mano ancora ferma in quell’atto appena avvenuto, il suo volto girato verso sinistra, un alone rosso sulla guancia.
“Rispondi alla mia domanda.”
“Ma che ti succede?”
Allo schiaffo segue un calcio assestato nel suo stomaco, che la fa piegare ancora di più.
“Ho detto che devi rispondere alla domanda…” le dico, col fiato corto, cercando di contenere l’ira che mi distrugge.
“Io non rispondo a nessuna domanda..” mi dice tossendo.
Sento la mia ira esplodere. Colpisco il suo corpo con calci e pugni, fino a riempirla di sangue. Poi, mi fermo, guardandola.
“Te lo ripeto per l’ultima volta…dimmi il tuo nome!”
“Farah, tu il mio nome già lo sai. Torna in te… ma che ti prende? Non ricordi più chi sono?”
“Non è la risposta esatta, stupita sacerdotessa.”
Il massacro di prima continua, con colpi più forti, con rabbia maggiore. La sento urlare, anche se vorrebbe trattenersi e le sue urla mi spingono a farle sempre più male, sempre più male…
Poi un grido, e una forza misteriosa mi spinge ad arretrare e a separarmi dal suo corpo. Una figura nera si staglia contro di me. È alta, i capelli lunghi, neri, gli occhi blu.
“Farah, smettila.” La sua voce è dura.
Una mano si posa sulla mia spalla. Mi volto a guardare il suo proprietario e il mio sguardo incontra due occhi dorati.
“Heiwa…” sussurro.
Lui mi sorride, prima di voltarsi a guardare di nuovo la nuova figura.
“Iwa… quanto tempo.” Dice.
La figura oscura si muove, mostra i denti.
“Heiwa che succede qui?”
“Nulla. Lei è la mia padrona, io devo obbedirle.”
“Heiwa! Hai visto come l’ha ridotta? L’hai vista?!”
“Era quello che desiderava.”
“No! E lo sai anche tu.”
“Io so ciò che ho visto.”
“Heiwa…”
“Fallo tacere!- urlo- Fallo tacere!”
Heiwa si stacca da me per dirigersi verso di lui.
“Non vi permetterò di farle altro male!” urla Iwa, mentre Heiwa gli si scaglia contro, facendo così cominciare uno scontro che vede come vincitore chi io credevo fosse il mio drago. Sorrido soddisfatta della riuscita e mi dirigo verso la sacerdotessa, che mi guarda con le lacrime agli occhi. Sfodero la spada, ma prima di colpirla le chiedo di esprimere il suo ultimo desiderio.
“E che senso avrebbe?- mi chiede- Tu non sei Farah, tu non sei la mia Farah… e nessuno me la porterà indietro, quindi che senso avrebbe esprimere un desiderio che non verrà esaudito?”
“Fa come vuoi.” Le dico, prima di lasciar scendere la lama della spada sul suo capo.
“FARAH!”
L’urlo mi blocca e mi volto verso Iwa.
“Farah, non farlo! Te ne pentirai per tutta la vita!”
È intrappolato nella morsa di Heiwa ma fa di tutto per fermarmi, almeno con le parole.
“Chi ti dice che me ne pentirò?”
“Lo so! Farah, torna in te!”
“Stai zitto.” Gli ordino, mentre sollevo di nuovo la spada.
“Farah vuoi perderla di nuovo? Vuoi che muoia ancora? Farah! Il suo nome è Sophie! Sophie, Farah, la persona per la quale sei morta! Lei è Sophie, Farah, la persona che ami!”
E improvvisamente, un passato dimenticato si riaffaccia alla mente.
  
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