Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Miyan    08/05/2006    3 recensioni
Questa è la storia di una giovane ragazza che si ritrova ad aver di nuovo a che fare con Hogwarts qualche anno dopo al suo diploma... la storia di simpatie, amori e il proseguimento della vicenda di Harry, ipotizzando la morte di Lord Voldemort alla fine del settimo anno... spero che vi piaccia... è stato scritto prima dell'uscita del sesto libro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 26

CAPITOLO 26

Nessun rumore. Sì, la stanza era immersa nel silenzio. Aprì lentamente gli occhi cercando di abituarsi alla poca luce che filtrava dalle tapparelle in fessura. Sentiva la bocca secca ed amara. Aveva sete. Cercò di alzarsi ma un dolore atroce le partì da un fianco per poi propagarsi in tutto il suo corpo. Un rantolo di dolore fuoriuscì dalla sua bocca. Rimase immobile attendendo che il dolore si attenuasse.

"Respira lentamente May…"

si disse mentre prendeva aria.

Chiuse gli occhi cercando di rilassare del tutto il suo corpo dolorante. Sentì la porta aprirsi e dei passi avvicinarsi.

"May…?"

riconobbe la voce della donna che la stava chiamando. Riaprì gli occhi e li posò sulla figura in piedi accanto a lei. Sorrise.

"Ciao Hermione… che piacere vederti…"

ne era sinceramente contenta in quanto significava che era ancora viva.

"Anche per me è bello vederti sveglia… finalmente…"

disse la dottoressa mentre si infilava le mani nelle tasche del camice bianco.

"Finalmente? Da quanto ero incosciente?"

chiese subito, curiosa come al suo solito.

"Una decina di giorni…"

May la interruppe

"Dieci giorni!? Cosa?"

alzò la voce tentando di nuovo di rialzarsi, ma il solito dolore la fece di nuovo accasciare nel letto.

"Stai ferma May, sei ancora troppo debole."

L’ex grifondoro l’aiutò a sistemarsi meglio nel letto.

"Hermione, cosa è successo? Harry? Max?"

domandò ansiosa.

"Calma. Piano con le domande. Ci vuole tempo per spiegarti tutto."

Disse la donna prendendo una seggiola e sedendosi accanto a lei.

"Credo che ne avrò di tempo per poterti ascoltare…"

affermò la professoressa fissando gli occhi ambrati in quelli della dottoressa.

"Da dove cominciamo…?"

pensò ad alta voce Hermione.

"Harry… Harry è vivo?"

chiese immediatamente la rossa.

Hermione sorrise, posò una mano su quella della giovane che stringeva le lenzuola candide.

"Sì. Lui è vivo…"

all’udire quelle parole May si rilassò. Aveva temuto per la vita dell’auror, ed invece si era salvato.

"Bene…" disse in un sussurro.

"Ma cosa è successo?"

domandò ancora.

"Veramente non so di preciso… non ho avuto la possibilità di incontrare Harry quindi non so bene cosa è accaduto… "

spiegava la dottoressa

"… Silente ci ha avvertiti che Max ha tentato di uccidervi ma che tu hai fatto scudo a Harry… poi lui ha tentato di pietrificare Greenflame che si è trasformato in un corvo ed è fuggito…"

poche parole che raccontavano in sintesi l’accaduto.

"…è riuscito a fuggire…"

May abbassò lo sguardo.

"Non preoccuparti, Harry e tutto l’Ordine lo stanno cercando. Difficilmente riuscirà a passare inosservato, alcuni giornalisti sono apparsi alla villa e hanno carpito alcune informazioni tra le quali il nome del nuovo Oscuro Signore e il fatto che Harry è vivo…"

la dottoressa si alzò dalla seggiola avvicinandosi alla finestra voltando le spalle all’amica.

"Max è fuggito… ma almeno la villa è stata distrutta… Sai se hanno trovato qualcosa di utile?"

chiese razionalmente la professoressa.

"Linda è fuggita con tutte le carte importanti… l’unica novità è che è stato ritrovato il fratello della professoressa McGranitt…"

spiegò la donna

"Ne sono felice"

affermò sorridendo la rossa

"…ma purtroppo era morto…"

la dottoressa concluse la frase lasciando May di sasso. Le venne subito in mente suo fratello.

