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Autore: Rebl_fleur    07/09/2011    7 recensioni
Matt Jeevas era un giovane fotografo 26enne. Grazie al suo talento era riuscito a entrare in fretta nel complicato settore della moda e realizzava servizi fotografici per stilisti, pubblicità e riviste. Era alto, con un bel fisico; capelli ramati che la gente usava definire 'rossi' e grandi occhi verdi e luminosi: spesso e volentieri passava anche lui per un modello. Attualmente lavorava per Elle in California; viveva in un comodo appartamento in una zona centrale di Los Angeles e frequentava la famosa attrice e modella Misa Amane. Tutto nella sua vita sembrava perfetto..
Matt notò con sua grande sorpresa che il ragazzo alto con il caschetto biondo e gli occhi glacialmente azzurri che corrispondeva al nome di Mihael Keehl non aveva aperto bocca per tutto il tempo. Lo osservò, curioso: ora che non aveva più la camicia semiaperta da boscaiolo e i jeans larghi, indossava un completo di pelle nera attillata e se ne stava sulle sue a braccia conserte. [..] Decisamente, il lavoro di modello gli calzava perfettamente.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Un po' tutti | Coppie: Matt/Mello, Matt/Misa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Magazines and Photographs
first meeting

«Adesso devo salutarti, ci vediamo a pranzo», si congedò il ragazzo. Si sfilò la sigaretta consumata dalle labbra e la spense nel posacenere lì vicino. La voce all'altro capo del telefono rispose ridacchiando. 
«Certo, Matty. A più tardi!».
«Ciao..», borbottò irritato. 
Misa sapeva quanto lui odiasse quel soprannome, perchè diavolo continuava a chiamarlo a quel modo ridicolo? Riappese senza aspettare altri saluti.
Si spostò dalla finestra e uscì dalla stanza in fretta, ansioso di iniziare a lavorare. 
 
Matt Jeevas era un giovane fotografo 26enne. Grazie al suo talento era riuscito a entrare in fretta nel complicato settore della moda e realizzava servizi fotografici per stilisti, pubblicità e riviste. Era alto, con un bel fisico; capelli ramati che la gente usava definire 'rossi' e grandi occhi verdi e luminosi: spesso e volentieri passava anche lui per un modello. Attualmente lavorava per Elle in California; viveva in un comodo appartamento in una zona centrale di Los Angeles e frequentava la famosa attrice e modella Misa Amane. Tutto nella sua vita sembrava perfetto..
 