"Mio fratello Gary? E le mie amiche?"

chiese agitata.

"Stanno tutti bene… non ti preoccupare!"

Hermione guardò la ragazza che in quel letto di ospedale sembrava indifesa.

"Saranno felici di rivederti. I tuoi genitori e tuo fratello sono qui fuori. Te li chiamo subito…"

affermò la dottoressa avviandosi verso la porta della stanza.

"E Harry…?"

chiese timidamente la giovane.

La dottoressa si arrestò.

"Non lo vedo da quel giorno… non si è fatto vivo…"

disse la dottoressa sapendo bene che l’amico non faceva una bella figura in quel momento

"… starà lavorando notte e giorno per trovare Greenflame…"

lo giustificò in qualche modo la donna.

"Già…"

May abbassò gli occhi triste mentre Hermione lasciava la stanza.

Quando la porta fu chiusa May lasciò scendere una lacrima.

"Non si è mai fatto vivo…"

pensò tra sé la professoressa.

Sapeva benissimo che avevano deciso implicitamente di non far sapere nessuno del loro legame per non rischiare che la notizia trapelasse ed arrivasse anche a Max, ma si chiedeva come mai "un amico" non fosse andato a trovare "un’amica" che stava male…

Scosse la testa cercando di cancellare il suo pessimismo.

"Come ha detto Hermione, Harry sarà sommerso di lavoro e vorrà trovare Max il prima possibile…"

anche lei lo giustificava, ma una strana morsa le schiacciava il cuore.

Intanto la dottoressa, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, si era inoltrata nel corridoio. Dopo pochi passi aveva incontrato Gary ed i genitori di May.

"Dottoressa Granger come sta mia figlia?"

le chiese il padre.

La donna sorrise dolcemente.

"Si è svegliata."

A quella notizia i visi dei tre si illuminarono.

"Possiamo vederla?"

domandò immediatamente Gary.

"Certo, ma solo per pochi minuti… è ancora debole. Meglio evitarle sforzi…"

i tre fecero un cenno di assenso e poi raggiunsero la stanza della ragazza.

Nel vedere i suoi genitori May sorrise tentando di non piangere. Era bello vederli felici. Sperava di non averli fatti preoccupare troppo.

Rimasero qualche minuto con lei, poi uscirono dalla stanza, ma la ragazza fermò il fratello.

"Gary, aspetta…"

il ragazzo tornò verso il letto della sorella.

"Dimmi May…"

aspettò che lei parlasse.

"Mamma e papà sanno che facciamo parte dell’Ordine?"

chiese preoccupata. Non voleva coinvolgere anche loro.

"No, Silente ha inventato una scusa. Non chiedermi cosa perché non ne ho la più pallida idea… Mamma e papà non mi hanno detto nulla…"

rispose il ragazzo.

"Bene…"

May sorrise.

"Mi raccomando tienili d’occhio, non vorrei che anche loro fossero in pericolo e soprattutto stai molto attento fratellino!"

si raccomandò lei.

Il giovane si abbassò e le diede un bacio su una guancia.

"Stai tranquilla sorellina e riposati. Devi ritornare nel pieno delle tue forze… abbiamo bisogno di te!"

la salutò poi lasciò la camera.

Quando il fratello se ne fu andato la giovane chiuse gli occhi e si addormentò di nuovo. Quando li riaprì vide che c’erano due figure femminili appoggiate alla finestra da cui entrava il sole che le impediva di focalizzare chi fossero.

Sbatté le palpebre più volte.

"Ehy dormigliona… era ora che ti svegliassi. Rischiavamo che Hermione ci cacciasse dalla stanza prima di poterti parlare!"

esordì Shannon avvicinandosi al letto.

"Sai com’è, bisogna attendere i comodi delle prime attrici!"

rispose May sorridendo all’amica.

"Allora peste come stai?"

domandò Victoria prendendo una seggiola e accomodandosi accanto al letto. Shannon invece si sedette sul bordo del materasso prendendo la mano dell’amica.

"Sono stanca, sono debole e voglio uscire da qui!"

disse la rossa.

"Non incominciare a fare i capricci! Sono poche ore che hai ripreso conoscenza, non puoi pretendere di aver già recuperato!"

la sgridò Shannon.

"Ma lo sapete come sono fatta… sarò pigra ma non ce la faccio a rimanere a letto!"

sbuffò la giovane.

"Dai May, se ti riposi bene recuperi alla svelta e tra qualche giorno verrai a casa."

Disse razionalmente Victoria.

"Hai sempre ragione tu!"

affermò ridendo May e anche le sue amiche si misero a ridere.

"Beh ora meglio andare altrimenti Hermione viene davvero a prenderci e a trascinarci fuori di qui…"

spiegò Shannon

"…perché devi sapere che siamo venute fuori dall’orario di visita. Non volevano farci passare ma Hermione ha chiuso un occhio, ma si è raccomandata di fare alla svelta."

Finì Victoria.

"Allora andate prima che vi trovino!"

disse sorridendo la rossa.

"Ok, a presto stella!"

la salutò Shannon.

"Stai tranquilla mi raccomando!"

affermò Victoria prima di uscire dalla porta.

Quelle due le avevano portato una ventata di allegria. Si ripromise di seguire i loro consigli.

La notte era limpida, il cielo era illuminato dallo spicchio di luna e da una miriade di stelle. L’aria era calda ma non troppo afosa. Era una notte splendida. Una di quelle notti da passare seduti in veranda a chiacchierare con gli amici con davanti un bicchiere di limonata fresca, oppure da passare con la persona che si ama spendendo il tempo nei vari locali rincorrendosi, avvicinandosi ed allontanandosi. Ed invece anche quella notte lavorava.

Si domandava ancora il perché Silente avesse voluto esplicitamente che fosse lui ad accompagnare Piton. Di solito non erano mai di ronda insieme. Ogni volta che c’era qualcosa da fare per l’Ordine della Fenice loro erano assegnati a due gruppi diversi.

"Gli devo molto…"

pensò tra sé il mannaro giustificando in quel modo la loro collaborazione forzata.

Piton gli forniva ogni mese la pozione che attenuava la sua indole di mannaro quando la luna era piena. Ma non riusciva comunque a capire. Non erano mai andati d’accordo. Lui, uno dei Malandrini, e il serpeverde. In qualche modo si rispettavano, ognuno riconosceva le capacità dell’altro ma niente di più.

"Perché mandare in missione due che non si fidano l’uno dell’altro?"

si domandò Lupin mentre avanzava accanto al fosco professore di pozioni.

Silente li aveva mandati a chiamare poche ore prima. Seduti nel suo studio aveva spiegato loro che dovevano smaterializzarsi in un paesino della Cornovaglia abitato completamente da maghi e andare da una persona. Non aveva dato ulteriori chiarimenti.

Gli vennero in mente le parole di Severus

"Silente credo sia meglio che vada da solo…"

ma il preside l’aveva subito zittito.

"Siamo quasi arrivati!"

affermò l’uomo accanto a lui facendolo ridestare dai suoi pensieri. Gli fece appena un cenno con il capo mentre il loro passo veloce e deciso non accennava ad arrestarsi.

Pochi minuti dopo entrarono in un giardino di una piccola casa dalle ante tinte di verde. Piton bussò due volte alla porta dello stesso colore. Apparve una donna dai serici capelli biondi.

"Accomodatevi. Vi attendevo."

Era una bella donna sui trent’anni. La prima cosa che colpiva di lei erano i lunghi capelli che sembravano un manto di seta di un biondo talmente chiaro che parevano quasi bianchi. Occhi azzurri rendevano il viso delicato molto affascinante.

Fece loro attraversare il piccolo ingresso facendoli accomodare nel salotto.

"Ci perdoni signora ma Silente non ci ha avvertito di cosa facciamo qui."

Esordì Remus.

La donna sorrise sedendosi in una poltrona davanti al divano in cui invece erano accomodati i due.

"Devo dirvi qualcosa che può fermare mio fratello."

Spiegò lei.

"Suo fratello?"

chiese Piton.

"Max. Non è lui che state cercando?"

la domanda era retorica. Lei sapeva benissimo chi aveva di fronte.

"Da quando una sorella tradirebbe il suo sangue?"

domandò di nuovo Piton ironicamente.

"Da quando si vuole salvarlo da una fine peggiore, forse perché siamo fratelli solo a metà… mio padre non era Tom Riddle, ma un povero mago inglese che lui ha ucciso per avere mia madre!"

la voce era calma ma si riusciva comunque a sentire del rancore.