«Okay, Matt. Sono sopravvissuti in venti», scherzò Linda, l'assistente del fotografo. «Scegli due ragazzi e tre ragazze e cominciamo. Abbiamo solo due ore oggi, mentre domani potremo lavorare tutta la mattinata». 
Matt sbuffò. Se c'era una cosa che odiava, era dover scegliere i modelli. Non perchè non si fidasse del suo gusto personale ma aveva sempre il timore di sbagliare e scegliere qualcuno di inadatto. Prese un respiro profondo. Scrutò attentamente i sette ragazzi e le tredici ragazze che aveva di fronte: tutti indubbiamente belli e affascinanti, lo fissavano immobili in varie pose e con diverse espressioni facciali. Il servizio che dovevano realizzare era ambientato 'in campeggio' visto che i vestiti facevano parte della collezione primaverile di una nota stylist esordiente. Matt raccolse i curriculum sulla scrivania e li lesse attentamente. 
"Lei ha posato per grandi firme, questa ha fatto un sacco di pubblicità e ha dei capelli perfetti.. Quella ragazza ha degli occhi spettacolari.. Questo tipo ha la faccia giusta e.. Quello lì è interessante.."
Dopo aver passato cinque minuti buoni a fare congetture, chiamò cinque nomi: Cori Thomson, Lynn Rose, Erica Cooper, VJ Logan, Mihael Keehl. 
«Tutti gli altri possono andare, grazie per essere venuti», salutò con un sorriso. 
Quando i quindici modelli di troppo abbandonarono la stanza, il ragazzo si sentì più leggero: la parte più spaventosa l'aveva affrontata ed era piuttosto soddisfatto. Andò a recuperare la Nikon mentre nei camerini i modelli indossavano gli abiti; quando furono tutti pronti, vestiti, pettinati e truccati iniziò il servizio vero e proprio. 
Matt si divertiva sempre un mondo: sperimentava le pose, faceva battute per ricevere sorrisi spontanei quando gli servivano e parlottava con i ragazzi tra un cambio d'abiti e l'altro. Dopo un'ora e trentasette minuti ebbero finito e tutti chiacchieravano allegri mentre si cambiavano. 
Tutti tranne uno. 
Matt notò con sua grande sorpresa che il ragazzo alto con il caschetto biondo e gli occhi glacialmente azzurri che corrispondeva al nome di Mihael Keehl non aveva aperto bocca per tutto il tempo. Lo osservò, curioso: ora che non aveva più la camicia semiaperta da boscaiolo e i jeans larghi, indossava un completo di pelle nera attillata e se ne stava sulle sue a braccia conserte. 
"Che tipo strano", borbottò Matt nei propri pensieri. Era di sicuro uno dei ragazzi più carismatici che avesse mai conosciuto in vita sua: anche se non parlava e non prestava attenzione a nulla, tutta la sua persona sembrava una sorta di calamita e distogliere lo sguardo era pressochè impossibile. Decisamente, il lavoro di modello gli calzava perfettamente. 
Poi quegli occhi vaganti si posarono su Matt e ci rimasero: forse Mihael voleva fargli capire che aveva notato il suo sguardo fisso e che gli dava fastidio. Matt si sentì avvampare dalla vergogna e si voltò fingendo di sistemare qualcosa. 
"Sono un idiota", pensò. 
«Cosa ne dite di pranzare tutti insieme?», propose Linda che aveva avuto modo di socializzare con quel modello moro, VJ. 
«Dovrete fare a meno di me», rise Matt, ormai tornato a un colorito normale. 
Keehl alzò lo sguardo dalle sue scarpe come se lo avessero chiamato. 
«Perchè non vieni?», domandò l'assistente, sinceramente dispiaciuta. 
«Ho un appuntamento con la mia ragazza», rivelò. 
Alcune modelle furono sorprese a quelle parole; il biondo arricciò il naso. 
«E sono in ritardo», aggiunse. «A domani ragazzi. Il servizio inizia alle nove, non tardate che mi incasinate tutto». 
I modelli risero, assicurando la propria puntualità. Matt afferrò le chiavi dell'auto e si dileguò. Linda iniziò immediatamente a discutere con le ragazze su dove andare a mangiare. 
«Io non posso venire, ho da fare». 
Quando udirono quella voce tutti si voltarono. Era la prima volta che Mihael parlava. 
«Va b-bene», balbettò Linda, persa in quegli occhi: sembravano di ghiaccio per il loro colore ma allo stesso tempo emanavano un calore ardente. 
Prima che il biondo taciturno potesse lasciare la stanza un cellulare squillò.
«Cavolo, Matt se l'è scordato. Mihael, visto che stai uscendo non è che potresti portarglielo? Probabilmente è ancora nel parcheggio..». 
Il ragazzo annuì impercettibilmente, prese il cellulare e uscì. Non era molto convinto di trovarlo ancora nel parcheggio -era uscito da diversi minuti ormai- ma lo cercò ugualmente. Il cellulare del fotografo continuava a squillare urtando i nervi del ragazzo biondo che, pur di non sentirlo più, rispose.
«Matt!», strillò una vocetta che Mihael definì immediatamente acuta e petulante: fastidiosa. 
«Dove sei? Ti sto aspettando al Madeo e c'è già chi mi dice che se non arrivi devo cedere il tavolo. Ti rendi conto?». 
Mihael sgranò gli occhi. "Ma quanto cazzo parla questa qui?", pensò.
Non si aspettava quel genere di ragazza per uno come Matt. Aveva sempre avuto buon occhio nel comprendere le persone e non riusciva a credere di essersi sbagliato, non nei confronti di quel fotografo che credeva di aver classificato alla perfezione. E, se aveva ragione -detestava dover considerare l'eventualità di avere torto- non era possibile che a quel ragazzo potesse interessare una tipa che sembrava tanto un'oca.
«Senti, Matt ha scordato il cellulare, lo sto cercando nel parcheggio ma evidentemente è già uscito», sospirò. 
La ragazza fermò il suo ciarlare nel sentire una voce che non corrispondeva a quella del suo ragazzo. «Matt sa dove lo stai aspettando?», continuò Mihael.
«C-certo», rispose confusa. 
«Bene. Arrivo», concluse. Decisamente la conversazione per lui era durata anche troppo. 
«Aspetta! Chi diavolo sei? E.. In che senso mi dici arrivo?», sbottò arrabbiata. Chi era quello sconosciuto che aveva risposto al telefono del suo ragazzo?
«Sono Mihael e arrivo non ha molti sensi», replicò senza risparmiarsi il tono acido. Quella tipa gli stava già fin troppo sulle palle. Chiuse la conversazione con un gesto secco, poi infilò il casco e salì a bordo della sua moto lucida.



ndRebl_fleur: Okay, per ora questa storia è solo un ipotesi. Da una settimana ci pensavo e, nonostante sia ancora indecisa sul da farsi, ho voluto postarla lo stesso. Innanzitutto, ho scelto di non chiamare Matt con il suo vero nome perchè.. Bho, Mail non si addiceva a un californiano, nemmeno se di origini irlandesi u__u .Più avanti però potrebbe anche rivelarsi un semplice nome d'arte, quindi, chi lo sa! (io dovrei saperlo invece, ma sono dettagli.. <.<)
Qualche recensione (anche se volete scrivermi che dovrei ritirarmi mi va bene lo stesso) e magari qualche consiglio sono ben accetti. 
ps. VJ Logan esiste davvero, è un modello e ha vinto la seconda edizione di America's Most Smartest Model (e per me è odioso anche se non posso nascondere che è piuttosto bello).
pps. Anche il Madeo esiste davvero e purtroppo lo conosco solo perchè l'ho letto su una rivista, non di certo perchè ci sono stata (*si deprime* ç.ç)
Vabbene la smetto di annoiarvi. Al prossimo capitolo (forse). xoxo

 
  
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