"Non sapevamo nulla…"

disse Remus.

"Nessuno lo sapeva. Mio padre è stato ucciso che io avevo solo tre anni. Lord Voldemort si era invaghito di mia madre e l’ha voluta per sé, ha avuto un figlio con lei e dopo pochi anni l’ha cacciata. Non era inglese e lui voleva una compagna adatta a lui. Mia madre prese me e mio fratello e ci trasferimmo in Germania. Voglio bene a Max, gliene ho sempre voluto, ma si vedeva che era diverso. All’età di diciassette anni ha scoperto l’identità di suo padre, che era ancora vivo."

Raccontava calma.

"Voleva partire per venire a cercarlo ma mia madre è riuscita a fermarlo. Ma poi quando Potter lo ha ucciso Max è come impazzito. Si è chiuso in sé stesso e studiava giorno e notte. Noi pensavamo che si fosse messo il cuore in pace ed invece è riuscito a venire in Inghilterra ed a ricostituire il dominio di terrore di Voldemort."

La donna non temeva di nominare il nome del Signore Oscuro.

"E io che pensavo fosse felice… poi qualche giorno fa ho letto alcuni articoli in cui si diceva che Max era diventato il nuovo capo dei Mangiamorte e che ha combattuto contro di voi. Appena l’ho saputo ho contattato Silente ed ecco che lui vi ha inviati da me."

concluse lei.

"Solo per sentire il suo racconto?"

chiese Piton.

"Credo che voglia questo…"

la donna prese il ciondolo che portava al collo, era d’argento con una pietra rossa. Si alzò dalla poltrona e si avvicinò a Lupin mettendoglielo in mano.

"Cos’è?"

chiese lui.

"Non so dirvi di preciso. Ma Max l’ha sempre temuto ed amato. Lo consegno nelle vostre mani."

I due capirono che la visita era conclusa e si congedarono.

Il tempo era brutto, pioveva e pareva non volesse smettere. La ragazza si alzò dal letto facendo ancora un po’ di fatica. Non voleva rischiare di sentire ancora il dolore provenire dalla ferita che si stava rimarginando. Sollevò un poco la canottiera del pigiama e vide la garza che proteggeva la carne. Aveva visto la ferita quando Hermione era andata da lei per medicarla. Non era molto grande, forse tre centimetri, ma era molto profonda, sembrava una bruciatura.

"Avrò anche io una cicatrice di guerra da mostrare…"

affermò lei a voce bassa.

"Spero che sia la prima e l’ultima professoressa."

Affermò Silente che era appena entrato nella stanza.

La giovane si sistemò la maglietta e si avvicinò all’uomo.

"Preside. Benvenuto al San Mungo…"

disse lei ironicamente. L’ospedale non era certo un bel posto in cui stare.

"Oh May, abbia un po’ di pazienza, tra poco uscirà. Ho sentito la dottoressa Granger dire che è quasi pronta."

La rincuorò l’uomo.

"Bene. Non ce la faccio più a starmene qui con le mani in mano mentre so bene che tutti voi state lavorando incessantemente…"

disse la giovane.

"Non si deve preoccupare. Dovrei chiederle un piacere."

Affermò l’anziano.

"Mi dica pure."

La ragazza fissò attentamente il volto del preside.

"Vorrei confermarla come insegnante per Difesa contro le Arti oscure anche quest’anno quindi volevo sapere la sua disponibilità…"

chiese lui.

La giovane rimase un po’ stupita. Non si aspettava quella proposta.

"Ne sarei lieta. Se per lei non ci sono problemi a proseguire come l’anno scorso. Sa bene che ogni tanto devo assentarmi dalle lezioni per andare dalle mie colleghe a Londra."

Rispose lei sorridendo leggermente.

"Ne sono cosciente. Per me va bene. Devo quindi prenderlo come un assenso?"

chiese Silente.

"Si."

Sorrise lei apertamente.

"Bene. Allora le ho portato alcune carte da firmare. Le legga e poi passi da me a consegnarmele appena viene dimessa."

Disse lui.

La ragazza prese le carte che lui aveva estratto da una delle sue tasche. Poi il preside si congedò.

"A presto May, mi raccomando si riposi."

La ragazza lo salutò.

Il preside rientrò a casa che era quasi l’ora di cena. Remus era fuori per lavoro ed anche Harry. Si diresse in cucina per cercare qualcosa da mangiare. In realtà non aveva molta fame.

Stava per varcare la porta quando vide Potter rientrare dalla porta sul retro.

"Buonasera Harry…"

lo salutò l’anziano.

"Buonasera Silente…"

rispose il ragazzo dirigendosi verso la scalinata che portava al piano superiore.

"Come mai così di fretta? Non hai voglia di mangiare qualcosa con me?"

domandò l’uomo osservandolo da dietro le lenti degli occhiali a mezzaluna.

"Ho solo il tempo di farmi una doccia per togliermi di dosso questa puzza di troll… ne ho incontrato uno nel pomeriggio."

Spiegò il ragazzo cercando di andarsene.

"Dove devi andare?"

chiese Silente.

"Ho una traccia su dove si nasconderebbe Greenflame… Ron dovrebbe passare di qui tra un quarto d’ora…"

affermò guardando l’orologio da polso.

"Aspetta. Devo solo dirti una cosa…"

lo fermò l’uomo.

Il ragazzo che aveva fatto alcuni gradini si arrestò per poi scendere di nuovo e fermarsi di fronte al vecchio mago.

"Dica…"

si concentrò su di lui.

"La professoressa Pereights si è svegliata…"

esordì l’uomo.

"Bene…"

la voce di Harry era stata fredda e immobile, il volto aveva tralasciato per meno di un secondo la sua immagine impassibile ed era parso contento. Ma poi era tornato deciso come prima.

"Dovresti andare da lei…"

gli consigliò l’uomo.

"Ora non posso… appena trovo un’oretta libera ci andrò…"

disse Harry.

"Come vuoi. Devo anche darti una cosa."

Affermò Silente mentre prendeva qualcosa dalla tasca della sua veste color ciclamino.

"Tieni…"

aprì la mano che conteneva il ciondolo dalla pietra rossa che Piton e Lupin avevano recuperato dalla sorella di Max.

"Che significato ha?"

domandò il giovane.

"Sappi solo che ti sarà utile."

Poi l’uomo si diresse verso la cucina per riprendere quello che stava per fare… cercare qualcosa per cenare.

Erano tre giorni che era stata dimessa. Stava bene, si sentiva soltanto un po’ debole, ma la ferita non le faceva più male. Non aveva più bisogno di tenerla coperta, la pelle si era rifatta ma era rimasta una cicatrice a forma di sole. In quei tre giorni si era riposata a casa ed aveva compilato le carte che le aveva consegnato Albus Silente per la sua nomina a professoressa per l’anno che sarebbe cominciato a Settembre.

Se ne stava seduta alla scrivania della sua camera. Rilesse il documento poi lo piegò e lo inserì nella busta. Volse lo sguardo alla finestra e vide il sole che stava tramontando rendendo il cielo rosso. Infilò la busta nella sua borsa e scese le scale che conducevano al piano terra.

"Mamma…"

chiamò la madre mentre faceva capolino sulla porta della cucina. La vide intenta a preparare la cena.

"Sì May… dimmi…"

rispose la donna.

"Vado da Silente a portargli questi documenti. Non aspettarmi per cena, non ho molta fame e non so a che ora posso tornare…"

spiegò la ragazza.

"Va bene. Ma stai attenta a non affaticarti troppo volando!"

si assicurò la donna.

La giovane la salutò poi uscì di casa e prese la sua scopa che aveva appoggiato sul retro della casa. La inforcò e si levò in volo. L’aria era calda quindi non le dava fastidio volare senza il mantello. Dopo una decina di minuti la scopa scese nel giardino sul retro della casa del preside. Appoggiò la scopa al muro e poi entrò in casa.

"Permesso…"

disse giungendo nell’atrio. Non sentì nessuno risponderle.

"C’è nessuno?"

chiese di nuovo ad alta voce.

"Strano che non mi risponda nessuno. Mi sembra curioso che se ne vadano tutti senza chiudere la porta di casa…"

pensò tra sé mentre entrava nello studio di Silente ed appoggiava la busta al centro della scrivania in un punto dove era certa che l’uomo l’avrebbe sicuramente scorta.

"Diammine sei tu!"

sentì la voce potente di un uomo provenire dalla porta.

Alzò lo sguardo e vide Harry con i capelli bagnati, a piedi nudi e con indosso solo un paio di pantaloncini… probabilmente era appena uscito dalla doccia.

"Già. Sono io…"

la risposta fredda della giovane. In realtà il suo cuore aveva incominciato a battere velocemente appena si era vista il ragazzo davanti.

"Non devi entrare nelle case degli altri senza farti sentire. Avrei potuto colpirti con un incantesimo!"

affermò il giovane entrando nella stanza.

"Veramente io ho chiesto il permesso ma nessuno mi ha risposto. Volevo solo lasciare alcuni documenti a Silente. Non c’è?"

chiese lei.

Lui la guardò di sfuggita, indossava una canottiera rosa ed un paio di pantaloncini bianchi. Rosa erano anche le infradito e la borsa di tela. I lunghi capelli erano legati in una coda.

"Hey, c’è Silente?"

Domandò di nuovo la ragazza attirando l’attenzione del giovane.

"No, lui e Remus sono via per qualche giorno."

Spiegò Potter.

"Ah… quando torna digli che ho lasciato i documenti sulla sua scrivania. Ora scusami, devo andare."

disse lei passandogli in parte ed uscendo dalla stanza.

"May…"

lui la richiamò.

La giovane si fermò in mezzo all’ingresso ma non si voltò verso di lui.

"Devi dirmi qualcosa?"

chiese lei, nessuna vibrazione nella voce.

Il ragazzo la raggiunse e le sfiorò un braccio mentre la faceva voltare verso di lui.

"Come stai?"

domandò solamente.

"Ora meglio. Ma credo che non ti interessi poi molto…"

affermò lei dirigendosi verso il retro della casa.

Lui la seguì…

"Perché dici così? Lo sai bene che sei importante per me…"

disse lui abbassando un poco la voce.

"Così importante da non venire mai a trovarmi in ospedale?"

si voltò verso di lui, gli occhi che trattenevano a stento le lacrime.

"Non è vero…"

affermò egli cercando di prenderla tra le braccia. Lei lo spinse lontano.

"Come no? Hermione mi ha riferito che non sei mai venuto a farmi visita quando ero incosciente e poi quando mi sono svegliata non ti ho mai visto, nemmeno per un minuto, venire a salutarmi…"

affermò lei. Riusciva ad impedire alle lacrime di scendere.

"Dormivi. Venivo a notte fonda, quando nessuno era in giro. Ti ho osservata dormire tutte le notti…"

spiegò lui.

"Perché?"

chiese lei a bassa voce.

"Ero, anzi sono, impegnato con le ricerche di Max, ho pochi minuti di tempo libero. Come potevo farmi vedere e sparire subito dopo?"

chiese lui mentre si avvicinava di nuovo alla ragazza.

"Max… sempre Max. È la tua priorità vero?"

chiese lei.

"Prima lo troverò, prima ti lascerà in pace!"

affermò egli.

"Ma in questi giorni non si è mai fatto vivo. Si sta nascondendo. Io ora sono al sicuro…"

lo contraddisse lei.

"Al sicuro? Per quanto?"

domandò fissandola negli occhi.

"Non so… per un po’."

Rispose lei voltandogli di nuovo le spalle e uscendo nel giardino sul retro.

"Devo andare…"

disse avvicinandosi alla scopa.

Si sentì prendere di scatto e si ritrovò tra le braccia di Harry.

"Credimi. Ti chiedo solo questo…"

le sussurrò lui all’orecchio.

La ragazza chiuse gli occhi. Sentì le labbra di lui posarsi sulle sue in un bacio dolce e i suoi timori scomparvero. Dopo poco chiese…

"Mi vuoi bene?"

alzò gli occhi per poter fissare quelli verdi di Potter.

"Ti amo May…" e la baciò di nuovo con passione contraccambiato dalla giovane.

Lui la strinse forte e si smaterializzarono insieme.

Ciao a tutti...

per vostra disgrazia son tornata... ebbene che ne pensate?

Ringrazio Manny, franys e Raffy89 per i commenti, siete troppo carine... spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento...

Manca poco alla fine... forse ho trovato come deve essere... abbiate pazienza...

a presto, baci baci

Miyan

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Miyan